venerdì 5 luglio 2019

Biglino ed il monoteismo ebraico

Un altro tema che nelle sue conferenze il sedicente esperto biblico Mauro Biglino non manca mai di trattare è quello relativo al monoteismo ebraico. Potrà sembrare assurdo (ed infatti lo è), ma lo studioso torinese è convinto del fatto che gli antichi ebrei non adorassero affatto un dio, ma che portassero rispetto per un capo militare in carne ed ossa di origine aliena, uno dei tanti elohim che esistevano a quei tempi ampiamente citati dalla Bibbia. Così, per poter affermare questa assurda teoria, Biglino è costretto a negare il famoso monoteismo ebraico bollandolo come un’invenzione teologica successiva. 


In realtà, come è noto, il monoteismo ebraico rappresenta il carattere distintivo della religiosità ebraica. Da remote origini monolatriche, cioè la credenza che Yahweh fosse l’unico Dio d’Israele, il monoteismo ebraico, cioè la credenza che Yahweh sia l’unico Dio esistente, si manifesta in modo preciso e compiuto nel periodo post-esilico, quando viene composta la maggior parte delle scritture sacre ebraiche, dopo un percorso di lenta presa di coscienza. Nella Bibbia da un iniziale accento sull'unicità della divinità nazionale del popolo d'Israele, che non doveva rendere culto a nessun altro dio (Dt 32, 8; Mic 4, 5) si afferma la consapevolezza dell’unicità di Dio e il rifiuto di qualsiasi altra divinità. Tutto ciò è ampiamente testimoniato dalla Bibbia in numerose circostanze, ma certamente è il libro di Isaia (Deutero-Isaia risalente al VI secolo a.C.) ad essere il testimone più interessante dell’evoluzione della fede d’Israele in senso monoteista. 



Prima di me non fu formato alcun dio, né dopo ce ne sarà” (Is 43,10-11).

Io sono il primo e io l'ultimo; fuori di me non vi sono dèi” (Is 44,6-8; 45,5-7; 18.21-22). 

Ma non solo il libro di Isaia, il monoteismo è chiaramente testimoniato nel Deuteronomio, uno dei libri della Legge (Torah): 

"Io sono Yahweh, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me" (Es 20,2-3);

"Or vedete che solo io sono Dio e che non c'è altro dio accanto a me" (Dt 32,39).

Questo sviluppo da monolatria a monoteismo è, quindi, antichissimo e si afferma parallelamente alla fase di perfezionamento della legge mosaica. Tutto ciò traccia un solco profondo tra Israele e la religione dei popoli circostanti, ma anche con le grandi teologie assiro-babilonesi, fortemente politeiste. E’ un monoteismo che si basa in special modo sulla presa di coscienza dell'impotenza degli altri dei, specialmente di quelli rappresentati da immagini o statue. Da qui la forte tradizione aniconica israelita, cioè il rifiuto delle immagini e delle statue che rappresentavano le divinità dei signori dell'Impero neobabilonese. E’ proprio questa forte tradizione aniconica, nata dalla presa di coscienza monoteistica d’Israele, a sconfessare in modo definitivo la teoria immanentistica di Biglino circa la natura degli elohim.

A mettere particolarmente in crisi la tesi di Biglino è certamente la più famosa preghiera ebraica, il cosiddetto Shemà Israel, cioè “Ascolta Israele” che è la più chiara manifestazione del monoteismo ebraico e che ritroviamo costituita da tre sezioni bibliche (Dt 6,4-9; 11,13-21; Nm 15,37-41) di cui la prima si apre con il solenne: “Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno” (in ebraico: “שמע ישראל יהוה אלהינו יהוה אחד”). Biglino, chiaramente in difficoltà, è solito cercare di offuscare tale solare evidenza con la seguente ridicola argomentazione: “Nel libro “Commento al libro dell’Esodo, Ed. Mamash, pag. 710” troviamo scritto “A questo proposito è necessario capire una ben nota difficoltà riguardo allo “Shemà”, in cui si afferma che Dio è uno, ma non che è unico. Il termine “uno” è infatti un aggettivo che si attribuisce a qualcosa che si può contare, è compatibile con un secondo. “Unico” esclude la possibilità di altri elementi”. La Bibbia dice che Dio non è unico, ma uno di una possibile serie. Basta leggerla la Bibbia e si scopre che su questo punto è chiarissima, ma ci viene predicata da chi non conosce la lingua”.

Biglino, come al solito, gioca a fare il grande linguista e traduttore e cerca di confondere le acque tirando in ballo il termine ebraico ”אחד” (echad), cioè “uno”, dicendo che tale termine vuole indicare che Yahweh non è altro che un elohim tra gli altri, e per dare una parvenza di plausibilità ad una tale assurdità tira in ballo la citazione di un rabbino che sembra dargli ragione, ovviamente estrapolandola dal contesto. 

Purtroppo Biglino dà dimostrazione di non conoscere neppure le basi della liturgia ebraica, sembra che non sappia che la preghiera dello "Shemà", considerata tra le più sentite per ogni pio ebreo credente, la cui lettura (Qiriat Shema) avviene due volte al giorno, nella preghiera mattutina e in quella serale (Deuteronomio 6,7), è una solenne dichiarazione del monoteismo di Israele. E' assurdo pensare che gli ebrei recitino questa preghiera per ben due volte al giorno, ogni giorno, solo per dire che Yahweh non è l'unico Dio, ma che ce ne possono essere altri (sic). In realtà la parola ebraica "echad", cioè "uno", in questo contesto, esprime l'Unità di Dio, cioè che non ci sono altri dei. Questa unità di Dio è probabilmente un’unità composta in quanto viene preferito il termine "uno", אחד (echad), rispetto alla parola "unico", יחיד (yachid) che è il termine indicante l’unità assoluta. Infatti nella Bibbia anche il termine “echad”, “uno”, è usato per indicare l’unità assoluta, ma composta. Ad esempio in Genesi 2,24 troviamo “marito e moglie saranno una (echad) sola carne”, in Genesi 11, 1 abbiamo: “Tutta la terra aveva una (echad) sola lingua e le stesse parole“; in Genesi 11,2 leggiamo: “essi sono un (echad) solo popolo”; in Genesi 34,16 abbiamo: “diventeremo un (echad) solo popolo”, in Numeri 13,23 si ha: “un (echad) solo grappolo d'uva”; e così via. In tutti questi casi il termine “echad” esprime una unità composta da vari elementi, come i grappoli d'uva che sono composti di vari acini, le persone da miliardi di cellule, ma anche un’unità composta pluripersonale come un solo popolo che è fatto di migliaia di persone, una famiglia che comprende più componenti, ecc. Quindi per la tradizione ebraica il termine “echad”, cioè “uno”, è risultato il più idoneo a indicare l’unico Dio Yahweh, l’inconoscibile, l’indescrivibile che non può essere rappresentato compiutamente con un termine troppo preciso come “yacid”. 

E' quanto afferma Rav Elia Kopciowski, che è stato rabbino capo di Milano: "Ascolta Israele, il Signore che ora è riconosciuto come Dio soltanto da noi, sarà in futuro riconosciuto come l’Essere supremo da tutte le creature!". Ma sarà riconosciuto non solo come l’Essere supremo, bensì come l'Uno e l'Unico! Uno, perché non vi sono, né vi possono essere, altre divinità; Unico perché le sue qualità sono esclusive e nessun altro essere ha, né può avere, le qualità divine. E ancora, rilevano i nostri Maestri, sono soltanto sei, nel testo ebraico, le parole che traduciamo "Ascolta Israele... ". Di queste sei parole ben tre esprimono le caratteristiche fondamentali dell'Uno e Unico".
(http://www.nostreradici.it/Kopciowski_shema.htm)

In realtà Biglino ignora che su tale parola esiste, lungo tutta la storia dell’ebraismo, una discussione rabbinica sulla definizione esatta del suo significato. Le parole di Rav Kopciowski sono quelle del famoso rabbino Rashi (1040-1105), rinomato e stimato studioso aschenazita della Torah che ha molto insistito sull’unicità di Dio. Definitivamente chiarificatrici sono le argomentazioni del Maimonide (1138-1204), il più grande pensatore della storia dell’ebraismo, che nel “secondo principio della fede giudaica” del suo commentario alla Mishnah (Pirush Hamishnayot), scrive: "Il Secondo Principio è l'unità di Ha Shem (cioè Dio), Benedetto sia il suo Nome. In altre parole bisogna credere che questo Essere, che è causa di tutto, è unico. Questo non significa uno come uno di un paio e neppure uno come di un gruppo che comprende molti individui né uno come un oggetto che è fatto di molti elementi e neppure come un singolo semplice oggetto infinitamente divisibile. Piuttosto, Egli, Ha Shem, Benedetto sia il suo Nome è un'unità diversa da ogni altra possibile unità. Questo secondo principio è riferito a[lla Torah] quando dice: Ascolta Israele! Ha Shem è il nostro Dio, Ha Shem è uno (Deuteronomio 6,4)". Con ogni probabilità, con la pubblicazione delle edizioni Mamash, Biglino ha riportato un passaggio a suo uso e consumo, estrapolandolo da un contesto che, invece, si riferiva alla polemica tra gli ebrei e i cristiani i quali interpretarono questa “unità complessa” come una porta d’accesso alla dottrina trinitaria. 

Come è facile capire, anche in questa occasione siamo di fronte ad una profonda ignoranza di Biglino che oltre a non conoscere le tradizioni esegetiche ebraiche, ignora anche quelle liturgiche.

12 commenti:

  1. Ciao Luis, ottimo articolo come al solito. Solo correggi lo Shemà in ebraico... Non ho la più pallida idea di cosa ci sia scritto lì (subito ho visto che non era lo Shemà, a parte la prima e l'ultima parola ... Ma anche dopo ad un veloce controllo sul dizionario online, in quella frase ci sono termini insensati... Ma l'hai preso da Biglino? LOL) .
    Comunque, bando alle chiacchiere, eccoti lo Shemà. Poi cancella pure questa conversazione, te l'avrei scritto privatamente ma non vedo una mail e oggi vado di fretta...
    Ti lascio le frasi corrette.

    Con le vocali

    שְׁמַע יִשְׂרָאֵל 'הוה אֱלֹהֵינוּ 'הוה אֶחָֽד

    Senza vocali

    שמע ישראל יהוה אלהינו יהוה אחד

    Oppure, in ambienti particolarmente osservanti evitano di scrivere il tetragramma e come da nota convenzione mettono due virgolette:

    שמע ישראל '' אלהינו '' אחד

    P.s. correggi anche echad nel resto dell'articolo: אחד non אהד

    Cari saluti dalla maestrina :D

    P.p.s. da qualche settimana stavo pensando di chiederti una consulenza di storia su un articolo trovato online... Magari prossimamente te lo invio per chiederti che cosa ne pensi... (con tempo e calma)

    Ciao :)





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    1. Ciao Francesca, ho preso tutto dal sito che nomino nell'articolo, sono ebrei e mi sono fidato, ma in effetti, non mi sono accorto che ci sono degli errori. Comunque sono solo due, nello "Shemà" c'è una "caf" a posto di una "lamed" nella parola "israel" e la "he" a posto della "het" nella parola "echad". Grazie della segnalazione.

      Quanto all'articolo che hai trovato chiedi pure, se sono in grado di risponderti lo farò con piacere.
      Ciao

      PS
      la mia mail è luis04101963@gmail.com

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  2. Grazie per la mail, ... poi ti spiegherò... appena trovo un momento.

    Scusa ancora ma è un peccato lasciare un errore di ebraico su un articolo impeccabile in confutazione del Biglino...
    ... ...
    Cioè intendi che si trova sul sito nostreradici.it ... ? ... Non lo trovo... in testata di quella pagina vedo solo lo Shemà scritto come te l'ho scritto io e... a questo punto sono curiosissima...
    E così magari allertiamo eventuali studenti dal pericolo di apprendimenti inesatti da internet...
    Comunque vedi tu se è opportuno o no lasciare questa nostra conversazione "tecnica"...
    Perché, scusa la pignoleria ma oltre a "israk" al posto di "Israel" che ora è corretto... ci sono anche gli altri termini senza senso ...
    Guarda:
    יחךח
    è senza senso sia per il suo non-significato che per le regole di scrittura... Questa lettera ך è la "kaf sofit" (kaf finale) e non può stare "in mezzo"... e anche le altre lettere non sono quelle del tetragramma... né una convenzione per sostituirlo per motivi religiosi. ... ci resta solo la yod :)

    Poi c'è questo...
    אלחים
    che volendolo proprio tirare per le orecchie potrebbe al limite voler indicare "elohim" אלהים ... E certamente alcuni oggi pronunciano "elokim" (spesso per motivi di osservanza religiosa: "non pronunciare invano") ma allora si scriverebbe אלוקים ... Non certo con la "tremenda" gutturale ח !!
    Però il problema è che comunque lì non c'è scritto in nessun modo l'espressione "il nostro Dio" אלהינו . Manca infatti l'indicatore grammaticale del possessivo "nostro". Manca il "nu" di "eloheinu".

    Confronta:

    Giusta
    שמע ישראל יהוה אלהינו יהוה אחד

    Sbagliata
    שמע ישראכ יחךח אלחים יחךח
    אחד


    Ciao, grazie per la tua disponibilità.

    Francesca

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    1. E, niente, Francesca, hai ragione. Sarà che non ci vedo più tanto bene che scambio una "caf sofit" per una "waw" e le "het" per "he", e che studio ebraico solo da un annetto.
      Grazie delle correzioni.

      Il sito segnalato è ok, a questo punto non ricordo più da dove ho preso quella dicitura, mi sono proprio rimbambito :)

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  3. Oh che bello! (non che ti sei rimbambito, ma che hai cominciato con l'ebraico). Ci vuole un po' per partire ed ingranare... Un buon aiuto all'inizio io ce l'ho avuto anche dalle app,... cercando quelle più adatte al proprio personale modo di apprendere... E poi ci sono alcuni insegnanti geniali su youtube che puoi integrare con lo studio serio. Contribuiscono alla forma mentis.
    Guarda ad esempio questo prof
    Video 20 secondi per due noti vocaboli biblici
    https://youtu.be/dCswWlLfquc

    Playlist Shemà
    https://www.youtube.com/playlist?list=PLL6Sl4OdxSvgoCLqNubDknziJa9OXUFAD

    A presto via mail

    !! תודה רבה

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    1. Io sono agli inizi, per adesso mi limito ad imparare a leggere, ma lo faccio con molta calma, per divertimento e basta. Sto seguendo le lezioni di Padre Giuseppe de Carlo che trovo molto chiare e tranquille :) (questo è il link della prima lezione https://www.youtube.com/watch?v=YoNjILOmvKE&t=3s)
      Però è proprio vero che conoscendo un po' di ebraico e, soprattutto, il loro modo di pensare e scrivere, il Vecchio Testamento appare molto più "vicino", direi "famigliare", non so dirti, qualcosa di proprio.
      Vabbè, adesso non voglio fare lo sbruffone, ho ancora molto da imparare (comunque basta pochissimo per far cadere a terra l'enorme castello in aria di Biglino!)

      ciao

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  4. Ma no, nessun 'sbruffone', quella sensazione di familiarità investe chiunque si avvicini alla lingua ebraica antica (perlomeno investe ebrei e cristiani in modo reale, è un'esperienza testimoniata da tutti...).
    Ugualmente confermato è il fatto che gli studenti universitari al primo anno di ebraico biblico e gli hobbisti autodidatti entro (al massimo) il secondo anno di studio si rendono conto dei grossolani errori di Biglino.

    Il padre - prof De Carlo è anche tra i miei preferiti su youtube come insegnante del metodo "classico". Ancora mi è utilissimo per dei ripassi ogni tanto. ... e ancora mi manca tanto approfondimento delle parti più toste (vedi tempi verbali e annessi vari nelle forme bibliche).
    Quello linkato da me era l'approccio didattico più "creativo". Ogni persona ha modalità diverse di apprendimento... C'e chi trova meglio lo "start" classico-grammaticale e chi l'immersione iniziale più intuitiva nella lingua, e chi un metodo misto.
    (nel nostro caso, come cristiani, non indifferente può essere anche il misto-mistico, ad esempio nell'apprendimento multi-tasking di un Salmo, ma laicamente e limitatamente alla grammatica elementare... i metodi didattici sono già di vario tipo).

    ... Comunque, se continui col ritmo hobbistico ancora per un annetto, la visione globale su una frase semplice di ebraico biblico come quella che abbiamo appena "discusso" ti risulterà immediata e semplicissima da fare. Penso che al primo anno ancora visualizzi "disegnini" , più che parole :D me lo ricordo bene :) ... Quando inizierai a vedere "parole" è divertentissimo.

    Inviata la mail di cui ti parlavo.
    Grazie,
    Francesca

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  5. Caro signore, potresti essere interessato a questa confutazione di coloro che vedono lo Yahvismo come una semplice monolatria; Qui hai una interessante confutazione delle teorie sull'enotismo degli antichi ebrei.
    http://www.reasonablefaith.org/jewish-beliefs-about-god
    Credenze ebraiche su Dio

    Politeismo antico israelita? è vero che fino al tempo di Ezra gli ebrei furono sedotti dagli dei cananei, ricordate che nel calvario di Elia c'erano 450 sacerdoti di Baal. Ma questo non prova che, diciamo, David, Samuel o Moises fossero politeisti.
    A proposito, questa discussione : Jewish Beliefs About God | Reasonable Faith https://www.reasonablefaith.org/writings/question-answer/jewish-beliefs-about-god/#.XS4nfehKqe4.twitter

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  6. Jewish Beliefs About God | Reasonable Faith https://www.reasonablefaith.org/writings/question-answer/jewish-beliefs-about-god/#.XS4nfehKqe4.twitter

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    1. Grazie sig. Alfonso per il link, articolo veramente interessante che trovo molto convincente. In effetti la Bibbia fa riferimento solo al rapporto di Israele con "Yahweh" che è presentato come il suo unico Dio. L'articolo spiega anche bene come la dicitura "El Elyon" (cioè "Dio altissimo") nella Bibbia è sempre intesa come una qualità di "Yahweh e non un'entità da questo separata, come dice Biglino.
      Un saluto

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  7. "Questa unità di Dio è probabilmente un’unità composta in quanto viene preferito il termine "uno", אחד (echad), rispetto alla parola "unico", יחיד (yachid) che è il termine indicante l’unità assoluta."...questa mi sembra solo un'opinione personale e dimostra come certe traduzioni (non quelle di Biglino) siano molto personali e pilotate...sarebbe comunque interessante osservarvi in un confronto diretto e pubblico con Biglino. potreste organizzarlo

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    1. Nient'affatto, non è una mia opinione personale è l'opinione di eminenti pensatori ebraici tra i più famosi come Rashi e Maimonide, solo per citare i più grandi. Non capisco, quindi, come faccia a dire che le traduzioni che riporto sarebbero pilotate (da chi?), mentre quelle di Biglino no. il fatto è che le traduzioni di Biglino sono inventate di sana pianta!
      Le piacerebbe vedere un confronto tra me e Biglino? Io sarei pure disponibile, ma Biglino non accetterebbe mai un confronto del genere. Biglino può solo partecipare a confronti dove si rimane sul generico, senza entrare nei dettagli delle sue traduzioni, in un ambiente controllato ed organizzato dalla sua casa editrice, come è avvenuto a Milano qualche anno fa, altrimenti si guarda bene dal fare brutte figure.

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