martedì 26 febbraio 2013

La Trinità negata: l'eresia adozionista

Con questa eresia, della fine del II secolo, cominciano ad essere intaccate le basi della tradizionale fede cristiana apostolica sulla natura di Dio, cioè il mistero Trinitario. I cristiani, infatti, sulla scorta del comandamento di Gesù di battezzare tutte le genti (Mt 28,16-20) hanno da sempre professato la loro fede in Dio come Padre, Figlio e Spirito Santo. Tutti coloro che hanno una religione positiva credono in Dio, ma per dirsi cristiani occorre professare fede nella Trinità, il simbolo distintivo dei cristiani. 

Fin dalle origini del Cristianesimo la fede apostolica nella Trinità ha suscitato uno sviluppo della teologia sul tema della vera essenza di Dio. La Scrittura, infatti, all’affermazione decisa dell’unità di Dio, unisce anche quella delle tre persone divine, cioè i tre soggetti di operazioni che condividono la natura divina. Nel II secolo, però, i termini tecnici teologici che saranno fissati dai Concili trinitari di Nicea e Costantinopoli del IV secolo, erano ancora imprecisi e fluttuanti. Ciò portò ad elaborate costruzioni teologiche che nel ricercare la corretta relazione tra le tre persone di Dio e la natura divina finirono, in alcuni casi, ad accentuare troppo la distinzione delle persone a discapito dell’unicità di Dio. Questo sarà il caso di dotti teologi come Ippolito Romano, il quale, esasperando le posizioni di Origene, cadde in una sorta di subordinazionismo affermando che il Padre ed il Figlio erano due persone distinte e separate ed il Figlio era subordinato al Padre. 

Proprio per reagire a queste concezioni che sembravano negare l’unicità di Dio, sorsero dei movimenti di pensiero volti a sottolineare l’unità assoluta di Dio, salvo divenire eretiche quando arrivarono a negare la sussistenza delle tre persone divine. Tali movimenti presero il nome di monarchianismo, cioè “unico principio” e nascono con Noeto, II secolo, vescovo di Smirne, come reazione della semplicità della gente a questi pericoli di smembrare e di dividere Dio. Il monarchianismo acquisì due forme diverse: l’”adozionismo” ed il “sabellianismo”. In questo articolo tratteremo della prima forma. 

Si fa risalire il monarchianismo del tipo adozionista ad un certo Teodoto di Bisanzio, detto il “conciatore di pelli”, persona semplice, non molto acculturata, che elabora una teologia molto elementare derivata dall’Ebionismo in cui si ha una concezione povera di Cristo, considerato come un semplice uomo che, siccome era molto pio, al battesimo è stato adottato da Dio Padre come suo Figlio. Attraverso la colomba che si posò su di lui, il “Logos” divino sarebbe entrato in lui abitandovi come in un tempio. 

Dopo Teodoto di Bisanzio si ebbero altri rappresentanti di tale corrente di pensiero (Esclipedoto, Ermofilo), ma il più conosciuto fu un suo omonimo, chiamato il “banchiere”, che continuò nell’eresia arrivando ad affermare che la figura dell'Antico Testamento Melchisedech fosse addirittura superiore a Cristo, in quanto nella lettera agli Ebrei (7, 3) si dice che Melchisedech sia simile al Figlio di Dio. Il sacerdote perfetto dell’Antico Testamento era ritenuto il salvatore degli esseri celesti, mentre Cristo solo quello degli esseri terrestri. 

La situazione precipitò dopo la morte di papa Vittore (199 d.C.) quanto Teodoto il banchiere ed Esclipedoto vollero elevare la loro setta da scuola a chiesa con una propria gerarchia. Persuasero un confessore della fede, di nome Natalio, a divenire il vescovo della loro setta. Questo, che era pure un martire in quanto patì il carcere a causa della fede, si pentì ben presto e chiese a papa Zefirino il perdono ed il reintegro nella Chiesa che gli fu accordato (Eusebio di Cesarea, “Storia Ecclesiastica” VI, 28). 

Con alterne vicende l’adozionismo sopravvisse fino alla fine del III secolo con l’elaborazione più dotta teologicamente di Paolo di Samosata, il quale si ispirò alle speculazioni di Origene sul Logos considerato non come una persona, ma come una potenza di Dio, che prese dimora nell’uomo Gesù abitandovi come in un tempio. Questo Paolo di Samosata fu vescovo di Antiochia, ma conduceva una vita mondana protetto dalla regina Zenobia di Palmira. Finì per essere accusato da un sinodo di Antiochia (268 d.C.) e scomunicato. 

In questa interpretazione del mistero trinitario solo il Padre viene considerato una persona divina, mentre il Verbo solamente una forza di Dio che viene ospitata nell’uomo Gesù. In questo modo viene distrutta la tradizione della fede apostolica nella Trinità col risultato di un allontanamento dal mistero di Dio rivelato dalla Scrittura. Infatti tutti i vari Concili che dichiararono eretico l’adozionismo hanno ribadito, basandosi sulla Scrittura, che il Dio rivelato è unico nella sua natura divina, ma che è distinto in tre persone come soggetti di operazioni. La formula battesimale di Mt 28, 16-20, che Gesù lascia agli apostoli, indica la forma trinitaria che manifesta fin dall’inizio qual è la fede della Chiesa, cioè il battesimo in un solo nome, cioè un solo Dio, ma in tre persone. Gesù non è subordinato al Padre, tantomeno adottato da Dio, Egli è unito al Padre, alla sua pari, “chi vede Lui vede il Padre” (Gv 14, 5-11) ed è della sua stessa sostanza, irradiazione della sua gloria (Eb 1, 1-4). 

Bibliografia

Catholic Encyclopedia, Volume I. New York 1907, Robert Appleton Company



giovedì 21 febbraio 2013

La Chiesa e l'oscurantismo

Una vecchia e ricorrente accusa che i laicisti rivolgono contro la Chiesa è quella di essere stata un’organizzazione oscurantista che ha distrutto la grande cultura antica per sostituirla con le sue credenze e di aver sempre combattuto, nel corso dei secoli, lo sviluppo della scienza imponendo all’umanità un grave ritardo nel conseguimento dei traguardi del progresso. 

Questa accusa fa letteralmente ridere e denota la profonda ignoranza storica che caratterizza la propaganda laicista. Ai laicisti smemorati vale la pena ricordare il disastroso impatto che ebbero, nell’alto Medioevo, le invasioni barbariche che determinarono, con i loro massacri e distruzioni, un vero e proprio arretramento generale della cultura in Occidente. Prima di tutto cominciò a sparire la lingua latina che iniziò a trasformarsi nei vari idiomi nazionali, poi, con la distruzione delle città, regredì la vita cittadina e ciò comportò il venir meno delle istituzioni culturali e ciò finì per scavare un solco profondo tra l’Oriente e l’Occidente, il quale non capendo più il greco si estraniò sempre maggiormente dalle raffinatezze della cultura bizantina. Il naufragio completo della cultura antica fu però scongiurato dal servizio reso dalla sola istituzione ancora in piedi: la Chiesa e specialmente i suoi monasteri. 

Dobbiamo proprio all’opera instancabile di monaci e chierici che fu salvata la civiltà occidentale, nei monasteri furono copiati a mano migliaia di opere classiche di ogni genere, dalla filosofia alla letteratura, dalla matematica alla geometria, fino all’ architettura, agricoltura, astronomia e medicina. Si può tranquillamente affermare che senza le migliaia di monasteri e di scuole episcopali di tutta Europa, oggi non esisterebbe una cultura occidentale. Ma perché i monaci medioevali copiarono manoscritti di autori che per loro erano quasi incomprensibili? Essi si sforzarono di salvaguardare tutto quello che poteva concorrere all’approfondimento e all’espressione della fede. Erano convinti che ogni vera conoscenza non può che contribuire alla gloria di Dio. Per i cristiani medioevali raccogliere i frammenti sparsi del sapere umano, da qualsiasi parte vengano, significa andare coscienziosamente alla ricerca delle tracce di Dio. 

I cosiddetti “secoli bui”, chiamati così dalla leggenda laicista che ha ispirato sciocchezze storiche come “Il Nome della Rosa” di Umberto Eco o “Angeli e Demoni” di Dan Brown, assistono invece alla grandiosa operazione di recupero della civiltà antica. Dopo le devastazioni barbariche del IV e V secolo negli scriptoria cristiani si creano le prime biblioteche dell’epoca. Cassiodoro, nel V secolo, alto funzionario di Teodorico, si ritira nel monastero di Vivario e dà inizio ad una serie di ricerche dedicate a commentare i testi biblici con l’aiuto delle conoscenze acquisite dagli autori antichi greci e latini; nel V secolo Benedetto da Norcia è il fondatore della medicina monastica; Isidoro di Siviglia, Vescovo, nel VI secolo, è autore delle Etimologie, vasto repertorio enciclopedico delle conoscenze dell’epoca; nel VI secolo nascono le biblioteche dei monasteri di Bobbio, Luxeuil, San Gallo; il monaco Alcuino, precettore di Carlo Magno è l’artefice della “rinascita culturale carolingia” che porterà alla nascita di un regolare sistema scolastico dei sudditi; il monaco Guido d’Arezzo, il “padre della musica” inventa l’alfabeto musicale. L’Europa medioevale crea l’Università, che nasce dalla visione cristiana dell’uomo, della natura e di Dio. 

La filosofia cristiana medioevale mette in risalto l’armonia, l’ordine, la proporzione, cioè la razionalità del creato e, grazie a questa visione di Dio, del cosmo e dell’uomo, nasce la scienza. I padri della scienza moderna sono i francescani Roberto Grossatesta e Ruggero Bacone, il sacerdote Niccolò Copernico, il vescovo Niccolò Stenone, padre della geologia e della paleontologia, gli astronomi cristiani Galileo Galilei e Keplero e tanti altri. Si deve esclusivamente al cristianesimo la nascita del sistema di assistenza medica per tutti, nei monasteri erano attive le farmacie monastiche (Montecassino, Fulda, Chartres), fino alla formazione dei primi complessi ospedalieri. 

Eppure di fronte a tanta evidenza gli intellettuali illuministi e poi i positivisti non esitarono a dar sfogo ai loro pregiudizi connotando negativamente il cristianesimo e la Chiesa. Parlarono di declino culturale, mentre l’Europa cristiana era piena di Università e di ospedali, di censura e oscurantismo, mentre le Università cattoliche formeranno gli scienziati più eminenti dell’epoca moderna, come nel ‘700 il sacerdote Lazzaro Spallanzani, il padre scientifico della fecondazione artificiale, nell’800 il frate agostiniano Gregor Mendel, padre della genetica, nel ‘900 il sacerdote Georges Edouard Lemaître, scopritore della teoria del Big Ben, e così via… 

Quale fu, invece, il frutto più “edificante” del pensiero illuminista? Una profonda frattura tra ragione e pensiero religioso che sarà il principio ispiratore delle degenerazioni della Rivoluzione francese. Svincolata dal suo naturale legame con Dio la ragione diverrà una nuova divinità (la Dea Ragione), la Chiesa sarà perseguitata sanguinosamente e nel nome della ragione anticristiana verranno massacrate intere popolazioni, soprattutto in Vandea, ma anche in altre regioni come la Bretagna e la Normandia. Una follia insensata dovuta alla lontananza da Dio e all’odio verso la Chiesa che porterà anche alla negazione stessa della scienza come la soppressione della prestigiosa Accademia delle Scienze di Francia e all’esecuzione del più grande scienziato del tempo, Antoine Lavoisier, il padre della chimica moderna. 

Bibliografia 

E. Auerbach “Lingua letteraria e pubblica nella tarda antichità latina e nel Medioevo” Feltrinelli, Milano, 1974. 
M. Pellegrino “Letteratura latina cristiana” Studium, Roma, 1963. 
A. Crombie, “Da Sant’Agostino a Galileo, Storia della scienza dal quinto al diciassettesimo secolo” Feltrinelli, Cuneo, 1970 
L. Alfonsi “La letteratura latina medievale” Sansoni-Accademia, Firenze-Milano, 1972. 
R. G. Timossi “L’illusione dell’ateismo” San Paolo, Milano, 2009. 
F. Agnoli “Indagine sul Cristianesimo” Ed. Pemme, Milano, 2010.

martedì 12 febbraio 2013

Benedetto XVI si dimette

Benedetto XVI, il vescovo di Roma, il papa della cristianità, si è dimesso. Una notizia davvero sorprendente, nulla di simile è mai avvenuto nella Chiesa nell'era moderna. Neppure l'episodio di Celestino V, per la sua diversità, può essere paragonabile a questo evento. Il papa ha specificato che lascia perché l'età avanzata non gli permette più di sostenere efficacemente il pesante fardello del pontificato. Lascia per il bene della Chiesa.    

Subito si sono levati commenti ironici da parte laicista sull'effettiva presenza dello Spirito Santo nelle vicende della Chiesa. Il conclave che ha eletto papa il cardinale Ratzinger si è per caso sbagliato? Come mai ci deve pensare il papa al bene della Chiesa e non lo Spirito Santo? Come mai Benedetto XVI non è rimasto sulla croce come ha fatto Giovanni Paolo II? 

Che presunzione, quella laicista, di stabilire come dev'essere una cosa in cui non credono. La vita della Chiesa è sempre dettata dalla Spirito il quale soffia dove vuole.

Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri
” (Isaia 55, 6-9)

Ogni momento della vita della Chiesa ha le sue caratteristiche, le sue inquietitudini, la sua croce. Benedetto XVI e Giovanni Paolo II hanno avuto due carismi differenti per due momenti differenti della Chiesa. L'unica cosa certa è l'assistenza dello Spirito, che non capiamo appieno, ma sappiamo che c'è e che indica sempre la strada giusta. 


lunedì 4 febbraio 2013

Le discriminazioni di Hollande

Nonostante il fatto che il 13 gennaio scorso in Francia, a Parigi, quasi un milione di persone sia sceso in piazza per manifestare in difesa dell’identità naturale della famiglia, il presidente socialista François Hollande ha dato ugualmente il via alla costruzione legale dell’omofamiglia ottenendo un primo riconoscimento dall’Assemblée Nationale, il parlamento francese. E’ stato approvato il primo articolo di un progetto di legge mirante a stravolgere il codice civile francese, quello risalente a Napoleone. 

Una vera e propria rivoluzione mirata a sovvertire l’ordine naturale per il cosiddetto “matrimonio per tutti”, una profonda “desessualizzazione” del diritto francese, con cambiamenti formali e sostanziali su una lunga serie di leggi. Si arriverà dunque ad abnormità come la scomparsa di termini come “sposo”, “sposa”, “padre” e “madre”. Ma Hollande pensa davvero che sarà un matrimonio per tutti? Visto che i socialisti francesi sono in grado di stabilire ciò che è naturale, perché non ritenere tale anche il matrimonio tra padre e figlia? Quello tra madre e figlio? Ma anche tra figlio e figlio, figlio e padre, sorella con sorella, madre con la figlia, ecc. Se il concetto di “natura” non esiste, ma prevale solo quello del “decido io e basta”, che problemi ci sono con l’incesto? E con la poligamia? Perché dev’essere vietata? Se le spose, o gli sposi, sono consenzienti perché non dovrebbe essere lecita? Arriverà a tanto il nuovo riformatore dei costumi Hollande? I diritti degli incestuosi e dei poligami non valgono niente? Perché queste discriminazioni? 

Ma le assurdità non finiscono qui, l’articolo approvato sabato scorso stabilisce anche che nessun sindaco potrà invocare l’obiezione di coscienza e rifiutarsi di unire in matrimonio due uomini o due donne. Sono i socialisti di Hollande ad avere la verità in tasca e possono decidere solo loro chi ha diritti e chi non ne ha. Non è tenuto in nessun conto il legittimo diritto di rispettare la legge naturale da parte di chi ha ancora un minimo di ragionevolezza.