giovedì 9 novembre 2023

La "cultura" della morte del laicismo

In questi giorni stiamo assistendo all'ennesimo tragico teatrino laicista volto a distruggere il valore universale della vita per propagandare la sua "cultura" della morte. Sto parlando di Indi Gregory, la bambina inglese di otto mesi, affetta da una malattia genetica ritenuta inguaribile, che i medici, nel suo "best interest", vogliono sopprimere togliendoli il respiratore che la tiene in vita. L'Italia, così come fece, purtroppo vanamente, per il piccolo Alfie Evans, il bambino di Liverpool morto in seguito alla sospensione di supporti vitali il 28 aprile 2018, ha concesso la cittadinanza italiana alla bimba dando la possibilità, così, ai suoi genitori di poter ricoverare in Italia la loro piccola figlia. Ma le istituzioni inglesi sono spietate, la bambina deve morire, infatti nonostante la lotta disperata dei genitori, i giudici inglesi non recedono dal loro intento: niente Italia, la vita di Indi non ha senso, va soppressa.

Di fronte a questa intransigenza mi chiedo: ma perché questa inflessibilità dei giudici inglesi? forse perché la piccola Indi tiene occupato un posto in ospedale ed utilizza macchinari che potrebbero essere più utili a chi ha maggiori possibilità di sopravvivenza? Ma i genitori hanno intenzione di portare Indi in Italia, il problema non si pone. Così anche per il problema finanziario: nessun peso sul sistema sanitario britannico essendo tutte le cure a spese dello Stato Italiano. Ma, allora, perché? Perché il trasporto sarebbe fatale alla piccolina? E che senso ha questa obiezione, se la vogliono uccidere? Allora, forse, perché sarebbe inutile prolungare le sue sofferenze? Quindi, anche contro la volontà del malato o dei suoi congiunti, i giudici inglesi ritengono giusto uccidere chi soffre di malattie senza possibilità di guarigione? Allora perché non eliminare tutti i portatori di handicap che soffrono o le persone affette da patologie croniche? Semplicemente allucinante, orrore puro.

Io ho il sospetto che questa intransigenza sia, in realtà, una posizione ideologica fatta sulla pelle delle persone. L'eutanasia non deve essere messa in discussione, in nessun modo, quindi la piccola Indi deve morire, la sua vita non ha senso e, quindi, non ha valore. E' questo il modo di pensare dei laicisti: la vita umana non è un valore oggettivo, ma soggettivo. E' lo stesso, identico, modo di pensare e di fare del nazismo e di tutti i sistemi laicisti di ogni epoca che hanno ripudiato l'oggettività del valore fondamentale della vita umana che è tale sotto ogni forma e in qualunque circostanza.

Così come è successo per nazioni come il Belgio, che nel 2016 ha permesso per la prima volta la "dolce morte" ad un minorenne, adesso c'è il Regno Unito che arriva addirittura ad ignorare e/o agire contro il consenso dei genitori del minorenne. Un drammatico piano inclinato che ci sta conducendo verso l'abisso. Per questo è importante lottare contro tale aberrazione e non cedere nemmeno di un passo.