martedì 9 luglio 2013

Il male e il cristianesimo

Uno dei misteri più profondi che caratterizzano la nostra esperienza di vita è certamente l’esistenza del male, cioè della scelta dell’uomo di non operare il bene, e del dolore ad esso associato. Ho scoperto che per molte persone non credenti gran parte di questo “male” sia in realtà solo un artificio della Chiesa creato allo scopo di esercitare potere e dominio su tutti gli uomini. 

Mi capita spesso di frequentare blog in cui viene aspramente criticata la visione cristiana ed addirittura accusata la Chiesa di aver ordito un immenso inganno per soggiogare l’umanità con la paura del peccato e dell’inferno. Secondo quest’accusa con l’invenzione biblica di Adamo e Eva, che colgono "il frutto proibito" macchiandosi del primo peccato, la Chiesa avrebbe inventato una sorta di contagio del male che avrebbe determinato un’umanità peccatrice. Con la paura dell’inferno, reputato luogo appositamente costituito per punire i peccatori, la Chiesa eserciterebbe un potere immenso decretando chi deve essere punito e chi salvato. 

Secondo questa parte del pensiero ateo, quindi, viviamo tutti in un grande inganno, eppure chiunque è in grado di accorgersi che il mondo è pieno di male e malvagità. E questa condizione è sperimentabile in ogni ambiente umano, in ogni società, non solo in quelle dove è presente l’influenza del cristianesimo e della Chiesa cattolica. E’ un dato di fatto che il male, purtroppo, è una caratteristica distintiva di ogni società umana, proprio come un’epidemia che affligge l’uomo fin dalla sua comparsa su questo pianeta. Il Cristianesimo, contrariamente ad una visione atea ed agnostica che semplicemente rimuove il problema, affronta il tema del male, e dalla sofferenza associata, cercando di trovare una motivazione.

Il Cristianesimo non inventa alcunché, non fa altro che proporre una visione di questa realtà e presentare Cristo come l’unica via di salvezza. La si può accettare o meno, tutti sono liberi, nessuno è costretto. Chi è cristiano ritiene che aderire a Cristo comporti gioia e una vita realizzata, cioè una vita felice. Di conseguenza chi è lontano da tale gioia non può che essere triste. Non esiste alcuna punizione, nessuna Chiesa punitrice, né un Dio vendicativo. 

L’idea dell’inferno che hanno molti atei è, francamente, ingenua ed infantile. Potrebbe Dio, che è eterno Amore, quindi eterna Misericordia, e vuole che tutti gli uomini siano salvi (1 Tm 2, 4), creare un luogo di punizione? Il Catechismo della Chiesa Cattolica è molto chiaro su questo punto: 

Morire in peccato mortale senza essersene pentiti e senza accogliere l'amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da Lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva autoesclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola «inferno»”. 

e ancora: 

Dio non predestina nessuno ad andare all’inferno; questo è la conseguenza di una avversione volontaria a Dio (un peccato mortale), in cui si persiste sino alla fine”. 

(Catechismo della Chiesa Cattolica, Parte I, sez. II, cap. III, art. 12, commi 1033 e 10379). 

La Chiesa professa chiaramente che l’inferno e il male non sono affatto una punizione, ma una tragica possibilità dovuta alla mancanza di una scelta verso il bene dell’uomo. Le ridicole accuse degli atei laicisti non sono altro che menzogne generate dal loro odio verso il cristianesimo e la Chiesa. 

Ciò non toglie, molto più seriamente, che il tema della presenza del male nel mondo e del suo rapporto con la giustizia di Dio, resta un argomento molto importante sul quale addirittura una vera e propria branca della teologia, chiamata teodicea, è chiamata continuamente a confrontarsi.