lunedì 27 maggio 2013

La Francia insorge


Il 18 maggio scorso in Francia è stata promulgata dal presidente della Repubblica, Hollande, la famigerata legge denominata «Mariage pour tous» (Matrimonio per tutti). 
Questa legge in pratica abolisce il principio fondamentale del matrimonio uomo-donna e, concedendo la possibilità a tutti di adottare dei bambini, stabilisce il nuovo principio che un bambino possa nascere da due uomini o da due donne. Una legge che stravolge la stessa natura umana a scapito del carattere universale delle identità sessuali femminile e maschile. 

Tradendo la fiducia della maggioranza dei Francesi, il Presidente della Repubblica, il Governo e i Parlamentari, con il solo appoggio di una lobby ultraminoritaria, con un colpo di mano, hanno imposto una legge assurda che dietro il paravento della concessione del matrimonio a tutti, hanno introdotto il criminale principio del “diritto al figlio” e dell’adozione per tutti. 
Questa legge, in pratica, sancisce che possa esistere la “generazione spontanea” negando a tutti i futuri cittadini il sacrosanto diritto di avere un padre ed una madre e a coloro che verranno adottati impone la violenta privazione o della madre o del padre. Si tratta di una legge che letteralmente crea degli orfani di padre o madre. 

Tutto ciò non poteva passare senza sollevare un’onda gigantesca d’indignazione nell’opinione pubblica francese che si è espressa ieri a Parigi nella colossale manifestazione di protesta con circa un milione di partecipanti. Scrivo questo post per diffondere nel web un’altra voce a favore ed informazione della grandiosa azione di protesta del popolo francese, a fronte del penoso e sconfortante silenzio dei media italiani succubi del potere della lobby laicista.

martedì 14 maggio 2013

La Trinità negata: l'eresia modalista


Abbiamo già visto come alla fine del II secolo il discorso teologico sui rapporti tra la natura e le persone di Dio portò ad una forte opposizione da parte di alcuni movimenti che reagirono proclamando l’assoluta unicità di Dio. Tali movimenti degenerarono in una eresia a cui Tertulliano, per primo, mise il nome di “monarchianismo”. Questa eresia sottolineò l’unità divina fino a negare la distinzione delle persone, ma ciò avvenne in due forme differenti: l’adozionismo, che abbiamo già visto, cioè un monarchianismo dinamico in cui Dio subisce un cambiamento per poter essere “ospitato” dall’uomo Gesù e un monarchianismo “modale” in cui si afferma che le tre persone non sono altro che tre modi di manifestazione dell’unico Dio. 

Mentre l’adozionismo nacque in un ambiente non molto acculturato, il monarchianismo “modale” trae tradizionalmente origine dalla teologia di Noeto, vescovo di Smirne, e dal suo discepolo Prassea, persone di grande cultura. I due, all’inizio del III secolo, vennero a Roma per ottenere il favore di papa Zefirino (199 – 217) e poter divulgare e diffondere la loro dottrina “modalista”. Nonostante Tertulliano si scagliò contro di loro scrivendo la sua opera “Adversus Praxean”, papa Zefirino e il suo successore Callisto (217 – 222) videro inizialmente di buon occhio questa forma di monarchianismo come una teologia semplice che affermava l’unicità di Dio e per la fiera opposizione dei modalisti al montanismo. A Roma il seguace di Prassea, Epigono, e successivamente il suo seguace Cleomene, arrivano a fondare una vera e propria scuola di cui ben presto ne divenne il leader Sabellio un presbitero di Tolamide, in Cirenaica, che nel 217 si era recato a Roma. 

Mentre a Roma è salda la fede in un’unica sostanza in tre persone (Tertulliano diceva tres personae, una substantia), Sabellio arriva a sostenere che le tre persone non sono altro che dei modi di manifestarsi dell’unico Dio che, invece, è una sola persona, cioè un’unica hypostatis (Novaziano De Trinitate, 12) che agisce attraverso le modalità del Figlio e dello Spirito Santo. Quindi il Padre come tale crea, come Figlio s’incarna e patisce e come Spirito Santo discende sugli apostoli, ma è sempre l’unica persona e l’unica sostanza che compie tutto ciò. Questa teologia discende dal termine latino persona che corrisponde al greco prosopon, cioè la maschera del teatro che indicava il ruolo che quell’attore svolgeva, quindi lo stesso attore che a seconda della maschera indossata esercitava il ruolo che la maschera rappresentava: un’unica persona, il Padre, che si mette diverse maschere, cioè esercita diversi ruoli nella storia della salvezza. Come conseguenza di questo ragionamento, anche Sabellio traeva conclusioni patripassiane: il Padre, in realtà, si era incarnato, aveva vissuto e patito la Passione. 

L’eresia di Sabellio è evidente, se è sempre il solo Padre che agisce, allora la Trinità è inutile. Questo, fatalmente, procurò a Sabellio la scomunica del papa, Callisto, attorno al 220. Su questo punto la Scrittura è molto chiara, la formula battesimale che Cristo consegna agli apostoli, con molta chiarezza e semplicità, ci parla dell’unità di sostanza. Un solo nome, un solo Dio, ma in tre persone che sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Così Paolo saluta i corinzi parlando di grazia, amore e comunione che sono ognuna proprietà delle tre persone divine (2 Cor 13, 11-13). 

La preoccupazione maggiore della Chiesa, nel suo sforzo di preservare l’autenticità della fede trasmessa dagli apostoli, fu quindi quella di fare attenzione a non esagerare con l’unità di Dio fino a negare la distinzione delle persone, né ad esagerare con la Trinità, cioè la distinzione delle persone negando l’unicità della natura divina e cadendo, in sostanza, nel politeismo. 

Bibliografia 

Catholic Encyclopedia, Volume I. New York 1907, Robert Appleton Company

venerdì 3 maggio 2013

Il rispetto laicista verso il credo altrui 2



Ci risiamo, ormai l'appuntamento del concertone del primo maggio, che ha perso totalmente il suo significato originario, non è altro che un penoso palcoscenico per ogni sorta di volgarità ed insulto contro il cristianesimo e la Chiesa Cattolica.

Stavolta gli sconosciuti appartenenti ad una band giovanile, altrettanto sconosciuta, hanno pensato bene di farsi un po' di pubblicità scimmiottando l'Eucaristia mimando la consacrazione dell'ostia con un profilattico. Ennesima triste dimostrazione di come sia inesistente, da parte laicista, il rispetto dei credenti e della fede altrui. Questo episodio non è altro che la conferma di cosa è caratterizzato il modo d’espressione laicista: ignoranza, volgarità, incapacità di rispettare le convinzioni altrui. Siamo alle solite: dalle oscene vignette del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, le sodomizzazioni della Guzzanti, fino al bombardamento escrementizio di Castellucci, tutto viene posto nel loro tritacarne d’intolleranza e dileggio. Per il laicismo l’insulto e l’invettiva sono la propria normale forma espressiva.

Io mi domando: con quale coraggio il laicismo può permettersi di criticare il cristianesimo e l'azione stessa della Chiesa Cattolica? Come possono i laicisti accusare i cristiani di prevaricazione ed intolleranza? Questa ipocrisia è insopportabile, il laicismo ha abbondantemente dimostrato come sia una ideologia violenta e contraria ad ogni più elementare forma di democrazia.