Oggi in aula alla Camera dei Deputati è prevista la votazione del testo della legge sul fine vita, più propriamente “Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari”. Nel silenzio generale dei telegiornali, o solo appena alcuni trafiletti sui principali media, nei giorni scorsi si è registrata la forte protesta del mondo cattolico sul tentativo di introdurre l’eutanasia con l’attuale testo della legge in discussione.
Questo testo, infatti, nonostante espliciti che il rifiuto del trattamento sanitario o l'interruzione “non possono comportare l'abbandono terapeutico”, arriva alla mostruosità di considerare come “trattamenti sanitari” l’interruzione della nutrizione e la disidratazione. L’articolo 1 comma 5 prevede, infatti, che “ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere ha […] il diritto di revocare in qualsiasi momento il consenso prestato, anche quando la revoca comporti l'interruzione del trattamento, ivi incluse la nutrizione e l'idratazione artificiali”.
Siamo alle solite, le forze laiciste tentano in ogni modo di imporre l’eutanasia e per farlo non esitano ad utilizzare ogni via traversa e a calpestare il valore della vita umana. Per Luca Moroni, presidente della FCP (Federazione Cure Palliative), ad esempio, occorre sancire il diritto del malato di rifiutare qualsiasi trattamento, compresa la nutrizione e l’idratazione artificiale. Ma come è possibile considerare la nutrizione e l’idratazione dei trattamenti sanitari? Si tratta di un vero e proprio stravolgimento della realtà oggettiva. Dare da mangiare e da bere sono gesti d’amore che non possono essere sottratti a nessuno, la vita dipende da tali azioni, negarle perché considerate alla stregua di un accanimento terapeutico equivale a distruggere la vita come valore universale. Ma c’è di più, l’articolo 1, comma 7 del testo di legge in discussione dispone che: “il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente e in conseguenza di ciò è esente da responsabilità civile o penale”, quindi questo testo di legge considera il medico alla stregua di un fantoccio infischiandosene delle sue funzioni deontologiche che sono, invece, mirate alla cura e protezione della vita, proponendosi, in questo modo, di negare il suo sacrosanto diritto all’obiezione di coscienza.
Negazione del valore fondamentale della vita umana, negazione del valore umano dell’assistenza più basilare, negazione della dignità umana, negazione della dignità deontologica del medico e negazione del suo diritto all’obiezione di coscienza. Sono questi i tristi e violenti tratti dell’azione laicista.
*Nel testamento l’addio di Dj Fabo
RispondiElimina«Troppo dolore, la vita non ha senso»*
http://www.corriere.it/cronache/17_febbraio_28/nel-testamento-l-addio-dj-fabo-troppo-dolore-vita-non-ha-senso-579e38ac-fd99-11e6-8934-cbc72457550a.shtml
Grazie Anonimo per aver postato questo link.
EliminaUna vicenda tragica e tristissima. Una storia di indicibile dolore, ma anche un monito per tutti su come la vita possa perdere il suo immenso valore quando non se ne percepisce più il senso. Per il povero Fabiano antoniani, più che la morte, sarebbe stato veramente dignitoso cercare il vero senso della vita.