Sconcertante è stata la notizia di ieri dell’assunzione di due medici da parte del nosocomio romano San Camillo, da destinare ai reparti di ostetricia e ginecologia, col requisito di avere delle caratteristiche etico-professionali ben precise. Infatti i due medici assunti hanno dovuto promettere di non essere obiettori di coscienza e, quindi, di non frapporre alcuna obiezione etica nell’operare una interruzione di gravidanza e di continuare ad esserlo per alcuni anni.
Ma ad essere ancora più sconcertanti sono state le dichiarazioni del presidente Nicola Zingaretti che ha fortemente voluto tale concorso. Nel suo delirio il governatore del Lazio è arrivato ad affermare che tale concorso si sarebbe reso necessario per garantire la piena applicazione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza e tutelare al meglio il diritto alla salute della donna.
Siamo di fronte ad un’altra dimostrazione di assoluto spregio della democrazia da parte del laicismo, l’ennesimo tentativo di superare i canali democratici per imporre una visione volgarmente dittatoriale. Con la scusa di tutelare il diritto alla salute della donna, si introduce una vera e propria discriminazione tra chi legittimamente esercita il diritto all’obiezione di coscienza e chi, invece, non lo fa.
L’idea di un concorso simile è semplicemente aberrante, se n’è accorto perfino il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha giustamente fatto ricordare come la Legge non prevede questo tipo di selezione e che se una struttura avesse problemi di fabbisogno di personale medico per la piena attuazione della legge 194 ha la facoltà di attingere in mobilità da altro personale. E’ opportuno, infatti, ricordare quanto il ministro Lorenzin ha relazionato al Parlamento sul regime delle interruzione di gravidanza in Italia. In 30 anni le interruzioni sono scese di 131216 unità e il numero dei medici non obiettori è sufficiente per la piena attuazione della legge 194.
Ma a mio modo di vedere la cosa più grave è l’odiosa discriminazione che devono sopportare i medici obiettori per il solo fatto di esercitare un loro diritto costituzionale. L’obiezione di coscienza è un diritto fondamentale della persona e non può in alcun modo essere un requisito per partecipare ad un concorso pubblico. E’ semplicemente assurdo sfavorire chi esercita un proprio diritto e favorire chi sceglie di non esercitarlo. C’è, poi, da sottolineare che non è possibile costringere una persona a far tacere la propria coscienza. La libertà di coscienza è un diritto inalienabile e può essere esercitata in qualsiasi momento. La negazione di esercitare un diritto non può essere un requisito per l’assunzione.
Ma per i laicisti come Zingaretti è questo il metodo normale di procedere: calpestare la democrazia e i diritti della persona per imporre la propria deleteria visione. Che, in questo caso, è una visione di morte.
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