Senza tanto clamore, a sorpresa, il 4 marzo scorso l'AIFA (l'agenzia italiana del farmaco), in seguito alla pubblicazione della sua determina in Gazzetta Ufficiale, ha dato inizio alla vendita della "pillola del giorno dopo", senza ricetta per le maggiorenni. Un provvedimento che ripete quanto avvenuto già da tempo con la cosidetta "pillola dei 5 giorni" anch'essa acquistabile senza ricetta medica. In pratica un potentissimo farmaco capace di provocare cambiamenti importanti in delicati processi fisiologici del corpo umano, viene venduto come se fosse una caramella per la tosse o un cerotto per il mal di schiena.
Senza ricetta e, quindi, senza prescrizione medica, ovvero le acquirenti del farmaco sono lasciate in totale solitudine non venendo raggiunte da nessun tipo di prevenzione o consiglio. Il divieto dell'acquisto senza ricetta da parte delle minorenni è, infatti, risibile e facilmente aggirabile. Chiunque può far acquistare il farmaco per proprio conto da un parente o amico maggiorenne.
Lo scopo di questo farmaco è quello di evitare una nascita non programmata e tutto ciò, senza una precisa e competente informazione che solo un medico può dare, può ingenerare la falsa convinzione che assumere il farmaco sia un modo come un altro per "prevenire" una gravidanza. In realtà si tratta di un vero e proprio bombardamento ormonale (una confezione può essere utilizzata più volte) che se non seguito da un medico, potrebbe causare seri problemi di salute.
Inoltre c'è anche una questione morale di non poco conto, infatti questi farmaci possono avere anche un effetto abortivo. "È dimostrato che [questo farmaco] ha un effetto antiannidatorio e addirittura abortivo in fasi precocissime", spiega Filippo Maria Boscia, ginecologo e presidente dell’Associazione medici cattolici (Amci). La funzione dei medici non è solo quello di prescrivere farmaci, ma anche di supportare e consigliare il paziente, avvertendolo dei rischi connessi alla loro assunzione. E tutto ciò è ancor più in casi del genere dove è presente il grave rischio di una azione abortiva. Tutto ciò è anche in aperto contrasto con quanto stabilisce la legge 194 sull'interruzione di gravidanza che prevede un iter abortivo seguito e curato da medici e psicologi, mentre invece con questi farmaci la pratica abortiva rimane un fatto personale.
Purtroppo, sotto il falso slogan della liberta e del progresso, la deriva laicista calpesta ogni regola di buon senso, non tiene in alcun conto l'importanza di una seria educazione all'affettività ed al rispetto del valore di ogni vita umana. Si assiste ancora una volta all'atroce banalizzazione del concetto di aborto e, quindi, alla relativizzazione di un diritto fondamentale, quello alla vita.
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