La Francia, la figlia primogenita della Chiesa, la terra delle splendide cattedrali gotiche, la patria di tantissimi cristiani eroici, di angeli dei poveri come Giovanni Battista de la Salle e Vincenzi de' Paoli, di santi mistici come Teresa di Lisieux, di dottori della Chiesa come Bernardo di Chiaravalle, sta inesorabilmente perdendo tutta questa ricchezza e scivolando sempre più in un oscuro mondo senza più posto per Dio e il cristianesimo. A Rennes, nei giorni scorsi, l'ennesimo atto anticristiano, un altro passo verso la scristianizzazione e il disconoscimento delle proprie radici: una statua di San Giovanni Paolo II è stata rimossa per ordine di un tribunale, sembra che la croce che sovrastava il monumento fosse troppo "vistosa".
Ecco a cosa si è ridotta la laicità della Repubblica Francese, ad una guerra spietata alle sue origini, un laicismo aggressivo e spietato. Ma l'eliminazione di ogni presenza pubblica dei simboli religiosi è solo la punta di un iceberg: questo Paese è arrivato a limitare persino la libertà di espressione con leggi che vietano di opporsi all'aborto, al matrimonio tra omosessuali, vieta la possibilità di indossare simboli religiosi nelle scuole, impone corsi obbligatori di educazione sessuale a bambini di sei anni con la rieducazione alla teoria del gender. Questo Paese progetta di riformare il calendario con l'introduzione di giornate "laiche" al posto delle festività cattoliche. E chi non è d'accordo deve per forza adeguarsi, altrimenti si passano guai seri, così come succede ai militanti della "Manif pour Tous" arrestati anche se protestano in silenzio. Sembra che non sia cambiato niente dai tempi bui della rivoluzione, quando un'élite borghese decise di far fuori Dio e la Chiesa per aver mano libera e costringere una nazione a rinnegare le sue caratteristiche identitarie.
Oggi la situazione francese è l'immagine tipica di come può ridursi un paese, una comunità, uno Stato che si era formato nei principi sociali e culturali del cristianesimo e che ha progressivamente sostituito alla propria identità cristiana l'idolatria per uno Stato laicista dove ciò che conta è solo l'individualismo e la pretesa di diritti inventati a scapito dei valori comunitari e della famiglia. Oggi in Francia c'è solo un maniacale, fiscale e strumentale rispetto costituzionale che stride contro la ragionevolezza della pratica consolidata, contro la libertà di non essere d'accordo, un morboso rispetto delle regole e del "politically correct" che sta distruggendo ogni valore di base.
Purtroppo in nessun altro paese europeo come in Francia il secolarismo sta estromettendo la religione per imporre ai cittadini l'obbligo di aderire alla laicità.
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