E’ notizia di questi giorni, appena accennata sui principali media italiani, dei primi importanti risultati del processo di pulizia imposto da papa Francesco per bonificare l’Istituto per le opere di religione, meglio conosciuto come lo IOR, la “banca del Vaticano”. Si tratta di un’operazione che mira al ritorno della missione originaria di assistenza alle opere di religione, senza avventurarsi in attività che, seppure lecite, danno adito a sospetti e, comunque, non coincidenti perfettamente con la missione della Chiesa.
A due anni dall’annuncio del papa di bonificare lo IOR, si festeggiano ora i primi risultati positivi dovuti all’azione di pulizia di tutti i conti sospetti o non pertinenti ai criteri stabiliti. Il rapporto annuale sottolinea, inoltre, l’adeguamento dell’Istituto alle nuove normative vaticane in materia di trasparenza finanziaria. A premiare questo nuovo corso arriva anche la notizia di un utile netto che sfiora i 70 milioni di euro, risorse che andranno a finanziare progetti umanitari.
Eppure, nonostante queste notizie testimonino come sia stato ormai definitivamente posto fine all’uso improprio dell’Istituto, il mondo laicista le commenta in modo ottuso e decontestualizzato tirando in ballo il solito corollario qualunquista di accuse di indebita ricchezza, di immaginari intrallazzi, di ingiusta percezione dell’8 per mille, dell’imu e quant’altro. Questa è la desolante impressione che si ricava leggendo i commenti dei blog laicisti che si sono interessati a questa notizia, come ad esempio quello de “Il fatto quotidiano”. Nessuna capacità di elaborazione della notizia, solo insulti e volgarità.
Questo è il tipico modo di comportarsi del laicismo, nessuna volontà di dialogo, nessun interesse per la costruzione di una società veramente pluralista, dove sia tutelata la libertà di pensiero. La sua posizione è di intransigenza totale, di idee preconcette, che devono restare tali per giustificare il l’odio verso l’avversario, cioè la Chiesa e i cristiani, che devono essere solo spazzati via.
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