giovedì 28 agosto 2025

Sapiens Sapiens e la retorica sulla Donazione di Costantino.

Vero e proprio cavallo di battaglia di ogni propaganda anticlericale laicista è la solita storia della cosiddetta “Donazione di Costantino”, il clamoroso documento falso che sarebbe stato fatto realizzare appositamente dalla Chiesa per poter acquisire e giustificare, in modo ovviamente fraudolento, il suo potere temporale. Ho già avuto modo di affrontare questo argomento, quindi per eventuali approfondimenti è possibili reperirli qui.

Come facilmente era prevedibile non poteva sottrarsi l’hater Fratarcangeli che si unisce al coro degli ignoranti accusando di falsità e truffa volontaria la Chiesa. Il nostro campione del laicismo d’accatto, con la sua solita aria stralunata e fintamente meravigliata, ci informa: “Questo documento diventerà incredibilmente importante nel corso del tempo, poiché con esso ufficialmente la Chiesa ha giustificato per secoli il suo immenso patrimonio terreno […] utilizzò questo documento fondamentale per reclamare proprietà e il dominio su una serie di terre, monumenti, chiese e ricchezze in tutta Europa […] l’importanza di questo documento […] diventerà evidente solo nell’XI secolo, cioè durante il cosiddetto “Grande scisma d’Oriente” del 1054

Ma è avvenuto veramente come dice Fratarcangeli? Davvero la Chiesa si è resa protagonista della più grande truffa mai concepita? Veramente la Chiesa ha costruito deliberatamente un falso documento per “impossessarsi di ricchezze in tutta Europa”? Ovviamente no, occorre sempre considerare il fatto che le informazioni divulgate da canali come “Sapiens Sapiens”, ed in generale dei vari “haters” del Cristianesimo, sono sempre ideologicamente orientate verso l’anticlericalismo e, quindi, pur di raggiungere il loro obiettivo si fanno beffe di ogni regola dell’analisi storica, selezionando le informazioni e le fonti da cui trarre elementi favorevoli per la loro tesi precostituita, tagliando tutto il resto che invece non è producente o la smentisce.

Iniziamo col dire che la cosiddetta “Donazione di Costantino”, il cui vero nome è “Constitutum Constantinii”, non è mai stato considerato un documento importante, come si vorrebbe far credere, tanto è vero che ad oggi gli studiosi non hanno potuto chiarire con certezza quando, dove, da chi e con quale intenzione sia stato redatto questo testo. Finora la ricerca storica non è riuscita a concordare neppure sullo scopo e sul carattere del finto atto di donazione. Queste difficoltà degli storici ci danno una chiara indicazione di come sia altamente improbabile associare a tale documento l’importanza che generalmente gli viene attribuita da chi ha interesse ad alimentare una propaganda anticlericale. Il fatto stesso che tale documento sia venuto alla ribalta solo dopo circa due secoli dalla sua realizzazione, come afferma lo stesso Fratarcangeli, è già indicazione chiara di come la sua composizione non sia avvenuta per realizzare una truffa.

Ciò che veramente sappiamo è che il cosiddetto “patrimonio di San Pietro”, cioè l’insieme dei possedimenti territoriali della Chiesa nell’Italia centrale, si è formato attraverso delle pacifiche donazioni: quella di Sutri (dai Longobardi nel 728), la Promissio carisiaca (dai Franchi nel 754) e la Constitutio romana (ancora dai Franchi nell’824). Quindi il potere temporale della Chiesa non ha avuto alcuna relazione con questo documento, ma si realizzò almeno un secolo prima per volontà dei Longobardi e dei Franchi che riconobbero alla Chiesa un importante ruolo politico e sociale.

Storicamente, invece, gli storici pensano che questo documento facesse parte di una raccolta di decretali, cioè di lettere provenienti dalla Curia romana e concernenti il governo della Chiesa, comparse tra l’847 e l’852 d.C., attribuite falsamente a vari papi come Clemente I (del I secolo), Melchiade (IV secolo), Gregorio II (VIII secolo) e altri, che servirono per esaltare l’autorità della Santa Sede in modo da poter difendere meglio i vescovi locali e garantire l’indipendenza della Chiesa contro le pretese dei poteri secolari dell’Imperatore (Sacro Romano Impero Germanico) e dei signorotti locali. Non si trattò, dunque, di una truffa, ma dell’esigenza di mettere nero su bianco ciò che era da tutti già pacificamente riconosciuto e ciò venne fatto secondo l’usanza degli antichi ricorrendo alla pseudoepigrafia. Per avere maggiori dettagli vi consiglio di leggere questo mio articolo qui.

A provare la scarsa importanza che aveva questo documento è il fatto che quando nel 1140 d.C. il monaco camaldolese Graziano, professore di diritto a Bologna, riordinò sistematicamente le leggi ecclesiastiche emanate fino a quell’epoca realizzando il famoso Decretum (magistri) Gratiani (Decreto (del maestro) Graziano), non prese in considerazione la falsa donazione di Costantino che non venne inserita nella raccolta. Poco più tardi, nello stesso decennio 1140-1150, la sua compilazione fu ampliata e approfondita in una seconda redazione, ma la falsa donazione seguitò a non farne parte. Si tratta di un’assenza significativa, se si considera che verso la metà del XII secolo il Decretum Gratiani comprendeva quasi quattromila autorità ordinate secondo criteri logico-dialettici, i cosiddetti dicta Gratiani.

Oltre al Decretum Gratiani gli studiosi hanno esaminato altre diciassette collezioni giuridiche risalenti al periodo tra il X e la metà dell’XI secolo e solo due riportano, e solo parzialmente, il testo del falso atto di donazione. In esso l’interesse si concentrava non tanto sul testo della donazione, quanto sulla professione di fede dell’imperatore (J. Petersmann, Die kanonistische Überlieferung des Constitutum Constantini bis zum Dekret Gratians, in Deutsches Archiv für Erforschung des Mittelalters, 30 (1974), pp. 356-449).

Anche le prime summe di decretali di Rufino o di Stefano di Tournai e quella dello stesso Paucapalea intorno al 1160-1170 non inserirono la falsa Donazione (D. Maffei, La Donazione di Costantino, nei Giuristi MedioevaliEd. Lefebvre Giuffrè, 1964, pp. 33 segg., e J. Petersmann, Kanonistische Überlieferung, cit., pp. 393 segg.). E persino la rielaborazione del Decretum Gratiani da parte del cardinale Laborans, importante opera di aggiornamento, iniziata nel 1162 e conclusasi nel 1182, non contiene la falsa Donazione (N. Martin, Die Compilatio Decretorum des Kardinal Laborans, Eine Umarbeitung des gratianischen Dekrets aus dem 12. Jh., in Proceedings of the Sixth International Congress of Medieval Canon Law (Berkeley California 28 July-2 August 1980), ed. by S. Kuttner, K. Pennington, Rom 1985, I, pp. 11-12, 144-156; II, p. 68).

Ora, un documento così importante sul quale sarebbe, secondo Fratarcangeli, basato tutto il potere temporale della Chiesa, perché non è stato a lungo inserito nelle raccolte più importanti dei documenti e delle leggi ecclesiastiche? Come mai abbiamo notizia dell’uso di tale documento solo in una occasione e solo per questioni secondarie e marginali? E’ più che evidente che le informazioni contenute nel video di Fratarcangeli sono false e tendenziose, storicamente non affidabili. Durante la crisi del Grande scisma d’Oriente del 1054 questo documento non fu mai usato e, come abbiamo visto, non faceva parte neppure delle raccolte più importanti dei documenti ecclesiastici. Possibile che la Chiesa si adoperi a produrre un falso su cui basare tutto il suo potere per poi ignorarlo quasi totalmente?

La verità è ben altra, l’enorme rinomanza che tale secondario documento ha avuto successivamente è dovuta non tanto alla Chiesa, ma ai suoi avversari. La falsa Donazione di Costantino è stato un documento molto più comodo ai Protestanti e agli illuministi. Essi se ne sono serviti come prezioso pretesto per portare avanti i loro attacchi alla Chiesa di Roma. Il primo a rendersene conto è stato ovviamente Martin Lutero, il grande riformatore, il quale per convincersi e convincere i suoi protettori della bontà delle sue posizioni contro la Chiesa cattolica, non esitò ad usare la retorica della falsa Donazione di Costantino come origine della malvagità della Chiesa di Roma.

Da una lettera di Lutero leggiamo: “Ho qui in mano l’edizione di Hutten de La falsa donazione di Costantino del Valla […]. Sono profondamente turbato, non ho alcun dubbio che il papa sia l’Anticristo, come lo concepisce anche l’opinione popolare; lo dimostra qualsiasi cosa faccia, viva, dica o sancisca” (D.M. Whitford, Martin Luther’s Political Encounters, in The Cambridge Companion to Martin Luther, Cambridge 2003, pag 74)

Più tardi, nel 1520, quando scrisse per giustificarsi dopo aver bruciato la bolla Exsurge Domine a Wittenberg, Lutero si difende facendo riferimento alla donazione: “Il papa sostiene e incoraggia questa menzogna, che Costantino gli abbia donato Roma, terre, impero e potere” (D.M. Whitford, Martin Luther’s Political Encounters, in The Cambridge Companion to Martin Luther, Cambridge 2003, pag 173). Da questo momento in poi, in qualsiasi lezione, prefazione, commento o scritto in cui sostenne la propria visione del papato come Anticristo, Lutero menziona la donazione.

E’ solo l’inizio, da quel momento l’anticlericalismo di ogni secolo alimenterà questa calunnia, ingigantendo a dismisura l’importanza e la portata della falsa Donazione, facendosi beffe della storia e della realtà dei fatti. Fenomeno che perdura fino ad oggi con buon ultimo il “nostro” hater Fratarcangeli.

La Donazione di Costantino fu certamente un falso storico, ma l’accusa di truffa intenzionale alla Chiesa appare ingiustificata senza prove dirette di dolo. Il suo uso sporadico, e non sistematico, fu probabilmente il frutto di un contesto culturale in cui la verità documentaria era meno rigorosamente verificabile e dove la funzione simbolica del potere era più forte della precisione giuridica. Inoltre, la stessa Chiesa ha accolto e riconosciuto la scoperta del falso, segno di una volontà di verità.


Bibliografia


O. Bertolini “Roma di fronte a Bisanzio e ai Longobardi”, Cappelli, Bologna 1961;
D. Maffei, "La Donazione di Costantino, nei Giuristi Medioevali", Ed. Lefebvre Giuffrè, 1964;
L. Duchesne “I primi tempi dello Stato Pontificio”, Einaudi, Torino 1967;
J. Fleckstein “Carlo Magno”, Ed. Paoline 1969;
P. De Leo “Ricerche sui falsi medioevali: il Constitutum, Constantini” Ed. Meridionali Riunte, R. Calabria 1974;
J. Petersmann, "Die kanonistische Überlieferung des Constitutum Constantini bis zum Dekret Gratians", in Deutsches Archiv für Erforschung des Mittelalters, 30 1974;
Berkeley California 28 July-2 August 1980), ed. by S. Kuttner, K. Pennington, Rom 1985;
D.M. Whitford, "Martin Luther’s Political Encounters", in The Cambridge Companion to Martin Luther, Cambridge 2003;
F. Cardini e M. Montesano “Storia medievale”, Firenze, Le Monnier Università, 2006;

11 commenti:

  1. Sig. Luigi grazie di queste belle e approfondite spiegazioni. Sono un uomo di fede e dunque condivido ciò che sostieni nel tuo post. Aggiungo però una riflessione: come diceva Sant'Ambrogio la Chiesa non rifulge di luce propria ma di quella di Cristo.
    Non dobbiamo aver paura di segnalare gli errori della Chiesa (nei secoli ce ne sono stati tanti) perché non stiamo criticando la Luce (Gesù Cristo) ma la lampada che deve diffonderla. Anzi se lasciamo se ignoriamo lo "sporco" della lampada o facciamo finta che non esista non rendiamo un buon servizio alla Luce che farà fatica ad irradiarsi. Questo per dirla in generale. Nel caso della falsa Donazione di Costantino non si può, per esempio, sottacere che colui che accertò la falsità del documento (Lorenzo Valla) dovette per questo difendersi davanti al tribunale dell' Inquisizione e lo scritto con cui provava la non autenticità del documento fu inserito nell'Indice dei libri proibiti. Non proprio esemplare. La Chiesa va amata e difesa ma anche criticata se necessario per amore e verità del suo fondatore: Gesù Cristo. Cordialmente

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    1. Gentile signor Vincenzo la ringrazio dei suoi complimenti e sono contento che il mio articolo le sia piaciuto. Sul fatto che non bisogna aver paura di ammettere gli sbagli della Chiesa sono completamente d'accordo con lei. Vede, Gesù ha fondato una Chiesa di uomini, non di superuomini, e questi come tali possono sbagliare. Non esiste una persona che può ritenersi pura, come sostenevano i Catari, e nessuno può esigere la santità di chicchessia, come pretenderebbe strumentalmente la retorica laicista. Ma il tema di questo mio articolo non è la confutazione operata dal Valla, bensì dimostrare la falsità delle informazioni divulgate da un canale apertamente anticristiano. Le critiche vanno bene e sono importanti, ma devono essere supportate da fatti e informazioni corrette e non da menzogne, altrimenti si tratta solo di calunnie che è doveroso smascherare e condannare.
      Distinti saluti.

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    2. Sig. Luigi ovviamente concordo con lei. Volevo soltanto dire che nella sua ottima ricostruzione della vicenda della Donazione di Costantino è mancato l'evento principale che ne ha comprovato la non autenticità e cioè gli studi del Valla e soprattutto l'atteggiamento della Chiesa che se non lo aveva (come penso) " confezionato" e anzi era stato spesso trascurato nei documenti ufficiali non si comprende come mai il Valla fu chiamato a risponderne davanti all' Inquisizione e come mai il suo scritto fu inserito, come già detto, nell'Indice dei libri proibiti. Tutto qua.
      Per il resto concordo pienamente sul giudizio fortemente negativo su questi canali haters in cui la discussione è praticamente finta o cmq impossibile e la preparazione dei curatori molto insufficiente (il coro dei "tifosi" di questi canali spesso induce a credere di essere a Lilliput ma in realtà si trovano a Brobdingnag). Un saluto con affetto

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  2. Come ripeto il mio articolo è volto solo a confutare le affermazioni dell'hater Fratarcangeli. In quest'ottica le disavventure patite dal Valla, seppur importanti da ricordare, non erano pertinenti. Vede, l'opera di questo umanista fu strumentalizzata dai nemici della Chiesa, quindi, nonostante ne fu riconosciuta la sua validità scientifica, nell'ambito di una preoccupazione nutrita dalla Chiesa per la fede del popolo di Dio, in periodo di Controriforma, ha pensato di vietarne la lettura. Ovviamente per i nostri occhi moderni tutto ciò è assurdo, ma non lo era allora.
    Ricambio l'affetto e la saluto caramente.

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    1. Comprendo ciò che dice sul tener conto dei tempi di una volta e sui nostri occhi moderni ma questo ci fa capire come talvolta la Chiesa, nel corso dei secoli, si è conformata più alla mentalità umana che all' esempio di Gesù Cristo. Faccio un esempio tra i tanti che si potrebbero proporre. Ai tempi di Gesù un maestro non si fermava a parlare con una donna. Gesù lo fa varie volte, soprattutto con la Samaritana; infatti, nota Giovanni, " i suoi discepoli si meravigliarono che discorreva con una donna". A volte, è vero, purtroppo con la Chiesa siamo costretti a dire: "oggi è impensabile ma la mentalità dell' epoca...". Con Gesù non possiamo dirlo. Ha vissuto pienamente la sua condizione umana ma ha saputo anche rimanere libero di fronte alla mentalità e agli usi del suo tempo. E allora: sull Valla va compreso il tempo in cui la Chiesa fu chiamata a compiere delle scelte ma non del tutto giustificata. Gli errori restano errori. Cordialmente.

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    2. Ma certo, caro Vincenzo, non possiamo mica pretendere di paragonare la perfezione di Cristo con la piccolezza degli uomini, tra cui i cristiani e la Chiesa. Questa è formata da uomini, mica da esseri perfetti, con le loro debolezze e caducità. Noi sappiamo solo che la Verità alberga in essa, ma senza nessun merito dei suoi componenti, ma solo in virtù del suo fondatore, cioè Cristo. Forse i tanti errori fatti dalla Chiesa sono dipesi e dipendono proprio dalla grande responsabilità di gestire, proteggere e perpetuare questa Verità. Ad ogni modo, però, penso che stiamo andando fuori tema, infatti l'articolo tratta, ed è la terza volta che lo dico, del "debuking" di Fratarcangeli e di quelli come lui.
      Un caro saluto.

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  3. Un caro saluto, Luigi. Continuerò a seguirti.

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  4. Ciao Louis, sono Nicolò, ti seguo sempre con piacere e il tuo blog mi ha non di rado offerto diversi spunti per dibattere i critici del Cristianesimo. Volevo chiedere solo una cosa riguardo all'inclusione del falso nel Decretum Gratiani. In rete un po' dappertutto ho letto che esso fosse incluso già dal XII secolo (Treccani, Wikipedia, anche Cathopedia) è mi chiedevo in che modo conciliare questo con l'informazione che hai dato a riguardo. Lo chiedo più che altro per fondare bene eventuali argomenti che userò nei dibattiti futuri sul tema. Grazie mille se rispondi, ti auguro una buona serata.

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    1. Ciao Nicolò, io mi sono affidato a studiosi della materia ed ho preso tali notizie da testi di N. Martin, come "Die “Compilatio decretorum” des Kardinal Laborans', in Proceedings Berkeley (MIC C–7; Città del Vaticano 1985; D. Maffei, Donazione, cit. e J. Petersmann, Kanonistische Überlieferung). Due di questi sono testi in tedesco che mi sono fatto tradurre. Si tratta di specialisti, quindi molto affidabili. Le notizie che trovi su Wikipedia e Cathopedia sono imprecise, la falsa donazione compare molto più tardi e in modo parziale .
      Un saluto

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    2. Grazie mille Luis. Credo si tratti allora di interpolazioni secondarie nei manoscritti successivi, cose che magari i siti dimenticano di precisare. Rinnovo i miei auguri di buona serata!

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