Vero e proprio cavallo di battaglia di ogni propaganda anticlericale laicista è la solita storia della cosiddetta “Donazione di Costantino”, il clamoroso documento falso che sarebbe stato fatto realizzare appositamente dalla Chiesa per poter acquisire e giustificare, in modo ovviamente fraudolento, il suo potere temporale. Ho già avuto modo di affrontare questo argomento, quindi per eventuali approfondimenti è possibili reperirli qui.
Come facilmente era prevedibile non poteva sottrarsi l’hater Fratarcangeli che si unisce al coro degli ignoranti accusando di falsità e truffa volontaria la Chiesa. Il nostro campione del laicismo d’accatto, con la sua solita aria stralunata e fintamente meravigliata, ci informa: “Questo documento diventerà incredibilmente importante nel corso del tempo, poiché con esso ufficialmente la Chiesa ha giustificato per secoli il suo immenso patrimonio terreno […] utilizzò questo documento fondamentale per reclamare proprietà e il dominio su una serie di terre, monumenti, chiese e ricchezze in tutta Europa […] l’importanza di questo documento […] diventerà evidente solo nell’XI secolo, cioè durante il cosiddetto “Grande scisma d’Oriente” del 1054”
Ma è avvenuto veramente come dice Fratarcangeli? Davvero la Chiesa si è resa protagonista della più grande truffa mai concepita? Veramente la Chiesa ha costruito deliberatamente un falso documento per “impossessarsi di ricchezze in tutta Europa”? Ovviamente no, occorre sempre considerare il fatto che le informazioni divulgate da canali come “Sapiens Sapiens”, ed in generale dei vari “haters” del Cristianesimo, sono sempre ideologicamente orientate verso l’anticlericalismo e, quindi, pur di raggiungere il loro obiettivo si fanno beffe di ogni regola dell’analisi storica, selezionando le informazioni e le fonti da cui trarre elementi favorevoli per la loro tesi precostituita, tagliando tutto il resto che invece non è producente o la smentisce.
Iniziamo col dire che la cosiddetta “Donazione di Costantino”, il cui vero nome è “Constitutum Constantinii”, non è mai stato considerato un documento importante, come si vorrebbe far credere, tanto è vero che ad oggi gli studiosi non hanno potuto chiarire con certezza quando, dove, da chi e con quale intenzione sia stato redatto questo testo. Finora la ricerca storica non è riuscita a concordare neppure sullo scopo e sul carattere del finto atto di donazione. Queste difficoltà degli storici ci danno una chiara indicazione di come sia altamente improbabile associare a tale documento l’importanza che generalmente gli viene attribuita da chi ha interesse ad alimentare una propaganda anticlericale. Il fatto stesso che tale documento sia venuto alla ribalta solo dopo circa due secoli dalla sua realizzazione, come afferma lo stesso Fratarcangeli, è già indicazione chiara di come la sua composizione non sia avvenuta per realizzare una truffa.
Ciò che veramente sappiamo è che il cosiddetto “patrimonio di San Pietro”, cioè l’insieme dei possedimenti territoriali della Chiesa nell’Italia centrale, si è formato attraverso delle pacifiche donazioni: quella di Sutri (dai Longobardi nel 728), la Promissio carisiaca (dai Franchi nel 754) e la Constitutio romana (ancora dai Franchi nell’824). Quindi il potere temporale della Chiesa non ha avuto alcuna relazione con questo documento, ma si realizzò almeno un secolo prima per volontà dei Longobardi e dei Franchi che riconobbero alla Chiesa un importante ruolo politico e sociale.
Storicamente, invece, gli storici pensano che questo documento facesse parte di una raccolta di decretali, cioè di lettere provenienti dalla Curia romana e concernenti il governo della Chiesa, comparse tra l’847 e l’852 d.C., attribuite falsamente a vari papi come Clemente I (del I secolo), Melchiade (IV secolo), Gregorio II (VIII secolo) e altri, che servirono per esaltare l’autorità della Santa Sede in modo da poter difendere meglio i vescovi locali e garantire l’indipendenza della Chiesa contro le pretese dei poteri secolari dell’Imperatore (Sacro Romano Impero Germanico) e dei signorotti locali. Non si trattò, dunque, di una truffa, ma dell’esigenza di mettere nero su bianco ciò che era da tutti già pacificamente riconosciuto e ciò venne fatto secondo l’usanza degli antichi ricorrendo alla pseudoepigrafia. Per avere maggiori dettagli vi consiglio di leggere questo mio articolo qui.
A provare la scarsa importanza che aveva questo documento è il fatto che quando nel 1140 d.C. il monaco camaldolese Graziano, professore di diritto a Bologna, riordinò sistematicamente le leggi ecclesiastiche emanate fino a quell’epoca realizzando il famoso Decretum (magistri) Gratiani (Decreto (del maestro) Graziano), non prese in considerazione la falsa donazione di Costantino che non venne inserita nella raccolta. Poco più tardi, nello stesso decennio 1140-1150, la sua compilazione fu ampliata e approfondita in una seconda redazione, ma la falsa donazione seguitò a non farne parte. Si tratta di un’assenza significativa, se si considera che verso la metà del XII secolo il Decretum Gratiani comprendeva quasi quattromila autorità ordinate secondo criteri logico-dialettici, i cosiddetti dicta Gratiani.
Oltre al Decretum Gratiani gli studiosi hanno esaminato altre diciassette collezioni giuridiche risalenti al periodo tra il X e la metà dell’XI secolo e solo due riportano, e solo parzialmente, il testo del falso atto di donazione. In esso l’interesse si concentrava non tanto sul testo della donazione, quanto sulla professione di fede dell’imperatore (J. Petersmann, Die kanonistische Überlieferung des Constitutum Constantini bis zum Dekret Gratians, in Deutsches Archiv für Erforschung des Mittelalters, 30 (1974), pp. 356-449).
Anche le prime summe di decretali di Rufino o di Stefano di Tournai e quella dello stesso Paucapalea intorno al 1160-1170 non inserirono la falsa Donazione (D. Maffei, La Donazione di Costantino, nei Giuristi Medioevali, Ed. Lefebvre Giuffrè, 1964, pp. 33 segg., e J. Petersmann, Kanonistische Überlieferung, cit., pp. 393 segg.). E persino la rielaborazione del Decretum Gratiani da parte del cardinale Laborans, importante opera di aggiornamento, iniziata nel 1162 e conclusasi nel 1182, non contiene la falsa Donazione (N. Martin, Die Compilatio Decretorum des Kardinal Laborans, Eine Umarbeitung des gratianischen Dekrets aus dem 12. Jh., in Proceedings of the Sixth International Congress of Medieval Canon Law (Berkeley California 28 July-2 August 1980), ed. by S. Kuttner, K. Pennington, Rom 1985, I, pp. 11-12, 144-156; II, p. 68).
Ora, un documento così importante sul quale sarebbe, secondo Fratarcangeli, basato tutto il potere temporale della Chiesa, perché non è stato a lungo inserito nelle raccolte più importanti dei documenti e delle leggi ecclesiastiche? Come mai abbiamo notizia dell’uso di tale documento solo in una occasione e solo per questioni secondarie e marginali? E’ più che evidente che le informazioni contenute nel video di Fratarcangeli sono false e tendenziose, storicamente non affidabili. Durante la crisi del Grande scisma d’Oriente del 1054 questo documento non fu mai usato e, come abbiamo visto, non faceva parte neppure delle raccolte più importanti dei documenti ecclesiastici. Possibile che la Chiesa si adoperi a produrre un falso su cui basare tutto il suo potere per poi ignorarlo quasi totalmente?
La verità è ben altra, l’enorme rinomanza che tale secondario documento ha avuto successivamente è dovuta non tanto alla Chiesa, ma ai suoi avversari. La falsa Donazione di Costantino è stato un documento molto più comodo ai Protestanti e agli illuministi. Essi se ne sono serviti come prezioso pretesto per portare avanti i loro attacchi alla Chiesa di Roma. Il primo a rendersene conto è stato ovviamente Martin Lutero, il grande riformatore, il quale per convincersi e convincere i suoi protettori della bontà delle sue posizioni contro la Chiesa cattolica, non esitò ad usare la retorica della falsa Donazione di Costantino come origine della malvagità della Chiesa di Roma.
Da una lettera di Lutero leggiamo: “Ho qui in mano l’edizione di Hutten de La falsa donazione di Costantino del Valla […]. Sono profondamente turbato, non ho alcun dubbio che il papa sia l’Anticristo, come lo concepisce anche l’opinione popolare; lo dimostra qualsiasi cosa faccia, viva, dica o sancisca” (D.M. Whitford, Martin Luther’s Political Encounters, in The Cambridge Companion to Martin Luther, Cambridge 2003, pag 74)
Più tardi, nel 1520, quando scrisse per giustificarsi dopo aver bruciato la bolla Exsurge Domine a Wittenberg, Lutero si difende facendo riferimento alla donazione: “Il papa sostiene e incoraggia questa menzogna, che Costantino gli abbia donato Roma, terre, impero e potere” (D.M. Whitford, Martin Luther’s Political Encounters, in The Cambridge Companion to Martin Luther, Cambridge 2003, pag 173). Da questo momento in poi, in qualsiasi lezione, prefazione, commento o scritto in cui sostenne la propria visione del papato come Anticristo, Lutero menziona la donazione.
E’ solo l’inizio, da quel momento l’anticlericalismo di ogni secolo alimenterà questa calunnia, ingigantendo a dismisura l’importanza e la portata della falsa Donazione, facendosi beffe della storia e della realtà dei fatti. Fenomeno che perdura fino ad oggi con buon ultimo il “nostro” hater Fratarcangeli.
La Donazione di Costantino fu certamente un falso storico, ma l’accusa di truffa intenzionale alla Chiesa appare ingiustificata senza prove dirette di dolo. Il suo uso sporadico, e non sistematico, fu probabilmente il frutto di un contesto culturale in cui la verità documentaria era meno rigorosamente verificabile e dove la funzione simbolica del potere era più forte della precisione giuridica. Inoltre, la stessa Chiesa ha accolto e riconosciuto la scoperta del falso, segno di una volontà di verità.
Bibliografia
O. Bertolini “Roma di fronte a Bisanzio e ai Longobardi”, Cappelli, Bologna 1961;
D. Maffei, "La Donazione di Costantino, nei Giuristi Medioevali", Ed. Lefebvre Giuffrè, 1964;
L. Duchesne “I primi tempi dello Stato Pontificio”, Einaudi, Torino 1967;
J. Fleckstein “Carlo Magno”, Ed. Paoline 1969;P. De Leo “Ricerche sui falsi medioevali: il Constitutum, Constantini” Ed. Meridionali Riunte, R. Calabria 1974;
J. Petersmann, "Die kanonistische Überlieferung des Constitutum Constantini bis zum Dekret Gratians", in Deutsches Archiv für Erforschung des Mittelalters, 30 1974;
Berkeley California 28 July-2 August 1980), ed. by S. Kuttner, K. Pennington, Rom 1985;
D.M. Whitford, "Martin Luther’s Political Encounters", in The Cambridge Companion to Martin Luther, Cambridge 2003;
F. Cardini e M. Montesano “Storia medievale”, Firenze, Le Monnier Università, 2006;
F. Cardini e M. Montesano “Storia medievale”, Firenze, Le Monnier Università, 2006;
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