martedì 13 febbraio 2018

Le Crociate e le scuse della Chiesa

Il fenomeno delle Crociate, le spedizioni armate che in epoca medioevale la cristianità organizzò per la riconquista e la tenuta dei luoghi santi in Palestina, è sempre stato considerato uno dei più grandi scandali che hanno riguardato la Chiesa e i cristiani, uno dei pezzi forte della odierna cultura laicista dominante utilizzato per denigrare la storia della Chiesa. 


Non sono valse neppure le parole di scuse e rammarico che i vari pontefici hanno speso per chiedere perdono. Al Giubileo del 2000, durante la “giornata del perdono”, anche senza nominare esplicitamente le crociate, papa Wojtyla si riferì ai “cristiani che hanno talvolta accondisceso a metodi di intolleranza”, oppure le parole di papa Ratzinger: “Come cristiano, vorrei dire a questo punto: sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna” pronunciate ad Assisi nel 2011. Ai musulmani tutto ciò non basta, secondo loro la Chiesa avrebbe aggredito l’Islam allo scopo di distruggerlo ed imporre il cristianesimo. Nel 2005, in occasione di incontro tra islamici e cristiani, svoltosi in Vaticano, il portavoce della Commissione per il dialogo tra le religioni di Al-Azhar, un’università islamica egiziana, ha fatto formale richiesta di scuse da parte della Chiesa per quello che aveva fatto. Il noto scrittore e giornalista libanese, Amin Maalouf, ebbe modo di scrivere che: “Il sacco di Gerusalemme avvenuto nel 1099 a opera dei crociati fu il punto di partenza di un’ostilità millenaria tra l’Islam e l’Occidente” (Amin Maalouf “Le crociate viste dagli arabi” SEI, Torino, 1989, p.12).

In effetti, a ben vedere, i papi non hanno chiesto scusa in modo specifico per le Crociate, si sono riferiti in generale all’abuso della violenza perpetrato molte volte dalla Chiesa. Essi hanno condannato la violenza, ma non hanno rinnegato le motivazioni e l’organizzazione di quelle spedizioni. Come mai? Eppure nell’immaginario collettivo odierno le Crociate sono quanto di più lontano possa esserci dal Vangelo, la più grossa macchia nera sulla coscienza della Chiesa ed un motivo per cui i cristiani debbano vergognarsi.

In realtà il motivo di questa mancanza di scuse è molto semplice, si tratta di un tributo alla verità storica. La Chiesa ha commesso molti errori, ma non è pensabile che si accolli anche responsabilità che non gli appartengono. Gli studi storici più moderni ed avanzati stanno definitivamente confermando che l’idea comunemente diffusa dall’odierno politically correct sul fenomeno delle Crociate, non corrisponde affatto alla verità storica. Uno dei massimi esperti a livello mondiale della storia delle Crociate, lo storico Jonathan Riley-Smith, principale esponente della moderna storiografia sul fenomeno, ha chiaramente affermato che: “Nel XVIII secolo, con l'Illuminismo, si arrivò a considerare le crociate come il frutto di un'epoca fanatica e superstiziosa” (J. Riley-Smith “Breve storia delle crociate” Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1994, pp. 329-331). 

In realtà la storia delle Crociate, così come è oggi superficialmente conosciuta, costituisce l’esempio più evidente della mistificazione e della manipolazione della storia operata in senso anticattolico. Scrive Rodney Stark, attento studioso, non cattolico: “…Voltaire, Gibbon e altri scrittori del XVIII secolo, [furono] intenzionati a ritrarre la Chiesa cattolica nella peggiore luce possibile”, (R. Stark “Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle crociate” Lindau, Torino, 2010). Sulle Crociate è stata costruita una autentica "leggenda nera", piena di menzogne e fantasie che poi ha finito per imporsi come la versione ufficiale di quei fatti. 

Sul finire del X secolo la Cristianità si trovò costretta a reagire all’incredibile pressione esercitata dall’Islam, la Chiesa bandì le Crociate senza nessuna volontà imperialista o colonialista, ma per porre un freno all’aggressività musulmana, per cercare di salvare il Santo Sepolcro e tutelare il pellegrinaggio in Terrasanta. Un dialogo pacifico era impensabile, nella comunità musulmana lo spirituale e il temporale si trovano indissolubilmente legati, non può esserci spazio per altri credi e nessuna tolleranza per le minoranze non islamiche, le differenze gradualmente vengono assorbite nell’unità della civiltà e della lingua araba. Per l’Islam il popolo e la società devono avere il medesimo destino politico e religioso. Il Corano, il libro sacro dell’Islam, è insieme legge civile e religiosa. Per questo l’Islam non può essere né cattolico e né missionario, ma, normalmente, solo conquistatore.
Se il cristianesimo non riesce ad assumere ed esprimere le proprie peculiarità in mezzo al mondo rischia di annacquarsi. Lo spirito delle Crociate fu, quindi, quello di una lotta per la sopravvivenza della fede e della propria identità. 

Troppe falsità si sono dette e scritte sulle Crociate, è tempo che sia diffusa una storia più aderente alla verità dei fatti. 



Bibliografia

L. Gardet “Conoscere l’Islam” Edizioni Paoline, 1961;
Franco Cardini "Le Crociate tra il mito e la storia" Istituto di Cultura Nova Civitas, Roma 1971; 
Amin Maalouf “Le crociate viste dagli arabi” SEI, Torino, 1989;
Moshe Gil “A History of Palestine 634-1099” Cambridge University Press, Cambridge 1992;
Jonathan Riley Smith "Storia delle Crociate" A. Mondadori Editore, Milano 1994;
Franco Cardini "Processi alla Chiesa. Mistificazione e apologia" Piemme Casale Mon.to (AL) 1994; 
Jonathan Riley-Smith “Breve storia delle crociate” Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1994;
Luigi Negri "False accuse alla Chiesa" Piemme, Casale Mon.to (AL) 1997;
Luigi Negri "Controstoria. Una rilettura di mille anni di vita della Chiesa" San Paolo, Cinisello B.mo (MI) 2000; 
Thomas F. Madden “Le crociate. Una storia nuova” Lindau, Torino 2005;
Rodney Stark “Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle crociate” Lindau, Torino, 2010.

4 commenti:

  1. Ciao Luis, ti linko un video di una scoperta archeologica abbastanza recente in Israele. Si tratta di resti molto ben conservati di un monastero del VI sec. in un luogo chiamato Beit Shemesh, non lontanissimo da Gerusalemme.
    Nella didascalia sottostante il video, con breve spiegazione, si narra erroneamente (?) che nel VII secolo fu abbandonato "for unknown reasons" (per ragioni sconosciute). Se invece ascolti la viva voce dello studioso archeologo (vedi anche sottotitoli) lui dice chiaramente che il monastero fu abbandonato dai monaci in fuga sotto la conquista islamica. Storicamente e geograficamente infatti tutto quadra, e non sono affatto "unknown reasons".
    I cristiani scappavano proprio a gambe levate, anche lasciandosi dietro preziosissimi tesori d'arte e d'architettura come quelli che si possono vedere negli scavi. Tutto ciò per dire che, a quanto pare, siamo scappati per un bel po' di secoli prima di reagire.

    https://youtu.be/IrIFOn508xk

    Pax et bonum
    Francesca

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    1. Ciao Francesca, molto interessante il video che mi hai segnalato. Le "ragioni sconosciute" servono a rispettare il Politically correct che vuole l'Islam pacifico e tollerante. Ma in realtà questo video non è che l'ennesima prova del fatto che in Palestina vivevano moltissimi cristiani ben prima dell'invasione musulmana e che questi son dovuti scappare per non finire sotto il gioco islamico, altro che malgoverno bizantino!

      Oltre che del cristianesimo primitivo sono anche un appassionato delle Crociate e ho scoperto che a proposito di esse sono state raccontate un sacco di bugie. A breve inizierò un ciclo di articoli divulgativi per sfatare i principali miti che ancora si credono a proposito delle Crociate. Spero che li troverai interessanti.

      Un saluto in Cristo.
      Luis

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  2. Sicuramente li troverò interessanti. In rete e in libreria girano perlopiù delle favolette inventate da chi non ha mai letto neanche una pagina di una vera ricerca storica né una qualsiasi fonte documentale. L'archeologia poi: fanno come se non ci fosse.
    Spesso sono anzi gli stessi storici (veri) musulmani ad informarci che per loro le Crociate sono state meno del solletico rispetto all'intera economia degli eventi di conquista islamica.

    Di certo si è trattato di eventi-chiave per l'Europa e nel cammino del cristianesimo (storico e di Fede). Ma affermare che - ad un certo punto - la Chiesa ha deciso di punto in bianco di sferrare offensive ai "pacifisti" islamici (Peace&Love😏) è un tantinello ridicolo.

    Pax et bonum
    In Cristo

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    1. Ti dirò di più, prima dei vari Gibbon, Voltaire, fino a Scott e company vari, ai musulmani non importava proprio nulla delle Crociate. Furono le fesserie illuminista ad instillare loro l'idea di un Occidente cattolico feroce e rapace ed un Oriente musulmano vittima innocente.
      Incredibile, ma vero!

      Un saluto!

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