Si fa sempre più pressante l'ingerenza della dittatura laicista europea contro i paesi membri che non si allineano alle sue logiche eugenetiche. Il Comitato europeo dei diritti sociali, un organismo del Consiglio d'Europa, ha condannato l'Italia perché sarebbe stato violato il diritto alla salute delle donne che vogliono abortire. Secondo questa sentenza in Italia le donne incontrerebbero notevoli difficoltà nell'accesso ai servizi d'interruzione di gravidanza e ciò sarebbe dovuto, in sostanza, per l'alto numero di medici obiettori di coscienza. Questo pronunciamento della Corte di Strasburgo è stato provocato da un ricorso presentato nel 2013 dal sindacato Cgil secondo il quale in Italia non sarebbe garantito il diritto all'aborto così come regolato dalla legge 194/78 sull'interruzione di gravidanza. Secondo il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, invece, ci sono stati solo alcuni problemi di criticità dovuti alla disorganizzazione di alcune aziende pubbliche, ma in sostanza il diritto alla salute delle donne non sarebbe stato violato.
E' ben strano che la Corte Europea si permetta di bacchettare l'Italia perché, in pratica, non concederebbe la libertà assoluta di accedere all'aborto così come avviene, ad esempio, in Francia. Ogni paese, infatti, in materia di rispetto dei diritti umani, come a quello della salute, ha il diritto/dovere di disciplinarlo. E' bene ricordare, infatti, che non esiste un "diritto all'aborto", ma esclusivamente un diritto alla salute, quindi alla vita. Anche la legge italiana, infatti, non prevede alcun diritto all'aborto, ma regola la drammatica contrapposizione tra la prosecuzione della gravidanza e la tutela della madre. La donna, quindi, dev'essere guidata, sostenuta ed aiutata verso una scelta di vita, non di morte. Tra le cosiddette "difficoltà" non può, come spesso avviene, essere compresa la piena e coscienziosa applicazione della legge 194 che impone il riconoscimento di motivi gravi e comprovati per procedere all'interruzione di gravidanza.
Totalmente assurda è, poi, la polemica sull'alto numero dei medici obiettori. Sotto il falso problema della scarsa organizzazione le forze laiciste mirano palesemente a comprimere il diritto all'obiezione di coscienza fino a farlo decadere. Il laicismo mira a trasformare ogni sua pretesa in un diritto fino ad arrivare a considerare tale anche quello di poter sopprimere una vita. Tutto ciò è assolutamente inconcepibile per chi ha ancora il senno di riconoscere il valore assoluto della vita umana e tanto più per i medici la cui missione è quella di salvare vite umane, non di sopprimerle. Basterebbe solo che si ricordassero del giuramento d'Ippocrate che hanno sottoscritto una volta laureati.
Ogni bambino, sano o malato che sia, ha una sua dignità, è una vita umana fin dal concepimento ed è dovere di tutti curarlo e proteggerlo.
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