mercoledì 7 ottobre 2015

La scomoda libertà d'opinione

Stamattina su tutti i media viene riportata la notizia delle sconcertanti dichiarazioni fatte da un certo don Gino Flaim, collaboratore pastorale della chiesa San Pio X di Trento, che, ai microfoni di «L’aria che tira», trasmissione su La 7, ha cercato di giustificare la pedofilia e, incalzato dall’intervistatore, ha anche espresso l’opinione che l’omosessualità possa essere una malattia. Pronta è stata la reazione bipartisan di tutte le forze politiche che hanno condannato in toto le parole del sacerdote ed anche fulminea è stata la presa di posizione dell’arcidiocesi di Trento che si è dapprima dissociata dalle dichiarazioni del sacerdote, poi lo ha destituito da ogni incarico e dalla facoltà di predicazione. 

Non si può non plaudire alla tempestività dell’arcidiocesi di Trento che è giustamente intervenuta a reprimere immediatamente l’attività di una persona potenzialmente pericolosissima, che di cristiano non ha nulla, e che, purtroppo, nello svolgimento delle sue attività potrebbe anche essere stato o venire a diretto contatto con ragazzi e bambini. E’ veramente grave, e molto triste, che esistano esponenti della Chiesa, appartenenti al clero, capaci di avere ancora una mentalità giustificazionista verso reati così odiosi come la pedofilia. 

C’è, però, un aspetto in questa vicenda che mi lascia perplesso: la condanna del sacerdote, giusta e sacrosanta, espressa dai media non ha solo interessato le dichiarazioni sulla pedofilia, ma ha anche coinvolto l’opinione espressa nei confronti dell’omosessualità. Non trovo affatto giusto mettere le due opinioni sullo stesso piano e condannare il tutto come se avessero lo stesso peso. E’ certamente giusto e doveroso scandalizzarsi e condannare la difesa della pedofilia, un reato tra i più spregevoli, ma non lo è censurare l’opinione sull’omosessualità. Il sacerdote ha detto che ritiene l’omosessualità una malattia, ebbene cosa c’è di male in tale affermazione? Non si è trattato di un’offesa alle persone, degne di ogni rispetto, ma di un giudizio sull’omosessualità. Tanto più che tale affermazione non è neanche tanto peregrina, così come i media vogliono farla passare. Mi sembra utile ricordare che solo fino al 1991 l’omosessualità compariva nel Manuale Diagnostico dei disturbi mentali e che da questo è stata depennata a seguito di una semplice votazione, senza che sia mai stata addotta una motivazione scientifica. Non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha definito l’omosessualità una variante naturale del comportamento umano, non è mai riuscita ad individuarne la causa, il che equivale alla formulazione di un dogma vero e proprio. Come si fa a stabilire scientificamente un effetto, se non si conosce la causa che lo ha determinato?

E’ palese la profonda differenza tra le due affermazioni, ma nessun organo d’informazione si è curato di fare gli opportuni distinguo, così è passato il messaggio che considerare l’omosessualità una malattia, un disturbo, equivalga a giustificare un reato. Invece si è trattato di un’opinione che, non coinvolgendo direttamente alcuna persona, per quanto si possa ritenere sbagliata e distante dal proprio pensiero, deve poter essere espressa. Il pericolo insito in queste operazioni mediatiche di pubblico sdegno e condanna, anche ampiamente giuste e motivate, è quello della loro strumentalizzazione laddove finisce in un unico tritacarne ogni espressione del pensiero, anche quando questo è lecito e, per questo, da rispettare.

18 commenti:

  1. "Il sacerdote ha detto che ritiene l’omosessualità una malattia, ebbene cosa c’è di male in tale affermazione? Non si è trattato di un’offesa alle persone, degne di ogni rispetto, ma di un giudizio sull’omosessualità."

    Io dico che la religione è una malattia (mentale), ebbene cosa c'è di male in tale affermazione?
    Non si è trattato di un’offesa alle persone, degne di ogni rispetto, ma di un giudizio sulla religione.

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    1. Caro Anonimo, il tuo paragone non regge.
      La religione non è e non è mai stata considerata una malattia, in quanto caratterizza l'uomo dalla sua prima comparsa sulla terra ed appartiene alla sua natura. L'omosessualità, invece, è una distorsione della natura. Quando la religione viene vissuta in modo da costringere le persone ad atti contro natura, allora diviene una malattia. Quanto all'offesa, invece, sono d'accordo con te. Questa tua affermazione mi ha fatto sorridere, ma non mi ha offeso.

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    2. Buona sera!

      Oh ma guarda, pensi che nel preparare la risposta volevo cercare un passaggio letto fra i commenti e vedo che qualcun altro aveva già proposto il paragone con la religione! XD

      Beh, direi che può reggere eccome invece: anche la malattia mentale esiste da quanto esiste l'uomo, quindi?

      "Quando la religione viene vissuta in modo da costringere le persone ad atti contro natura, allora diviene una malattia."

      Se si riferisce alla castità clericale imposta dalla chiesa cattolica, sono d’accordo con Lei, ma ho come l’impressione che non sia così!

      Ok, vista l'ora tarda vado avanti domani. Buona notte!


      Andrea

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    3. Gentile Andrea, capisco che la sua è una provocazione, ma la sua posizione fa acqua da tutte le parti, di questo spero se ne sarà reso conto.
      Ad ogni modo, l'omosessualità non è mai stata considerata, dagli arbori dell'umanità, una condizione normale. Solo in questi tempi moderni il relativismo è divenuto così diffuso (e potente) da far sovvertire questa visione. Si può dire lo stesso della religione? Direi di no, la religione è sempre stata la forma specifica della cultura umana, è stata ovunque presente nella storia dell'uomo e può configurarsi come una caratteristica specifica dell'essere umano.

      Quanto alla castità clericale, ha perfettamente ragione, non è come dice lei, infatti:
      a) Non è imposta, nessuno è obbligato ad essere cristiano. Chi segue il vangelo riconosce che la castità è un valore e lo accetta come tale, non per imposizione;
      b) Non è innaturale, perché non determina comportamenti innaturali. L'astenersi dall'avere rapporti sessuali per determinati periodi non è un comportamento innaturale, ma l'esercizio di un controllo sulla propria natura;
      c) Se ci si riferisce a sacerdoti e religiosi, allora la castità perpetua è da mettere in relazione alle realtà future che tali persone mettono a modello della loro vita. Quindi la loro condotta, essendo conforme alla dimensione della nuova vita, non può definirsi innaturale.

      Sperando di averla interessata, le auguro una buona giornata.

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    4. No, non me ne rendo conto affatto. Sarà che sono troppo occupato ad asciugare l'acqua, sa com'è!

      Oh beh, la percezione di tanti fenomeni è cambiata se è per questo, e alla sua domanda se si può dire lo stesso della religione, non risponderei di no in modo così sicuro e perentorio. D'altra parte, siete proprio voi a lamentarvi di questa crescente secolarizzazione, degli attacchi verso il cristianesimo, ecc. O sbaglio?


      "Quanto alla castità clericale, ha perfettamente ragione, non è come dice lei, infatti:"

      Spero abbia capito che quando ho scritto "non è così" non parlavo sul serio. Giusto a scanso di equivoci!


      "Non è imposta, nessuno è obbligato ad essere cristiano. Chi segue il vangelo riconosce che la castità è un valore e lo accetta come tale, non per imposizione;"

      Io mi riferivo più a quella ecclesiastica, come scrive nel terzo punto, ma ci arriviamo.

      Sa che trovo molto curiosa questa risposta? Da cattolico posso immaginare cosa penserà di tutti i divieti e gli obblighi a cui deve sottostare un Testimone di Geova, eppure ho come l'impressione, conoscendoli, che darebbero la stessa Sua risposta.


      "L'astenersi dall'avere rapporti sessuali per determinati periodi non è un comportamento innaturale, ma l'esercizio di un controllo sulla propria natura

      Io parlavo di tutta la vita, non di periodi X.

      "Se ci si riferisce a sacerdoti e religiosi, allora la castità perpetua è da mettere in relazione alle realtà future che tali persone mettono a modello della loro vita. Quindi la loro condotta, essendo conforme alla dimensione della nuova vita, non può definirsi innaturale"


      Questa sinceramente non l'ho capita, tutto questo discorso con tante parole a effetto per dire che cosa concretamente?

      Andrea

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    5. Gentile Andrea,
      vorrei avvisarla che la mia domanda era solo in relazione al primo assunto, cioè quella secondo la quale l'omosessualità non è mai stata considerata una condizione socialmente normale.

      La fede è sempre fede, anche se mal riposta. Quindi è normale che un Testimone di Geova le darebbe risposte analoghe. Ciò che cambia è il messaggio e la sua validità.

      Il terzo punto dice che la vita dei sacerdoti e dei religiosi è associata in modo totale a Cristo, quindi alla vita futura in Lui, anticipandone le caratteristiche, spendendosi interamente per la Chiesa. Anticipando una vita futura dove non si prende né moglie e né marito (Mt 22, 30) la loro condotta è coerente e non può dirsi innaturale.

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    6. "La fede è sempre fede, anche se mal riposta. Quindi è normale che un Testimone di Geova le darebbe risposte analoghe. Ciò che cambia è il messaggio e la sua validità."

      Immagino sia altrettanto normale che lei mi risponda così!

      " Anticipando una vita futura dove non si prende né moglie e né marito (Mt 22, 30) la loro condotta è coerente e non può dirsi innaturale."

      Ah quindi bisogna sposarsi e fare figli per il calo demografico, gli anziani (vedi messaggio più sotto del 19/10/2015)e in questa prospettiva l'omosessualità è un problema, però se milioni di uomini e donne, eterosessuali e per la maggior parte fertili, non fanno figli in nome di una non meglio specificata "vocazione" va bene lo stesso perché nella prossima vita saremo tutti casti e single?

      Allora se quello è l'ideale da raggiungere, perché non smettiamo TUTTI di sposarsi già adesso? Faremmo molto prima!

      Mi scuso se i miei post le sembrano polemici ma non è l'unico a vedere acqua da tutte le parti!

      Comunque, io volevo rispondere anche al resto della discussione, in particolare dove mi sento dare del disturbato mentale, quindi continuo sotto.

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    7. Certo che è normale che le risponda così, ma c'è differenza tra il messaggio e la sua validità tra un cattolico e un testimone di Geova. Se, poi, vuole che le mostri quale sia questa differenza allora serve un altro post per come è vasto l'argomento. Nella mia rubrica sulle eresie pubblicherò sicuramente un post del genere. Le do appuntamento.

      Lei dice "Allora se quello è l'ideale da raggiungere, perché non smettiamo TUTTI di sposarsi già adesso? Faremmo molto prima!"

      Perché il Regno di Dio si raggiunge ognuno per la strada indicata da Dio. Ci sono i cristiani che hanno avuto la vocazione alla castità perpetua per spendersi interamente per la comunità e ci sono i cristiani che hanno avuto la vocazione al matrimonio. Secondo il credo cristiano l'uomo e la donna sono chiamati ad essere collaboratori di Dio nella creazione, altrimenti cadremmo nell'eresia catara.

      Lei non deve affatto scusarsi, ha tutto il diritto di intervenire e farmi delle domande, se lo vuole. L'importante è che venga fatto in modo civile e su questo non posso che ringraziarla.

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  2. Salve.
    In base a quale criterio scientifico la chiesa (non tutta per fortuna) asserisce che l'omosessualità sia una malattia?
    Nell'ipotesi che lo sia, di che tipo di malattia si tratta?

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    1. Salve!
      Beh, la vera domanda dovrebbe essere ribaltata: quale prova scientifica è alla base del pronunciamento dell'OMS sull'omosessualità? Dico questo perché originariamente l'omosessualità era considerata (giustamente) un disturbo mentale da tutta la comunità scientifica. D'altronde la più comune accezione del termine "malattia" si riferisce, tra le altre cose, proprio ad un disturbo funzionale e l'omosessualità è senza dubbio un disturbo della funzione procreativa. Così, restando nel campo dei disturbi psicologici, possiamo affermare che l'anoressia o la bulimia sono delle malattie in quanto comportano un disturbo della funzione alimentare, l'autismo altrettanto in quanto è un disturbo della funzione relazionale, e così via. Certamente l'omosessualita non compromette la salute del soggetto, ma neppure l'autismo porta a morte il soggetto che ne è affetto, ma l'OMS si guarda bene dal definirla una "variante naturale del comportamento umano". E poi, ci sono gli omosessuali che soffrono della loro condizione e che vorrebbero guarire, i cosidetti "egodistonici". Perché nessuno si cura di loro e non si tiene conto delle loro sofferenze? Infine non sottovaluterei la dimensione sociale del problema. L'omosessualità non comprometterà la salute del soggetto, ma certamente metterebbe in difficoltà la società. Considerare un fatto normale il non poter far figli, come si concilia con le emergenze sociali del calo demografico e dell'aumento dell'età media?

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    2. La comunità scientifica afferma da più di un decennio che l'omosessualità non è una malattia, inoltre è falso che essa sia un disturbo della funzione procreativa. L'apparato genitale di un omosessuale funziona alla pari di quello di un eterosessuale ,ha le stesse potenzialità, quello che cambia è l'attrazione fisica, che nel caso in esame è per lo stesso sesso. Non è scientifico asserire che si tratti di un disturbo mentale, in quanto queste persone dimostrano di essere sane dal punto di vista psichico e non mostrano segni di squilibrio. Voglio ricordare inoltre,che alcune di queste persone definite "insane mentalmente" hanno dato un forte contributo nell'arte, nella filosofia, nella scienza, nella letteratura..
      "Considerare un fatto normale il non poter far figli, come si concilia con le emergenze sociali del calo demografico e dell'aumento dell'età media? "
      Il problema non va cercato negli omosessuali, ma altrove.

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    3. No, non è la comunità scientifica ad affermare che l'omosessualità non sia più una malattia, ma l'OMS, che, come è noto, lo ha stabilito per semplice votazione, senza fornire alcuna prova scientifica. L'omosessualità umana è certamente un disturbo della funzione procreativa, non lo sarà di tipo organico, bensì psicologico, ma sempre un disturbo resta. Una persona omosessuale ha una sessualità disturbata, ma tale anomalia non gli impedisce di essere psicologicamente sano in ogni altro campo ed attività e, ovviamente, è in grado di eccellere in ogni ambito dell'agire umano.
      Il problema demografico è certamente di ampia portata e non riguarda solo l'omosessualità, ma l'istituzionalizzazione di rapporti evidentemente infecondi è, in tal senso, un passo a dir poco incomprensibile...

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    4. Uhm... non vorrei fare l'avvocato del diavolo, ma un'obiezione sarebbe che varie associazioni nazionali di psicologi - Stati Uniti, Canada, per esempio - da anni affermano che l'omosessualità non sia una malattia o disturbo. Non che sia necessariamente d'accordo. Ma attenzione a quando si dice che sia stato solo l'OMS a decretare sull'omosessualità, perché un qualche avversario informato potrebbe ribattere prontamente.

      Che l'omosessualità e la procreazione non vadano proprio d'accordo mi pare evidente invece.

      Max

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    5. Ma io mi sono riferito principalmente all'OMS perché è l'organismo collegiale più grande.
      Questo, decretando l'omosessualità non più una malattia, ha recepito e reso in qualche modo "ufficiale" l'operato di una potente associazione americana di psichiatri (l'APA), che aveva già tolto l'omosessualità dal suo manuale dei disturbi mentali (DSM). Nonostante questo manuale sia molto considerato in ambiente medico, non è affatto ritenuto da tutti i medici come la Bibbia della psichiatria, è solo un'indicazione che riporta la versione dell'APA. Ciò deriva anche dal fatto che la decisione dell'APA, presa anch'essa a maggioranza (sic), fu fortemente influenzata dall'attivismo omosessuale, molto forte negli USA.

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  3. Buona sera e rieccomi!

    Mi sono preso la libertà di prendere e mettere insieme pezzi diversi dei suoi interventi, in quanto sono quelli che mi hanno colpito di più.

    Spero che non sia un problema.


    “Beh, la vera domanda dovrebbe essere ribaltata: quale prova scientifica è alla base del pronunciamento dell'OMS sull'omosessualità? Dico questo perché originariamente l'omosessualità era considerata (giustamente) un disturbo mentale da tutta la comunità scientifica. D'altronde la più comune accezione del termine "malattia" si riferisce, tra le altre cose, proprio ad un disturbo funzionale e l'omosessualità è senza dubbio un disturbo della funzione procreativa. “


    Allora, permetta che sia io a ribaltare la domanda:
    ha presente quando si dice che per un credente non sono necessarie prove, mentre per un ateo nessuna prova sarà mai sufficiente?

    Ecco, se anche ci fosse questa prova che lei insiste a chiedere, poi si ricrederebbe? Si lascerebbe alle spalle l’idea che l’omosessualità sia una patologia o un disturbo mentale? Non serve che risponda qui a me, si risponda da solo e onestamente.


    Cercando “disturbo funzionale” su Internet si trovano solo riferimenti ai disturbi dell’intestino, non mi pare molto attinente con l’argomento.

    Ah certo, poi nella terza pagina in fondo si parla di psicosi e schizofrenia, quindi torniamo sempre lì: io non sono sicuro che “disturbo funzionale” significhi ciò che pensa, lei sì? Lo può dimostrare?


    “Così, restando nel campo dei disturbi psicologici, possiamo affermare che l'anoressia o la bulimia sono delle malattie in quanto comportano un disturbo della funzione alimentare, l'autismo altrettanto in quanto è un disturbo della funzione relazionale, e così via. Certamente l'omosessualita non compromette la salute del soggetto, ma neppure l'autismo porta a morte il soggetto che ne è affetto, ma l'OMS si guarda bene dal definirla una "variante naturale del comportamento umano".”

    Ma pensi un po’! Chissà, forse perché l’OMS ha una vaga idea della differenza tra un autistico e un omosessuale? Le pare che siano lontanamente paragonabili?

    E mettiamoci pure anche la bulimia, l’anoressia, sììì, tutto insieme nello stesso pentolone!

    Ecco qua, definizione di disturbo mentale e sue classificazioni
    https://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_mentale#:~:text=In%20psicologia%20e%20psichiatria%20un,problematica%20la%20sua%20integrazione%20socio%2D

    mi sa dire in quale di queste rientra l’omosessualità?

    Se vuole risparmiarsi la fatica, c’è scritto più sotto qualcosa in proposito.


    “E poi, ci sono gli omosessuali che soffrono della loro condizione e che vorrebbero guarire, i cosidetti "egodistonici". Perché nessuno si cura di loro e non si tiene conto delle loro sofferenze?”

    E questo chi lo dice? Veramente le cosiddette terapie riparative (di cui ha parlato con l’utente Myself in altri post) esistono apposta per questi soggetti!

    Almeno nelle intenzioni, poi se funzionano è un altro discorso. A questo proposito le consiglio di informarsi ma SERIAMENTE e OBIETTIVAMENTE, non cercando solo le testimonianze che confermano la sua teoria, perché così siamo capaci tutti! Me compreso! ;)

    (Fine prima parte)

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    1. Lei dice: "Ecco, se anche ci fosse questa prova che lei insiste a chiedere, poi si ricrederebbe? Si lascerebbe alle spalle l’idea che l’omosessualità sia una patologia o un disturbo mentale? Non serve che risponda qui a me, si risponda da solo e onestamente"

      Non ho alcun problema a risponderle, se l'omosessualità fosse una condizione normale dell'uomo, la manifestazione di una sua caratteristica genetica, perché dovrei affermare il contrario? io rispetto la scienza, l'ho sempre studiata a fondo e sempre ritenuta come un luogo dove trovare certezze. Ma l'omosessualità non è una condizione normale dell'uomo, ma un disturbo.

      Lei dice: "E questo chi lo dice? Veramente le cosiddette terapie riparative (di cui ha parlato con l’utente Myself in altri post) esistono apposta per questi soggetti!"

      Purtroppo non è come dice lei. Molti medici, convinti che l'omosessualità egodistonica sia un disturbo che vada curato, soffrono di una sorta di censura. A titolo di esempio le allego l'intervista di un famoso psicoterapeuta dove denuncia proprio questa situazione.
      https://www.ilgiornale.it/news/attacchi-continui-chiuderci-bocca.html

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  4. (Seconda parte della risposta)
    “ Mi sembra utile ricordare che solo fino al 1991 l’omosessualità compariva nel Manuale Diagnostico dei disturbi mentali e che da questo è stata depennata a seguito di una semplice votazione, senza che sia mai stata addotta una motivazione scientifica.”

    Guardi, io con persone affette da disturbi e malattie mentali ci ho lavorato, quindi se ne sento parlare il mio pensiero va immediatamente a loro e francamente mi “disturba” molto di più sentirmi paragonare a loro solo perché mi piacciono gli uomini.

    Lei ha qualche esperienza nel settore della salute mentale?

    “Non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha definito l’omosessualità una variante naturale del comportamento umano, non è mai riuscita ad individuarne la causa, il che equivale alla formulazione di un dogma vero e proprio.”

    Ma come, un cattolico devoto come Lei che ha da ridire sulla formulazione di un dogma?? XD

    Parlando sul serio, se è una variante naturale mi sembra altrettanto naturale che si smetta di cercarne la causa.

    Si potrebbe fare un esempio analogo anche per il mancinismo. Torniamo a considerarlo un difetto da correggere?


    “ Come si fa a stabilire scientificamente un effetto, se non si conosce la causa che lo ha determinato?”

    Quindi nel dubbio, decidiamo che è una malattia e fine della storia??


    “Il problema demografico è certamente di ampia portata e non riguarda solo l'omosessualità, ma l'istituzionalizzazione di rapporti evidentemente infecondi è, in tal senso, un passo a dir poco incomprensibile... “

    Non vedo cosa cambierebbe! Perchè, evitando di istituzionalizzarli si risolverebbe il problema della natalità? Se le coppie etero fanno figli oppure no mica dipende dalle coppie omosessuali!

    Saluti e grazie per avermi letto!


    Andrea

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    1. Guardi, per me la persona è sacra, è una creatura di Dio a cui portare immenso rispetto. Io, quindi, non mi permetto di parlare delle persone. Per me ogni persona va rispettata a prescindere dalle sue condizioni, per me è una persona anche quella che si vorrebbe sottoporre ad eutanasia, oppure abortire. Quindi si figuri. Io mi occupo solo della malattia in quanto tale, non delle persone. Lei può avere qualsiasi tipo di convinzione e di comportamento, io la rispetterò sempre perché io sono l'ultimo che si potrebbe permettersi di giudicarla.

      In quanto ai dogmi, essendo cristiano cattolico, ritengo giusti solo quelli emanati dal Papa, no? E poi, il Papa, ha un consigliere niente male XD
      Fuor di scherzo, il gene dell'omossessualità non esiste, quindi non si nasce organicamente omosessuali. Per definire che un comportamento sia una "variante naturale" occorre trovare una prova scientifica per affermarlo, la scienza funziona così, altrimenti chiunque sarebbe giustificato a fare qualsiasi affermazione e pretendere di essere creduto.
      L'omosessualità determina un comportamento distorto della sessualità, cioè comporta un uso innaturale del proprio corpo. Il mancinismo invece no, chi ha stabilito che è naturale scrivere solo con la mano destra? E' solo una convenzione, cioè una decisione arbitraria che non ha nulla di naturale.

      Il problema demografico non è una faccenda da prendere alla leggera. L'istituzionalizzazione di rapporti non fecondi, sottrarrebbe risorse a quelli fecondi e, comunque, introdurrebbe un elemento di confusione considerando le cose per quello che non sono.

      La ringrazio dei suoi interventi e della civiltà dimostrata.
      Le auguro una buona giornata.

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