venerdì 3 maggio 2013

Il rispetto laicista verso il credo altrui 2



Ci risiamo, ormai l'appuntamento del concertone del primo maggio, che ha perso totalmente il suo significato originario, non è altro che un penoso palcoscenico per ogni sorta di volgarità ed insulto contro il cristianesimo e la Chiesa Cattolica.

Stavolta gli sconosciuti appartenenti ad una band giovanile, altrettanto sconosciuta, hanno pensato bene di farsi un po' di pubblicità scimmiottando l'Eucaristia mimando la consacrazione dell'ostia con un profilattico. Ennesima triste dimostrazione di come sia inesistente, da parte laicista, il rispetto dei credenti e della fede altrui. Questo episodio non è altro che la conferma di cosa è caratterizzato il modo d’espressione laicista: ignoranza, volgarità, incapacità di rispettare le convinzioni altrui. Siamo alle solite: dalle oscene vignette del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, le sodomizzazioni della Guzzanti, fino al bombardamento escrementizio di Castellucci, tutto viene posto nel loro tritacarne d’intolleranza e dileggio. Per il laicismo l’insulto e l’invettiva sono la propria normale forma espressiva.

Io mi domando: con quale coraggio il laicismo può permettersi di criticare il cristianesimo e l'azione stessa della Chiesa Cattolica? Come possono i laicisti accusare i cristiani di prevaricazione ed intolleranza? Questa ipocrisia è insopportabile, il laicismo ha abbondantemente dimostrato come sia una ideologia violenta e contraria ad ogni più elementare forma di democrazia.

39 commenti:

  1. Fondamentalmente il problema è che il concerto del primo maggio è un evento pubblico, organizzato dai tre principali sindacati italiani CGIL, CISL e UIL. Pertanto, in quanto fortemente finanziato dallo Stato italiano, cioè dai soldi di tutti, dovrebbe essere un concerto appunto per tutti; ed evitare il più possibile di trattare temi che facilmente portino a dissidi, come la religione, la politica...

    Quindi la provocazione del cantante era fuori luogo a prescindere. Esattamente lo stesso motivo per cui Fabri Fibra non poteva partecipare in quanto chiaramente sessista e omofobo.

    Attenzione però che non sto dicendo che a questi personaggi debba essere impedito tout court di esibirsi, ad esempio in nome del rispetto della religione cattolica. Ai _loro_ concerti, finanziati dai soldi dei _loro_ fans, essi hanno diritto di dire e fare tutte le "blasfemie" che vogliono.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao myself.
      Io penso che il problema non sia tanto l'ambito in cui si esibiscono tali "personaggi", quanto il loro modo di esprimersi. La satira e la protesta sono un conto, la blasfemia e il vituperio un altro. E' ora di farla finita con la violenza e la contrapposizione.

      Elimina
    2. @Luigi Ruggini

      Questo è un altro discorso e come ho detto non sono d'accordo. Ogni artista deve essere libero di esprimersi come vuole con il suo pubblico. Se l'esibizione ti offende è sufficiente che tu non vada ai suoi spettacoli, nessuno ti obbliga a parteciparci e pagare il biglietto. Il problema subentra solo se questi artisti sono invitati a spettacoli pagati dalla comunità, allora giustamente sì che tu puoi lamentarti se andando al concerto del primo maggio vedi qualcosa di chiaramente provocatorio.

      Elimina
    3. Se io decidessi di fare un concerto decidendo, che so, di insultare con le peggiori ingiurie i tuoi genitori, i tuoi fratelli, tua moglie e i tuoi figli, be', immagino che a te non piacerebbe, e che non varrebbe a molto invocare la mia liberta' di espressione, ne' il fatto che tu al concerto non ci fossi e che chi invece c'era aveva pagato per esserci. Sostituisci i tuoi famigliari con cio' che ha di piu' caro qualcuno che conosci, e la conclusione sara', spero, la stessa. Non e' invece la stessa, sembra, solo se il qualcuno e' cristiano. La logica mi sfugge, o forse ahime' non mi sfugge affatto.

      Chiamare "artista" un ragazzetto che si presenta sul palco in diretta televisiva chiaramente sotto l'effetto di alcool, droghe o forse entrambi, per poi denudarsi davanti a tutti, mi sembra parimenti singolare.

      Elimina
    4. Sottoscrivo tutto ciò che ha detto GG.

      @myself
      Ma da quando il vilipendio e l'offesa rappresentano una libertà di espressione?

      Elimina
    5. @GG

      La differenza è che i miei genitori sono persone reali, che effettivamente potrebbero risentire di una ingiuria in modo concreto, ad esempio la gente potrebbe smettere di recarsi al negozio di frutta e verdura di mio padre se questo è definito come uno sporcaccione. Invece la "religione" non è una persona reale, non ha un qualche tipo di diritto, e il fatto che sia praticata da persone reali non conta perché in questo caso non sono stati offesi i cattolici (non è stato detto, ad esempio, "i cattolici sono tutti ladri...") ma è stata fatta una parodia di un rito cattolico. Ciò non crea alcun danno concreto ai cattolici ma solo il sentimento di "sentirsi offesi" che è una cosa che sta solo nella loro testa ed è assolutamente soggettiva. Io potrei sentirmi offeso se un chitarrista suona davvero male il mio pezzo preferito, magari facendolo anche apposta, ma sarebbe assurdo se esigessi una censura o una multa in tal senso.

      Elimina


  2. complimenti per questo magnanimo, rispettoso e tollerante commento, che svela un mondo: esattamente lo stesso mondo di quel tizio del preservativo, per il quale non riesco a provare che una profonda pena. Per inciso, il messaggio secondo il quale chi ha una fede (non importa quale) sia un deficiente, conseguenze sociali concrete ne ha eccome: si deve solo aspettare che la miccia si consumi tutta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @GG

      Ti faccio notare che, mentre io ho fornito delle argomentazioni per spiegare come mai ingiuriare pubblicamente i miei genitori è differente da scimmiottare un rito religioso; tu non hai minimamente risposto in merito al contenuto del mio precedente messaggio (dimenticando anche di usare il tasto Rispondi). Piuttosto hai assunto un tono sarcastico, mettendomi in bocca parole che non ho mai detto ("il messaggio secondo il quale chi ha una fede sia un deficiente"), per poi dire che io e il cantante protagonista apparteniamo allo stesso mondo, nonostante io mi sia dissociato dal gesto in questione fin dal primo post.

      Elimina
    2. argomentazioni? ah...

      "la "religione" ... non ha un qualche tipo di diritto, e il fatto che sia praticata da persone reali non conta"

      di fronte a una frase del genere non c'e' proprio niente da rispondere, il contenuto e' chiaro e sono parole che si commentano da se'.

      Elimina
    3. @GG

      Se la questione è così chiara, perchè allora non scrivi un analisi punto per punto per confutare il mio post delle 11:19 ? Ciò che si commenta da sé è che dire: "si commentano da sé", non è argomentare...

      Elimina
    4. @myself
      A me non sembra affatto che tu abbia efficacemente spiegato perché esistano delle differenze tra l'offendere direttamente delle persone o il loro credo. L'offesa non è sempre traducibile con un danno economico, ma anche col danno morale, che è esattamente ciò che si produce con il vilipendio.
      Tra l'altro, t'informo, che offendere una religione attraverso espressioni ingiuriose, come potrebbe essere quella di paragonare l'Eucaristia ad un profilattico, è un reato (art 404 CP).

      Elimina
    5. @Luigi Ruggini
      "A me non sembra affatto che tu abbia efficacemente spiegato perché esistano delle differenze tra l'offendere direttamente delle persone o il loro credo."

      In compenso GG non ha spiegato proprio nulla. Ad ogni modo, prima che si faccia confusione, la mia tesi è che ad uno spettacolo pubblico gli artisti devono evitare comportamenti che offendano i religiosi, perchè i religiosi fanno parte dei contribuenti. Ma ad uno spettacolo privato gli artisti possono fare quanto più di blasfemo li passa per la testa.

      "Tra l'altro, t'informo, che offendere una religione attraverso espressioni ingiuriose, come potrebbe essere quella di paragonare l'Eucaristia ad un profilattico, è un reato (art 404 CP)."

      È un reato se il fatto è commesso in un luogo pubblico o aperto al pubblico. Non è reato se commesso in un luogo privato, il che è in perfetto accordo con il mio discorso.

      Elimina
    6. Mi inserisco per fare un po' di chiarezza, spero.
      Ma mi sembrate tutti completamente fuori strada:
      1) Non è legittimo offendere alcuna confessione religiosa. Discorsi del tipo: "la religione, anche se praticata da persone reali, non gode di alcuna tutela" sono privi di senso.
      2) Allo stesso modo non si può consentire che la libertà d'espressione e di manifestazione del pensiero subisca un'indebita compressione o venga trattata in termini liquidatori. Discorsi del tipo: "da quando il vilipendio e l'offesa rappresentano una libertà di espressione?" sono parimenti insensati.
      L'esercizio del un diritto di critica, di espressione artistica, di manifestazione del pensiero, ecc. consente di compiere proprio quelle condotte che, altrimenti, sarebbero da ritenersi offensive.
      Ad esempio il gesto teatral-fecale di Castellucci è lecito, sebbene materialmente riconducibile ad un'ipotesi di vilipendio, poichè scriminato dall'esercizio del diritto.
      3) Invece, la condotta del giovine musicista (?) raffigurata nella foto è del tutto legittima, poichè non è nemmeno materialmente riferibile ad un reato o ad un illecito civile (nel film "Hair" che viene trasmesso in fascia protetta - col mio plauso, perchè è splendido - il medesimo gesto è compiuto da gruppi di allegri hippies che si passano della droga, scimmiottando la comunione).
      4) L'art. 404, primo comma, c.p. in particolare, presuppone che sia materialmente vilipesa una cosa sacra e il preservativo non è, per il momento, venerato da alcuna religione. Non mi risulta, invece, che la fattispecie incriminatrice sanzioni la semplice imitazione dei gesti compiuti dai religiosi nelle loro cerimonie. Inoltre è del tutto lecito criticare ed ironizzare sulle idee dei cattolici in materia di profilattici.
      5) Il fatto che il nostro Luis si senta sempre offeso da condotte palesemente del tutto legittime (oddio, non cosa ha fatto la Guzzanti, ma penso di poter correre il rischio) e lanci scomposte accuse ai fantomatici laicisti di violenza e violazione della democrazia è tutta roba che si può risolvere con qualche tazza di camomilla.

      Elimina
    7. @myself
      Condivido la posizione di GG: la tua affermazione, secondo la quale la religione non debba godere di alcun diritto, non ha bisogno di commenti.

      Quanto al codice penale mi riferivo alla "bravata" dei ragazzotti a p.zza S.Giovanni. Per me ci sono tutti gli estremi del vilipendio.

      E veniamo al "chiarificatore" intervento del nostro Felsineus:

      1)D'accordo;

      2) Non d'accordo: vilipendio e offesa sono sempre sintomo di violenza e disprezzo delle idee e del credo altrui. Purtroppo è il comune modo di riferirsi alla religione da parte dei laicisti. Tu confondi il diritto di critica, l'espressione artistica e la manifestazione col vilipendio e l'offesa, e ciò è preoccupante.

      3) e 4) La condotta del giovanotto è, in realtà, del tutto illegittima perché ha ingiuriato e vilipeso il rito dell'Eucaristia. Il tuo puerile cavillo non regge, un rito è può essere benissimo riferibile ad una "cosa che formi oggetto di culto".

      5) Il fatto che i laicisti (per niente fantomatici, ma ben reali ed individuabili) non sappiano manifestare le loro "idee" se non con la violenza ed in modo antidemocratico è tutta roba che deve essere denunciata e censurata. E' proprio quello che, nel mio piccolo, cerco di fare.

      Un saluto.

      PS
      Se poi, caro Felsy, pensi di non correre rischi nei mondi fantastici della Guzzanti, ti faccio, comunque, i miei migliori auguri.:)

      Elimina
    8. @Luigi Ruggini
      "Condivido la posizione di GG: la tua affermazione, secondo la quale la religione non debba godere di alcun diritto, non ha bisogno di commenti."

      Invece sarebbe meglio se qualche commento ti sforzassi di produrlo. Si può non essere d'accordo ma dire al proprio interlocutore che la sua argomentazione "non ha bisogno di commenti" sicuramente non è un atteggiamento costruttivo.

      Comunque è un dato di fatto: la "religione" non ha alcun diritto, così come non ce l'hanno "l'ateismo" o il "dadaismo". Infatti quelli non hanno capacità giuridica, non possono essere titolari di diritti e/o doveri. Nell'ordinamento italiano gli unici titolari di diritti e doveri sono le persone fisiche e le persone giuridiche, la "religione" non è nessuna di queste. Piuttosto sono le persone religiose ad avere dei diritti, in quanto persone fisiche, ma questi non sono né più né meno di quelli delle persone non religiose. Questo si ricollega al mio discorso precedente: insultare "i miei genitori" è differente dall'insultare "la religione" in quanto i miei genitori sono titolari di diritti, la religione no.

      "Quanto al codice penale mi riferivo alla "bravata" dei ragazzotti a p.zza S.Giovanni. Per me ci sono tutti gli estremi del vilipendio."

      Sì è probabile. Tuttavia non capisco perchè mi rinfacci quell'articolo del codice penale, visto che conferma proprio la tesi del mio primo post, ovvero che il problema fondamentale è che l'atto è stato compiuto in un luogo pubblico (e con i soldi dei contribuenti).

      Piuttosto vorrei capire: tu vorresti che nessuno possa compiere atti ritenuti irrispettosi nei confronti della tua religione _nemmeno_ in un luogo privato? (ad esempio ad un concerto privato, o a casa mia).

      Elimina
    9. @myself
      A parte il fatto che ho già commentato, con tanto di spiegazione, come mai sia insostenibile la tua posizione, ma dire che la religione non ha alcun diritto è calpestare palesemente ogni nozione di democrazia e di rispetto per il prossimo, le sue ideee ed il suo credo. Tutto ciò dimostra quanto siano antidemocratiche le tue parole.

      Se, forse, non te ne sei accorto, t'informo che professare una religione, liberamente, senza essere offeso e vilipeso per questo, è un diritto sancito e difeso dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, dalla Dichiarazione dell'ONU sull'eliminazione di ogni forma di intolleranza e di discriminazione fondata sulla religione e sul credo e dalla nostra Costituzione.
      Le tue argomentazioni non reggono affatto, infatti è un diritto delle persone religiose anche quello di non essere moralmente offese da atti di vilipendio alla propria religione.

      Quanto al codice penale, vi ho fatto riferimento perché, come ho già detto, la sciocchezza dei ragazzotti è stata fatta in pubblico. Ergo se la cosa fosse avvenuta in un luogo privato non vi sarebbe stato reato, ma resta la profonda indignazione ed un pessimo giudizio morale.

      Elimina
    10. @Luigi Ruggini
      Secondo me dopo 7 post non hai ancora capito che cosa vado sostenendo, sarà meglio ribadirlo:
      - Ad un evento pubblico, finanziato con i soldi pubblici, cioè i soldi di tutti noi contribuenti, e realizzato per il pubblico, è bene evitare comportamenti che offendano quella o quell'altra religione.
      - Ad un evento privato, finanziato con i soldi dei privati e realizzato per privati, non ci devono essere censure dei comportamenti che potrebbero offendere i religiosi, chi si sente offeso è sufficiente che non ci vada.

      Ora immagino che sul primo punto sarai d'accordo. Forse non lo sei sul secondo, in tal caso potresti portare avanti il discorso da lì.

      "Quanto al codice penale, vi ho fatto riferimento perché, come ho già detto, la sciocchezza dei ragazzotti è stata fatta in pubblico."

      No, tu ci hai fatto riferimento perché non avevi capito la mia posizione, infatti hai scritto "t'informo", come se io stessi sostenendo che il gesto del cantante era lecito. Altrimenti che senso avrebbe avuto "informarmi" di qualcosa che avvalora la mia tesi, facendolo come se la contraddicesse (?).

      Elimina
    11. @myself
      Guarda che ho capito perfettamente il tuo punto di vista e confermo che, ovviamente, ad un evento privato tali comportamenti non costituiscono reato, ma sono lo stesso disdicevoli e sintomo di scarso rispetto e spirito democratico, comportamento tipico del laicista.

      Ho solo ribadito un concetto, ricordandotelo: l'esibizione dei giovanotti ha costituito un reato. Se sei d'accordo me ne compiaccio.

      Elimina
    12. @Luigi Ruggini
      "Guarda che ho capito perfettamente il tuo punto di vista e confermo che, ovviamente, ad un evento privato tali comportamenti non costituiscono reato"

      Comunque sia, ora che la questione dei Management del dolore post operatorio è chiarita, mi viene in mente che al concerto del primo maggio è passata un'altra canzone riguardo la religione. E che un cattolico acuto dovrebbe essere molto più interessato a questa rispetto allo spettacolino del profilattico. Sto parlando della canzone "Dannati forever", del gruppo Elio e le storie tese.

      Elimina
    13. "Dannati forever"? Ahahahah !!

      Ma questa canzone fa morire dalle risate, è di una ironia spettacolare, intelligente ed acuta. Che c'è di offensivo? Perché, in quanto cattolico, questa canzone dovrebbe scandalizzarmi? Anzi, a me ha divertito molto.

      Se, poi, ti riferisci alla critica al concetto di peccato ed inferno, allora rivolgiti ai calvinisti o ai luterani, sono loro i fissati del "peccaminoso" e dell'inferno, non certo i cattolici.

      Elimina
    14. Vuoi la verità myself?
      Elio e la sua band è un dio!

      muahahahahhahahah

      Vi dedico la prima strofa di una delle canzoni più belle dell'ultimo album appena uscito:
      "Sul prato di Piazza San Giovanni
      è già arrivata un sacco di gente.
      Qualcuno potrebbe obbiettare che
      a San Giovanni non c'è 'sto gran prato,
      ma se ci mettiamo a sindacare
      al concerto dei sindacati
      entriamo in un loop di paranoia
      e chissà dove andiamo a finire,
      chissà dove finiamo ad andare."

      Dio (beh, quello assoluto si intende) li benedica!
      "Dio nei cieli ride" cit. ;)

      Elimina
    15. @Luigi Ruggini

      No, no, non intendevo dire che fosse offensiva, appunto non lo è. La cosa interessante è che voi stessi cattolici vi divertite ad ascoltarla, come tu hai appena detto, ed essa sdrammatizza la dannazione eterna, che è sicuramente una cosa da non prendere alla leggera se si è credenti.

      Elimina
    16. @myself

      Certamente la dannazione eterna non è uno scherzo, è un evento possibile, ma per noi cattolici non è un'ossessione. Abbiamo sempre l'Amore di Cristo che ci sorregge e ci accompagna nella vita. Si può sempre cadere nell'errore, siamo deboli, ma Dio questo lo sa ed è pronto sempre a perdonarci. L'importante è avere fede nel suo Amore e vivere sempre nel suo Amore, tutto il resto è rimediabile.

      L'ossessione del peccato, dell'inferno, del "peccaminoso" che è nascosto dappertutto, è una visione esterna al cristianesimo cattolico, è più un'immaginazione del cattolicesimo da parte di chi non è cattolico.

      Elimina
    17. Cavillo! Cavillo! Luis, certe volte con te bisogna avere la pazienza di un santo e io sono poco adatto all'uopo!
      L'art. 404 c.p. ("Offese a una confessione religiosa mediante vilipendio o danneggiamento di cose") richiede il vilipendio di una cosa materiale destinata o funzionale al culto. Questo reato di vilipendio può realizzarsi anche in maniera verbale o simbolica (es. : fare gestacci ad un crocifisso), ma non può prescindere dalla condotta incriminata e dal suo oggetto. Un rito, per la legge penale, non è di certo una "cosa".
      L'art. 402 c.p. ("Vilipendio della religione dello Stato") che poteva astrattamente punire condotte come quella posta in essere dal giovane musico è stato da tempo dichiarato incostituzionale (in omaggio ad uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione: il principio della laicità e non confessionalità dello Stato) e doverosamente abrogato.
      Mio Caro Luis, il discrimine tra una condotta lecita ed una illecita non si fonda su cavilli, ma sulla tassativa interpretazione delle norme penali. Se una norma penale richiede qualcosa, accontentarsi di qualcosaltro, più o meno simile, significa buttare secoli di civiltà nella spazzatura e abbandonare le persone all'arbitrio e all'ingiustizia.
      Dunque, la possibilità che il giovane musico sia denunciato da qualche fanatico sono elevate, ma lenpossibilità che questi sia condannato o anche solo rinviato a giudizio sono pressoché nulle. Poiché è del tutto evidente che non ha commesso alcun reato (è molto più facile che costituisca reato attribuirgli pubblicamente, su un blog, la spiacevole e diffamatoria qualifica di "delinquente").

      Per il resto, non confondo un bel niente, io SO che si tratta di questioni complesse e dibattute e che qui tendono ad essere affrontate molto alla buona. Tanto per fare simpaticamente il punto, ho il piacere di comunicarvi che la Biennale di Venezia ha appena assegnato a Castellucci il Leone d'oro alla carriera per il teatro. Visionario e iconoclasta, si legge nella motivazione, Romeo Castellucci è l'artista che più ha segnato della sua impronta potentissima e personale, il teatro di ricerca degli ultimi tre decenni in Italia, facendo del nostro paese un punto di riferimento per un ventaglio amplissimo di festival e critica internazionali. Gli Elii dunque vanno benissimo, anch'io sono un fan, ma sono anche molto sollevato dal fatto che non è una commissione di cattolici integralisti a decidere cosa posso andare a vedere a teatro.

      Sono un tipo aperto, ma ho anch'io i miei limiti. Sulla Guzzanti volevo solo dire che non sapevo a che cosa ti riferivi. Penso che però qui finiremmo in discorsi de iure condendo, poichè se ho ben inteso, la prode Sabina, che ha intitolato un suo spettacolo proprio "Vilipendio", intende percorrere il suo percorso artistico di satira e critica sociale sino al concreto rischio di incorrere in sanzioni penali, anche al fine di contrastare, col suo esempio, la presenza, nel nostro ordinamento, delle norme che sanzionano il vilipendio. Ovviamente, seppur attenendomi a comportamenti retti da maggior prudenza, anch'io penso che le norme sul vilipendio siano resti di pessimi ruderi del passato e spero che siano spazzate via il più presto possibile.

      Elimina
    18. Eh, eh, eh, mio caro Felsineus, come sei sicuro di te... pensa, invece, che per me è il tuo ad essere un cavillo:

      "...vilipende con espressioni ingiuriose cose che formino oggetto di culto"

      L'Eucaristia, intesa come l'ostia consacrata, non è forse una cosa che forma oggetto di culto? La particola non è stata forse paragonata ad un preservativo? Come vedi, mio caro Felsineus, non è così certo quello che dici, come non lo è neppure la plausibilità della tua accusa di diffamazione fatta al mio blog. Brutta storia, Felsy, le tue minacce, detto tra noi, ti gettano sotto una bruttissima luce di censore della libertà di espressione. Peccato.

      Per il resto ho il piacere di informarti che sono molto contento del premio a Castellucci, ma ciò non toglie che nella sua disgustosa performance abbia commesso un reato di vilipendio. Si può essere apprezzati per una carriera, ma anche censurati quando si commettono degli errori.

      La Guzzanti col suo modo di fare si è completamente messa fuori dal consesso civile. Il suo non è più un percorso artistico, ma solo immondizia mediatica. La satira deve sempre denunciare, ma mai offendere.

      Salutoni.



      Elimina
    19. Leone alla carriera a Castellucci?
      Bene! Allora significa che il gesto finale del suo spettacolo non era gratuito e fine a sé stesso, ma atto potente, onesto, artistico nel pieno senso della parola. Cioè vale la pena assistere a tale spettacolo, nonostante la proposta non incontri il mio gusto, perché onesto. E a me va benissimo poiché reputo impossibile creare e formulare un'etica laica che non sia contradditoria, ed è per questo che ritengo impossibile chiedere a chi è laico di esprimere/attenersi ad una propria etica quando crea una propria arte (che non è nient'altro che la comunicaizone di questa impossibilità!). L'importante, quindi, a mio avviso è solamente l'onestà con sé stessi e quindi con il pubblico a cui ci si rivolge con la propria arte.

      Elimina
    20. Caro Luis, mi sembra una risposta un po' scomposta, la tua.
      Vai in pace: io non ti accuso di nulla, non ho titolo per dolermi di nulla e, anzi, sarei pronto a prendere le tue difese in ogni sede.
      Tuttavia, nel momento in cui mi prendo la briga di spendere qualche parola sul tuo blog, non posso non dissociarmi apertamente da affermazioni che riguardano persone determinate, che sebbene non risultino nè condannate, nè inquisite di alcunché, vengono additate come autori di reati perseguibili ex officio, come il delitto di "vilipendio" incriminato dall'art. 404 c.p.
      Io la vedo così e ho qualche esperienza in materia, ma mi accorgo che le mie parole non sono affatto utili, giacché non ti inducono nè a toni lontani dalla contumelia ("immondizia mediatica", "fuori dal consesso civile") nè a qualche dubbio sulla correttezza delle infondatissime e gravi accuse che rivolgi ad un autore come Romeo Castellucci. Quindi ti lascio a tutte le tue denunce e censure dei perfidi laicisti.

      Sicuramente l'ostia, anche non ancora consacrata, rientra tra le res oggetto di quella indiretta tutela offerta dall'art. 404 c.p.
      Nel caso de quo, tuttavia, io non ne ho vista alcuna.

      Caro Minstrel, penso proprio che la questione sia proprio questa: un gesto onesto, angoscioso, pieno di sofferenza, forse anche latu sensu "religioso" e sicuramente non diretto a disprezzare la fede di nessuno. A Bologna, tra gli spettatori e, poi, tra quelli che hanno speso parole di apprezzamento per Castellucci, c'erano anche degnissime figure di sacerdoti come, ad esempio, don Giovanni Nicolini.
      Saluti

      Elimina
    21. Carissimo, non sono affatto alterato o in disagio, sono tranquillissimo e mi dispiace che tu percepisca la mia replica come "scomposta".

      Ti ringrazio dei tuoi avvertimenti, ma le tue paure non hanno alcuna ragion d'essere. Vedi, appellare come "immondizia mediatica" l'auspicio di una sodomizzazione punitiva, o "vilipendio" un bombardamento fecale, non è propriamente ciò che si potrebbe definire una contumelia.

      Nella nostra bella lingua il termine contumelia, così come è comunemente inteso sui più comuni vocabolari, suona come "Offesa deliberatamente arrecata, con parole o atti, al nome, al decoro o all’onore altrui, cioè un'ingiuria". I miei commenti, senza contenere alcuna ingiuria (cioè non vi sono offese personali), sono rivolti esclusivamente alle performance non alla persona, alla quale porto profondo rispetto, sempre.

      Mio caro non puoi ritenere lecita satira l'auspicio ad indecenti castighi, lo svolazzar di deiezioni come arte ed allo stesso tempo condannare le mie critiche, in democrazia non è così che funziona.

      Quanto al vilipendio dell'Eucaristia, tu non vedi perché non vuoi vedere, ma è palese che nel gesto dei ragazzotti è vilipesa l'ostia, paragonata ad un profilattico. Questo è ciò che unanimemente percepito. Per me si rientra nella fattispecie del 404 c.p. con tutte le scarpe.

      Salutoni.

      Elimina
    22. «Caro Minstrel, penso proprio che la questione sia proprio questa: un gesto onesto, angoscioso, pieno di sofferenza, forse anche latu sensu "religioso"»

      Ne sono felice perché credo che ognuno abbia il proprio modo di ricercare il senso dell'essere e i motivi, che appaiono assurdi, per i quali il mondo che lo circonda sembra matematico, eppure permetta la contraddizione e addirittura autocrei una mente capace di comprenderne almeno l'ordine.
      Io sono completamente schifato da chi è palesemente fermo e si bea della sua fossa, non da chi cammina o addirittura cammina soffrendo.

      Elimina
  3. Parliamone: di certo sono stati penalizzati da suoni non degni, ma il suono lo fa comunque anche il musicista; e di certo l'arrangiamento di una canzone (quello che oggi FA la canzone) lo fa totalmente il musicista.
    I ragazzini mancano totalmente di groove, il tiro rock (che i suoni possono al massimo esaltare) manca e non basta atteggiarsi a ribelli maledetti dai vigili urbani di paese per essere Artisti con la A maiuscola. Purtroppo mancano totalmente di tecnica, ma soprattutto mancano della "maledizione" necessaria. Si guardi come suona e come è incazzato quando suona il chitarrista straordinario di Marta sui Tubi poi ne riparliamo.
    La canzone - o meglio l'arrangiamento della solita pappardella - è pressoché nullo e conosco diciottenni che scrivono musica metal/rock con una idea generale di produzione artistica di un concerto di gran lunga più alta da quella mostrata qui (e in altri live, specifico) dai sedicenti maudit che piangono ancora per il latte.
    I testi però non sono male e questo dimostra che forse c'è la speranza che almeno si buttino nel thrash delle scenette di Caparezza (che sono assolutamente accettabili da tutti perché ironiche allo stato puro, il signor Capa ne sa!) e soprattutto in una musica metal rock ONESTA e SUONATA CON IN CONTROCAZZI e quindi degna di essere chiamata tale.
    Come i turnisti del buon Caparezza a cui si perdonano le svise storiche perché è un'artista vero e onesto e come tale è un uomo che descrive quello che vede e per come lo vede e lo comprende e quindi con inevitabili errori di comprensione che si accettano vista l'onestà!
    Il futuro della musica underground in Italia è tracciato ed è sereno, vivo, pulsante e non passa da questi se le premesse son anche le conclusioni.
    Ergo si godano pure il minuto di popolarità di Warholiana memoria, che oggi giorno la cosidetta libertà comtemporanea non può davvero negare a nessuno.

    RispondiElimina
  4. Leggo, dopo un certo periodo di assenza, il lungo carteggio.

    Confesso di pensare esattamente quel che ho scritto in precedenza: il livello di alcuni commenti e', purtroppo, disgustoso. Mi interessa piuttosto poco stabilire se il tale codice preveda o meno il carcere per quel poveretto, ridotto da droghe e alcool a fare quel che ha fatto, per pura disperazione io credo. Riguardo a cio', mi permetto solo di ritenere autocontradditorie frasi quali

    "Questo reato di vilipendio può realizzarsi anche in maniera verbale o simbolica (es. : fare gestacci ad un crocifisso), ma non può prescindere dalla condotta incriminata e dal suo oggetto"

    Infatti, direi che se l'Ostia non e' un "oggetto" "destinato o funzionale al culto", direi che io sono Babbo Natale. Essendo un matematico, pretenderei anche dai giuristi il rispetto della logica elementare. Ma pazienza, non e' poi questo il punto e come dicevo di cio' mi interessa relativamente poco. Castellucci, poveretto, si prenda anche tutti i premi del mondo, per me rimane appunto un poveretto, e provo pena per lui e per chi lo va a vedere: non proverei meno pena se, per assurdo, si beccasse una condanna, semmai di piu'.

    Mi interessa invece che ci sia gente che prende un po' del suo tempo per trovare normale, o comunque non criticabile, un gesto cosi' squallido. Un gesto che, se rivolto, che so, al dileggio del passatempo preferito dagli appassionati di ippica del galoppatoio di San Siro, sarebbe certamente stato considerato poco piacevole, gratuito, volgare, magari disgustoso anche se non avesse avuto relazione con il titolare di un particolare negozio di ortofrutta. Trattandosi di cattolici, invece, va benissimo, o almeno si cavilla del fatto che sia pubblico, privato, materiale, simbolico, o quant'altro. La gente non si offende in cio' che ha di piu' caro, nemmeno se cattolica, specialmente se la si offende in qualcosa che quei poveretti ritengono essere nientemeno che Dio. Se lo si fa, lo si fa per una sola ragione: l'odio e il disprezzo. Questo lo trovo un fatto interessante e degno di nota, e lo trovo un segno dei tempi.

    RispondiElimina
  5. Un bravo matematico dovrebbe saper leggere i termini di una questione prima di trarre la sua indignata sentenza.
    Io ho proprio scritto che un ostia, anche non ancora consacrata, è, ai sensi della nostra legge penale, un oggetto destinato al culto. In realtà basta molto meno per far scattare l'anacronistica sanzione penale prevista dall'art. 404 c.p.: un paramento, un incensiere...
    Nel caso de quo, tuttavia, non c'era nessuna ostia, nè consacrata, nè da consacrare. Il gesto di scimmiottare con un preservativo le movenze rituali di un prete, poteva solo essere punito dalla vecchia norma che prevedeva il vilipendio della religione tout court. Grazie al progresso del nostro vivere civile, tuttavia, questa norma è stata abrogata e non esiste più.
    Mi preme ricordare altresì che, nei paesi civili, la sanzione penale è uno strumento che viene utilizzato con doverosa prudenza e, sempre, come extrema ratio.

    RispondiElimina
  6. Fuffa, mio caro Felsineus, solo fuffa.
    Il tuo giochetto è solo un cavillare per aver ragione per forza. Il preservativo rappresenta chiaramente e in modo indiscutibile l'ostia che viene consacrata. E' quindi, attraverso questa sua rappresentazione, che viene vilipesa l'ostia.

    Preme anche a me ricordare che nei paesi civili è garantito il rispetto verso ogni fede.

    RispondiElimina
  7. Beh, caro Luis, quella dei giuristi non è proprio quella che si dice una scienza esatta. Mi sembra che fosse Norberto Bobbio a dire che si trattava di un’attività più simile alla letteratura che alle discipline improntate al rigore scientifico. Un po’ ingeneroso, ma c’è del vero. Almeno non parlava di “fuffa”. Per quel che mi riguarda, se devo valutare una tesi giuridica (il che mi capita spesso), io sono filosoficamente su posizioni di realismo estremo ed ingenuo.
    Una tesi è corretta se, quando vado in giudizio, vinco.
    Lo so, lo so, è passato di moda il rispetto della legge e delle sentenze dei giudici che sono chiamati ad interpretarla e so che ogni pisquano pretende di poter commentare le più complesse pronunce delle nostre Corti e, spesso, di contraddirle senza neanche averle lette.
    Ma che ci posso fare, sono un tipo demodè, e poi il mio sistema per ora funziona.
    Sono conscio del fatto che, talvolta, le questioni giuridiche non sono di immediata comprensione e sono paziente con quelli che hanno ben altre migliori competenze, ma sinceramente, mi sfugge il motivo per cui il concetto di “cosa materiale”, risulti così arduo da comprendere.
    Provo per l’ultima volta a fornire un aiutino: quando sarà alfine tutelata la celtica religione di Wimbledon, il giovine che salirà su un palco per calpestare coram populi una racchetta da tennis incontrerà i rigori della legge penale italiana, mentre chi userà una scopa, fingendo di battere un ace, resterà esente da pena (a meno che una religione stregonesca non lamenti il vilipendio della scopa).
    Capisco i desiderata altrui, sarebbe proprio bello, mi si dice, se la norma che tutela un’ostia, proteggesse anche l’Idea dell’Ostia. Che posso dire: la norma che tutelava questo ideale c’era, era un’altra, ora non c’è più, mi dispiace (beh, insomma). Ma non potremmo usare la norma che è rimasta? No mi dispiace: sarebbe una cosa che si chiama “interpretazione analogica della norma penale”, che tempo addietro era veramente “in”, ma che, per qualche ragione, oggi viene rifiutata, come quasi tutte le belle iniziative che provengono dai vecchi ordinamenti di matrice nazista.
    Ma chi lo ha detto che hai ragione tu? Come ho detto, per me c’è un'unica possibilità di verifica: l’art. 404 c.p. è un reato perseguibile d’ufficio e le autorità inquirenti sono OBBLIGATE ad intervenire se viene ravvisato. Non si dimentichi che il giovane ha agito pubblicamente ed era addirittura ripreso dalla televisione, inoltre la notizia ha assunto una rilevanza pubblica molto ampia. Pertanto, se ha commesso un reato verrà rinviato a giudizio e condannato e pagherà una multa, di 5.000 Euro al massimo, e, allora, io avrò torto. Ma così non sarà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissimo amico,
      ho dato della "fuffa" al tuo cavillo, non ad una ipotetica sentenza. Ciò significa che, in quanto profondamente democratico e rispettoso delle istituzioni, non ho alcun dubbio che occorra rispettare il parere del giudice preposto. Tutto ciò, ovviamente, quando le sentenze obbediscono a leggi e norme non in antitesi con la legge morale naturale.

      Tornando all'art. 404 cp, ti ringrazio sentitamente dei tuoi sforzi per spiegare cosa s'intenda per "cosa materiale", ma resta sempre una tua interpretazione e non è assolutamente detto che coincida con quella di un'ipotetico giudice, quindi, almeno per adesso, la tua opinione vale quanto la mia.
      La "cosa" vilipesa è l'ostia in quanto chiaramente raffigurata nelle fattezze di un preservativo. Quindi è questa la "cosa" oggetto di culto a cui si fa lampante riferimento. Non c'è bisogno che sia "materiale" e, infatti, di questo aggettivo non c'è traccia nell'art. 404 cp.

      Quanto alla tua verifica, mi vien quasi da sorridere della tua ingenuità: si vede che a Bologna vivete proprio in un mondo idilliaco. Tu non hai idea della situazione a Roma: pensa che la Procura sta cominciando adesso a "lavorare" i fascicoli del 2005, i micro abusi edilizi sono tacitamente depenalizzati, ecc. figuriamoci se qualche pm ha tempo per una cosa del genere.

      Ti saluto.

      Elimina
  8. Caro Luis, tu mi fai veramente morire.
    Ma davvero pensi che i penalisti, non sappiano cos'è una "cosa" ai sensi della legge penale?
    Hai un opinione piuttosto bassa della categoria.
    Ti assicuro, si è creata qualche discussione per le energie suscettibili di utlizzazione economica e per i dati informatici, ma quando verrà considerata una cosa "l'idea immateriale di un ostia raffigurata nelle fattezze di un preservativo", mi ritirerò in un eremo di clausura in una zona desertica ove mi ciberò di sole locuste.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, no, penso proprio che lo sappiano, solo non credo che debba necessariamente coincidere con la tua.

      Il fatto è, mio caro leguleio, che è ben chiaro quale sia l'oggetto dello "scherzo" e non sono affatto sicuro che il tuo cavillare riesca a convincere il giudice. Può darsi, ma anche no.

      Enorme rispetto per la categoria, ma vincere è sempre meglio che perdere...

      Elimina
  9. Per spirito di chiarezza, spero sia evidente che io non ritengo di dover convincere il Giudice (il Giudice!).
    E ci mancherebbe altro.

    Analogamente, quando vado dal Calzolaio non penso di doverlo convincere, con chissà quale cavillo, che le scarpe me le metto ai piedi.
    In entrambi i casi, comunque: libero di non credere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ritieni di dover convincere il giudice? E come pensi di vincere le cause e farti una clientela?

      Elimina