venerdì 3 febbraio 2012

Vasco Rossi? No grazie!

Inauguro questa nuova sezione del blog dedicato alle mie riflessioni su alcuni personaggi pubblici con il famoso rocker emiliano Vasco Rossi. L’incredibile successo di questo artista ha pochi riscontri in Italia. Vasco Rossi è, infatti, il cantante rock italiano più noto ed amato dal mondo giovanile. Le sue canzoni, le sue musiche, sono le più conosciute e diffuse. Dall’inizio della sua carriera, primi anni 80, a tutt’oggi, milioni di giovani hanno eletto le sue canzoni a vere e proprie colonne sonore della loro adolescenza.
           
Vasco Rossi ha potuto anche beneficiare di una critica entusiastica, peraltro meritata, che ha contribuito non poco al suo successo. I suoi pezzi sono resi famosi dalla pubblicità e l’uscita di ogni suo album conquista in breve tempo i primi posti nella classifica delle vendite discografiche. Si può tranquillamente dire che la nostra società ha eletto l’artista modenese ad icona dell’espressione del mondo giovanile. Non c’è quindi da stupirsi se nel 2005 la Libera Università di Lingue e Comunicazione di Pisa, gli ha conferito la laurea honoris causa in scienze della comunicazione.

Eppure in tutta questa approvazione entusiastica dell’arte di Vasco Rossi percepisco qualcosa che non mi convince. Certamente non mi permetto di criticare la sua musica, non ne sarei in grado, ma i testi delle sue canzoni si. Intendiamoci, ognuno ha il diritto di dire ciò che vuole, la mia critica è rivolta esclusivamente a questa nostra società che stupidamente propone modelli deteriori ai suoi giovani. Una tra le più famose canzoni di Vasco Rossi “Vita spericolata” dell’83 fa l’elogio della vita senza impegni e senza valori indugiando sui piaceri dell’alcolismo. Stesso ritornello in “Vado al massimo” e “Splendida giornata”, entrambe dell’82, dove l’autore propugna un’esistenza sfrenata e senza responsabilità. Abbiamo paura che i nostri figli vengano a contatto con la droga e l’alcool, ma poi esaltiamo certi modelli. Sempre nell’82 Vasco Rossi cantava in “Cosa ti fai”: “Dimmi che cosa ti fai. Non dirmi che non ti droghi mai! Dai!”. Oppure in “Vuoi star ferma: “Vuoi star ferma, vuoi con i pensieri, un altro wisky qui, un altro wisky si…”. Non parliamo della violenza che trasuda da certe canzoni ancora riproposte nei concerti e conosciutissime  dai giovani. E’ il caso di Gli spari sopra dell’93: “Se la guerra poi adesso cominciamo a farla noi, non sorridete… gli spari sopra…”. Vero e proprio inno alla distruzione di ogni valore di una società civile è il testo di “Siamo solo noi”, una canzone famosissima di Vasco Rossi dell’81: “Siamo solo noi che non abbiamo più rispetto per niente neanche per la mente, siamo solo noi che poi muoiono presto, quelli che però è lo stesso. Siamo solo noi che non abbiam più niente da dire dobbiamo solo vomitare, siamo solo noi quelli che ormai non credono più a niente e vi fregano sempre…”. L’unica forza vitale che anima la disperata esistenza dell’uomo è l’istinto sessuale sfrenato, concetto molto ben espresso in “Rewind” del 98, e l’amore per il denaro decantato in “Cosa succede in città” dell’85: “Conta si il denaro…altro che no, me accorgo soprattutto quando, quando non ne ho, egoista certo… perché no? E perché non dovrei esserlo? Quando c’ho il mal di stomaco c’è l’ho io o no?”. Per il resto c’è solo la desolante e triste mancanza assoluta di una speranza nella vita, di un valore da coltivare, tutto è negativo e da buttare. In canzoni come Un senso del 2004, Siamo soli del 2001, C’è chi dice no dell’87, traspare tutta la disperazione di una esistenza senza senso che non può non influenzare negativamente una coscienza ed una personalità in formazione come quella adolescenziale.

In questi ultimi anni, con album tipo “Il Mondo che vorrei” del 2008 e “Vivere o niente” del 2011, Vasco Rossi, ormai alla soglia dei sessant’anni, si fa più cauto e controllato senza più espliciti riferimenti a droga ed alcol. Comunque, a mio modo di vedere, le canzoni di Vasco Rossi rappresentano l’ennesimo modello falso e deteriore che questa società di oggi, incapace di sottrarsi alle logiche del business a tutti i costi, non rinuncia a propugnare.

13 commenti:

  1. Per una volta sono d'accordo ! Strano andare d'accordo con un teofago ! No ?

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  2. Carissimo Sal, mi compiaccio vivamente! Finalmente abbiamo trovato un punto in cui andiamo d'accordo! E' importante cercare di andare d'accordo con tutti per noi cristiani delle origini:

    “Infatti noi li prendiamo non come pane comune e bevanda comune; ma come Gesu' Cristo” Giustino Martire, prima metà del II secolo (Ap I, LXVI, 1-3).

    Un saluto, in pace.

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    1. Un altro Teofago, Anche Giustino. Lui si sbaglia e tu lo segui, Complimenti. Infatti vedi anche lui nonlo prende come pane, ma come Gesù, se lo mangia non come il pane ma se lo mangia ! Forse era cannibale e ti ha fregato !

      Nel suo libro A Short History of the Early Church, H. R. Boer dice quanto segue dell’insegnamento degli Apologisti:
      “Giustino [Martire] insegnava che prima della creazione del mondo Dio era solo e che non c’era un Figlio. . . . Quando Dio decise di creare il mondo, . . . generò un altro essere divino che creasse il mondo per lui. Questo essere divino fu chiamato . . . Figlio perché era stato generato; fu chiamato Logos perché era stato tratto dalla Ragione o Mente di Dio. . . .
      “Giustino e gli altri Apologisti insegnavano perciò che il Figlio è una creatura. È una creatura d’alto rango, una creatura abbastanza potente da creare il mondo, ma pur sempre una creatura. Nella teologia questa relazione del Figlio col Padre è chiamata subordinazionismo. Il Figlio è subordinato, cioè viene dopo il Padre, dipende da lui e a lui deve la sua esistenza. Gli Apologisti erano subordinazionisti”.

      Giustino Martire, morto verso il 165 E.V., definiva il Gesù preumano un angelo creato, “diverso dall’Iddio che fece tutte le cose”. Diceva che Gesù era inferiore a Dio e che “non faceva mai nulla all’infuori di ciò che il Creatore . . . voleva che egli facesse e dicesse”.

      Sei cascato male tu non sei subordinatista. Ma dovresti esserlo !
      Vedi Subordinazionismo su Wikipedia !

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    2. Caro Sal, ho citato Giustino per farti capire come i cristiani nel II secolo credono nell'Eucaristia conformemente a quanto scritto nei Vangeli. E' il cristianesimo delle origini, quello più vicino temporalmente agli apostoli.

      Giustino un subordinazionista? Non direi proprio! Stiamo parlando ancora del II secolo ed è possibile che in alcuni Padri, non essendo ancora formata una terminologia teologica precisa, possa esserci ancora qualche imprecisione. Questo non significa nè che tali Padri fossero eretici, nè che per essi si possa giustificare il subordinazionismo oggi. Semplicemente, ognuno di essi ha contribuito al lento perfezionamento del dogma con formule ancora non definitive e inequivocabili dal punto di vista formale ma certamente corrette nel contenuto e, ancor più, nella loro intenzione. Quindi, se cerchi di denigrare le Verità di Fede cristiane in questo modo dimostri ancora una volta non solo di non sapere di teologia ma nemmeno la storia: ignorante due volte.

      Un saluto, in pace.

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    3. Hai visto che hai sempre ragione tu ! "L'eucarestia conformemente a quanto scritto nei Vangeli ?" Ma li hai mai letti ? Me sa de no ! Oppure hai letto male Oppure una traduzione fallata !
      Saluti a viganò !

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    4. Calma nel Quasten, il miglior testo di Patrologia si afferma che, in s. Giustino c'è una teologia molto embrionale che per certi aspetti è sbordinazionista ma che riconosce l'adorazione da tributarsi a Cristo in quanto Dio nel Dialogo con Trifone ....(cfr. Quasten Patrologia v. 1. p. 178-181) I padri apologisti non erano tutti subordinazionisti, c'era infatti Atenagora che presentava chiarissimamente il Figlio come Dio uguale al Padre....(ibid. p. 205) Riguardo all'Eucaristia e al Vangelo dobbiamo dire che la dottrina di s. Giustino è pienamente ortodossa, almeno per quei tempi, e l'Eucaristia che lui presenta è davvero conforme a ciò che è scritto nei Vangeli ......e lo dico perché ho letto tutti i Vangeli e tutta la Bibbia e parecchie cose dalle opere del santo in questione .

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    5. Grazie della precisazione, Padre, ma con Sal abbiamo a che fare con un osso duro...

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  3. Sal sei patetico e decisamente OT. Sarebbe il caso di attenersi al tema del post. Presto pubblicherò un post sul sacramento dell'Eucaristia.

    Stammi bene.

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    1. Ecco si, magari anche con l'accenno al Dies solis e la menata che spesso ci riproverano del cambio di giorno.
      TI lascio un link particolarmente bello da leggere al riguardo:
      http://forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=18&t=9338&hilit=dal+sabato+alla+domenica

      Ciao!

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  4. Sono perfettamente d'accordo con l'autore dell'articolo, anzi sarei stato molto più duro nell'attaccare V. Rossi che, anche secondo vari Vescovi, è un vero e proprio strumento di satana; con le sue canzoni e la sua vita ha diffuso un messaggio di grande immoralità!!

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  5. Spero vivamente che Vasco Rossi non sia pienamente cosciente del male e dei danni che ha fatto con le sue canzoni. Preghiamo per lui.

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  6. Basti pensare che Vasco Rossi è un antiproibizionista ultra convinto (come il sottoscritto) ed al male che ha fatto e fa tutt'ora la droga proibita per far capire alla gente come voi che il male peggiore è anche quello fatto in buona fede, quasi sempre nel tentativo di fare il bene. Per questo mal non v'è rimedio (poiché non riconosciuto come male).

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    1. Penso, con tutto il rispetto per le tue idee, che l'antiproibizionismo sia molto pericoloso perchè le droghe, anche quelle denominate "leggere", sono sempre molto pericolose e dannose. E non solo per chi ne fa uso.

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