mercoledì 25 gennaio 2012

La Chiesa e l'esenzione Ici

Ultimamente il presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, in occasione dell’apertura del Consiglio permanente della Cei, ha richiamato tutti i cristiani, e in particolar modo quelli impegnati in politica,ad affrontare la dura crisi finanziaria che attanaglia il nostro paese con un rinnovato senso di responsabilità nell’adempimento dei sacrifici. I politici, per primi, sono chiamati ad un forte senso del dovere evitando privilegi e di remare tutti verso il risanamento finanziario e la lotta all’evasione fiscale. Il cardinale ha anche affrontato la questione dell’Ici e delle esenzioni che riguardano i beni immobili della Chiesa cattolica ribadendo il fatto che la Chiesa chiede solamente l’applicazione della normativa vigente in materia e che in caso di abusi questi devono essere perseguiti e puniti. L’alto prelato ha aggiunto che non pagare le tasse costituisce peccato e “per un soggetto religioso è addirittura motivo di scandalo”.

La posizione del cardinale Bagnasco è chiara e netta, rispetto della legge e condanna di ogni illecito. Eppure pressante è la campagna mediatica laicista contro i presunti privilegi di cui godrebbe la Chiesa Cattolica, definita senza riserve un vero e proprio parassita a carico delle casse dello stato. Chi si scaglia così ferocemente contro la Chiesa e i cristiani il più delle volte ignora il D. Lgs 30 dicembre 1992, n. 504, la norma che esenta dal pagamento dell’Ici gli enti non commerciali che svolgono alcune specifiche e definite attività di rilevante valore sociale. Una legge, quindi, che non è un aiuto dello stato alla Chiesa cattolica, ma un ausilio di grande valore sociale per l’attività preziosa di tanti enti “no profit”. L’ottusità laicista identifica il fabbricato cattolico solo con i palazzi ecclesiastici, mentre dimentica la capillare diffusione di tanti enti della Chiesa cattolica, come ad esempio le parrocchie, che svolgono attività assistenziali, previdenziali, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Certamente qualche illecito potrebbe essere stato compiuto, ma ciò deve essere denunciato e perseguito, come, del resto, il cardinale Bagnasco ha ribadito.

In questo periodo di crisi la falsa propaganda laicista preme per una abolizione totale di tale esenzione, ma si tratta di una propaganda miope, infatti tale agevolazione non riguarda solamente gli enti della Chiesa cattolica, ma tutti quelli “no profit”. Il mancato gettito dell’Ici da parte di tali enti non costituisce un mancato introito, ma il sostegno ad una attività di alto valore sociale che altrimenti lo stato avrebbe dovuto assicurare, con aggravio dei conti pubblici.    

6 commenti:

  1. “Angelo Bagnasco, ha richiamato .. i cristiani, …impegnati in politica,ad affrontare la dura crisi finanziaria che attanaglia il nostro paese con un rinnovato senso di responsabilità nell’adempimento dei sacrifici. I politici, per primi, sono chiamati ad un forte senso del dovere evitando privilegi e di remare tutti verso il risanamento finanziario e la lotta all’evasione fiscale.”

    Ma che strano ?.... Pio IX aveva detto che i cristiani non devono impegnarsi in politica !
    Vedi qui
    Che banderuole !
    “La posizione del cardinale Bagnasco è chiara e netta, rispetto della legge e condanna di ogni illecito”
    Strano …. Vedi qui e qui e anche qui

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  2. Caro Sal,
    i tuoi link non funzionano, puoi scrivere l'indirizzo o riportarmi brevemente le tue citazioni?

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  3. Erano tutti articoli de: "il Fatto Quotidiano" basta che digiti sul loro sito Bagnasco+Ici
    Per quanto attiene a Pio IX basta leggere Wikipedia "non expedit"

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  4. Mio caro Sal, i cristiani sono cittadini come tutti gli altri, quindi hanno tutto il diritto di partecipare alla vita politica del loro paese cercando di costruire una società più giusta dove il valore dell'onestà sia un'esigenza irrinunciabile.

    Un saluto, in pace.

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    1. Si ma dovevi dirlo a Pio IX, era lui che non era d'accordo ! Peccato che è all'inferno ! Non ti potrà rispondere. Ma se ti rivolgi a Amorth forse qualche speranzella ce la puoi fare !

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    2. Era forse dogma quello che Pio IX disse? No, nemmeno parlò ex cathedra quindi semplicemente possiamo dire che il Papa ha sbagliato senza ledere per questo il principio dell'infallibilità papale. Anche Benedetto XVI nel suo libro su Gesù ha scritto: "è uno studio e quindi chiedo agli studiosi di criticare e correggere". E il suo predecessore? "se mi sbaglio mi corrigerete!"
      Non si critica senza ragion veduta, tutto qui.

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