giovedì 20 febbraio 2025

I miti sulle Crociate: i Templari e gli Ospitalieri furono milizie specializzate per reprimere l’Islam e furono famosi per la loro crudeltà ed efferatezza.

Indissolubilmente legata alla storia delle Crociate è la figura degli ordini cavallereschi, primo fra tutti quello Templare, che nell’immaginario collettivo appaiono sempre come soldati rozzi, violenti, degli assassini assetati di bottino. Un chiaro esempio di tale credenza è senza dubbio il famoso film di Ridley Scott del 2005 “Le crociate - Kingdom of Heaven”, dove i Templari sono raffigurati come un branco di selvaggi sempre pronti alla guerra per uccidere quanti più musulmani possibile. Nel film di Scott, infatti, l’ordine templare, tra cui vi compaiono due personaggi storici che templari non furono, come Rinaldo di Chatillon e Guido da Lusignano, appare come l’elemento barbaro e feroce sempre pronto a razziare e distruggere ogni presenza musulmana in Terrasanta.

Tale visione, ovviamente, è totalmente sbagliata ed antistorica, infatti diversi storici hanno contestato questa rappresentazione dei Templari, tra i più rappresentativi abbiamo il britannico J. Riley Smith, l’italiano Franco Cardini e il francese di origine libanese Amin Maalouf. Secondo l’opinione di questi storici innanzitutto le violenze e le crudeltà furono da ambedue le parti, ma soprattutto considerano il fatto che essendo i Templari impegnati nella difesa dei pellegrini e dei luoghi sacri, non avevano alcun interesse a fomentare scontri e guerre con i musulmani, ma brigavano affinché le varie tregue stipulate reggessero il più a lungo possibile. Queste tregue, semmai, furono violate da capitani musulmani e crociati che autonomamente decidevano di far bottino assaltando le carovane contro gli interessi stessi dei loro sovrani.

Contrariamente a ciò che si pensa comunemente le fonti storiche ci narrano di rapporti molto buoni tra Templari e musulmani, al punto che questa amicizia fu una delle principali accuse che furono rivolte ai Templari nei vari processi. Sono stati proprio gli arabi a lasciarci un quadro improntato spesso a simpatia ed ammirazione. Scrive in questo modo il raffinato emiro Usama: "Quando visitai Gerusalemme io solevo entrare nella moschea al-Aqsa, al cui fianco c'era un piccolo oratorio, di cui i Franchi avevan fatto una chiesa. Quando dunque entravo nella moschea al-Aqsa, dov'erano insediati i miei amici Templari, essi mi mettevano a disposizione quel piccolo oratorio per compiervi le mie preghiere" (Franco Cardini “Processi alla Chiesa. Mistificazione e apologia”, Piemme, Casale Monferrato 1994, p. 229).

Ma quale fu il motivo della nascita e presenza in Terrasanta di questo ordine di monaci guerrieri? Come è possibile che un ordine religioso cristiano potesse fondarsi sulla violenza e le armi? Una volta liberata Gerusalemme e i luoghi santi, meta dei pellegrinaggi, restava il problema della loro difesa. L’Islam era stato sconfitto, ma non debellato, quindi persistevano i pericoli per le carovane dei pellegrini e per Gerusalemme stessa. Gli eserciti crociati, infatti, dopo l’impresa, si scioglievano, i cavalieri si liberavano dal voto fatto e se ne tornavano in Europa. Dopo un primo periodo di disorientamento, l’Islam, in special modo quello egiziano, passarono al contrattacco e presto le vie carovaniere cominciarono ad essere insicure e ricominciarono le violenze nei confronti dei pellegrini. Così, gruppi di cavalieri cristiani, per lo più a titolo penitenziale come era tipico per quei tempi, sceglievano di rimanere in Terrasanta per difendere le conquiste cristiane e proteggere i pellegrini, vivendo in comunità e in povertà nei luoghi santi. Si formava, così, una singolare e paradossale, in quanto guerriera, vita monastica che ben presto si sviluppò in ordini religiosi acquartierati in caserme-abbazie poste lungo i confini e nei punti strategici del deserto a guardia delle piste carovaniere. Nacquero così gli ordini religioso-militari dei "Poveri Cavalieri del Cristo" (più tardi detti "Templari"), dei "Cavalieri di San Giovanni", (detti "Ospitalieri"), poi dei "Cavalieri di Santa Maria" (detti "Teutonici"). Le loro regole si ispirarono variamente alla matrice benedettina (o alle norme canonicali d'origine agostiniana) e trovarono un estimatore d'eccezione nel più grande mistico dell'Occidente di allora, Bernardo di Clairvaux, che in un suo scritto il "De laude novae militae" ("In lode della nuova cavalleria"), definì la loro la vocazione militare come il simbolo esteriore del combattimento spirituale contro il peccato.

Come già accennato, oltre ai Templari, un ruolo molto importante fu rivestito dai “Cavalieri di San Giovanni” detti “Ospitalieri”. Anche contro questo Ordine di monaci guerrieri si sono dette molte falsità, con accuse di crudeltà e violenza contro i musulmani, ma in realtà questo Ordine fu dedito principalmente all’assistenza e alloggio per i pellegrini. Successivamente, a causa delle continue scorrerie dei predoni che depredavano i pellegrini, i monaci li difesero usando anche le armi. Gli ospitalieri si costituirono subito dopo la Prima Crociata, e nel 1113 furono riconosciuti come itituzione indipendente da papa Pasquale II con la bolla "Pie Postulatio Voluntatis". Gli Ospitalieri veneravano i “santi poveri”, che consideravano i loro “signori” e si reputavano i “servi dei poveri di Cristo”. Nella loro sottomessa umiltà e nel loro rispettoso amore per i poveri anticiparono i francescani. Furono i fondatori del primo grande ospedale cattolico che realizzarono a Gerusalemme, insieme ad un grande orfanotrofio. Secondo gli ospitalieri, visto che ogni povero era Cristo, aveva diritto ad un trattamento che non fosse soltanto buono, ma il migliore e il più generoso possibile. Scrive in proposito lo storico delle Crociate J. Riley Smith: “L’ospedale di Gerusalemme accoglieva i poveri, quale che fosse la loro malattia (eccezion fatta per la lebbra), la nazionalità e il sesso. L’accoglienza di pellegrini musulmani ed ebrei spiega perché ai malati veniva servito il pollo e perché si parla di una seconda cucina, coquina privata. E’ possibile che gli ospitalieri rispettassero le restrizioni alimentari dei loro pazienti non cristiani” (Jonathan Riley Smith, “Storia delle Crociate”, A. Mondadori Editore, Milano 1994. Pag. 135).

I vari ordini cavallereschi che si formarono in Terrasanta durante le Crociate vengono spesso descritti come orde selvagge assetate di sangue musulmano e associazioni potentissime, ma, come abbiamo visto, si tratta dell’ennesima leggenda anticristiana. A tal riguardo lo storico J.Riley Smith è molto preciso: “I Templari e gli Ospitalieri sono stati rappresentati come ordini potentissimi, come “stati entro lo Stato”, ma il quadro c così li rappresenta è una caricatura. Costituzionalmente la loro posizione non era diversa da quella degli altri istituti ecclesiastici della Cristianità latina che avevano anch’essi proprietà a condizioni di privilegio con l’esenzione dagli obblighi di tipo feudale e dalla giurisdizione delle corti secolari” (Jonathan Riley Smith, “Storia delle Crociate”, A. Mondadori Editore, Milano 1994. Pagg. 141).


Bibliografia

Franco Cardini “Processi alla Chiesa. Mistificazione e apologia”, Piemme, Casale Monferrato 1994;
Jonathan Riley Smith, “Storia delle Crociate”, A. Mondadori Editore, Milano 1994;
Rodney Stark “Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle crociate” Lindau, Torino, 2010;
Amin Maalouf “Le crociate viste dagli arabi”, La Nave di Teseo 2020.

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