giovedì 21 maggio 2020

La Chiesa e la nascita delle Università

Come è noto tra i tanti miti anticattolici che fanno parte dell’immaginario collettivo laicista un posto di primaria importanza occupa la convinzione che la Chiesa cattolica si sia sempre opposta al progresso scientifico per la paura di veder confutati i suoi dogmi di fede e come espediente repressivo per impedire lo sviluppo e l’autocoscienza dei popoli. Questo mito trae origine dalla vecchia accusa di oscurantismo che ha sempre contraddistinto il pensiero degli intellettuali illuministi e positivisti nei confronti della Chiesa e per connotare negativamente il Medioevo occidentale come un’epoca di declino culturale dopo la luce della ragione che avrebbe caratterizzato l’età classica. Secondo l'analisi illuminista sarebbe stata la teologia ad avere la preminenza sul pensiero scientifico e ad imporre le “verità bibliche” come principi basilari. 

Questa “luce” della ragione sarebbe testimoniata dalle famose scuole della grecità come l’Accademia Platonica o il Liceo di Aristotele o anche la sapienza dei grandi imperi dell’antichità come quelli Cinese, Indiano o Persiano. In verità nessuna di queste istituzioni si prefiggeva la ricerca, la cura e l’insegnamento organizzato e sistematico del sapere. L’istituzione preposta a tali scopi, che viene comunemente denominata “Università”, nasce proprio in età medioevale. Il noto storico statunitense Charles Omer Haskins, considerato uno dei fondatori della storiografia medievale, scrisse: “Le università, come le cattedrali e i parlamenti, sono un prodotto del medioevo” (C.O. Haskins “Le origini delle Università” Il Mulino, Bologna, 1970, pag. 3). 

Le università nacquero come sviluppo di precedenti scuole dove si insegnava cultura religiosa, uno sviluppo supportato dai sovvenzionamenti di cattedrali e monasteri, molte risalenti al VI secolo. Scrive lo storico Leo Moulin: “Il papa Urbano V manteneva come sembra 1400 borsisti […] ma le borse di studio non furono le sole forme di aiuto agli studenti poveri […] Il papa Gregorio IX concede un’indulgenza di 40 giorni ai “benefattori” che finanziano le spese di alloggio, se occorre negli ospedali, degli studenti poveri (1233) […] Il papa Innocenzo IV ingiunge nel 1245 al vescovo di Tolosa di provvedere all’alloggio dei “poveri scolari” (L. Moulin “La vita degli studenti del medioevo” Jaca Book, Milano 1992, pag. 54-55). Le prime sedi delle corporazioni di studenti e di maestri, cioè le università, trovano asilo presso monasteri e cattedrali. Lo storico G. M. Trevelyan, noto per essere dichiaratamente anticattolico, parlando dei primi studenti di Oxford e Cambridge, afferma apertamente che: “dobbiamo presentarceli quali tutti come “chierici” dello stesso tipo, protetti all’ombra di Becket (cioè l’arcivescovo cattolico di Canterbury) contro la corte e il boia del re” (G. M. Trevelyan “Storia d’Inghilterra” Garzanti, Milano 1981, p.216). Le università sorsero per arrivare ad un insegnamento ai massimi livelli, per la ricerca del sapere, non si limitarono al semplice tramandare della sapienza antica, ma tendevano, per la prima volta, all’innovazione. A governare questa rivoluzione culturale fu la filosofia cristiana medioevale, la Scolastica, che poneva la ricerca, l’apprezzamento delle idee delle emergenti scuole di pensiero e l’empirismo come la base del nuovo sapere. Le università medioevali ebbero subito questo tipo d’impostazione, cioè dare importanza alla prova ottenuta attraverso l’osservazione. Il sorgere delle università in tutta Europa fu opera soprattutto della Chiesa cattolica. 

La prima università al mondo nasce a Bologna nel 1088, in territorio pontificio e anche le altre università più antiche come Parigi, Oxford, Padova, Roma, ecc. sorgono in terra cattolica, hanno stretti legami col mondo ecclesiastico e godono di privilegi direttamente concessi dai Papi e, più raramente, dai sovrani. A Roma nel 1303 nasce l’università della Sapienza, la più grande del mondo, per opera di Bonifacio VIII che la istituisce con la bolla “In suprema praeminentia dignitatis”. Si tratta dello “Studium Urbis”, un istituto che rappresenterà un punto d’incontro e di studio per tutti gli studiosi del mondo. Nel 1431 papa Eugenio IV lo allarga e ne conferisce una struttura più articolata ed efficiente. Nel 1500 papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, potenzia ancor più l’università romana cosicché da tutta Europa giungono studiosi famosi conferendo ancor maggior prestigio, potenziando materie umanistiche, archeologiche e scientifiche. E’ proprio presso l’università di Roma che vengono introdotti i primi insegnamenti della simplicia medicamenta che saranno alla base dello studio della medicina. E’ in questi anni che vi studia Bartolomeo Eustachio uno dei fondatori della scienza anatomica moderna. Nel 1592 papa clemente VIII chiama a Roma Andrea Cesalpino che l’anno dopo fornisce la prova dell’esistenza della circolazione sanguigna e dei suoi due circoli, quello venoso e quello arterioso. 

Parigi, invece, è l’Università degli studi filosofici e teologici, in cui insegna il domenicano Tommaso d’Aquino, mentre Oxford è l’Università dei francescani, di Roberto Grossatesta e Ruggero Bacone. 

Scrive lo storico Leo Moulin: “Nel 1600 si contano più di cento università: tutte sono racchiuse nell’area socio-culturale dell’Europa. Non ve ne sono altre nel resto del mondo […] Non è un caso. Infatti l’Università è il frutto di un immenso slancio dell’intera società medioevale…”, ed ancora: “Nella bolla che emana nel 1388, per esprimere il proprio consenso alla fondazione dell’università di Colonia, il papa Urbano IV scrive che gli obiettivi principali della nuova istituzione saranno quelli di diffondere la scienza per scacciare le nubi dell’ignoranza” (L. Moulin “La vita degli studenti del medioevo” Jaca Book, Milano 1992, pag. 5-6). 

Ma perché la scienza, e quindi i luoghi dove questa viene esercitata al massimo livello, cioè l’università, si sviluppò soltanto nell’Europa cristiana? La motivazione risiede nel fatto che l’Europa medioevale credeva che lo sviluppo della scienza fosse possibile ed auspicabile e ciò deriva dall’immagine che aveva di Dio e della creazione. La convinzione era quella che l’universo funziona secondo leggi immutabili in quanto Dio, che le ha poste, è perfetto. E siccome Dio ci ha dato la ragione, l’uomo è in grado di scoprire le regole che lui ha stabilito. Il celebre scolastico medioevale Nicola d’Oresme affermò che la creazione divina: “è molto simile a quella di un uomo che costruisce un orologio e lo lascia andare, perché continui il suo moto da solo” (A. W. Crosby “La misura della realtà” Dedalo, Bari, 1998, pag. 83). 


Bibliografia 

Whitehead Alfred North “La scienza e il mondo moderno” Bompiani, Milano, 1959, 
Haskins Charles Omer “Le origini delle Università” Il Mulino, Bologna, 1970; 
Alberto Trebeschi, Lineamenti di Storia del pensiero scientifico, Editori Riuniti, 1975; 
L. Moulin “La vita degli studenti del medioevo” Jaca Book, Milano 1992; 
A. W. Crosby “La misura della realtà” Dedalo, Bari, 1998 
Francesco Agnoli “Indagine sul Cristianesimo” Edizioni Piemme, Milano 2010; 
Rodney Stark “False Testimonianze” Edizioni Lindau, Torino 2016.

12 commenti:

  1. Vi è una precisazione da fare. Per molto tempo nella Chiesa la teologia era considerata l'unica branchia della scienza che portasse alla verità. Le scienze erano denominate " teologia naturale" Un grande di questa teologia naturale era Alberto Magno. Un certo conflitto vi fu tra teologia e scienze di portata modesta sfruttata dagli illuministi per i loro disegni ideologici di denigrazione sia degli scolastici sia della chiesa, accusata di oscurantismo.Il caso Galileo lo dimostra ampiamente.

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    1. Ciao Vincenzo, è vero quello che dici, ma ciò non impedì alla Chiesa di favorire lo studio e la ricerca scientifica. Ovviamente quando questa non andava contro i principi etici fondamentali.
      Un saluto

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  2. ciao, mi è piaciuto questo articolo. però mi sono rimasti dei dubbi. per esempio perchè molti storici considerano la prima università quella di nalanda in India o quella in Marocco e altre egiziane, e non solo storici ma anche enti importanti come l'unesco e guinness ?

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    1. Ciao anche a te, anonimo. Nel mio articolo prendo in considerazione l'Università come una istituzione dell'insegnamento organizzato e sistematico del sapere, che gode della protezione di bolle imperiali e papali, cioè del potere costituito. Le prime Università, secondo tale accezione, sono state quelle europee e tra queste la prima fu istituita a Bologna.

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    2. Salve, credo di non aver compreso. Anche perché so che queste università di Al Qarawiyyin o Al Azhar e di nalanda insegnavano anche materie scientifiche o letteratura, quindi non solo teologia e in maniera organizzata. perciò non riesco trovare la differenza. aggiungo che non sono qui per polemica, ma per curiosità. tra l'altro sono cattolico, quindi ne sarei felice. Inoltre una curiosità: sapevo che era Harvey a scoprire la circolazione, non Cesalpino perché è riconosciuto lui universalmente come lo scopritore.

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  3. Dimenticavo anche che è proprio in queste università che nacquero innovazioni come i diplomi/laurea ecc. addirittura pare che anche le donne studiassero. Comunque alcuni le fanno risalire addirittura alle antiche accademie greche .

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  4. Ciao Anonimo, la mia precisazione riguardava il fatto che l'istituto dell'università nell'Europa medioevale acquisì per la prima volta il carattere istituzionale. Furono considerate, cioè, per la prima volta, come un "organo" effettivo dello Stato deputato all'insegnamento del sapere perché ritenuto fondamentale per lo sviluppo della comunità. Ovviamente anche le altre università che hai citato coltivarono il sapere organizzato, ma non ebbero questa caratteristica di essere "organi" istituzionalizzati dallo Stato. Molto probabilmente si tratta solo di una sottigliezza, ma nel mio articolo ho tenuto a fare questa precisazione per sottolineare il fatto che la Chiesa non è mai stata contraria allo sviluppo della scienza e del suo insegnamento.

    Per quanto riguarda il medico inglese William Harvey forse c'è un piccolo equivoco. Cesalpino, fu il primo a scoprire la circolazione sanguigna, nella seconda metà del cinquecento, mentre l'inglese, agli inizi del seicento, fu il primo a descrivere analiticamente il sistema sanguigno umano scoprendone il verso.

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    1. Ciao, ti ringrazio per la risposta e mi scuso se ti scrivo adesso. Trovandomi già qui, volevo chiederti delle delucidazioni su tre argomenti che hai trattato in precedenza. Ovviamente come dicevo, scrivo direttamente qua.
      Il primo si tratta della questione della superiorità della cultura islamica e perché la scienza è nata nel cristianesimo. Ecco, qui mi chiedevo se è veramente nata in europa la scienza. Sono andato sulla pagina di Wikipedia "scienza e tecnica nell'epoca d'oro islamica" e ho letto parecchie cose come che Avicenna sia considerato il padre della medicina o Ibn al-Haytham sia addirittura considerato il fondatore del metodo scientifico,mentre Ibn al-Nafis descriveva la circolazione sanguigna e tanto altro.
      Il secondo tema riguarda la schiavitù. La Stampa fece un articolo su un prete nigeriano di nome Onyemechi, in cui notava, lavorando su fonti originali dell'Archivio Segreto Vaticano e quello di Lisbona, che la Chiesa condannò, nelle altre encicliche, la schiavitù per altri popoli e non per gli africani. Solo nel 1839 venne veramente condannato, peraltro dopo che altri paesi come l'Inghilterra e la Danimarca la misero al bando e addirittura i Gesuiti commerciavano gli schiavi. Perciò le chiedo come è possibile che la schiavitù per i nativi americani venne condannata solo dopo 40 anni dalla scoperta dell'America con la Sublimis Deus (il quale secondo questo sacerdote non riguardava i neri) e non condannò con encicliche, ma con delle semplici lettere ( riferito quella al vescovo della Guinea per esempio) quella nei confronti dei neri?
      Il terzo riguarda le donne. Per quanto riguarda questo argomento, ho controllato tempo fa, forse su Wikipedia la storia dell'ordine che Roberto creò. Mi ricordo di aver letto che non sempre fu accettato dalle gerarchie ecclesiastiche. In effetti il fenomeno dei monasteri doppi venne limitato dal secondo concilio lateranense e oltre. La maggior parte di essi si trovava solo nel mondo che in precedenza era celtico ( Irlanda, Spagna, Francia ), dove alcuni sostengono che derivi dal fatto che i popoli celtici erano aperti nei confronti delle donne e non se ne trovavano molti, oggigiorno sono rari. In Italia erano pochissimi. Un'altra cosa che volevo sapere è se le donne che volevano monacarsi, dovevano per forza essere monache di clausura. La ringrazio già per delle risposte.

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    2. Ciao Anonimo, non ti devi scusare, ormai non mi pongo più alcun scadenziario, leggo e scrivo con tutta tranquillità senza badare allo scorrere del tempo :)
      Allora, poni all'attenzione tre temi indubbiamente interessanti, ti rispondo con molto piacere.

      Sul primo tema forse ti riferisci a questo articolo che scrissi nel 2017:
      https://luis-apologeticon.blogspot.com/search?q=cultura+islamica
      In quell'occasione, però, mi limitai a trattare del tema della supposta superiorità della cultura islamica su quella europea. Non ho mai affermato che la "scienza" sia nata in Europa, tutt'altro. Gli Arabi, ad esempio, hanno sempre puntato sullo sviluppo delle scienze, ma questa loro cultura non era superiore a quella europea. Come scrivo in quell'articolo la cultura araba era in gran parte sostenuta da elementi non arabi, come quello bizantino, persiano, indiano e l'Europa non aveva niente da invidiare in fatto di scienze e tecnologie. La superiorità islamica è solo un altro mito diffusosi in ambiente illuminista in senso anticattolico.
      Per quanto riguarda il secondo tema posso dire con certezza che la Chiesa condannò sempre ogni tipo di schiavitù. La bolla Sublimis Deus, del 1537, trattava principalmente degli indigeni americani, perché sollecitata dai domenicani che informarono il papa Paolo III del comportamento brutale degli spagnoli, ma nel testo viene estesa la condanna della schiavitù ad ogni uomo. D'altronde già nel 1435 papa Eugenio IV condannò la riduzione in schiavitù degli abitanti delle isole Canarie, appena riscoperte, con la bolla "Sicut Dudum" e la popolazione delle Canarie era africana e di pelle nera. Quella bolla condannò la schiavitù nella sua totalità ribadendo che: "Dio è ugualmente creatore di tutti gli uomini che sono fatti a sua immagine"; Anche papa Pio II, con la bolla "Pastor Bonus" del 1462 cercò di tutelare gli africani della Guinea dalla tratta operata dai trafficanti portoghesi. Insomma credo che il prete nigeriano abbia preso un granchio. Escluderei anche che i Gesuiti possano aver mai commesso un atto così contrario alle disposizioni della Chiesa. Anzi, quest'ordine è famoso per le violenze subite per essersi opposto allo schiavismo. Un esempio per tutti è la bolla di Urbano VIII del 1639 "Commissum Nobis" sollecitata dai Gesuiti attivi nel Paraguay oppresso dai trafficanti schiavisti brasiliani. Alla sua promulgazione i Gesuiti furono da questi duramente perseguitati. Perché non furono da subito emanate encicliche? Molto probabilmente la Chiesa si trovò nella necessità di dover combattere in modo rapido il fenomeno dello schiavismo ed adottò l'istituto della "bolla" proprio per intervenire in modo più veloce e puntuale laddove si verificavano i soprusi. Poi con le solenni encicliche come "In Plurimis" di papa Leone XIII, del 5 maggio 1888, e la "Catholicae Ecclesiae" di papa Leone XIII, del 1890, la Chiesa ha definitivamente chiarito la sua totale condanna della schiavitù, di ogni epoca e contro ogni uomo.
      Sul tema riguardante le donne e la Chiesa ho scritto questo articolo, magari non lo hai ancora letto:
      https://luis-apologeticon.blogspot.com/2012/04/la-chiesa-e-la-donna.html#comment-form
      Comunque a quanto ne so non mi risulta che la Chiesa si sia mai opposta al monachesimo femminile, né che abbia imposto loro la clausura. La clausura è una condizione scelta liberamente dall'ordine e dalle sue componenti. Se una donna non vuole porsi in clausura può scegliere un altro ordine secondo la sua vocazione. Fermo restando che esistono le congregazioni religiose femminili delle suore del tutto dedite al contatto con il mondo.
      Spero di aver risposto alle sue domande in modo soddisfacente.
      Un caro saluto.

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    3. buonasera. La ringrazio innanzitutto della risposta. Sul primo punto credo di non aver più altro da dire e la ringrazio. Per quanto riguarda la schiavitù, i chiedevo in primis perché la prima enciclica in favore degli indigeni venne fatta con quasi 40 anni di ritardo e poi perché nei confronti degli schiavi di pelle nera ce ne sono poche rispetto ad altri, prima del 1839. Per quanto riguarda il fatto che i gesuiti abbiano o no avuto schiavi, una ragazza cristiana, studente in storia, parlò di un certo Valiano che non voleva i neri nel suo ordine. So però che Innocenzo VIII ricevette schiavi da Ferdinando II d'Aragona e li spartì tra clero e nobiltà romana. Mentre per quanto riguarda le donne, mi riferivo al fatto che i monasteri misti non erano molti e sopratutto in Francia. Inoltre la Chiesa dal secondo concilio Lateranense iniziò a limitarli. Sempre per il monachesimo femminile, intendevo che nel medioevo era per lo più di clausura, non come oggi. In più, anche se non ne hai parlato nei tuoi post e per togliermi delle curiosità, volevo chiederti (sempre che lei ne sappia) cosa ne pensava la Chiesa della violenza domestica, matrimonio riparatore o delitto d'onore. Magari le do spunti per successivi post. Un saluto

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    4. Salve. Sulla questione dello schiavismo credo di aver già risposto. La Guinea, le Canarie sono terre africane e i papi sono energicamente intervenuti con delle bolle, cioè delle lettere "ad personam" con carattere d'urgenza, per esortare la Chiesa locale ad intervenire e a redarguire coloro che si diedero alla schiavitù. In tali lettere, oltre ad interessarsi della fattispecie, viene anche espressa una condanna generale. Quindi, immediatamente ci fu una presa di posizione chiara contro la schiavitù. Ovviamente non voglio disconoscere il fatto che, purtroppo, molti cristiani, ed anche alcuni Gesuiti, si sono resi colpevolmente responsabili dello sfruttamento della schiavitù. Ma si trattò di eventi isolati, non approvati dal magistero della Chiesa. Il gesuita di nome Valiano, di cui parla la studentessa, francamente non lo conosco, per cui non ti saprei dire. Ti sarei grato se mi facessi avere la fonte di questa notizia. E lo stesso ti chiedo per la supposta donazione di schiavi che avrebbe fatto Ferdinando II d'Aragona al papa. Infatti non so nulla di questo avvenimento che non mi risulta affatto. Ferdinando non aveva alcun territorio in Africa, aveva appena conquistato Granada dagli arabi e Cristoforo Colombo non era ancora partito da Palos, quando papa Innocenzo VIII morì nel luglio del 1492.
      I monasteri misti esistettero sempre, in ogni parte della cristianità, non solo nei territori "celtici". Sono la prova che la donna col Cristianesimo godette, per la prima volta nella storia, di libertà ed indipendenza. Le limitazioni poste dal II Concilio Lateranense furono solo degli avvertimenti, non una censura totale. Quanto alla libertà e alla considerazione della donna nel Cristianesimo medioevale basta pensare a Santa Caterina da Siena, terziaria domenicana, cioè laica, con una propria comunità mista di seguaci. Ebbe una grande influenza e si pose alla pari con papi e re. Una cosa totalmente impensabile per qualsiasi altra religione e cultura del tempo.
      Per quanto riguarda le tue ultime domande, in effetti, non me ne sono mai interessato. Possono essere il tema di futuri studi. Ti ringrazio dell'idea.

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    5. Salve. Ero scettico sulla questione delle encicliche sugli schiavi neri, perché gli abitanti originari delle Isole Canarie erano perlopiù come gli arabi, quindi non bianchi. Ad ogni modo oltre a Pio II, chi prima dell'800 si era schierato in difesa dei neri? Era questa la domanda che più non riuscivo a rispondere. Guardando nei siti anticlericali mi veniva spesso questo dubbio. Poi per quanto riguarda quella piccola parentesi delle encicliche tipo la Dum Diversas, come si fanno a conciliare con il Magistero e delle encicliche che ne erano contro?
      Detto questo, per il gesuita mi devo correggere. Si chiamava Alessandro Valignano. Su internet non ho trovato molto sul suo pensiero. In effetti, la ragazza diceva che solo in biblioteca si poteva trovare. Ad ogni modo, non è importante ciò che pensa qualche sacerdote, ma la Chiesa. Per papa Innocenzo VIII, l'ho trovata su Wikipedia, sulla pagina schiavismo. Mentre per quanto riguarda le donne, su Internet lessi che i monasteri misti erano pochi e diffusi solo in alcuni luoghi. Non penso ce ne siano oggi. Forse è dovuto a dei sospetti da parte di alcuni papi nei confronti di questo. Per avvertimenti posti dal II Concilio Lateranense, quali sono?
      Ecco forse prima le donne monache importanti c'erano, ma comunque poche. Secondo lo storico Duby (mi pare sia lui) , le monache erano in clausura. Anche Santa Chiara dovette lottare per questo. L'ultima cosa riguardante le donne che volevo chiedere riguarda la caccia alle streghe. https://forum.termometropolitico.it/840928-leggende-nere-caccia-streghe-frutto-razionalismo-moderno.html su questo link, Stark afferma che nella Germania Meridionale cattolica vi erano più accuse rispetto alla Germania protestante. Poi su Wikipedia in Caccia alle streghe, si dice che l'Italia ne abbia avute 34, per poi aumentarne. Inoltre, come va vista la bolla Summis desiderantes affectibus?
      Detto questo, ti ringrazio per aver preso in considerazione gli ultimi argomenti. Per questo, mi permetto di darti altre idee.
      Il primo riguarda il fatto che la Chiesa abbia tanti immobili (non parlo di arte) che non vende. Spesso viene data quest'accusa nei confronti della Chiesa.
      Il secondo tema riguarda le presunte scopiazzature della Chiesa da culti preesistenti.
      Non solo alle somiglianze tra Gesù e altri (ho visto che hai già fatto) , ma per esempio che le processioni erano pagane (anche le aureole) , al fatto che la croce di Gesù (la forma,non che non sia stato crocifisso) sia stata copiata da quella egiziana (lo dice anche wikipedia) , o che siano stati copiati addirittura parti della dottrina, tipo la trimurti e Trinità
      Anche varie feste, tipo l'Assunzione, Epifania, Santa Lucia o Giovanni, Giovenale e la Candelora
      http://www.impressionisoggettive.it/cristianesimo_plagio.htm è un sito che dovresti leggere per esempio e su questo sito ci sono vari temi trattati contro la Chiesa che potresti leggere

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