Nell’articolo intitolato “Biglino e l’astronave di Yahwè” ho già trattato dell’assurda pretesa di Biglino di ignorare vocabolari e dizionari di ebraico biblico per poter essere libero di affibbiare ad ogni termine un suo personale ed immaginario significato in modo da poter supportare le sue strampalate teorie. Così come ha fatto con il termine “kevòd”, che ha arbitrariamente tradotto con “pesante”, mentre vuol dire “gloria”, “onore”, ora traduce in modo ancor più fantasioso un altro termine ebraico della Bibbia, “ruàch”.
Tutte le bibbie più diffuse e prestigiose traducono tale termine con “vento”, “spirito” e tale traduzione è quella fornita dai migliori dizionari di ebraico biblico, tra cui l’autorevole Brown-Driver-Briggs, ma per Biglino, a cui servono appigli per sostenere la folle tesi della presenza di un’astronave aliena nella Bibbia, questa traduzione è sbagliata. Infatti secondo lo studioso piemontese il termine “ruàch” avrebbe a che fare con “un oggetto pesante, metallico, che vola in cielo”. Quando nel primo libro della Bibbia, la Genesi, al secondo versetto del primo capitolo si legge: “… e lo spirito [ruàch] di Dio aleggiava sulle acque” per Biglino siamo di fronte al primo contatto di una astronave aliena con il pianeta Terra!
Ma come fa Biglino ad affermare una cosa del genere? Egli spiega che il termine ebraico “ruàch” avrebbe origini molto più antiche della lingua ebraica e risalirebbe niente meno che alla lingua sumera nella quale il suono “ru-a” veniva reso con un pittogramma, cioè con un’immagine stilizzata, composto da due disegni: un oggetto posto superiormente, che avrebbe il suono “ru”, e una massa d’acqua sottostante, identificabile col suono “a”, ossia l’immagine di una astronave che plana su una superficie d’acqua. Secondo Biglino sarebbe proprio questa la scena descritta nel passo della Genesi 1, 2 (M. Biglino “Il dio alieno nella Bibbia”, Unoeditori 2011, p. 41). Biglino, inoltre, cerca di supportare la propria tesi riportando nel suo libro “Non c’è creazione nella Bibbia”, a pag. 71, la raffigurazione di una stele ritenuta “accadica” o “sumera” conservata nel museo di Cartagine e datata al 1950 a.C, riportante il pittogramma dell’astronave aliena.
Stele ritenuta "accadica" o "sumera" da Biglino,
mentre trattasi di una stele punica conservata in Francia presso la collezione Jean H. Spiro |
Quindi secondo Biglino l’autore/i della Genesi, esprimendosi in lingua ebraica, invece di riferirsi allo “spirito” di Dio, avrebbero fatto in realtà riferimento al passaggio di una astronave aliena attraverso la descrizione di un pittogramma sumero. Ora, se fossimo davanti a libri di fantascienza non potrei fare altro che complimentarmi con Biglino per la sua fervida immaginazione, ma purtroppo queste “teorie” vengono spacciate per grandi scoperte scientifiche e presentate con l’enfasi di chi avrebbe scoperto l’inganno della Chiesa (sic) e rivelato una verità tenuta nascosta.
La “teoria” di Biglino fa acqua da tutte le parti, innanzitutto non esiste alcun termine ebraico che abbia una qualche derivazione dalla lingua sumera e ciò è ovvio perché a differenza di questa l’ebraico è una lingua semitica. Consultando l’autorevole “Hebrew and Aramaic Lexicon of the Old Testament”, alla voce “ruàch”, si può notare, infatti, che tale termine ha il suo corrispondente in tutte le principali lingue semitiche, mentre non ne ha nessuno con la lingua sumera. Inoltre il pittogramma in questione non ha affatto il suono “ru–a”, ma “Šagan”, e questo lo affermava già nel 1936 l’archeologo e filologo Adam Falkenstein nella sua pubblicazione “Archaische Texte aus Uruk (ATU 1)”. Da allora fino ad oggi in tutte le traduzioni e successive liste dei segni il pittogramma è sempre stato traslitterato col termine “Šagan” (“The University of Chicago Oriental Institute Publications” Vol. 104 (OIP 104) p. 32). Non esiste, quindi, alcuna corrispondenza tra il termine ebraico “ruàch” e il pittogramma sumero a cui si riferisce Biglino, quindi è del tutto arbitrario e sbagliato tradurre il termine “ruàch” in modo diverso da “vento”, “spirito”.
Con ogni probabilità Biglino si è basato sui lavori di un altro ricercatore autodidatta, un certo Christian O’Brien, un geologo inglese appassionato di archeologia mesopotamica, che si basò su fonti accademiche molto datate e superate.
Anche la notizia della stele “accadica” o “sumera” conservata nel museo di Cartagine e datata al 1950 a.C, riportante il pittogramma sumero dell’astronave aliena è l’ennesima bufala di Biglino. Infatti la stele in questione non è né accadica, tanto meno sumera, ma punica e non si trova in nessun museo a Cartagine, ma fa parte della collezione privata Jean H. Spiro conservata in Francia. Si tratta di una stele punica di qualche secolo prima di Cristo raffigurante il simbolo della dea Tanit.
Altra sciocchezza che afferma Biglino è quella secondo la quale il termine “ruàch” si sarebbe sempre riferito ad un qualcosa di reale, materiale, e non spirituale e che avrebbe acquistato il senso di “spirito” solo dopo il III secolo a.C. con la traduzione greca della LXX. Questa convinzione mostra la profonda ignoranza che Biglino ha della Bibbia, infatti in essa sono presenti tante espressioni in cui è usato il termine “ruàch” per designare gli stati d’animo dell’uomo ed in modo figurativo la forza vitale che fa vivere in particolare gli esseri umani. Sono tutti usi in cui questo temine acquista significati astratti perfettamente riconducibili al senso di “spirito” così come si ritrovano anche nella cultura ellenista.
Esempi di tali espressioni sono molteplici:
-in Genesi 41, 38: “E il faraone disse ai suoi servitori: "Potremmo noi trovare un uomo pari a questo, in cui sia lo spirito di Dio (ruàch elohim)?";
-in Esodo 28, 3 abbiamo: “Parlerai a tutti gli uomini sapienti, che io ho riempito di spirito di saggezza (ruàch chokhmà)”;
-in Numeri 27,18: “Il Signore disse a Mosè: «Prenditi Giosuè, figlio di Nun, uomo in cui è lo spirito (ish asher ruàch bo);
-in Gioele 3:1 “Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo (eshpokh et ruchì ‘al col basar) e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie”;
-in Proverbi 20, 27: "Lo spirito (ruàch) dell'uomo è una fiaccola del Signore che scruta tutti i segreti recessi del cuore".
In tutti questi passi, ma se ne potrebbero citare moltissimi altri ancora, il termine “ruàch” ha chiaramente un significato astratto, spirituale, e questo fatto distrugge in modo definitivo la visione assurda di Biglino.
Ciò che, sorprendentemente, affascina e cattura l’attenzione di tante persone, convincendole di aver trovato la prova definitiva di immaginari complotti e sotterfugi perpetrati dalla Chiesa cattolica, in realtà si basa su incompetenze, su errori fatti passare per verità certe, sul pressapochismo di dilettanti come O’Brien e lo stesso Biglino. Perché tutto questo? Forse c’è del vero in quella frase attribuita a Gilbert K. Chesterton che recita: “Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto”.
Bibliografia
Bibliografia
Stanislav Segert “A Basic Grammar of the Ugaritic Language”, University of California Press, Berkeley and Los Angeles, California 1997;
Jeremy Black, Andrew George, Nicholas Postgate “A Concise Dictionary of Akkadian”, Edizioni Otto Harrassowitz, 1999)”;
Philippe Reymond “Dizionario di ebraico e aramaico biblici” Ed. Società Biblica Britannica, 2011;
Dizionario “Koehler & Baumgartner" Hebrew and Aramaic Lexicon of the Old Testament;
Dizionario “Brown-Driver-Briggs” Hebrew and English Lexicon;
- Si segnala un interessante articolo dal blog "Guardopensoedico" che ben illustra l'inconsistenza delle fonti a cui attinge Biglino.
Tra l'altro sarebbe sufficiente per chiunque (di buona volontà) andare a googlare oppure (per i più volonterosi) acquistare un libro sugli alfabeti antichi e osservarne le diverse tavole, spesso sinottiche. Di tutto si può osservare e fantasticare su certi segni ma inventarsi di sana pianta le "biglinate" proprio no. Per inventarsi quelle bisogna metterci in mezzo dei documenti falsi.
RispondiEliminaComunque li ringraziamo perché, quando non ci arrabbiamo per tutta la gente truffata, una risata ce la facciamo anche noi.
Ad esempio, in Luca 4, Gesù leggendo Isaia 61 e attribuendo la profezia a sè stesso dice: "Ruach Adonai+tetragramma Alai" - "Lo Spirito del Signore Dio è sopra di me".
Ecco... I biglini a quel punto si immaginano un oggetto-volante-non-identificato svolazzante sulla testa di Nostro Signore e dei nazaretani astanti.
Pax et bonum Luis!
Francesca
Ben detto, Francesca.
EliminaMi ha lasciato veramente stupito lo scambio di battute che si può leggere nel link che segnalo in bibliografia. Se penso a quella ostentata (ma finta) aurea di competenza e serietà che caratterizzano le conferenze e i libri di Biglino, rimango veramente allibito dall'assoluta inconsistenza, o addirittura assenza, di fonti e/o documenti di un qualche valore.
Un gigante dai piedi d'argilla, e tanta gente che non riesce, o non vuole, rendersene conto.
Che tristezza.
Un saluto in Cristo
Luis