Ieri la Corte di Giustizia Europea, con una sentenza, ha stabilito che un ovulo umano non fecondato non è un embrione perché non ha la capacità intrinseca di svilupparsi in un essere umano. Questa decisione ribalta una sentenza del 2011 che aveva vietato la brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche che prevedono l'utilizzazione di embrioni umani, anche quelli derivati per partenogenesi, a fini industriali o commerciali. Secondo la Corte di Giustizia, invece, un ovulo attivato per partenogenesi, che abbia iniziato un processo di sviluppo, non va considerato come un embrione umano.
Alla fine ci siamo arrivati, adesso anche il materiale umano, all'origine della vita, è ridotto alla stregua di una merce che può essere brevettata ed avviata alla commercializzazione, oggetto di compravendita. Certamente un ovulo non fecondato non costituisce ancora un individuo umano, ma questa sentenza non è altro che un nuovo passo verso un sistema di pensiero unico in cui la vita umana non è più considerata un valore fondamentale e che renderà accettabile e legale la possibilità del suo commercio. D'altronde questa folle visione laicista non fa altro che considerare la commercializzazione degli ovuli come la logica conseguenza dell'affitto degli uteri, un piano inclinato che non potrà non condurci verso la catastrofe.
La Corte Europea si aggrappa al puerile pretesto che l'ovulo non fecondato non può ritenersi un embrione, in modo da rendere accettabile la sua commercializzazione. Peccato, però che tale "delicatezza" non risparmi all'embrione umano ben altre sciagure. E' una contraddizione tragicamente ridicola, tipicamente laicista, di considerare moralmente inaccettabile la commercializzazione dell'embrione, ma tranquillamente accettabile la sua uccisione con l'aborto.
SE
RispondiEliminaNon è proprio così: la Corte ha stabilito che un ovulo umano manipolato in laboratorio, ma non fecondato, SE non ha la possibilitá di svilupparsi in un essere umano, non può rientrare nella definizione (giuridica) di embrione e, quindi, la sua brevettabilitá non è, allo stato, vietata dalle direttive europee che proibiscono la commercializzazione degli embrioni.
COMMERCIALIZZAZIONE DEGLI OVULI E AFFITTO DEGLI UTERI
Sul divieto di commercializzazione/brevettabilitá del materiale genetico umano non ci si divide tra laici e pre-moderni. Il divieto in questione, nella nostra tradizione giuridica, laica e civile, ha una storia piuttosto antica e rispettata, la stessa che vieta il commercio degli organi e degli atti di disposizione del nostro corpo. Infatti, prima che le forze retrograde e reazionarie di questo paese, violando i diritti costituzionali dei cittadini italiani, imponessero la famigerata legge '40, il c.d. "affitto" degli uteri era in Italia giá di fatto vietato legge e sempre concretamente impedito dalla Giurisprudenza. Gli "uteri in affitto" sono un'americanata che non è mai stata accettata, nè sarà accettabile in Italia. Quello che le sentenze più illuminate, nella nostra penisola, permettevano era il gesto gratuito (e moralmente encomiabile) di chi si offriva di portare avanti la gravidanza per una madre biologica - spesso una stretta parente - che non ne aveva la possibilitá. Un dono, dunque, e nessun affitto. Similmente, non si può vendere un proprio rene o il proprio sangue, ma se ne può far dono. Vado fuori tema, ma non posso trattenermi dal rilevare che le parole, se usate nella giusta accezione, sono inesorabili e chi parla di uteri "in affitto" inconsapevolmente tratta tutte le donne come potenziali prostitute: il termine corretto - scusate, sono un tipo pedante - sarebbe semmai "locazione", a meno che non si pretenda di considerare l'utero, di per sè, un bene economicamente produttivo, come un albergo o un pozzo di petrolio.
UNA PROVOCAZIONE SU CUI RIFLETTERE
Comunque, come diceva G. Morandi, restiamo uniti! Niente affitti, niente locazioni e, per quel che mi riguarda, nessuna brevettabilitá, nemmeno dei gameti (posizione, quest'ultima, non assoluta: immagino che la ricerca scientifica abbia i suoi costi e, in mancanza di precise informazioni, mi riservo di valutare i benefici). Ma allora è veramente terribile e contradittorio che l'embrione sia tutelato dalla commercializzazione, ma non da una sua soppressione? È una provocazione su cui riflettere, ma la risposta è no: gli interessi in gioco sono diversi. L'interesse alla salute psico-fisica della donna, che legittima l'interruzione della gravidanza, non è equiparabile ad un mero interesse economico.
Salutoni
Caro Felsy colgo una contraddizione di fondo nel tuo ragionamento. Correttamente, almeno per me, poni come condizione moralmente accettabile quella di considerare la cessione di materiale umano, genetico o di organi, come un dono completamente gratuito, e poi difendi questa sentenza della Corte Europea che, di fatto, apre tale materiale alla commecializzazione. Un organo, tipo cuore, rene, fegato ecc. o gli ovuli, infatti, non sono embrioni.
EliminaCome al solito ricorri sempre, come captatio benevolentiae, al tuo cavallo da battaglia di passare per paladino in difesa delle donne. Tranquillizzati, parlare di "utero in affitto" non è assolutamente un'offesa alle donne, ma denunciare il sopruso di costringere delle persone a tali gesti estremi sfruttando la loro condizione di estrema indigenza.
Infine, mi stupisco della tua miopia nel non voler cogliere l'incredibile ipocrisia della posizione laicista nei confronti dell'embrione umano. A volte ho la stessa impressione di Engy...
felsineus,
RispondiEliminadato che capito qua ogni tanto e non ti ho mai letto prima, non capisco se il tuo tono è serio o ironico. Mi piacerebbe scoprirlo, così da inquadrare correttamente il tuo commento. :-)
Ciao Engy,
Eliminaho paura che il nostro caro Felsy, seppur in modo ironico, sia tremendamente serio. Non cogliere l'insostenibile ipocrisia laicista sull'embrione umano stride fortemente con la sua intelligenza.
un saluto.
Felsineus,
RispondiEliminami soffermerei solo un attimo sulla (famosa o famigerata a seconda dei gusti) Legge 40.
A distanza di 10 anni direi che – a parte la questione dell’eterologa – essa è stata via via smantellata, sentenza dopo sentenza.
In ogni caso la legge non fu imposta, ma addirittura sottoposta a referendum, con gli esiti che conosciamo.
Parere mio: la legge non era frutto di menti oscurantiste, bensì il risultato di un certo modo di concepire la vita, la morte, l’umanità in generale. Non ci vedo niente di “sconcio” nella originaria legge 40 e, sempre a mio parere, il referendum non raggiunse il quorum non certo per colpa dell’area dei cattolici, del cardinale Ruini, le cui argomentazioni – contestabili finchè si vuole – erano secondo me molto profonde ed avevano comunque una loro logica incontestabile, al di là ripeto dai contenuti che potevano essere dibattuti e contestati.
Quindi non fu secondo me il cardinale Ruini a condizionare un popolo di bigotti manipolabili, tant’è che, sia pure a livello di minoranza, anche certi “laici” approvarono il contenuto della legge. Io, molto modestamente, rientro tra quegli agnostici che però, sui cosiddetti temi etici, spesso si trova in accordo con i credenti.
La responsabilità del fallimento del referendum secondo me è proprio della fazione “laica” nel suo complesso, che aveva proceduto in molti casi con toni cinici e sprezzanti e comunque con slogan e parole d’ordine improntati a un’idea di autodeterminazione totale.
Ricordo – devo dire con raccapriccio – quanto ebbe a dire una beata Sabrina Ferilli a tale proposito: (più o meno) “una coppia ha diritto ad avere un figlio e ad averlo sano”.
Suvvia, certo che sono serio. Ma qui, come il pesce pescato l'anno scorso, sono ospite e in una dimora che non può non apparirmi un po' triste, sebbene ben tenuta dall'amico Luis. Così porto sempre con me un po' d'ironia, per divertirmi (primo motore immobile d'ogni mio intervento) e per pungolare amabilmente i miei interlocutori.
RispondiEliminaVoi fate quello che volete, ma a me, il termine "utero in affitto" fa abbastanza schifo. È talmente repellente che l'avrá di certo inventato qualche giornalista. Da schiaffeggiare, come faceva Nanni Moretti, urlando: "Ma come parli! Le parole sono importanti. Chi parla male, pensa male e vive male".
Quando una sentenza è corretta, è corretta. È così difficile da capire? Posso approvare una legge o una direttiva che vieti la brevettabilitá di un ovulo non fecondato e privo della capacità intrinseca di svilupparsi in essere umano, non sarò però mai disponibile ad unirmi al pessimo coro di chi vorrebbe ottenere il medesimo risultato forzando le norme che parlano di "embrioni" o confidando in interpretazioni illogiche e contradittorie.
Carissimi, che discettate con sostenibile leggerezza dell'ipocrisia altrui, ve lo ripeto un'altra volta: nel nostro paese la legge sull'interruzione della gravidanza tutela la salute psico-fisica della donna. Capisco che abbiate altre prioritá. Questa è però la legge e così si esprime la nostra amata Corte Costituzionale, più volte chiamata in causa. Liberissimi, per carità, di avere altre (strambe) opinioni. Tempo addietro qui poi si è a lungo filosoficamente duellato tra sostenitori del "momento del concepimento" e tifosi del "grado di sviluppo del sistema nervoso centrale". Io ero un noto hooligan della seconda fazione, ancora maggioritaria tra le persone erudite e ho menato fendenti di santa ragione. Non capisco proprio dunque come vi possa venire in mente di sbattermi nella sesta bolgia dell'ottavo cerchio senza un regolare processo.
Salutoni natalizi
Carissimo Felsy, ho sempre saputo della tua serietà e la tua ironia è un piacevolissimo, almeno per me, marchio di fabbrica che contraddistingue i tuoi interventi.
EliminaIo non so chi abbia coniato il termine utero in affitto, ma credo che, proprio perchè fa abbastanza schifo (cit.), si presti a descrivere adeguatamente una mentalità laicista che altrettanto fa abbastanza schifo. Quella mentalità di inventarsi dei diritti in nome dei quali calpestare quelli, questi si veri, dei soggetti più deboli.
Non discuto sul fatto che la sentenza in questione sia corretta o meno, faccio risaltare il fatto di come il diavolo sappia fare le pentole, ma non i coperchi. La Corte obbedisce al dettato laicista di calpestare ogni morale non rispettando il materiale umano con la faccia tosta di coprirsi con la foglia di fico del rispetto dell'embrione. Un embrione che nell'Europa laicista è considerato alla stregua di un hamburger...
In Italia la legge sull'interruzione della gravidanza tutela la salute psico-fisica della donna? Cos'è la trama di un nuovo film della Disney? Bisognerebbe raccontarlo alla centinaia di migliaia di bambini down soppressi ogni anno...
Mio caro Felsy, l'aborto è uno sporco, vigliacco, efferato OMICIDIO, non c'è altro da aggiungere. Solo dirti che non è affatto vero che la maggioritaria opinione tra persone erudite (sic) sia fautrice dell'improbabile, vacuo e scientificamente assurdo principio del "grado di sviluppo del sistema nervoso centrale" e che le sentenze della nostra amata Corte Costituzionale che confermano una legge che legalizzi l'omicidio, cioè che viola gravemente la legge morale, valgono meno di niente cosicche risulta giusto e moralmente encomiabile criticarle con ogni mezzo.
Altrettanti salutoni natalizi
Cara Engy, valuti le cose con cortese precisione e spero di non apparirti dogmatico o sprezzante nella risposta, non è mia intenzione.
RispondiEliminaPenso però che ognuno debba prendersi le sue responsabilità. I cittadini che sono rimasti a casa e non sono andati a votare al referendum, si sono semplicemente infischiati dei diritti degli altri ed hanno tenuto in poco conto i propri. È stata una pagina tristissima della nostra storia, ma ne abbiamo avute delle peggiori e non è poi questo il punto. Il corpo elettorale non è infatti qualificato ad esprimere giudizi di costituzionalità: la sua volontà è insindacabile e il suo potere è quello di determinare l'abrogazione di una legge, anche una buona legge. Il compito di riconoscere e cancellare un abominio giuridico spetta, invece, ad un altro organo costituzionale, la Consulta, che non esprime una semplice volontà, ma un motivato giudizio, pure insindacabile.
Il caso è dunque chiuso e non è più questione di gusti: una legge incostituzionale è una legge famigerata, che viola i diritti costituzionali delle persone. Non c'è più nulla da discutere e quello che è accaduto resta molto grave (si trattava di diritti c.d. "personalissimi") e le forze politiche che hanno violato la Costituzione, nei suoi principi fondamentali, hanno tradito il patto che le legava ai cittadini e disonorato se stesse e la loro funzione.
Quanto ai cattolici ed ai loro fans erano e son sempre stati liberissimi di "concepire la vita, la morte, l’umanità in generale" secondo le loro "logiche incontestabili", tutto quello che si chiedeva loro - come al solito - era di non molestare gli altri.
Non mi risulta che ci fossero squadracce di laici che sottoponevano i devoti a pratiche di fecondazione eterologa.
Sono d'accordo... le parole della Ferrilli sono raccapriccianti: una coppia? Perchè una madre single no?
Tanto per intenderci: il diritto ad avere dei figli è costituzionalmente sancito (e la Consulta lo ha recentemente ricordato in maniera espressa: anche se tra i costituzionalisti è in corso un dibattito su chi debba prevalere... le sentenze della Corte o quelle del nostro Luis) e, come da sempre ovvio, tutti hanno diritto alla salute, che è un diritto dell'individuo ed un interesse della collettività.
Secondo me però con la logica dell'ognuno pensi e faccia quello che vuole (abbia la possibilità di farlo) e non molesti gli altri si dovrebbe allora poter sconfinare molto, ad esempio nell'idea (che qualcuno infatti periodicamente avanza) della reintroduzione della pena di morte, a fronte di quel genere di delitti più orrendi: se il tizio che ha violentato e ammazzato mio figlio ad esempio venisse condannato alla pena capitale, non dò fastidio agli altri, giusto?
EliminaTra l'altro mi viene ancora in mente Guido Barilla che ha espresso un concetto del genere a proposito degli omosessuali (facciano quel che vogliono basta che non disturbino gli altri) ...
Ma quando la posta in gioco è così alta e sottintende la propria legittima concezione di umanità, non è proprio possibile ragionare in questa maniera, tant'è che molti si sdegnano prontamente quando qualcuno torna a parlare di pena di morte. Questi "molti" però sono anche quelli che, in altri campi, vogliono campo libero assoluto.
Quanto al diritto di avere figli naturali, Consulta o non Consulta, per me rimane invece un desiderio legittimissimo e molto comune, ma non un diritto.
E l'infertilità per me rimane un limite personale, non una malattia, tant'è che le tecniche di fecondazione artificiale - quando riescono ... - non "curano", non è che uno dopo diventa fertile.
Felsy, davvero il diritto ad avere figli è costituzionalmente sancito? Mi sai dire dove?
EliminaNo, Engy, non è giusto, perchè "il tizio che ha violentato e ammazzato tuo figlio" (conto sul fatto che stiamo discorrendo in astratto...) è un uomo, sia pur spiacevole, e rientra tra gli "altri" a cui daresti fastidio, così come vi rientrerebbero, eventualmente, i suoi genitori, i suoi figli, ecc.
RispondiEliminaTutti noi, gay o etero o amanti delle piante, siamo tenuti a non arrecar molestia agli altri e, pertanto, il discorso che fa il Sig. Barilla non sta nè in cielo, nè in terra e desta la mia immediata antipatia.
Invece, i cattolici e relativi fans ateo-devoti di cui dicevo sopra sono le forze politiche reazionarie che si sono adoprate per conculcare i diritti costizionali dei cittadini (non è un discrimine cultural-religioso: così come ci sono atei devoti, ci sono grazie a Dio, cattolici in grado di distinguere i piani ed obbedire a precetti e tradizioni senza pensare di poterli imporre, per legge, agli altri).
Il danno arrecato da questa gente è stato grave, con nostri concittadini (più ricchi) che sono stati costretti ad andare all'estero per ottenere trattamenti sanitari che erano pacificamente garantiti in tutti i paesi civili e tutti gli altri (più poveri) che hanno dovuto rinunziare ai loro progetti di vita e si sono dovuti piegare all'ignobile sopruso di chi ha preteso di decidere in loro vece. Questo è un insulto senza pari, di cui bisogna quantomeno mantenere memoria.
Un diritto è proprio un desiderio o, meglio, un interesse della persona che assume una posizione particolare quando un ordinamento giuridico "decide" di tutelarlo. Il nostro paese, come ogni altro paese europeo, tutela il diritto ad avere figli.
Tu sei libera di avere una diversa personale opinione, quello che conta, però, è che la legge venga rispettata e i diritti vengano esercitati senza ulteriori molestie di chicchessia. Non capisco molto l'ultima questione: esistono malattie insanabili e molte delle cause di infertilità e sterilità sono direttamente riconducibili a delle patologie, mentre molte altre sono addirittura sconosciute... boh, vorresti dire che, nel dubbio non dovremmo fornire assistenza? La Corte, parla di "patologie produttive di una disabilità" e precisa che "per evidenti ragioni solidaristiche" trattasi di nozione da intendere in senso ampio.
Bel discorso Felsy, ma il sig. Barilla non ha per niente molestato le persone omosessuali in quanto non ha fatto altro che esternare un dato di fatto: la coppia omosessuale non è una famiglia tradizionale. Se le sue parole ti hanno suscitato antipatia forse si tratta più di un tuo problema che non puoi, però, far pesare agli altri.
EliminaPer me la legge 40 è stato un provvedimento che ha avuto il merito di disciplinare una materia in cui vigeva il far west ed aveva anche il pregio di conferire una certa dignità all'embrione umano. Per me le sentenze della Corte Costituzionale che l'hanno stravolta sono molto gravi perché drammaticamente sbilanciate a sfavore del rispetto dell'embrione.
Da parte tua trovo molto triste scambiare per un sopruso il tentativo di rendere più umana la ricerca del concepimento di un figlio che, voglio sottolineare, non si tratta assolutamente di un diritto.
Volentieri, Caro Luis, perchè quando la Corte Costituzionale afferma o, per lo più, ribadisce un principio, indica sempre le norme costituzionali di riferimento. ("Deve anzitutto essere ribadito che la scelta di tale coppia di diventare genitori e di formare una famiglia che abbia anche dei figli costituisce espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi, libertà che, come questa Corte ha affermato, sia pure ad altri fini ed in un ambito diverso, è riconducibile agli artt. 2, 3 e 31 Cost., poiché concerne la sfera privata e familiare. Conseguentemente, le limitazioni di tale libertà, ed in particolare un divieto assoluto imposto al suo esercizio, devono essere ragionevolmente e congruamente giustificate dall’impossibilità di tutelare altrimenti interessi di pari rango. La determinazione di avere o meno un figlio, anche per la coppia assolutamente sterile o infertile, concernendo la sfera più intima ed intangibile della persona umana, non può che essere incoercibile, qualora non vulneri altri valori costituzionali e ciò anche quando sia esercitata mediante la scelta di ricorrere a questo scopo alla tecnica di PMA di tipo eterologo, perché anch’essa attiene a questa sfera." ...). Lieto di esserti stato utile e spero che potrai ora dedicarti, come me, all'albero.
RispondiEliminaFelsineus o Felsy :-),
RispondiEliminase non sbaglio l'O.M.S ha definito “malattia” l'infertilità, perciò facevo quel discorso finale.
Sulla pena di morte che ho portato ad esempio, intanto sì, stavo parlando in astratto fortunatamente. Io reputo la pena di morte un'idea aberrante, per motivi che è inutile stare a spiegare, tanto fanno parte di quei famosi valori condivisi; riconosco però che ha una sua logica, agghiacciante e ripugnante finchè si vuole, però ce l'ha. Detto questo, mi aspettavo le conclusioni logiche che hai tratto: l’uccisione di un uomo avrebbe ricadute dolorosissime sui suoi genitori, i suoi figli, ecc., dunque quell’idea del dare fastidio agli altri la pena di morte la porta di sicuro con sé. E dato che me le aspettavo io ti rispondo che anche quando vogliamo far passare l’idea di un figlio a tutti costi e di un figlio “naturalmente”, “ovviamente” sano, secondo me “diamo fastidio”, facciamo del male, feriamo tutti i malati e i disabili che al mondo ci sono venuti e nei confronti dei quali spendiamo pure e di buon grado bellissime parole di accoglienza, solidarietà, inclusione, ecc. Quindi ancora una volta secondo me dovremmo riflettere sempre, riguardo tutti i temi soprattutto quelli “sensibili”, non pensando solo a noi stessi e alla soddisfazione, al riconoscimento delle nostre aspettative.
Sempre sulla legge 40 poi, l’impronta “oscurantista” che molti le addebitavano, a un certo punto fu confermata anche dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo e allora “tutti” a dire – prevedibilmente – ecco vedete, ce lo dice anche l’Europa.
Quella stessa corte però tempo prima aveva ad esempio decretato che il poliziotto Placanica agì per legittima difesa nei confronti del povero Carlo Giuliani, l’aveva praticamente assolto (mente peraltro condannava l’Italia per inefficienza totale).
Dunque non è che dobbiamo pendere dalle labbra delle varie corti solo o soprattutto quando dicono cose che ci piacciono, perché quella sul Placanica non piacque a tutti come sai bene.
Ehm, molte questioni.
RispondiEliminaAnch'io, Engy, immaginavo che la pena capitale non incontrasse il tuo favore... a me piace ricordare che alcune delle pagine più preziose sull'argomento sono state scritte proprio in Italia (forse dal Verri, qualcuno dice, piuttosto che dal Beccaria, ma tant'è).
Il diritto ad avere figli sani, è un diritto piuttosto ovvio ed è un semplice riflesso del diritto costituzionale alla salute, ben noto anche prima della stessa Costituzione repubblicana: "il possesso del migliore stato di sanità possibile costituisce un diritto fondamentale di ogni essere umano" (New York, Atto di costituzione dell’OMS, 22 luglio 1946).
Ti hanno ingannata quando ti hanno fatto credere che la tutela della salute delle persone ferisca la sensibilità di malati e disabili o possa in qualche modo ledere i loro interessi. I disabili non hanno alcun motivo per sperare che nel mondo aumentino le infermità, nè potrebbero godere del tetro principio del mal comune mezzo gaudio: quello che rivendicano - come sempre accade - è proprio il rispetto dei loro diritti ... perchè cure, aiuto, inclusione e promozione del progresso scientifico sono appunto un diritto, non una concessione filantropica dei "sani".
La sentenza CEDU contro Austria è apparsa ai più pavida e dettata da necessitá eminentemente politiche: infatti non esprime un giudizio positivo sui principi di una legislazione repressiva (in un punto della sentenza si legge addirittura che i diritti dei cittadini austriaci hanno comunque una tutela "minima" dato che, alla bisogna, possono andare all'estero) bensì è apertamente diretta a salvaguardare l'autonomia degli Stati membri in una materia, ehm, molto spinosa. Pazienza, ci sono pronuncie della CEDU più apprezzabili.
Quanto alla sentenza CEDU sui fatti di Genova è complicato parlarne così, perchè tocca tante questioni ed ho sentimenti "misti" al riguardo, anche se sulla sussistenza della legittima difesa riconosciuta prima dal GIP e poi dalla Corte io non ho nulla da eccepire. In ogni caso, non vedo il problema: quella di massacrare una sentenza pedestre è attivitá che, quando mi capita, svolgo con piacere e dedizione.
La Corte Costituzionale, tuttavia, non è una Corte internazionale, non è un giudice di merito (non può stabilire se quel dato proiettile è stato esploso verso l'alto e poi è rimbalzato...) ed è anche molto sui generis come giudice, dato che è più simile al Parlamento od al Corpo Elettorale, trattandosi dell'organo che, tra le altre cose, mette la parola definitiva su ciò che è conforme a Costituzione e ciò che non lo è. Così dalle labbra della Corte Costituzionale pendi adesso e penderai nel futuro, quantomeno finchè vorrai vivere in questo paese in maniera onesta, rispettosa della legge e dei diritti delle persone - cosa che, leggendoti, non dubito. -
Caro Luis, qua dalle mie parti, per consolidata tradizione, i negozianti sono cordiali all'eccesso con i clienti. Ad un certo trattamento ci siamo ormai abituati. Ad esempio, è stato buffo verificare come, varcato l'appennino, i dialoghi tra la mia consorte ed i vari esercenti prendessero un taglio del tutto surreale ("Era veramente buona quella fiorentina di ieri." "Eh, ecchecrede ch'io venda della 'arne scadente? È tutta bona, ovvia." ... oppure "Oh, vorrei anche quella bella pastina laggiù in fondo, quella graziosa, tutta gialla, sará alla crema?" "Mpff..."). Tutto questo per dire che, se vuoi vendermi dei frollini, è meglio che non desti la mia antipatia.
RispondiEliminaCorte Cost. 26/2014 ha affermato con chiarezza - quanto a me, io giá lo sapevo - che non c'era il Far West prima (era solo il pretesto utilizzato per violare i diritti delle persone) tanto è vero che non c'è il Far West adesso. È invece esatto sostenere che alla Corte, come al solito, spettava il compito del bilanciamento degli interessi in gioco, e che, come del tutto scontato, visti i notissimi innumerevoli precedenti, la tutela giuridica dell'embrione non poteva certo prevalere sul diritto alla salute psico-fisica delle persone. Lo "sbilanciamento" di cui parli, dunque, effettivamente c'è, deriva dalle nostre norme costituzionali, è stato definitivamente riconosciuto dalla Consulta, ma non era affatto una novitá. È un dato acquisito da oltre trent'anni. Per questo ci si doveva indignare, all'epoca, quando un legge ordinaria calpestava principi costituzionali ben conosciuti.
Il termine "utero in affitto" fa schifo perchè sottintende la dazione di danaro. E viene ipocritamente utilizzato per offendere e svilire ogni "madre surrogata" che agisce per motivi lodevoli e disinteressati.
Mio caro Felsy, purtroppo col sig. Barilla non si è trattato di semplice antipatia, ma di una vera e propria violenta ritorsione, una campagna denigratoria degna del peggior regime antidemocratico. La semplice antipatia avrebbe potuto comportare una leggera flessione delle vendite, invece al sig. Barilla hanno imposto il pensiero unico laicista.
EliminaA me risulta che la Corte Costituzionale non abbia affatto convinto sul fatto che in Italia, prima della legge 40, esistessero regole chiare per la disciplina della fecondazione artificiale. La Corte, invece, smantellando una legge voluta dal popolo italiano, ha gettato la gestione della materia nella completa anarchia. Parli di principi costituzionali ben conosciuti, ma la Consulta non giustifica in nessuno dei suoi punti un tale "sbilanciamento", tanto meno la necessità della pratica dell'aborto.
Che il termine utero in affitto sia ipocritamente utilizzato per offendere le "madri surrogate" è una tua idea che io non condivido. Questo termine serve a descrivere le cose per quello che sono, denunciando la schifezza il sistema, ma senza giudicare le persone.
Darti i dati normativi che richiedi, Caro Luis, è facile perchè quando la Corte Costituzionale afferma o ribadisce un principio, indica sempre le norme costituzionali di riferimento. ("Deve anzitutto essere ribadito che la scelta di tale coppia di diventare genitori e di formare una famiglia che abbia anche dei figli costituisce espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi, libertà che, come questa Corte ha affermato, sia pure ad altri fini ed in un ambito diverso, è riconducibile agli artt. 2, 3 e 31 Cost., poiché concerne la sfera privata e familiare. Conseguentemente, le limitazioni di tale libertà, ed in particolare un divieto assoluto imposto al suo esercizio, devono essere ragionevolmente e congruamente giustificate dall’impossibilità di tutelare altrimenti interessi di pari rango. La determinazione di avere o meno un figlio, anche per la coppia assolutamente sterile o infertile, concernendo la sfera più intima ed intangibile della persona umana, non può che essere incoercibile, qualora non vulneri altri valori costituzionali e ciò anche quando sia esercitata mediante la scelta di ricorrere a questo scopo alla tecnica di PMA di tipo eterologo, perché anch’essa attiene a questa sfera." ...). Considerando le argomentazioni dei tribunali rimettenti, la Corte aveva precedentemente citato anche l'art. 29 ("l'art. 2 Cost. garantisce, infatti, anche il diritto alla formazione di una famiglia, riconosciuto dall’art. 29 Cost.") e non ha ritenuto necessario esprimersi sugli artt. 8 e 14 CEDU, dai quali si ricavano i medesimi principi, dato che quello in esame è un "diritto inviolabile dell'uomo" riconosciuto come tale direttamente dalla nostra Costituzione.
RispondiEliminaPerò, Luis, davvero credevi che avessimo il diritto alla vita, ma non quello a generarla? Pensavi che l'ordinamento non tutelasse la libera scelta dei cittadini di aver figli? Credevi fosse un semplice interesse personale che la collettivitá non doveva tenere in alcun conto? Ah, (la domanda è seria) pensi che la Costituzione non mi garantisca il diritto di andare allo Stadio a vedere il Bologna?
Luis... Luis, dunque, l'aborto è omicidio, il tuo amico Felsineus approva un delitto efferato, molte donne sono delle assassine, per lo più di bambini (bambini?) down e tutto questo con la complicitá dei giudici e dei legislatori che legalizzano il crimine. Bene, mi sembra ovvio che vuoi interrompere ogni comunicazione. D'altra parte, puoi far quel che vuoi, non sei mica tenuto a discutere con me. Io - l'avevo detto chiaramente, diverso tempo fa - alla prima delirante accusa di omicidio nei confronti di donne, medici, ecc. ecc., avrei alzato i tacchi. Infatti, anche se saprei ben risponderti, secondo i tuoi meriti, non penso sia qui corretto. In realtá, ho proprio sbagliato non solo a dilungarmi, ma a interloquire tout court.
Mi scuso pertanto con le persone che sono state qui pesantemente offese e con le persone laiche e/o ragionevoli che, eventualmente, ancora ci leggono... e saluto.
Caro Felsy, immaginavo che mi avresti dato questa risposta evasiva, perché non c'è alcuna norma che riconosca il diritto ad avere figli. La Corte Costituzionale, infatti, per poter dare uno straccio di motivazione ai suoi vaneggiamenti non ha potuto fare altro che riferirsi al "generico calderone" della libertà di autodeterminarsi. Questa miope visione non tiene conto del fatto che quando si tratta di generare dei figli non si è più da soli, non si è l'unico soggetto che si deve determinare, ma tale libertà deve confrontarsi con quella dei soggetti chiamati all'esistenza. La possibilità di esercitare la scelta di avere figli è certamente un diritto, ma pretendere di avere un figlio, ed averlo ad ogni costo, non è e non può esserlo. La genitorialità non è una condizione di cui io possa pretenderne il diritto, i figli non vanno pretesi, ma accolti, perché sono un frutto dell'amore e non soggetti previsti da un contratto.
EliminaDella possibilità di andare a vedere il Bologna FC, viceversa, possiedi ogni diritto: si è tranquillamente liberi di massacrarsi il fegato come si vuole. Tengo per la SS Lazio, posso capirti.
Te ne vai? Pazienza. Salutami Bologna, gran bella città.
Felsy,
RispondiEliminatorno qui per fare (ancora! :-) ) alcune obiezioni:
il diritto alla salute è una cosa, il diritto ad avere figli naturali e a pretenderli sani è un altro paio di maniche secondo me. E la tutela della salute ovviamente investe sia la prevenzione che la cura .... Anche perchè è del tutto evidente, direi banale, che quando anche dovessimo conoscere anticipatamente (in un ipotetico futuro), tramite indagini prenatali, tutte le patologie del mondo, anche quelle rarissime, e decidessimo sistematicamente di far nascere solo bambini sani - questo perfetto stato di salute iniziale prima o poi si rivelerebbe un'illusione, perchè la malattia è sempre in agguato, dunque oggi nasci sanissimo e domani chissà.
Per questo parlavo scarsa - secondo me - sensibilità nei confronti dei desabili e dei malati nel momento in cui da diverso tempo ormai stiamo dicendo che devono nascere solo bambini sani.
Sono questioni molto delicate e che vanno trattate con estrema cura come dimostrano anche i tuoi argomentati interventi, poi ognuno ha le proprie convinzioni.
Però ti dico in tutta franchezza che bisogna anche avere un po' più di coraggio a sostenere le proprie tesi. E mi riferisco alla legge 194 che personalmente reputo un'ottima legge - obiezione compresa. Detto questo l'aborto per me rimane un tema spinosissimo e di sicuro non solo per me, una questione che mi turba molto se solo penso a certi numeri.
Ecco, una cosa però che non riesco più a "tollerare" - e te lo dico con la solita franchezza e anche simpatia - è che ci si nasconda ANCORA dietro insulse (per me) disquisizioni filosofiche sull'essere o meno umano dell'embrione e del feto o del momento in cui essi acquisiscono la dignità di essere umano: queste discussioni mi appassionavano ai tempi del liceo, adesso basta però, sappiamo tutti e tutte cosa significa concretamente abortire, quindi diciamo chiaramente, sinceramente, aborto sì (a certe condizioni o incondizionatamente), aborto no (uso queste espressioni un po' brutali per capirci).
Buon Anno a tutti :-)
Ciao Engy.
EliminaNon credo che Felsineus ti risponderà, ha deciso di non intervenire più in quanto si è sentito offeso dal fatto che reputi l'aborto un omicidio. Curioso modo di agire, la mia è una denuncia dell'atto, non delle persone e dei loro intendimenti. Ma tant'è, pensa se dovessi offendermi io per tutte le volte che hanno infangato e vituperato il cristianesimo...
Un buon anno anche a te :-)
Io offeso? Perchè mai? Semplicemente, come già avevo detto, non accetto di dare alcun contributo ad una discussione in cui chi abortisce è apertamente trattato alla stregua di un assassino. Mi ero ripromesso di rispettare questo limite e così desidero fare: ma non è nulla d'importante, perchè riguarda solo me, che giudico dignitose certe cose e non altre.
RispondiEliminaPreferisco così troncare il mio intervento, ma non ho alcun problema a rispondere ad Engy.
Cara Engy, anch'io da un laico pretendo un certo modo di ragionare e, ti assicuro, io stesso lo gratificherei dei miei strali e delle mie beffe più feroci se osasse partire da idee astratte (tempo addietro non sono stato tenero con un - peraltro valoroso - utente laico che aveva proposto seriamente le idee bislacche di un filosofo americano "di grido" che giustificava l'aborto sulla base del diritto di proprietá).
Qua, però, con gli amici religiosi, bisogna essere più indulgenti: i più, infatti, immancabilmente, in ogni discussione, partono presupponendo una qualifica filosofica estremamente ambigua da cui poi traggono ogni concreta conseguenza (una qualifica che spesso "maschera" un concetto religioso: l'embrione è una "persona" e quindi.... questo comportamento non è "secondo natura" e quindi ....). In parte, direi, si tratta di un sincero abito mentale. Se dunque si vuole dialogare occorre toccare e chiarire le questioni filosofico-religiose di fondo.
Il grado di sviluppo dell'embrione, comunque, non è solo il punto di una disquisizione filosofica, ma è un dato materiale che viene preso in considerazione dalle varie leggi che, in tutto il mondo, regolano l'interruzione di gravidanza. La legge 194 è
appunto una buona legge perchè ne tiene conto e consente l'aborto, ma non incondizionatamente.
La malattia è sempre in agguato? Va bene, ma, allegria per allegria, lo stesso dicasi della magra signora con la falce. La vita stessa è, per definizione, precaria. E, ciononostante, non penso che vorrai rinunciare facilmente al tuo diritto alla vita. Così, se la prevenzione ci può garantire uno stato temporaneo di salute, sia benedetta.
Secondo me, la nozione giuridica di diritto soggettivo tende a confondere i non addetti ai lavori: nessuno sostiene che un diritto individuale non debba essere armonizzato coi diritti di tutti. Comunque sia, in concreto, la questione è chiusa: i cittadini italiani ora hanno il diritto di aver figli, anche con PMA e hanno il diritto che la salute degli stessi, nonchè della madre, sia tutelata al meglio. Non c'è molto altro da dire, perchè l'esistenza effettiva di un diritto non è questione di opinioni, ma dell'applicazione della legge.
Buone feste
Questo è poco ma sicuro.
EliminaUltima cosa: non so se ho già detto che io non sono (particolarmente) credente, mi definisco agnostica e lo faccio con la consapevolezza delle mie grandi e a volte grossolane lacune culturali che mi inducono a dire una cosa così.
Detto questo preciso un'altra cosa: a me piace più di ogni cosa ragionare con chi la pensa diversamente da me ... ragionare dunque. Poi so perfettamente - anche per esperienze personali - che una cosa è la ragione e le convinzioni anche più profonde che ne scaturiscono, altra cosa è l'emotività e l'emotività abbinata ad eventi imprevisti e che ci mandano nel panico, come ad esempio e appunto il rischio di un proprio figlio malformato o malato.
Quindi non do giudizi, assolutamente (a meno che, devo ammettere, non percepisca nitidamente una mentalità superficiale e immatura), molti anni fa ho abortito e non avevo problemi particolari, nè di salute nè economici, semplicemente decisi di no.
Forse per questo doloroso motivo un po' mi irrito a proposito di certe disquisizioni cui ti accennavo: io so - banalmente - che se non avessi abortito ora avrei un figlio.
Buone feste puratttè :-))
Ciao Engy,
Eliminaspero che con le mie idee di non averti dato "fastidio" come sembra abbia arrecato al sensibilissimo Felsineus. Sappi, inoltre, che io, pur non approvandola, rispetto la tua scelta e non giudico.
Un saluto.
nessun fastidio :-)
Eliminaanch'io comunque non approvavo la mia scelta, anche mentre la mettevo in atto, sapevo di star compiendo una cosa brutta e che mi avrebbe arrecato dolore e rimpianto.
ma l'ho fatta lo stesso, in quel momento ero molto giovane e alla fine ha prevalso il mio egoismo.
Tengo a precisare inoltre che parlo per me, non pretendo di estendere queste mie conclusioni a tutte.
Non capisco soprattutto perchè debba destare scandalo, presso alcuni, chi (penso ai vari movimenti per la vita) si presta ad aiutare le donne in difficoltà varie, a volte riuscendo a rassicurarle, ad aiutarle, dunque ad evitare l'aborto. Per me questa è una cosa grandiosa, dovrebbe essere accolta con felicità, mentre invece si vuole sempre vedere il torbido, il tornaconto oscuro, chissà quale malvagità.
Poi è evidente che anche nei movimenti per la vita ci saranno forme di fanatismo e intolleranza come dappertutto, non ho esperienza diretta .... però santo cielo, al netto degli inevitabili aspetti negativi, direi che lo scandalo proprio non ci sta.
Concordo pienamente :-)
EliminaMolti tendono a dimenticare che la legge 194 non stabilisce che l'interruzione di gravidanza sia un diritto, ma semplicemente una possibilità, la cui evenienza è soggetta a tutta una serie di verifiche. Ma, questo, purtroppo solo sulla carta...
La vera vittoria è riuscire ad evitare un aborto, non concederlo.
Bene Felsineus, visto che non ti sei offeso vorrei mettere in chiaro un concetto.
RispondiEliminaIo non tratto alla stregua di un assassino proprio nessuno e questo perché non giudico l'operato e non faccio la morale a chicchessia. Ognuno è libero di pensarla come vuole e se si sottopone ad un'interruzione di gravidanza o se la pratica, io rispetto le sue intenzioni che non sono certo quelle di un omicida. Puoi, quindi, caro Felsy, stare tranquillo, perché io non penso affatto che tu sia un potenziale omicida in quanto conosco le tue argomentazioni che, seppure non le approvo, non fanno di te un omicida.
Tutto ciò, però, non può limitarmi in alcun modo nella mia libertà personale di percepire l'aborto di un embrione e/o di un feto come la soppressione di una vita umana. La vita in sé non ha niente di sacro, uccidere per mangiare è quasi unanimamente accettato, ciò che la rende tale è il fatto che sia umana. Ora non è oggettivamente possibile negare che le cellule di un feto o di un embrione non siano umane e che non siano vita. Questa argomentazione è per me molto forte, perché si riferisce ad identificazioni scientificamente oggettive, ed è superiore alla teoria dell'umanità determinata da un sistema nervoso completamente formato. E' in forza di ciò che faccio le mie affermazioni.
Caro Felsy, tu puoi intervenire nel mio blog quando e come vuoi, però vorrei farti notare che non sarebbe buona educazione visitare una casa per parlare con i suoi ospiti ignorando volutamente il padrone. Con questo ti saluto e ti auguro buon resto delle feste.