martedì 22 ottobre 2013

Il laicismo francese nega anche la libertà di coscienza.

In questi giorni la Francia si è di nuovo resa protagonista nel dibattito circa il tema delle nozze omosessuali. Un gruppo di sindaci obiettori, che rivendica il sostegno di circa 20.000 responsabili politici, si è visto negare la propria liberà di coscienza di rifiutarsi di celebrare un atto immorale, infatti il Consiglio Costituzionale francese ha deciso che tutti i sindaci del Paese, anche quelli che si dichiarano obiettori, sono obbligati a celebrare le nozze tra le coppie omosessuali.

L'organismo francese ha motivato questa coercizione richiamandosi al fatto che la legge sulle nozze gay entrata in vigore il 18 maggio scorso è conforme alla Costituzione. Sarà pure conforme alla Costituzione, ma, evidentemente, non è conforme ai principi morali dei sindaci. I principi morali appartengono alla persona e vengono prima di ogni legge, non è possibile costringere delle persone ad infrangere i precetti della legge morale naturale. Né vale l'obiezione che si tratta di pubblici ufficiali dello Stato, in quanto anche questa condizione non può calpestare la libera coscienza della persona. Un sindaco prima di essere un pubblico ufficiale è principalmente una persona che come tale va rispettata.

In Italia, fortunatamente, è molto sentito e riconosciuto il principio che nessuno può imporre ad un altro di andare contro la propria coscienza. Infatti quello all’obiezione di coscienza è un diritto che da noi ha fondamento costituzionale implicito, come ha più volte detto la Corte Costituzionale riferendosi agli articoli 2, 19 e 21 della Carta fondamentale. Occorre, quindi, tenere sempre alto il livello di attenzione per difendere questo importante valore che l'oscurantismo laicista intende distruggere.

6 commenti:

  1. Fammi capire: se per un sindaco fosse immorale il matrimonio tout cour, sarebbe per te lecita allora anche l'obiezione di coscienza su un matrimonio eterosessuale?

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    1. Ma il matrimonio non puo' essere un istituto immorale, in quanto appartiene alla legge morale naturale. Non ha, quindi, alcun senso parlare di obiezione di coscienza per un matrimonio eterosessuale.

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  2. Caro Luis, vive la France!
    L'obiezione che si tratta di pubblici ufficiali statali vale, eccome!
    Quello del Sindaco non è un lavoro, nè un servizio obbligatorio: è un ufficio col quale si svolgono funzioni pubbliche. Nella specie, quando celebra un matrimonio, il Sindaco è in realtà un ufficiale governativo di stato civile e quindi un rappresentante del popolo francese tutto... omosessuali nubendi compresi.
    Se un pubblico funzionario non se la sente di applicare le leggi del proprio paese (che ha giurato di rispettare) non può chiedere di essere esentato dalle sue funzioni. E non può farne una questione personale, perché non é certo il funzionario-persona fisica a celebrare il matrimonio, bensì il popolo francese per suo tramite e anche se qualcuno lo sostituisse (come frequentemente accade, anche in Francia) l'atto sarebbe comunque riferibile proprio a lui, o meglio, alla sua funzione. Non ci sono scappatoie. In questi casi, l'unico modo onesto e non pretestuoso per protestare contro una legge che si ritiene iniqua o immorale sono le dimissioni. Solo le dimissioni spezzano il legame tra il soggetto e la funzione ricoperta, non la delega ad altri delle proprie mansioni. Del resto, se non ci si riconosce nelle leggi di una comunità (e in primis nella Costituzione che la regge) non si può pretendere di rappresentarla e di negare ad alcuni cittadini, sulla base di proprie opinabilissime considerazioni personali, lo svolgimento delle funzioni pubbliche che la comunità ti ha demandato a svolgere.
    Dunque, nessuno costringe gli integralisti religiosi d'oltralpe a venir meno ai propri "principi morali": sono anzi liberissimi di testimoniarli con coerenza (quale migliore occasione) senza discriminare i cittadini omosessuali che hanno invece il diritto di sposarsi, come tutti gli altri e senza incontrare difficoltà alcuna, nei loro municipi.
    Au plaisir.

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    1. Mio caro Felsy, l'ufficio di sindaco non sarà un lavoro né un servizio obbligatorio, ma è pur sempre un servizio prestato allo Stato su mandato dei cittadini che hanno votato il loro primo cittadino anche per le sue idee. Ciò significa che oltre alle sua coscienza, il sindaco, deve tener conto anche della coscienza della maggioranza dei cittadini del suo municipio. E la propria coscienza viene prima di ogni legge, perché, altrimenti, ci troveremmo nella spiacevole circostanza di dover giustificare i peggiori crimini della storia. Se valesse il tuo principio, per essere coerente, i sindaci italiani nel 1938 non potevano rifiutarsi di negare la celebrazione di matrimoni tra ebrei e non ebrei in rispetto di una legge dello Stato assurda ed aberrante. Di fronte ad una follia, come quella francese, che inventa diritti inesistenti e che giustifica un atto chiaramente immorale a detrimento dell'indiscutibile valore morale e sociale della famiglia naturale, diviene doveroso opporre qualsiasi tipo di resistenza.
      Le dimissioni dei sindaci obiettori rappresenterebbero nient'altro che un atto di resa, mentre la resistenza di un rappresentante dello Stato è una spontanea e giustificata forma di lotta che esprimerebbe efficacemente quale sia la conseguenza dell'applicazione di una legge immorale: non si può decidere impunemente di andare contro natura aspettandosi che tutto proceda liscio.

      Lo scandalo francese è quello di imporre leggi immorali e di negare la possibilità dell'obiezione di coscienza, un diritto ormai acquisito in ogni paese civile.

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    2. Caro Luis, in un paese totalitario in cui vigono leggi razziali normalmente non si possono ricoprire cariche pubbliche senza essere persone piuttosto spregevoli.
      L'unica giustificazione possibile per chi rimane incardinato in queste posizioni è quella di poter combattere questi regimi dall'interno e a proprio rischio e pericolo. Un esempio per tutti: Oskar Schindler.
      Questi giusti di certo non si mettono a chiedere, alle autorità statali, che stanno macchiandosi di crimini contro l'umanità, di poter essere ammessi ad una personale obiezione di coscienza, ma si assumono i propri rischi e sono pronti ad affrontare terribili conseguenze.
      Cosa suggeriresti a chi gestiva i treni per Mauthausen, di fare obiezione di coscienza, restare nelle ss ed occuparsi della fureria e delle divise dei capotreni?

      Nel '38, comunque, si perseguitavano tanto gli ebrei quanto gli omosessuali, ora ciccia! Ora gli antichi persecutori (i migliori auguri per le prossime lotte al fianco dei camerati obiettori del Fronte Nazionale) in mal parata, sono addirittura costretti a pretendere per sè assurde obiezioni di "coscienza".
      Che non saranno concesse: il diritto all'obiezione di coscienza non è qualcosa che viene gentilmente offerto agli estremisti come "forma di lotta" per sabotare le leggi di uno Stato democratico e mai e poi mai a quelli che pensano che, se non si fa come vogliono loro, "le cose non possono andare liscie". Alle minacce, uno stato democratico risponde applicando le sue leggi. Gli studenti di colore, dopo molte resistenze, riuscirono a frequentare tutte le università, anche in Alabama. Allo stesso modo, anche gli omosessuali riusciranno a sposarsi in ogni municipio di Francia.
      E anche ponendo da parte le leggi, sia ben chiaro che, per quel che riguarda me e la buona maggioranza dei cittadini d'oltralpe, le lezioni di morale da parte di chi (nel 2013!) combatte contro i diritti civili dei propri simili vengono respinte, senza tanti complimenti, al mittente.

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    3. Caro Felsy, ma pretendere l'obiezione di coscienza rifiutandosi di dar corso ad una legge immorale è tranquillamente definibile come una coraggiosa forma di lotta. Ma perché, tu pensi davvero che una SS che avesse manifestato problemi di coscienza sarebbe stata semplicemente destinata in fureria? Ah, beata ingenuità.

      Se una legge è immorale, non è biasimabile colui che si rifiuta di applicarla. Lo so che per voi laicisti è giusto e lecito solo le forme di lotta a favore dei vostri principi, ma sfortunatamente (per voi) esistono anche i principi degli altri. E' un sistema fatto così, si chiama Democrazia.

      Lottare, con ogni mezzo, contro chi uccide e distrugge ogni forma di società basata sulla morale naturale inventandosi diritti che non esistono è un dovere sacrosanto.

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