E’ trascorsa una settimana dall’elezione al soglio pontificio del cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, una nomina che ha subito suscitato molto entusiasmo. In questi giorni i media ci hanno trasmesso tantissime immagini di gioia e felicità, sembra proprio che questo nuovo papa abbia messo veramente tutti d’accordo. In un momento difficile per la vita della Chiesa, sconquassata dalle vicende legate agli scandali sulla pedofilia, alle vicende poco chiare relative allo I.O.R., ai lugubri scenari di lotte intestine adombrate dallo scandalo dei Vatileaks, questo evento è stato un segnale di cambiamento. Il nuovo papa parla di pulizia e di ritorno alla povertà, alla semplicità e trasparenza proprie del santo di Assisi a cui si è ispirato per la scelta del nome da pontefice. Tutto ciò potrebbe lasciar pensare ad un pontificato precedente non all’altezza, ma io non credo sia così, penso piuttosto che anche Benedetto XVI deve essersi reso conto della necessità di una tale svolta rendendola possibile con le sue dimissioni, visto che, per motivi di salute, lui non poteva esserne il protagonista.
Papa Bergoglio proviene da ambienti lontani anni luce dalle logiche della Curia romana, un vescovo che appartiene alla cosiddetta Chiesa della base, vicino ai poveri, ai malati e ai diseredati, ha rappresentato veramente un elemento di novità, al punto che il suo nome non era quello più frequentemente pronosticati dai media tra quelli papabili e questo la dice assai lunga sulla supposta manovrabilità del conclave e della divisione dei cardinali elettori in fazioni contrastanti .
Ovviamente ci sono state anche le solite becere accuse della propaganda laicista che per infangare il nuovo papa si è inventata la storia di fantasiose collusioni con il regime dittatoriale di Videla, tutto abbondantemente confutato da tantissimi documenti e da testimonianze, tra cui quella importante del premio Nobel per la pace del 1980, Adolfo Perez Esquivel, che ha documentato le atrocità della giunta: "Forse Bergoglio non ha avuto il coraggio di altri sacerdoti, ma non ha mai collaborato con la dittatura. Bergoglio non era complice della dittatura. Non può essere accusato di questo".
Sicuramente le premesse ci dicono che siamo di fronte ad un papa importante, una forte personalità in grado di operare la svolta che tutti si attendono. Un papa che ha allargato maggiormente il divario tra i cosiddetti cristiani modernisti, che ne hanno lodato lo spirito di Assisi, tanto caro a Giovanni Paolo II, e i cristiani tradizionalisti preconciliari, che non accettano l’informale atteggiamento del nuovo papa e le sue aperture ai fedeli delle altre religioni. Io mi chiedo che senso hanno tali contrasti, come possiamo stabilire come deve essere un papa? Un papa è un papa, è il vicario di Cristo, è sempre il successore dell’apostolo a cui diede le chiavi del regno dei cieli. E’ il suo magistero che testimonia la presenza di Cristo sulla terra e di questo dobbiamo solo ringraziare il Signore.
C’è molto da fare nella Chiesa, questo papa ci ha dato una nuova speranza e la consapevolezza che Cristo è sempre sollecito con la sua Chiesa. A noi non resta che affidarci alla preghiera per accompagnare il nuovo papa nel suo gravoso impegno e fare la nostra parte per l’edificazione del Regno.
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