mercoledì 14 marzo 2012

La Divina Commedia e il Politically correct.

L’ultima follia dell’imperante “politically correct” che, ormai, domina incontrastato nella nostra società secolarizzata, arriva addirittura a colpire l’opera magna della letteratura italiana e mondiale, la Divina Commedia di Dante Alighieri. L’insigne capolavoro non sarebbe altro che un concentrato di omofobia, razzismo ed antisemitismo e, per questo, deve essere bandita da tutte le scuole.

L’incredibile accusa è stata formulata niente di meno che dal “Gherush92”, un’organizzazione di ricercatori e professionisti che gode dello status di consulente speciale presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite e che svolge progetti di educazione allo sviluppo, diritti umani e risoluzione dei conflitti.  

E’ difficile non vedere in questa assurda vicenda un’indiretta accusa al Cristianesimo ed al Cattolicesimo in particolare. Ora anche l’arte deve cadere sotto la scure del politicamente corretto dove tutto deve essere letto attraverso la lente della più ipocrita ottusità laicista.
Che senso hanno queste critiche? Come si fa a non capire che i capolavori del passato devono essere considerati nel loro contesto storico? Come è possibile pensare di piegare il passato alle proprie convinzioni? Perché, allora, non impedire, ad esempio, lo studio de “Genealogie della morale”, in cui Nietzsche distrugge i valori morali, perché deleterio per i futuri cittadini della società?

Ma Nietzsche è un filosofo laico, mentre Dante è troppo cattolico…    

4 commenti:

  1. Caro Luis, in nome del politicamente corretto (che io mi permetto di invocare: scendi,  scendi, in questa triste landa italiota divorata dal più greve ed aggressivo becerume!)  ometterò ogni scherzoso attributo paterno che possa creare confusione nel tuo blog.  
    Sono d'accordo: chi mai oserebbe censurare o bandire l'Alighieri! Giá, chi? Ah, a proposito, oltre alla Commedia, pensi che potrei leggere, senza il minimo pericolo di sanzioni ultraterrene, anche il De Monarchia? Sai com'è, lo so che l'index librorum prohibitorum è stato abolito, ma la prudenza in affari del genere non è mai troppa! E se quei cauti reverendi padri avessero avuto ragione? Ahimè, vade retro, Quasi-ghibellin fuggiasco! E vade retro, tra gli altri, Boccaccio,  Macchiavelli, Ariosto, Foscolo, Leopardi, D'Annunzio, Dumas, Hugo, Stendhal, Fogazzaro, Beccaria, Moravia, Tommaseo! Un po' rabbrividisco al piacere furtivo che proverei nel rileggere, ora con mille sensi di colpa, Nicolò Tommaseo.
    Quanto alla Gherush92, non mi pare che si tratti di una banda di ottusi laicisti (il mio habitat naturale, come sai), bensì un'organizzazione ebraica, simpaticamente combattiva... E non credo che apprezzino particolarmente nemmeno le pagine di Nietzsche, anche se il Filosofo dell'Engadina utilizzava il termine "antisemita" come sinonimo di "imbecille", oh, accidenti, diciamo... "diversamente intelligente".
    Saluti a 92 gradi.

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  2. Caro Felsineus, penso che tutto ci è lecito (parlo dei cristiani, ovviamente) se visto alla luce di Dio. Posso leggermi tranquillamente le opere di tali illustri autori, in modo da sondare l'inquieto spirito umano e filtrare ciò che ritengo non confacente con la mia morale. D'altronde lo stesso Paolo ci esorta: "esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono" (1 Tes 5, 21). Anzi, ti dico anche che l'Alighieri non è affatto disprezzabile nel suo prevenire i tempi ed intuire una società meno teocratica, concetto alquanto vago nella sua epoca.

    Quanto alla Gherush92, non intendevo prendermela direttamente con questa organizzazione (che tu mi dici essere ebraica), bensì con l'ipocrita "politicamente corretto" e i suoi pregiudizi nei confronti del Cristianesimo e del Cattolicesimo in particolare.

    Saluti anche a te!

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  3. Caro Luis, le tue risposte sono sempre interessantissime e aprono vertiginose prospettive. La mia personale fiducia nei tuoi confronti mi induce ad un tranquillo rispetto del tuo "Tutto ci è lecito, se visto alla luce di Dio", che in prima lettura mi ha arrecato qualche brivido e, in altri contesti, mi indurrebbe a costruire barricate: il senso del tuo discorso non è equivocabile e lo condivido.

    Penso che anche tu abbia ben compreso il mio: il pensiero laico e civile ha difeso in passato gli autori che hanno subito ignobili attacchi e censure, li difende adesso (versetti troppo satanici, concetti del volto di dio troppo teatralmente esasperati), li difenderá in futuro.
    La confusione, che leggo - ti prego di scusarmi - anche su alcuni capitoli del tuo blog, deriva dal fatto che non si possono equiparare le opere che qualcuno giudica blasfeme, irreligiose, immorali e, perché no, antiscientifiche o oscurantiste a quelle che invece invocano discriminazioni e persecuzioni nei confronti di persone o gruppi ovvero sono suscettibili di provocarle.

    Perció quando un'associazione rappresentativa degli interessi di una minoranza, protesta, a torto o ragione, lamentando o paventando dirette vessazioni, abbiamo il dovere di porgere disponibile attenzione. Non sostengo che le critiche di Gherush92 siano fondate o convincenti. Dico solo quello che dice il tuo amico Paolo: "Esaminate ogni cosa, tenete quel che è buono". Per meglio intendersi, ti segnalo le riflessioni in argomento di una penna arguta, Leonardo Tondelli , che mi è capitato di leggere con immediato piacere e sintonia (eccettuate le tesi sul galeotto libro de quinto canto): http://leonardo.comunita.unita.it/2012/03/17/dante-e-troppo-razzista-per-la-scuola/#commentss
    Saluti ghibellini

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  4. Caro Felsineus,la critica che Tondelli fa all'oscurantismo della Divina Commedia, abbi pazienza, mi sembra del tutto ingenua. Le sue stesse critiche si potrebbero allargare anche ad una infinità di altri autori: chi non ha mai parlato di violenze, discriminazioni e sopraffazioni?Allora non si dovrebbero studiare e leggere a scuola nessun altro autore medioevale o contemporaneo. E poi, chi dovrebbe decidere quali autori studiare? Con quale metro bisognerebbe giudicare? Che si dovrebbe fare? Ripristinare l'indice dei libri proibiti? I falò della germania nazista?Come esempio per tutti ho citato Nietzsche che ritengo tra i filosofi dal messaggio più deleterio e devastante, ma non mi sognerei mai di proibirne lo studio. Ogni opera letteraria è frutto del suo tempo e contiene un messaggio che va contestualizzato. E' la bravura e la competenza degli insegnanti che deve ricondurre il tutto in una equilibata ottica di studio e comprensione.
    A scuola studiamo letteratura italiana e il primo grande capolavoro scritto nella nostra neoformata lingua è proprio la Commedia, poesia ed arte frammista alla storicità del documento che apre una porta sull'Italia del '300. Come rinunciare ad un tesoro del genere?
    Un caro saluto.

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