Nella tradizione cattolica il Battesimo dei bambini è una pratica antichissima che ha sempre avuto come fondamento la volontà di Dio di accogliere nella vita cristiana ogni creatura umana. Essa è attestata fin dal secondo secolo ed è rintracciabile già agli inizi della predicazione apostolica quando “famiglie” intere, quindi anche i bambini, ricevevano il Battesimo (At 16, 15-33; 18, 8; 1 Cor 1, 16).
Eppure questa consuetudine della Chiesa Cattolica viene fatta oggetto di pesanti critiche da parte dei laicisti. Essi affermano che tale pratica non sarebbe altro che una manipolazione della volontà di povere menti indifese, la violazione del diritto all’autodeterminazione. Addirittura una associazione di atei ha promosso, in questi ultimi anni, una vera e propria campagna dello “sbattezzo”, un bruttissimo neologismo per indicare un’azione volta a distruggere ogni traccia dell’appartenenza non voluta alla Chiesa Cattolica. Per i laicisti il dato che la quasi totalità dei battezzati ha subito il sacramento quando era ancora un neonato rappresenterebbe un fatto immorale, poiché si obbligherebbero a fare una professione di fede creature che non sono ancora in grado di ragionare. Alcuni si spingono addirittura a parlare di vero e proprio terrorismo psicologico…
In tutta onestà trovo queste critiche decisamente pretestuose volte principalmente a far passare il messaggio di una Chiesa Cattolica oscurantista che schiavizza i propri adepti in una sorta di trappola. Ma è innanzitutto l’ignoranza che fa parlare queste voci, infatti esse non sanno che per il cristiano il Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana. Mediante questo Sacramento siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo, siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua missione (CCC, art. 1213). Siccome tutti nasciamo con una natura umana decaduta e contaminata dal peccato originale (Rm 5, 19), anche i bambini hanno bisogno della nuova nascita nel Battesimo per essere liberati dal potere delle tenebre e trasferiti nel regno della libertà dei figli di Dio (CCC, art.1250). Per questo i genitori compiono l’atto d’amore di donare ai propri figli la grazia inestimabile di diventare figli di Dio.
Non si tratta, quindi, di una prevaricazione, né di una violazione del diritto all’autodeterminazione, ma l’esercizio di un proprio diritto/dovere di educare e proteggere i figli. Come ogni genitore provvede ad assicurare al neonato ogni cura parentale fisica (medica, alimentare, ecc.), così provvede anche per la cura spirituale col Battesimo, una cura ben più importante per il cristiano. Chi può dire che tali scelte siano sbagliate? Chi può arrogarsi l’ardire di reputare incongruo il modo di educare i propri figli? Quando i figli saranno adulti potranno effettuare le loro scelte definitive, se diverranno atei non sarà quel pò d’acqua sulla testa a limitare la loro libertà.
Tutto ciò non deve, però, far pensare che i bambini che muoiono senza aver ricevuto il Battesimo non possano avere la vita eterna. Infatti, la misericordia di Dio è grande e il Signore “vuole che tutti gli uomini siano salvati “ (1 Tm 2,4). Il peccato originale è quello di Adamo ed Eva che lo commisero personalmente e che si è poi trasmesso a tutta la natura umana che da quel momento è in una condizione decaduta (Rm 3, 19-26). Ma ognuno è responsabile personalmente solo delle proprie azioni (Rm 2, 6-11, 3), quindi, nulla vieta di pensare che la redenzione operata dal Cristo abbracci anche la vita dei bambini morti non battezzati.
In relazione al battesimo dei neonati, Lei è profondamente scorretto e fazioso perché fa dire alla scrittura ciò che non è scritto.
RispondiEliminaIn Atti e 1 Coritinti non c’è mica scritto quello che intende lei.
“Ed egli, presili con sé in quell’ora della notte, lavò le loro ferite; e tutti, lui e i suoi, furono battezzati senza indugio. E li condusse nella sua casa e apparecchiò loro la tavola, e si rallegrò grandemente con tutta la sua famiglia [casa] ora che aveva creduto in Dio.” ( Atti 16.15-33)
“Ma Crispo, presidente della sinagoga, divenne credente nel Signore, e così tutta la sua famiglia [casa.] E molti dei corinti che udirono credevano ed erano battezzati ( Atti 18.8)
“Sì, battezzai anche la casa di Stefana. In quanto al resto, non so se battezzai qualcun altro” ( 1 Cor. 1.16)
Parlare di “famiglia” e battezzando la famiglia non significa che fossero battezzati anche i minori o neonati perché la famiglia considerava solo quelli dai 20 anni in su. Com’era tradizione nel mondo antico.
“ Ognuno che passa ai registrati dai vent’anni in su darà la contribuzione di Geova” (Esodo 30.14)
“Fate la somma dell’intera assemblea dei figli d’Israele secondo le loro famiglie, secondo la casa dei loro padri, per il numero dei nomi, tutti i maschi, testa per testa, dai vent’anni in su, tutti quelli che vanno alle armi in Israele. Li dovete registrare” ( Num 1.2-3; 1.18; 1.20; fino a 44; 14.29; 32.11;)
“E Amazia radunava Giuda e li faceva stare secondo la casa degli antenati, secondo i capi di migliaia e secondo i capi di centinaia per tutto Giuda e Beniamino; e li registrava dai vent’anni d’età in su,” ( 2Cron. 25.5)
Che la sua affermazione è scorretta e faziosa lo dimostrano
(Atti 2.14) “ Ma Pietro, stando in piedi con gli undici, alzò la voce e, rivolgendosi loro, si espresse così: “Uomini di Giudea e voi tutti, abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e prestate orecchio alle mie parole”
(Atti 2.22) “Uomini d’Israele, udite queste parole: Gesù il Nazareno, uomo pubblicamente mostratovi da Dio per mezzo di opere potenti e portenti e segni che Dio fece fra voi per mezzo di lui, come voi stessi sapete,”
(Atti 2.38) “Pietro [disse] loro: “Pentitevi, e ciascuno di voi si battezzi nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il gratuito dono dello spirito santo”
(Atti 2.41) “Perciò quelli che accolsero di cuore la sua parola furono battezzati, e quel giorno si aggiunsero circa tremila anime.”
La sequenza per essere idonei per il battesimo è:
1.Prestare orecchio, 2.Udire le parole 3. Pentirsi, 4.Accogliere di cuore la parola.
Nessun neonato può fare alcuna di queste cose dato che non capisce ciò che sta facendo.
Ricominci dai fondamentali invece di raccontar fandonie cattoliche.
A voler ben guardare Sal allora nemmeno un uomo di 30 anni può essere pronto a tale battesimo, anzi dovrebbe essere l'ultima cosa che si fa prima di morire visto che si avanza nel cammino di fede ogni giorno. Figuriamoci i bimbi di nove anni.
RispondiEliminahttp://forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=13&t=6564&p=92039&hilit=battesimo+neonati#p92039
Figuriamoci un neonato quindi? Beh, si infatti ci deve essere un modo diverso per approciarsi a questa pratica. E infatti si può partire dall'assunto che quelli che prima erano pagani per farsi cristiani, come PRIMA COSA, primo sacramento mettiamo così, ebbero il battesimo.
Provi a rileggere le nostre scritture d'occasione (perché questo sono!) con questo assunto e vediamo cosa esce.
Anche Luis avrà da dire qualcosa chiaramente, nel frattempo che il padrone di casa faccia i suoi convenevoli le do il benvenuto anche su questo spazio virtuale. Ciao Sal!
Grazie non sapevo che frequentava le brutte compagnie ! Luis è stupendo, ma le sue idee un poco troppo partigiane...... da compatire non vede neanche la punta del naso......
Eliminap.s. anche Costantino ha ricevuto il battesimo alla fine ! visto ?
Ciao Sal, ti do il benvenuto nel mio blog!
RispondiEliminaRingrazio, inoltre, Minstrel del suo intervento molto acuto.
Vedi Sal, i passi degli Atti che ho citato nel mio articolo e che tu hai riportato fanno chiaramente intendere che "tutta la famiglia" viene battezzata, quindi anche i bambini. E' infatti improbabile che in queste famiglie non ci fosse neppure un bambino. Luca e Paolo raccontano le cose come sono andate: erano di fronte all'entusiasmo dei primi cristiani che abbracciavano la salvezza di Cristo.
Il fatto, poi, che gli Atti e la prima lettera ai Corinti possano essere interpretati con la mentalità dell'Antico Testamento è pura follia esegetica. Nei passi che hai citato, tra l'altro, non si parla affatto di Battesimo, come è logico, ma di censimenti della popolazione, per celebrare l'ordine d'Israele (Numeri) e per reclutare gli uomini per la guerra (2 Cronache).
Il libro degli Atti non stabilisce affatto cosa sia necessario per essere battezzati, infatti questo sacramento è un dono gratuito di Dio, una cura parentale frutto dell'amore dei genitori verso i propri figliuoli.
Un saluto, in pace.
Lei non conosce la storia di Isreale e non ha letto i Cor 7.14 "Poiché il marito incredulo è santificato in relazione alla moglie, e la moglie incredula è santificata in relazione al fratello; altrimenti, i vostri figli sarebbero realmente impuri, ma ora sono santi. "
RispondiEliminaCome fanno ad esser esanti se non sono stati battezzati ?
Vedi la spiegazione di mauro qui
Caro Sal, dopo i tuoi tanti errori esegetici sull'interpretazione del VT come puoi venirmi a dire che non conosco la storia d'Israele? Non sei credibile.
RispondiEliminaQuanto a 1 Cor 7, 14 devi sapere che questo passo riguarda la circostanza, che cominciava allora ad avverarsi, che un solo membro di una coppia di sposi diveniva cristiano e l'altro restava pagano. Paolo ci dice che quel nucleo familiare, per il fatto che sia unito ad un membro del popolo santo della chiesa, è da considerare appartenente a Dio. Infatti in questo passo, come avviene spesso anche altrove, la parola "santo" non indica la santificazione interiore dell'anima, ma lo stato di appartenenza a Dio. Ovviamente ciò non toglie che per essere purificati dal peccato originale occorre sempre il battesimo (At 9, 13+), circostanza che in questo passo non è esplicitamente menzionata.
Un saluto, in pace.
Vero, i cattolici hanno sempre ragione anche quando hanno torto ! Avevo dimenticato. Me lo ha ricordato Fellay. Anche i Perugini dovevano essere uccisi per ordine del Papa, ma aveva le sue ragioni... anche quando fece spolpare i Cavalieri del S.Sepolcro. Erano troppo ricchi ! E il povero Saladino...? aveva le "reliquie" che si potevano smerciare a caro prezzo ai gonzi di Amorth che fa uscire gli indemoniati.... Beh, sei un combattente coraggioso riesci ad andare anche contro ogni ragionevolezza. Ma è normale ti mangi Dio ogni giorno, come puoi sbagliare. Sei perfetto ! UN vero crociato che tutto sa , nulla ignora, non erra mai.
RispondiEliminaMio caro Sal, non è colpa mia se sei ignorante di esegesi. Le lettere di Paolo fanno parte della cosiddetta "letteratura d'occasione", non puoi cercare di spiegarle con riferimenti presi a caso dall'Antico Testamento.
RispondiEliminaPurtroppo la tua ignoranza non si ferma solamente all'esegesi della Parola, ma si prolunga impietosa anche nella storia della Chiesa. Infatti non è vero che la cosiddetta "strage di Perugia" sia stata ordinata dal papa, ma fu una triste conseguenza dell'assurdo rifiuto dei capi rivoluzionari ad arrendersi dopo il "cessate il fuoco". Così come la fine dei Templari, voluta dal re di Francia, Filippo il Bello, che controllava interaemnte il papato. E Saladino? Buono, bello e pacifista. Chi te le racconta queste favole, Sal?
Vedi, mio caro, la storia è un conto e le menzogne anticlericali un altro. Cerca di studiare e te ne renderai conto.
Un saluto, in pace.
Hai visto quanto sono ignorante ? La colpa è sempre di chi non si arrende ! Hai ragione sempre tu ! managgia non ci colgo mai. Che dire sono ignorante.
RispondiElimina“Giovanni Scoto Eriugena (in lat.: Iohannes Scotus Eriugena; Irlanda, circa 810 – è stato un monaco, teologo, filosofo e traduttore irlandese, considerato il più grande filosofo altomedievale…..”Filosofare significa vedere e riconoscere la validità e la fondatezza dei principi su cui si fonda la vera religione…”..la Sapienza divina, che si è rivelata nella Sacra Scrittura. Se non è sostenuta dalla ragione, la fede rischia di vacillare,…. “credo ut intelligam et intelligo ut credam” (cioè credo per comprendere e comprendo per credere). La fede, per Eriugena, è dunque la ricerca e lo sforzo di interpretazione del significato delle Scritture, che porta al riconoscimento della loro intrinseca struttura razionale; esse, infatti, devono essere lette ed intese in senso allegorico, e non letterale, perché lo Spirito Santo, che parlava attraverso i profeti, si esprimeva attraverso immagini e metafore che hanno infiniti significati…. è solo attraverso la ragione, sottoposta allo Spirito, che noi possiamo vedere e comprendere i motivi e le vie d’intrepretazione, e poi condurci oltre queste, nella profondità unica e divina della verità da cui nascono tali diverse esposizioni. ..Per Scoto, ragione e fede sono fonti valide di vera conoscenza, per questo non possono essere in contraddizione; però se cosí avvenisse, è la ragione che deve prevalere.” – Wikipedia
La mia ragione mi frega ! Che fare ? Ripetizioni da Luis.... no è troppo parziale !
Caro Sal, se ti paragoni a Giovanni Scoto allora non conosci bene questo teologo.
EliminaScoto soleva dire: “Salus nostra ex fide inchoat: la nostra salvezza comincia con la fede”. Non possiamo cioè parlare di Dio partendo dalle nostre invenzioni, ma da quanto dice Dio di se stesso nelle Sacre Scritture. Siccome Dio dice solo la verità, Scoto Eriugena è convinto che l’autorità e la ragione non possano mai essere in contrasto l’una con l’altra; è convinto che la vera religione e la vera filosofia coincidono.
Ora, mio caro Sal, tu non hai alcuna autorità nella vera interpretazione della Scrittura, quindi la tua "ragione", per Scoto Eriugena, è in contrasto con la vera religione.
Da questo punto di vista non posso che essere d'accordo col buon vecchio Scoto!
Saluti dall'Irlanda, mio caro Sal!