Tra le varie sciocchezze prodotte dagli haters del Cristianesimo stavolta prendo in considerazione un video del canale YT "Metapseudica” intitolato “Gesù, il ribelle nazoreo, cosa dicono i Vangeli”
Si tratta della riproposizione di una vecchia teoria secondo la quale Gesù, lungi dall’essere stato il pacifico predicatore dipinto dai Vangeli, sia stato in realtà un ribelle antiromano che finì malamente la sua avventura morendo in croce per sedizione. Questa teoria, nonostante in ambiente accademico non abbia mai avuto un seguito importante, è sorprendentemente molto diffusa tra i laicisti e tutti coloro che sono convinti che il Cristianesimo sia stato il frutto di un inganno. Se si escludono alcune rare eccezioni, come la posizione dello storico spagnolo Bermejo-Rubio, in genere a propugnare l’idea che Gesù fosse un ribelle antiromano sono studiosi improvvisati senza alcuna specifica competenza comprovata da una formazione accademica. Questa teoria, infatti, si basa su argomentazioni molto deboli, supposizioni, ardite ricostruzioni, senza il supporto di solide e valide prove storiche.
Una di queste deboli argomentazioni è quella secondo la quale i Vangeli, nonostante sarebbero stati manipolati ed emendati dalla censura cattolica, mantengano ancora grossi indizi sul fatto che Gesù e i Dodici non sono stati altro che una banda di feroci ribelli zeloti in perenne lotta contro l’occupante romano.
Ovviamente presentata come una verità incontrovertibile, questa teoria è il filo conduttore del video in esame e per validarla l’autore analizza molti passi dei vangeli che a suo parere, secondo una lettura “più attenta”, dimostrerebbero la natura violenta del “movimento” gesuano.
In questa prima parte dimostrerò come l'idea che i vangeli abbiano riportato la storia di un ribelle antiromano e che solo l'attività truffaldina di alcuni loschi individui li abbia trasformati nel messaggio di amore e pace che oggi conosciamo, sia totalmente assurda. Nella seconda parte illustrerò l'infondatezza delle "prove" presentate nel video, analizzando gran parte dei passi evangelici citati.
Le principali, e dirimenti, critiche che rendono la teoria dei vangeli come "prova" della natura violenta e sediziosa del movimento gesuano assolutamente assurda e, direi, ridicola, possono essere riassunte nei seguenti punti principali:
1. Se i vangeli sono stati emendati dai riferimenti a Gesù ed al suo seguito come pericolosi sovversivi antiromani, allora occorrerebbe pensare a dei resoconti pieni di violenze ed efferatezze a cui è stata aggiunto, da manipolatori cristiani, l'happy end della resurrezione. Quindi, cos'erano questi scritti e chi li avrebbe composti e a quale scopo? I seguaci dello zelota Gesù? Che riportano le sue gesta violente dopo circa 40/50 anni dai fatti? E lo fanno per riportare il suo fallimento in croce? Si capisce bene che la cosa non ha alcun senso;
2. Ammettiamo per assurdo che i vangeli fossero una versione edulcorata dei fatti al fine di trasformare il rivoluzionario Gesù e la sua banda di efferati galilei in pacifiche persone che predicano la fratellanza, perché non sono stati eliminati tutti i passi che prevedevano la violenza degli apostoli? Come mai decenni di analisi critica dei vangeli non si è mai accorta di nulla?
3. Dalle informazioni che traiamo dallo storico Giuseppe Flavio, Gesù e i suoi seguaci non potevano essere degli zeloti in quanto tale movimento al tempo di Gesù adulto (30 d.C.), ancora non esisteva. Il prof. Martin Hengel dell’Università di Tubinga, uno dei massimi esperti della materia, rileva che i riferimenti in Giuseppe Flavio segnalano l’esistenza del partito degli zeloti soltanto al tempo della Rivolta Giudaica nel tardo 67 d.C. ed immediatamente dopo. (Cfr. M. HENGEL, “Gli zeloti. Ricerche sul movimento di liberazione giudaico dai tempi di Erode I al 70 d.C.”).
4. Durante il ministero di Gesù
(attorno al 30 d.C.) non abbiamo documenti che riportino rivolte antiromane in Giudea. Tutto
ciò è attestato dal grande storico romano Tacito che scrive: "tutto fu
tranquillo (presso gli ebrei) sotto Tiberio (che regnò dal 14 al 37 d.C.)" (Historiae, Libro V, 9) e dallo stesso Giuseppe Flavio che non riporta
mai notizie di sollevazioni da parte di Zeloti e Sicari prima della guerra
contro i romani del 66 d.C. C'è anche da registrare il fatto che lo stile del governo romano in Giudea non provocò movimenti rivoluzionati così violenti (R. A. HORSLEY - J. S. HANSON, “Banditi, profeti e messia. Movimenti popolari al tempo di Gesù”; S. FREYNE, “Galilee from Alexander the Great to Hadrian 323 BCE to 135 CE. A Study of Second Temple Judaism”).
5. Come spiegare, allora, che tra gli apostoli ce n'è uno, Simone, che viene detto "zelota" (Lc 6, 15)? Innanzitutto c'è da notare che il vangelo di Luca riferisce un soprannome, non un aggettivo, quindi non fornisce direttamente indicazioni certe sull'attività dell'apostolo ed, infatti, il termine greco Ζηλωτὴν (zelotèn), che ritroviamo in questo versetto, non indica automaticamente dei ribelli sediziosi, ma ha come primo significato l'essere "zelante". Infatti già nella scrittura veterotestamentaria, dai tempi dei Maccabei, questo termine indica un ebreo particolarmente solerte nel rispetto della Legge mosaica. Addirittura si parla di "ebrei zeloti di Dio". Quindi non c'è nulla che lasci pensare che l'apostolo Simone facesse parte del gruppo militare rivoluzionario organizzato che nasce tra il 66 e il 70 dC.
Già da queste poche considerazione appare del tutto inverosimile e completamente campata in aria la teoria propugnata da questo video, tuttavia nella seconda parte di questo articolo esaminerò nel dettaglio i passi evangelici più utilizzati, che anche in questo video sono tirati in ballo, dimostrando il loro uso strumentale. Quindi buona lettura e a presto per la seconda parte.