Come sappiamo lo studioso Mauro Biglino è convinto che l’umanità sia il frutto di un lavoro di ingegneria genetica realizzato da una superiore intelligenza aliena e che tale operazione sia stata meticolosamente riportata nella Bibbia. Purtroppo, pur di poter aver di che accusare la Chiesa e i cristiani di complotti e macchinazioni varie, moltissime persone sono disposte anche a credere a tali assurdità.
Per poter puntellare questa sua convinzione, Biglino, nei suoi libri e conferenze, ripete spesso che il termine ebraico “kavòd”, che in tutte le traduzioni più accreditate ha sempre il significato di “gloria”, “onore”, in realtà avrebbe un altro significato, molto più materiale. Tutti i vocabolari riporterebbero, infatti, una traduzione inficiata da una “visione del divino”, che secondo Biglino nella Bibbia non esiste. In uno dei suoi libri scrive:
“Il verbo da cui deriva (il termine kavòd n.d.a.) indica i concetti di: “essere pesante, avere peso, essere onorato, essere duro”. (…) I Greci hanno tradotto questo termine col vocabolo doxa, che viene a sua volta reso nelle lingue moderne con “gloria”. La traduzione di questo termine è sempre stata condizionata dalla visione della divinità che – abbiamo visto – non corrisponde affatto alla rappresentazione degli Elohim presente nell’Antico Testamento: gli Elohim infatti tutto erano tranne che esseri spirituali! (…) Questa variazione di significato deriva esclusivamente dalla necessità avvertita dai teologi di trovare un modo per conciliare il termine kavòd con l’idea di Dio che loro hanno artificiosamente elaborato” (Mauro Biglino “Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia. Gli dei che giunsero dallo spazio?” Uno Editori, 2012, pag. 88).
Quindi per Biglino tutta la comunità accademica, tutti gli esegeti più titolati e tutti i vocabolari più accreditati sono stati soggiogati dal complotto teologico giudaico-cristiano che avrebbe imposto una traduzione sbagliata e di comodo. Ovviamente Biglino non fornisce alcuna informazione su chi avrebbe ordito e quando si sarebbe verificato un tale complotto, ma assicura che lui è il solo in grado di sapere quale possa essere la giusta traduzione e per scoprirla va alla ricerca di tutti i significati associati alla radice consonantica del termine “kavòd”, cioè “KVD”, presenti nelle altre lingue semitiche. Per Biglino nelle antiche lingue semitiche la radice consonantica “KVD” rimanderebbe ai concetti di “pesantezza” e ”potenza” e da questi concetti che deriverebbero i veri significati del termine “kavòd”, che solo successivamente avrebbe preso il significato di gloria e onore. Quindi quando nella Bibbia compare il termine “Yahweh-kevòd”, Biglino lo identifica come sinonimo della “potente” e “pesante” astronave dell’Elohim Yahweh. Ecco così dimostrato che Yahweh non è il Dio d’Israele, ma un essere alieno venuto sulla terra a bordo della sua “pesante” astronave.
Per provare questa sua “scoperta” Biglino cita frequentemente i capitoli 24 e 33 del libro dell’ Esodo dove si narra, rispettivamente, di Mosé che sale sul monte Sinai per ammirare la “Yahweh-kevòd”, cioè l’astronave di Yahweh, che si è posata sulla cima (Es 24, 15-17) ed assistere al suo passaggio nascosto dietro una roccia (Es 33, 19-23).
L’operazione di Biglino è semplicemente assurda perché la fa dipendere da un pregiudizio inziale: siccome Dio non c’è nella Bibbia, allora il termine “kavòd” non può significare “gloria” o “onore”, quindi Biglino si mette cercare tra le principali lingue semite le vocalizzazioni della radice “KVD” finché non trova quella che gli interessa, cioè “kavéd“ che significa “pesante”, e diviene l’astronave di Yahweh (sic!). Operazione di nessuna validità scientifica che, oltretutto, rinnega l’impostazione iniziale di Biglino di prendere come valida la vocalizzazione masoretica. Ma, come è noto, i termini ebraici e semiti sono solo consonantici e cambiano notevolmente di significato a seconda della loro vocalizzazione, quindi possono assumere molti significati, anche all’interno della stessa vocalizzazione, ad esempio quella “scelta” da Biglino, cioè “kavéd” non significa solo “pesante”, ma anche “fegato”!
La radice consonantica “KVD” può avere, in ebraico, numerosi significati a seconda della vocalizzazione, così da avere:
KaVoD = onore, gloria
KaVéd = pesante, fegato
KiBeD = per dare onore a
KaVuD = onorevole, distinto
KaVaD = a pesare su
KoVeD = di massa, il peso
E lo stesso vale per le lingue semite antiche come l’ugaritico o l’accadico. In ugaritico la radice KBD significa “fegato”. In accadico il termine “KaBaTu” significa: “essere pesante”, “estinguere (il fuoco)”, “aggravare”, “esagerare”, “essere rispettato, importante”, “essere onorato”. Sempre in accadico il termine “KaBaTTu” significa; “fegato”, “interiora”, “umore”, “mente”, “intenzione”.
Tutto ciò fa ben comprendere che per conoscere con sufficiente certezza il significato di un determinato termine occorre interpretarlo alla luce del contesto di cui il termine fa parte. La traduzione letterale propugnata da Biglino è, quindi, lacunosa ed inadatta. Se analizziamo alcune ricorrenze del termine “kavòd” nel Pentateuco, cioè nella Torah, i primi cinque libri della Bibbia:
“A tuo fratello Aronne farai dei paramenti sacri, in segno di dignità e di GLORIA (=kavòd)” (Es 28, 2);
“Io avevo detto che ti avrei colmato di ONORI (= kavòd)” (Nm 24, 11);“ONORA (=kavòd) tuo padre e tua madre” (Es 20, 12);
“La GLORIA (=kavòd) del Signore riempirà tutta la terra” (Nm 14, 21);
“Nel suo tempio tutto esclama: “GLORIA (=kavòd)” (Si 29, 9)
si può notare che se sostituiamo il termine “pesante” a “gloria”, “onore” questi versetti non hanno alcun senso.
Questo esercizio può essere operato anche nel resto della Scrittura ed il risultato non cambierà. Ad esempio in Salmi 8, 6 troviamo: "Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato". Come è possibile coronare una persona con un’astronave? Se, invece, ci si riferisce ad un significato mistico-spirituale tutto ciò diviene intellegibile. In Isaia 60, 1, infatti si può trovare: "Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te". Questa Gloria, questo Corpo di Luce sarà concesso a chi spianerà le valli, cioè a chi favorirà le vie del Signore (Isaia 40, 4-5). Quindi Biglino non solo sceglie arbitrariamente il significato, ma lo utilizza solo nei versetti che a lui fanno comodo. Sulla scorta di tali evidenze appare giusto e corretto, invece, tradurre l’espressione “Yahweh-kevòd”, dove il termine “kevòd” è la forma costrutta dell’assoluto “kavòd”, come: “la Gloria di Yahweh”.
Ma come mai se il termine “kavòd” esprime una qualità di Dio e non qualcosa di materiale, Mosè in Es 33, 19-23 per vedere la “gloria “ di Dio si nasconde dietro una roccia riuscendo a scorgere solo le spalle di Dio e non la sua faccia, cioè elementi materiali? Coerentemente con tutto il resto del Pentateuco anche in questi versetti bisogna tradurre “kavòd” con “gloria”. Ciò è spiegato dal fatto che siamo di fronte ad un antropomorfismo tipico del linguaggio dei primi cinque libri della Bibbia. Per antropomorfismo s’intende l’attribuzione di forme fisiche e di sentimenti umani alle figure divine nelle diverse religioni. Il Pentateuco è pieno di tali antropomorfismi, cioè di espressioni figurate e simboliche quali “braccio del Signore”, “dito di Dio”, “mano di Dio”, ecc., basti pensare alla vicenda di Dio con Adamio ed Eva nella Genesi dove l’uomo e la donna camminano con Dio nel giardino dell’Eden. E così anche in Esodo 33, dove sembra che Dio abbia una faccia e che cammini sulla terra, siamo di fronte ad un linguaggio figurato. Ad esempio quando nel testo ebraico compare il termine “panim” (= faccia), in relazione a Dio, è chiaramente da intendersi in senso figurato, infatti, ad esempio, l’espressione “vedere la faccia di Dio” significa presentarsi al Tempio di Gerusalemme per le festività. Ciò si deduce dal contesto letterario, dalla tecnica di composizione della Bibbia ebraica che utilizza spesso espressioni figurate ed allegorie proprie della tradizione rabbinica e dalle complesse sfumature della lingua ebraica. La traduzione letteraria equivarrebbe ad un travisamento della religiosità di Israele che non ha mai attribuito tratti materiali e terrestri al suo Dio. Per Israele Dio non può essere confinato in uno spazio perché Egli stesso è lo spazio, la Presenza Divina che genera lo spazio.
Bibliografia
Stanislav Segert “A Basic Grammar of the Ugaritic Language”, University of California Press, Berkeley and Los Angeles, California 1997;
Jeremy Black, Andrew George, Nicholas Postgate “A Concise Dictionary of Akkadian”, Edizioni Otto Harrassowitz, 1999)”;
Philippe Reymond “Dizionario di ebraico e aramaico biblici” Ed. Società Biblica Britannica, 2011;
Dizionario “Koehler & Baumgartner" Hebrew and Aramaic Lexicon of the Old Testament;
Dizionario “Brown-Driver-Briggs” Hebrew and English Lexicon
Per una consulenza sui significati di “kevòd” ho consultato alcune discussioni sul forum di Consulenza Ebraica: http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=63894022
Per una esauriente e qualificata dissertazione sugli antropomorfismi nella Bibbia segnalo un documento presente in rete:
http://digilander.libero.it/Hard_Rain/Antropomorfismi%20parte%201.pdf
Complimenti Luis, ti esorto a continuare in questo tuo lavoro di demolizione delle assurde teorie del Biglino. Teniamo sempre presente che questa persona é molto astuta e alterna la teoria degli antichi astronauti, con teorie anti-clericali e complottiste. Saluti.
RispondiEliminaGrazie Yuri, sei molto gentile.
EliminaHo intenzione di continuare a smantellare pezzo per pezzo le assurdità di Biglino, ma non lo faccio per una generica difesa del Cristianesimo e neppure per antipatia nei confronti dello studioso piemontesi, che tra l'altro non provo, ma per essere utile a tutti coloro che restano confusi e disorientati dalle sue parole.
Ora continuo sui temi relativi all'Antico Testamento, ma poi mi occuperò della figura di Gesù tratteggiata da Biglino, un concentrato di castronerie da mettere paura!
Un saluto in Cristo
Luis
Come tu ben sai già Marcione aveva tentato di ripudiare l'Antico Testamento. Ma almeno Marcione rispettava Gesù Cristo e aveva proposto, ingenuamente, un suo Nuovo Testamento. Anche Biglino ha detto che in futuro la "Chiesa" abbandonerà l'Antico Testamento, ma con cio' dimostra che non ha compreso cosa è la Bibbia, in quanto nell'Antico Testamento vi sono circa 300 profezie sulla venuta del Messia e nel Nuovo Testamento vi sono più di 300 citazioni dell'Antico Testamento. Quindi i due Testamenti sono talmente interdipendenti l'uno dall'altro, che anche se una "Chiesa" (non saprei dire quale), dovesse fare una operazione nello stile di Marcione (quindi mostrando un Gesù gnostico, che non morì per i nostri peccati e non risuscitò nella carne), vi sarebbero sempre milioni e milioni di cristiani apostolici che considereranno la Bibbia intera, quindi Antico e Nuovo Testamento come la unica e vera Parola di Dio.
EliminaCaro Yuri, per quanto mi consta, una tale Chiesa non sarà mai quella Cattolica che al Concilio Vaticano II ha definito un documento, la "Dei Verbum", dove l'Antico Testamento viene presentato come parte organica della storia della salvezza che esso conserva un valore perenne ed è considerato Parola di Dio.
EliminaUn saluto in Cristo
Fai bene a continuare quest'opera, soprattutto per coloro che rimangono confusi da certe affermazioni di questi pseudo-studiosi. (mentre per i suoi follower temo che ci sia ben poco da fare...)
RispondiEliminaDi errori grossolani e di cialtronerie vendute come "studio" ce ne sono a bizzeffe in queste sètte anticristiane.
Una grande menzogna venduta agli avventori è anche il metodo.
Solo per fare un esempio: Biglino contrappone di continuo le sue "teorie" a quelle dei "teologi" - promuovendo l'idea che questi siano dei personaggi truffaldini in combutta coi preti. Per rafforzare l'idea talvolta ne invita alcuni a qualche conferenza (anche se penso che ormai cattolici, protestanti ed ebrei abbiano compreso l'inganno e non rispondano più agli inviti).
L'inganno dei biglini però sta proprio in questo fraintendimento di ruoli. Pretendendo lui di parlare di traduzioni, interpretazioni e di versioni bibliche, Biglino dovrebbe invitare degli esperti in materia e cioè: esegeti, linguisti, traduttori, biblisti, semitisti, grecisti, e magari anche papirologi ed archeologi. Ma evidentemente se ne guarda bene dal farlo.
Parlando con qualche suo seguace ho anche notato che chi va alle sue conferenze non conosce la differenza tra un biblista e un teologo, ad esempio. Pensano che sia la stessa cosa, la stessa materia. Lo stesso confondono tra esegesi e teologia. Inoltre, questi adepti non hanno alcuna nozione di linguistica. Giusto per dirne alcune...
A causa di tutte queste lacune tali ignari "followers" manco si accorgono della bufala evidentissima del famoso termine "Elohim" (che tu hai già trattato). Come sai Biglino sostiene che è un termine plurale... e fin qua potremmo anche passargli la castroneria (con la giustificazione dell'ignoranza linguistica / grammaticale). Solo che dopo, davanti agli occhi sbarrati dei suoi adepti, che ti fa? Fa un'intera conferenza citando: l'Elohim Yahweh, l'Elohim di Nacor, l'Elohim di Yefte, l'Elohim di Giacobbe, e avanti così.
A quanto pare si tratta ogni volta di UN Elohim diverso (al singolare).
Oh, ce ne fosse almeno uno tra il pubblico che gli chiedesse "scusi Biglì, ma Elohim non era plurale??" 😂😂😂😂
Macché, manco uno 😅😅😅
Tutti a bocca aperta a trangugiare boiate. Incredibile ma vero 😶
Speriamo che con tutte le bibbie che stanno acquistando... qualcuno .. sulla via di Damasco... magari 😊😊😊😊
Ciao,
Pax et bonum,
Francesca
Grazie, Francesca, dell' incoraggiamento.
EliminaMi sono messo a studiare Biglino (perdendo un'infinità di tempo ...) perché alcune persone mi hanno scritto in privato dicendomi di essere rimaste confuse dalle sue teorie. Non me la sono sentita di liquidarle con qualche parola di circostanza e, così, ho iniziato questo lavoro.
I cosiddetti "biglini" sono irriducibili, hanno trovato il loro eroe e non lo lasceranno per niente al mondo. Su Youtube mi sono confrontato, e letto i commenti di altri confronti, con queste persone, completamente pendenti dalle labbra di Biglino. Spero solo che tra queste ci sia qualche indeciso, almeno i miei articoli non saranno del tutto inutili.
Per il resto sottoscrivo ogni parola del tuo commento.
Un saluto in Cristo
Luis
Ciao Francesca, girovagando mi sono imbattuto nel tuo commento ed ho sorriso pensando alle intense discussioni che abbiamo avuto tempo fa.
EliminaCredo che la diatriba singolare - plurale sia inutile. Leggendo l'Edodo ho trovato il termine in tutte le salse, come genere, come sostantivo o aggettivo, singolare e plurale. Dipende dai contesti delle frasi.
Gli altri nomi che hai citato, in effetti concordo che siano per lo più attributi (se vogliamo Biglino nelle conferenze semplifica un po' troppo). Tante volte sono associati direttamente a Yhwh per cui va bene così.
Elyon mi lascia invece un po' perplesso: mi sembra rappresentare "un grado" che ad un certo punto Yhwh sembra aver raggiunto.
All'inizio sembrerebbe non essere lui, viceversa non avrebbe nessun senso Dt 32 8-12 oppure il fatto che sia sottolineato che Abramo abbia pagato la decima a Melchisedek "sacerdote di Elyon". Se l'Elyon fosse già stato Yhwh non ci sarebbe stato bisogno di evidenziarlo. Ma magari è solo una forma letteraria, tanto non lo sapremo mai.
In ogni caso come abbiamo già convenuto insieme, all'inizio di "dei" ce ne erano parecchi (tanti sono menzionati per nome).
Poi che Yhwh sia diventato "l'unico" può essere benissimo. Ad esempio nel Corano di secoli dopo non mi risulta che si parli di altri dei ma solo di Al-Lah ("il Dio, lo El"). Poi leggendo non ci sono dubbi che "il DIo" sia Yhwh: raccontano gli stessi fatti!.
Sono sempre argomenti molto interessanti.
Che la Forza sia con te.
MD
Buonasera dott.Ruggini.
RispondiEliminaHo letto con interesse questo articolo. Devo dire che apprezzo l'onestà di riportare tutti i significati conosciuti della parola KVD in tutte le sue accezioni.
Molti degli esempi che riporta sono ineccepibili, si parla chiaramente di "gloria" nel senso comune che gli attribuiamo oggi.
Finalmente ho finito di leggere l'Esodo interlineare che mi ero regalato un anno fa ed ho notato dei passi nei quali secondo me il puro senso "qualitativo" mal si confà al testo.
Esodo 16,10 "E mentre Aronne parlava a tutta la comunità dei figli di Israele, si volsero verso il deserto ed ecco Kebod YHWH si lasciò vedere nella nube.
Es 24,16 E dimorò il Kebod YHWH su har Sinai e coprì esso la nume sei giorni. ... E aspetto di Kebod YHWH come fuoco mangiante il capo di il har Sinai.
Es 33,9 e scendeva colonna di la nube.... e parlava a Moseh face a facce come che parla uomo a prossimo suo.
Es 40,34 E coprì la nube la tenda del convegno e Kabod YHWH riempiva la dimora. E non potè entrare Moseh nella tenda poichè dimorava su essa nube e Kabod YHWH riempiva la dimora.
Un libro bellissimo e pieno di soprese, che consiglio a chiunque.
Cordiali saluti.
MD
Salve Mendacium detector,
Eliminala ringrazio degli apprezzamenti e mi rallegro delle sue conclusioni. Come scrivo nel mio articolo, il Pentateuco, ed il libro dell'Esodo in particolare, è fortemente caratterizzato da questa forma di espressione tipicamente semita di antropomorfizzare concetti astratti. Un modo di rappresentare contenuti e concetti molto diverso dal nostro punto di vista occidentale e moderno. Per questo Biglino sbaglia: vuole interpretare al modo moderno ed occidentale (ciò che scrivo è ciò che vedo) ciò che è scritto al modo antico e semita (ciò che scrivo è ciò che vedrei).
Un saluto.
Buonasera dott. Ruggini. Grazie della risposta.
RispondiEliminaPersonalmente l'antropomorfizzazione la condivido quando effettivamente si narrano episodi che letteralmente non avrebbero alcun senso. Posso capire "il dito di Dio" (che poi se un aborigeno odierno vedesse un artista col pirografo credo darebbe la stessa definizione) o altri episodi simili. I passi riportati di per sè hanno invece un loro senso. Può essere benissimo che abbiano anche un altro livello di lettura come dice Lei, il che continua a stimolarci nella ricerca no?
Il mondo dei "Biglini" (come dite voi), in realtà è molto variegato. Concordo che alcuni effettivamente abbiano solo trovato una scusa per sfoghi anticlericali e/o per non so quale frustrazione (e nel gruppo di discussione infatti c'è troppo "rumore"). Alla fine della fiera quella categoria sono "dei bigotti al contrario", come tanti atei "alla leggera".
Ma Le assicuro che c'è anche tanta gente "onesta" che semplicemente non ha posizioni preconcette per cui coglie qualsiasi occasione per porsi delle domande e ricercare ad ampio raggio.
Cordialità
MD
Salve Mendacium Detector, certamente sarà vero che tra il pubblico di Biglino ci siano, come dice lei, tante persone in ricerca, che hanno sinceramente voglia di sapere e conoscere, ma è anche vero che non tutte le occasioni di "approfondimento" siano realmente valide e produttive. Tra queste ci metto sicuramente Biglino e il suo cumulo di sciocchezze. Scoprire e capire sono senza dubbio azioni legittime e raccomandabili, ma vanno realizzate seriamente e costruttivamente attingendo a fonti serie e ai lavori di studiosi competenti. I ciarlatani li lascerei perdere.
EliminaUn saluto
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Elimina[[ Posso capire "il dito di Dio" (che poi se un aborigeno odierno vedesse un artista col pirografo credo darebbe la stessa definizione) ]]
EliminaCon la sola differenza che il pirografo non si muove da solo ma sta in mano all'artista mentre dovremmo credere che "il pirografo" ovvero il dito di Dio nella bibbia si muova da solo...
Salve The Top Guitarist, nessuno dice che occorra credere che il "dito di Dio" si muova da solo. E' solamente più ragionevole ritenere l'antropomorfismo come un genere letterario ampiamente presente nella letteratura del tempo e particolarmente diffuso nei libri che costituiscono il Pentateuco.
Elimina"...Come sappiamo lo studioso Mauro Biglino è convinto che l’umanità sia il frutto di un lavoro di ingegneria genetica realizzato da una superiore intelligenza aliena e che tale operazione sia stata meticolosamente riportata nella Bibbia. Purtroppo, pur di poter aver di che accusare la Chiesa e i cristiani di complotti e macchinazioni varie, moltissime persone sono disposte anche a credere a tali assurdità..."
RispondiEliminaInvece credere che esista un Dio uno e trino, che è onniscente, onnipotente e onnipresente, nonchè sempre esistito e che ha mandato sulla terra il "figlio" per redimere l'umanità, coadiuvato da una schiera di angeli, dallo Spirito Santo e dai Santi è normalissimo...
Ma nessuno pretende che si creda nella dottrina cattolica, si tratta di una materia di fede che esula dal riscontro materiale. Diverso è il discorso "paleoastronautico" che viene fatto passare da Biglino come una possibilità scientifica, mentre non esiste alcuna prova seria a supporto.
EliminaPurtroppo Lei non ha ascoltato attentamente quanto dice Biglino e per questo motivo giunge a conclusioni errate, così come coloro che si sono rivolti a Lei confusi. Biglino suggerisce infatti di sostituire i vari "gloria" "onore", etc... etc... con KVD. A questo punto sarà, proprio come Lei suggerisce, il contesto della frase a indirizzare il lettore verso una o l'altro significato. Siccome Lei stesso evidenzia che KVD, a seconda del contesto e della vocalizzazione, può assumere significati del tutto differenti è impensabile sostenere che con KVD si voglia SEMPRE ED ESCLUSIVAMENTE parlare di Gloria.
RispondiEliminaE, invece, si sbaglia. Ho ascoltato molto attentamente le conferenze di Biglino e mi sono facilmente reso conto che la sua lettura letterale è completamente sbagliata e antiscientifica. Tra l'altro Biglino non suggerisce di sostituire il termine "gloria" semplicemente con il termine ebraico non tradotto, ma pretende di intenderlo nell'assurdo significato di "qualcosa di pesante", "qualcosa di duro", cioè un'astronave.
EliminaIo non ho mai sostenuto che il termine "KVD" significhi sempre "gloria", ma la vocalizzazione masoretica "KaVòD" ed il contesto che indica una qualità di Dio, suggeriscono la traduzione in "gloria" e/o "onore".
Ezechiele 10, interessanti i versetti 4, 9, 13, 18...
Elimina1 Io guardavo ed ecco sul firmamento che stava sopra il capo dei cherubini vidi come una pietra di zaffìro e al di sopra appariva qualcosa che aveva la forma di un trono.
2 Disse all'uomo vestito di lino: «Va' fra le ruote che sono sotto il cherubino e riempi il cavo delle mani dei carboni accesi che sono fra i cherubini e spargili sulla città». Egli vi andò mentre io lo seguivo con lo sguardo.
3 Ora i cherubini erano fermi a destra del tempio, quando l'uomo vi andò, e una nube riempiva il cortile interno.
4 La gloria del Signore si alzò sopra il cherubino verso la soglia del tempio e il tempio fu riempito dalla nube e il cortile fu pieno dello splendore della gloria del Signore.
5 Il fragore delle ali dei cherubini giungeva fino al cortile esterno, come la voce di Dio onnipotente quando parla.
6 Appena ebbe dato all'uomo vestito di lino l'ordine di prendere il fuoco fra le ruote in mezzo ai cherubini, egli avanzò e si fermò vicino alla ruota.
7 Il cherubino tese la mano per prendere il fuoco che era fra i cherubini; ne prese e lo mise nel cavo delle mani dell'uomo vestito di lino, il quale lo prese e uscì.
8 Io stavo guardando: i cherubini avevano sotto le ali la forma di una mano d'uomo.
9 Guardai ancora ed ecco che al fianco dei cherubini vi erano quattro ruote, una ruota al fianco di ciascun cherubino. Quelle ruote avevano l'aspetto del topazio.
10 Sembrava che tutte e quattro fossero di una medesima forma, come se una ruota fosse in mezzo all'altra.
11 Muovendosi, potevano andare nelle quattro direzioni senza voltarsi, perché si muovevano verso il lato dove era rivolta la testa, senza voltarsi durante il movimento.
12 Tutto il loro corpo, il dorso, le mani, le ali e le ruote erano pieni di occhi tutt'intorno; ognuno dei quattro aveva la propria ruota.
13 Io sentii che le ruote venivano chiamate «Turbine».
14 Ogni cherubino aveva quattro sembianze: la prima quella di cherubino, la seconda quella di uomo, la terza quella di leone e la quarta quella di aquila.
15 I cherubini si alzarono in alto: essi erano quegli esseri viventi che avevo visti al canale Chebàr.
16 Quando i cherubini si muovevano, anche le ruote avanzavano al loro fianco: quando i cherubini spiegavano le ali per sollevarsi da terra, le ruote non si allontanavano dal loro fianco;
17 quando si fermavano, anche le ruote si fermavano; quando si alzavano, anche le ruote si alzavano con loro perché lo spirito di quegli esseri era in loro.
18 La gloria del Signore uscì dalla soglia del tempio e si fermò sui cherubini.
19 I cherubini spiegarono le ali e si sollevarono da terra sotto i miei occhi; anche le ruote si alzarono con loro e si fermarono all'ingresso della porta orientale del tempio, mentre la gloria del Dio d'Israele era in alto su di loro.
20 Erano i medesimi esseri che io avevo visti sotto il Dio d'Israele lungo il canale Chebàr e riconobbi che erano cherubini.
21 Ciascuno aveva quattro aspetti e ciascuno quattro ali e qualcosa simile a mani d'uomo sotto le ali.
22 Il loro sembiante era il medesimo che avevo visto lungo il canale Chebàr. Ciascuno di loro procedeva di fronte a sé.
Gent.le The Top Guitarist, concordo con lei, veramente interessanti questi versetti. Ma perché lo sono? Forse perché dimostrano che Ezechiele stia descrivendo, come sostiene Biglino, un'astronave? Nient'affatto. Non si legge la Bibbia in questo modo, estrapolando alcuni versetti ed ignorando tutto il contesto. Infatti tali descrizioni sono introdotte dal primo versetto del capitolo 8: "Al quindi giorno del sesto mese dell'anno sesto, mentre mi trovavo a casa e dinanzi a me sedevano gli anziani di Giuda, la mano del Signore Dio si posò su di me e vidi qualcosa...".
EliminaQuel "la mano del Signore Dio si posò su di me" è un'espressione tipica e ricorrente in tutto il libro di Ezechiele per indicare l'estasi. La ritroviamo sempre prima di una visione (1, 3; 3, 22; 37, 1; 40, 1; ecc.). Queste descrizioni sono delle visioni avute in estasi dal profeta Ezechiele, non sono cose reali. Lo dice lo stesso libro di Ezechiele nella sua introduzione: "Il cinque del quarto mese dell'anno trentesimo, mentre mi trovavo fra i deportati sulle rive del canale Chebàr, i cieli si aprirono ed ebbi visioni divine...". Il modo d'espressione di questo libro appartiene al genere letterario apocalittico che è caratterizzato da una forte simbologia della potenza e della maestosità di Dio e della sua Gloria.
Mi dispiace, ma non si tratta di alieni ed astronavi.
1Nell'anno sesto, nel sesto mese, il cinque del mese, mentre mi trovavo in casa e dinanzi a me sedevano gli anziani di Giuda, la mano del Signore Dio si posò su di me 2e vidi qualcosa dall'aspetto d'uomo: da ciò che sembravano i suoi fianchi in giù, appariva come di fuoco e dai fianchi in su appariva come uno splendore simile al metallo incandescente. 3Stese come una mano e mi afferrò per una ciocca di capelli: uno spirito mi sollevò fra terra e cielo e in visioni divine mi portò a Gerusalemme, all'ingresso della porta interna, che guarda a settentrione, dove era collocato l'idolo della gelosia, che provoca gelosia. 4Ed ecco, là era la gloria del Dio d'Israele, simile a quella che avevo visto nella valle. 5Mi disse: "Figlio dell'uomo, alza gli occhi verso settentrione!". Ed ecco, a settentrione della porta dell'altare l'idolo della gelosia, proprio all'ingresso. 6Mi disse: "Figlio dell'uomo, vedi che cosa fanno costoro? Guarda i grandi abomini che la casa d'Israele commette qui per allontanarmi dal mio santuario! Ne vedrai altri ancora peggiori". 7Mi condusse allora all'ingresso del cortile e vidi un foro nella parete. 8Mi disse: "Figlio dell'uomo, sfonda la parete". Sfondai la parete, ed ecco apparve una porta. 9Mi disse: "Entra e osserva gli abomini malvagi che commettono costoro". 10Io entrai e vidi ogni sorta di rettili e di animali obbrobriosi e tutti gli idoli della casa d'Israele raffigurati intorno alle pareti. 11Settanta anziani della casa d'Israele, fra i quali vi era Iaazania, figlio di Safan, ritto in mezzo a loro, stavano davanti ad essi, ciascuno con il turibolo in mano, mentre il profumo saliva in nubi d'incenso. 12Mi disse: "Hai visto, figlio dell'uomo, quello che fanno gli anziani della casa d'Israele nelle tenebre, ciascuno nella stanza recondita del proprio idolo? Vanno dicendo: "Il Signore non ci vede, il Signore ha abbandonato il paese"". 13Poi mi disse: "Vedrai che si commettono abomini peggiori di questi". 14Mi condusse all'ingresso della porta del tempio del Signore che guarda a settentrione e vidi donne sedute che piangevano Tammuz. 15Mi disse: "Hai visto, figlio dell'uomo? Vedrai abomini peggiori di questi". 16Mi condusse nel cortile interno del tempio del Signore; ed ecco, all'ingresso dell'aula del tempio, fra il vestibolo e l'altare, circa venticinque uomini, con le spalle voltate al tempio e la faccia a oriente che, prostrati, adoravano il sole. 17Mi disse: "Hai visto, figlio dell'uomo? Come se non bastasse per quelli della casa di Giuda commettere simili abomini in questo luogo, hanno anche riempito il paese di violenze, per provocare la mia collera. Eccoli, vedi, che si portano il ramoscello sacro alle narici. 18Ebbene, anch'io agirò con furore. Il mio occhio non avrà pietà e non avrò compassione: manderanno alte grida ai miei orecchi, ma non li ascolterò".
EliminaDeve citare tutto però, non solo quello che le comoda!
Non sono assolutamente visioni divine (nel senso che se le sogna) va visioni dell'altro mondo, qualcosa che per come avviene non se lo può spiegare.
Lo spirito lo solleva e lo porta a Gerusalemme...
1 Il Signore parlò a Mosè: «Su, esci di qui tu e il popolo che hai fatto uscire dal paese d'Egitto, verso la terra che ho promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe, dicendo: Alla tua discendenza la darò. 2 Manderò davanti a te un angelo e scaccerò il Cananeo, l'Amorreo, l'Hittita, il Perizzita, l'Eveo e il Gebuseo. 3 Va' pure verso la terra dove scorre latte e miele... Ma io non verrò in mezzo a te, per non doverti sterminare lungo il cammino, perché tu sei un popolo di dura cervice».
Elimina4 Il popolo udì questa triste notizia e tutti fecero lutto: nessuno più indossò i suoi ornamenti.
5 Il Signore disse a Mosè: «Riferisci agli Israeliti: Voi siete un popolo di dura cervice; se per un momento io venissi in mezzo a te, io ti sterminerei. Ora togliti i tuoi ornamenti e poi saprò che cosa dovrò farti».
6 Gli Israeliti si spogliarono dei loro ornamenti dal monte Oreb in poi.
7 Mosè a ogni tappa prendeva la tenda e la piantava fuori dell'accampamento, ad una certa distanza dall'accampamento, e l'aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda del convegno, posta fuori dell'accampamento, si recava chiunque volesse consultare il Signore.
8 Quando Mosè usciva per recarsi alla tenda, tutto il popolo si alzava in piedi, stando ciascuno all'ingresso della sua tenda: guardavano passare Mosè, finché fosse entrato nella tenda. 9 Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava all'ingresso della tenda. Allora il Signore parlava con Mosè. 10 Tutto il popolo vedeva la colonna di nube, che stava all'ingresso della tenda e tutti si alzavano e si prostravano ciascuno all'ingresso della propria tenda. 11 Così il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro. Poi questi tornava nell'accampamento, mentre il suo inserviente, il giovane Giosuè figlio di Nun, non si allontanava dall'interno della tenda.
12 Mosè disse al Signore: «Vedi, tu mi ordini: Fa' salire questo popolo, ma non mi hai indicato chi manderai con me; eppure hai detto: Ti ho conosciuto per nome, anzi hai trovato grazia ai miei occhi. 13 Ora, se davvero ho trovato grazia ai tuoi occhi, indicami la tua via, così che io ti conosca, e trovi grazia ai tuoi occhi; considera che questa gente è il tuo popolo».
14 Rispose: «Io camminerò con voi e ti darò riposo». 15 Riprese: «Se tu non camminerai con noi, non farci salire di qui. 16 Come si saprà dunque che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io e il tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini con noi? Così saremo distinti, io e il tuo popolo, da tutti i popoli che sono sulla terra».
17 Disse il Signore a Mosè: «Anche quanto hai detto io farò, perché hai trovato grazia ai miei occhi e ti ho conosciuto per nome».
18 Gli disse: «Mostrami la tua Gloria!».
19 Rispose: «Farò passare davanti a te tutto il mio splendore e proclamerò il mio nome: Signore, davanti a te. Farò grazia a chi vorrò far grazia e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia». 20 Soggiunse: «Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo». 21 Aggiunse il Signore: «Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe: 22 quando passerà la mia Gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano finché sarò passato. 23 Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si può vedere»
Così come Mosè (che parla da uomo a uomo con yahweh e fuori dalla tenda c'è una colonna di fumo/nube) chiede di vedere la gloria (kavod) di dio. Vediamo qui che la gloria di dio non è presente con dio, perché altrimenti non gli chiederebbe di vederla. Che dio la porta a lui solo il giorno dopo. E non si può vedere di fronte, ma solo alle spalle una volta che lui col kavod è passato. Addirittura dio (che è onnipotente) per proteggere Mosè dal kavod lo deve nascondere, perché lui non lo può proteggere dal suo kavod.
Basta cercare kavod su google immagini e vedrà cosa gli israeliti pensano sia il kavod (cerchi kavodcustom).
Gentile sig. Sconosciuto, però lei deve leggere l'articolo e i commenti sottostanti. A queste sue citazioni ho già risposto.
EliminaLei dice: "Non sono assolutamente visioni divine (nel senso che se le sogna) va visioni dell'altro mondo, qualcosa che per come avviene non se lo può spiegare. Lo spirito lo solleva e lo porta a Gerusalemme..." Però, come ho già scritto nei commenti sopra, abbiamo a che fare proprio con delle visioni, lo dice lo stesso testo che lei ha postato!!!
Glielo metto in evidenza: "Nell'anno sesto, nel sesto mese, il cinque del mese, mentre mi trovavo in casa e dinanzi a me sedevano gli anziani di Giuda, la mano del Signore Dio si posò su di me e vidi qualcosa dall'aspetto d'uomo" [...] "Stese come una mano e mi afferrò per una ciocca di capelli: uno spirito mi sollevò fra terra e cielo e in visioni divine mi portò a Gerusalemme"
Ezechiele viene preso per una ciocca di capelli ed uno spirito, quindi un essere etereo, niente di materiale, lo porta in VISIONE DIVINA fino a Gerusalemme. Più chiaro di così.
Quanto alla sua seconda citazione, l'articolo risponde bene alle sue insinuazioni. La gloria di Dio viene presentata come una persona, è un fenomeno tipico del genere letterario in cui è stato scritto l'Esodo. E' un tipico stile antropomorfo. Le consiglio di leggersi questo ottimo lavoro di un biblista ebraico:
http://digilander.libero.it/Hard_Rain/Antropomorfismi%20parte%201.pdf
Quanto al sito web "kavodcustom" si tratta di un venditore di armi che ha usato il termine "Kavod" proprio col significato di "gloria" per dare più visibilità al suo sito. Lo studioso Daniele Salamone, esperto di ebraico antico, ha contattato il sito e ha verificato quanto le ho detto. Può documentarsi al link che gli segnalo.
http://danielesalamone.altervista.org/kavodcustom-com-le-armi-fuoco-yahweh/
Saluti.
In Exodus 16:7 we read "and in the morning you shall see the glory of the LORD" (RSV). What is the "glory" of YHWH? First we must recognize that the "glory" is something that will be seen. Secondly, the word "glory" is an abstract word. If we look at how this word is paralleled with other words in poetical passages of the Bible, we can discover the original concrete meaning of this word. In Psalm 3:3 the kavod of Elohiym (God) is paralleled with his "shield" and in Job 29:20, Job's kavod is paralleled with his "bow." In Psalm 24:8 we read "who is this king of the kavod, YHWH is strong and mighty, YHWH is mighty in battle." The original concrete meaning of kavod is battle armaments. The meaning "armament" fits with the literal meaning of the root of kavod, which is "heavy," and armaments are the heavy weapons and defenses of battle. In the Exodus 16:7, Israel will "see" the "armament" of YHWH, the one who has done battle for them with the Egyptians.
EliminaJeff A. Benner
Salve Sconosciuto, ma che fa? Mi propone una citazione di Brenner? Ma lo sa che questo "pseudostudioso", per quanto riguarda l'ebraico, è una specie di Biglino americano.
EliminaComunque, non voglio lasciar niente di non argomentato e veniamo ad analizzare pure quello che dice Bennet:
In Salmi 3, 4 abbiamo la preghiera del Giusto perseguitato, non c’è nessuna guerra o battaglia, quindi il contesto suggerisce che la parola “scudo” è da intendersi come “difesa”, non come arma.
In Giobbe 29, 20 la Gloria è quella di Giobbe, non di Dio, quindi non si parla di ipotetiche armi di Yahweh (sig) e poi nel linguaggio biblico l’arco simboleggia la forza (vedi anche Genesi 49, 24), quindi la gloria di Giobbe è paragonata alla forza, non ad un’arma.
In salmi 24, 8 Yahweh è chiamato il re della Gloria, se davvero il termine “Gloria” significasse “armamento” che senso avrebbe “re dell’armamento”? Si può essere re di un’arma? In realtà in questo versetto “Gloria” significa “Potenza”, “Valore”, quindi il salmo con l’espressione “re della Gloria” intende alludere alla sconfinata potenza di Yahweh. Anche qui non si parla di nessuna arma.
Infine in Esodo 16, 7 il contesto è quello delle mormorazioni degli Israeliti contro Mosè e Dio per essere finiti nel deserto senza più cibo. Dio risponderà a queste mormorazioni facendo trovare la mattina dopo agli Israeliti un pane miracoloso, la manna. Questo miracolo è frutto della potenza di Yahweh, cioè della sua Gloria che, appunto, si manifesta con il miracolo la mattina dopo.
Nella Bibbia la parola "Gloria" non è mai associata all'idea di un'arma, tutto ciò alberga solo nella fervida fantasia di Bennet e dei suoi epigoni.