In questi giorni, a Roma, sta facendo molto scalpore la notizia del mancato riconoscimento, da parte di una coppia di genitori, del loro figlio appena nato perché disabile. Il piccolo è affetto da nanismo, non potrà crescere come tutti gli altri bambini e i genitori non se la sono sentita di dargli un nome ed un cognome.
Questa vicenda molto triste ha, però, innescato una vera e propria gara di solidarietà ed amore, infatti sono già molte le coppie che si sono offerte di adottare il neonato. Il vicesindaco di Roma, Sveva Belviso, ha dichiarato di aver avuto addirittura già una decina di offerte di adozione.
Fatti come questo, pur nella loro amarezza, ci donano una prospettiva positiva, allargano veramente il cuore e dimostrano ancora una volta come la solidarietà e l’amore siano l’unica via per superare ogni difficoltà. La scelta d’amore rappresentata dall’adozione è la naturale soluzione rispettosa della vita umana al problema dell’abbandono e del rifiuto dei figli non voluti. Ci si potrebbe chiedere: ma, allora, a che serve l’abominio dell’interruzione della gravidanza? Se esiste già una soluzione che garantisce accoglienza, amore ed una vita felice al nascituro ed una gioia immensa ai genitori che lo adottano, a che serve uccidere? Per quel povero bambino affetto da nanismo cos’era meglio? Essere accolto da una famiglia che lo ama o la morte? Quanti esseri umani che vengono abortiti potevano nascere e venire adottati? Certamente una coppia di genitori che non riconosce il proprio figlio perché malato fa scalpore, fa notizia sui giornali, ma almeno non lo hanno ucciso. Se lo avessero fatto nessuno avrebbe detto niente, non ci sarebbe stato alcuno scalpore. Ecco come si è ridotta la nostra società senza Dio, pronta a filtrare la pagliuzza del non riconoscimento, ma disposta ad ingoiare il cammello dell’aborto.
Perché nel nostro paese esiste l’abominio della legalizzazione dell’interruzione della gravidanza? In nome del relativismo laicista ci si arroga il diritto di decidere quale vita è degna di nascere, di calpestare l’alienabile diritto alla vita di ogni essere umano, con la falsa scusa di diminuire gli aborti illegali, quando questa piaga potrebbe essere efficacemente contrastata con l’istituto dell’adozione.
Rendiamo più facili ed economici le pratiche d’adozione invece di distruggere la vita umana di tantissimi bambini mai nati.
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