La Corte Costituzionale ha bocciato il divieto di fecondazione eterologa previsto dalla legge 40 del 2004, ancora una volta la Consulta è intervenuta per sancire l’incostituzionalità di questa martoriata legge. A questo punto sarebbe molto interessante sapere dove sia tale incostituzionalità, quale diritto della Carta Costituzionale sarebbe stato violato.
Tutto lascia supporre che la Consulta, organismo ormai succube dell’imperante mentalità laicista, abbia voluto tutelare il diritto di autodeterminazione della coppia e, quindi, il diritto a volere un figlio, a tutti i costi. Ma esiste veramente un diritto ad avere per forza un figlio? Una coppia che si ama veramente desidera, non pretende, un figlio e lo si accoglie come un frutto di amore reciproco e donazione, non cerca di ottenerlo a tutti i costi con chiunque. Non esiste un diritto ad avere figli, perché non sono “cose” che si possono pretendere, così come facciamo col prosciutto dal salumiere. I figli, in quanto persone umane, si possono solo desiderare ed accogliere avendo l’attenzione di rispettare i loro diritti, quelli veri, di essere amati per quello che sono naturalmente, e non perché scelti in una banca del seme.
Purtroppo si sta assistendo ad una preoccupante deriva morale per cui tutto ciò che è possibile diviene lecito. L’unica cosa che conta è ciò che la scienza ci permette di fare, come se ciò giustificasse ogni mezzo per realizzare ogni nostro volere. La scienza e il progresso, vero o falso che sia, divengono l’unico criterio morale accettato, generando così una costante confusione su ciò che bene e benessere. Nella fattispecie la Consulta ha accolto il ricorso di una coppia divenuta sterile per delle cure anti tumorali, ma pochi hanno accennato all’età avanzata della madre, come se affrontare una gravidanza a 54 anni fosse una cosa normale.
Ovviamente il vuoto legislativo creato da tale sentenza dovrà essere colmato, ma i pericoli connessi con la liberalizzazione della fecondazione eterologa sono tanti e gravi. Si potrà evitare il commercio dei gameti? Studentelli che per pochi spiccioli lasciano il loro seme? Tra le donne in poche sanno che la “donazione” degli ovuli richiede un intervento chirurgico, preceduto da un pesante trattamento ormonale che sarà fonte di squilibri per tutta la vita. Si potrà evitare l’affitto degli uteri? Povere donne, in genere indiane, che vengono trattate come animali di allevamento per soddisfare i desideri di danarosi occidentali? Si potrà evitare la realizzazione di banche del seme dove scegliere il patrimonio genetico preferito? E il diritto del nascituro a conoscere il suo genitore naturale, sancito dall’ art. 7.1 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza? Si scontrerà inevitabilmente con quello dei genitori e del donatore di restare anonimi. Siamo sicuri che il tutto sarà a costo zero (psicologici) per il figlio? Ma, oltre alle remore morali, c’è anche una motivazione scientifica per le perplessità sulla fecondazione eterologa. Se il figlio nato con tale fecondazione scopre di avere una malattia genetica e serve il riscontro nei genitori e nei fratelli, in quanti sanno che sarà impossibile rintracciarli?
A questo porta la mentalità laicista: soddisfare sempre i propri desideri spacciandoli per diritti, calpestando i veri diritti degli altri. Si pensa sempre, egoisticamente, ad ottenere tutto ad ogni costo, quando se si vuole amare davvero esiste l’istituto dell’adozione che permette veramente di offrire amore a coloro che ne sono drammaticamente privi.
Ooooohhh.....carissimo, questa vergogna è finalmente terminata e non tornerà mai più: this is the end, my only friend, the end.
RispondiEliminaLe tue accorate parole, questa volta, sono solo un epitaffio. Mentre le scrivevi, fiorivano i crisantemi, cantava l'upupa e il corvo diceva "Nevermore".
Per la lettura dei motivi di diritto, ci si predisponga ad attendere con pazienza un mesetto: poca cosa rispetto a 10 anni, 10 inutili anni in cui per loschi motivi sono stati violati i diritti costituzionali dei cittadini italiani.
È finita: la natura teme il vuoto, i giusnaturalisti pure, ma la Consulta ha già stabilito che qui non c'è nessun vuoto legislativo (vedasi ordinanza C. Cass.n. 150/2012). La fecondazione eterologa torna ad essere una pratica lecita, come è in tutti i paesi d'Europa tranne uno (chi non è contento si trasferisca in Lituania) e come lo era, da sempre, in Italia, prima di questa triste, oscura e, in fondo, ridicola parentesi che finisce nella pattumiera della storia.
Amen.
Purtroppo hai ragione Felsy, l'Italia ha dovuto vedere anche quest'ennesima angheria dei giudici, ormai autonominatisi unici detentori della "giusta" morale.
EliminaPovero paese, il nostro, che sta rinunciando alla civiltà per lascianrsi andare alla barbarie laicista.
Ma io non demordo, denuncerò sempre l'infamia laicista e la sua violenza, nella fattispecie rappresentata dalla Consulta. Fosse solo per per non passare per silente complice ed avere il coraggio di guardarmi allo specchio.
Un caro saluto Felsy e ben ritrovato!
Sono d'accordo sul punto fondamentale: non esiste il diritto di avere figli naturali, ma solo un più che legittimo desiderio, per i motivi detti nell'articolo.
RispondiEliminaAnche perchè lo stesso figlio, mitizzato nel momento in cui lo si vuole a tutti i costi e lo si pretende sano - come se poi, anche sul piano logico, questa fosse una soluzione definitiva e ci garantisse per sempre un mondo di sani - perde tutta la sua sacralità quando a tutti i costi non lo si vuole; addirittura i toni e gli argomenti di taluni fanno pensare, a proposito di aborto per difficoltà economiche, che anche nel caso del tutto ipotetico in cui a queste donne o coppie venisse garantito dallo stato la copertura totale del costo di questo figlio fino alla maggiore età, ebbene, questi taluni rifiuterebbero sdegnosamente questo aiuto, in nome del sacro principio di autodeterminazione totale.
E anch'io sono d'accordo con te.
EliminaSull'altare del "diritto" all'autodeterminazione si è arrivati a sacrificare la stessa vita umana e siamo sempre disposti a trovare una giustificazione per tutto.