Scrivo questo post per manifestare la profonda impressione che mi ha fatto la testimonianza di Gianna Jessen, mandata in onda da Rai2 il 6 febbraio scorso durante il programma “Italia sul Due". Questa donna è una delle tante “sopravvissute all’aborto” riuscendo a restare viva dopo un aborto salino. Oggi gira il mondo, invitata nei Parlamenti e in televisione, per raccontare la sua storia e il terribile crimine che ha subito in nome dei presunti “diritti della donna”.
La testimonianza di Gianna è veramente toccante: “Mi chiamo Gianna Jessen. Vorrei dirvi grazie per la possibilità di parlare oggi. Non è una piccola cosa dire la verità. Dipende unicamente dalla grazia di Dio il poterlo fare. Ho 23 anni. Sono stata abortita e non sono morta. La mia madre biologica era incinta di sette mesi quando andò da Planned Parenthood nella California del sud e le consigliarono di effettuare un aborto salino tardivo. Un aborto salino consiste nell’iniezione di una soluzione di sale nell’utero della madre. Il bambino inghiottisce la soluzione, che brucia il bambino dentro e fuori, e poi la madre partorisce un bambino morto entro 24 ore. Questo è capitato a me!...”
(tratto da http://www.postaborto.it/2008/05/io-gianna-jessen-sopravvissuta.html).
Da uno stralcio dell’intervista rilasciata in televisione:
Intervistatrice: “Tu hai avuto modo nel corso degli anni di incontrare la tua mamma biologica, come è stato questo incontro?”
Gianna: “Voglio premettere che sono cristiana e per via di questo sono in grado di perdonare e ho perdonato la mia mamma biologica, e so che non tutti accettano facilmente quanto sto per dire, ma sono in grado di vivere e camminare grazie a Gesù Cristo”.
La testimonianza di questa coraggiosa donna mi ha molto toccato, per la società la sua vita non valeva niente, solo per un puro caso, per un errore è rimasta in vita, perché qualcosa non ha funzionato. Un puro caso. Come chi per un puro caso si ritrova tra i sopravvissuti dei campi di sterminio nazisti e comunisti. Anche lì la vita non valeva niente, morire o restare vivi è questione affidata al caso. La cosificazione della vita umana. Solo che tutti condannano ed inorridiscono di fronte alla tragedia dei campi di sterminio, mentre la società di oggi chiude gli occhi di fronte all’abominio dell’aborto, al massacro legalizzato di milioni di bambini. Come è stato possibile perdere fino a questo punto il lume della ragione? Come può l’egoismo arrivare fino al punto di calpestare legalmente un diritto fondamentale come quello alla vita? E’ questo ciò che succede all’uomo quando abbandona la strada di Dio, non è più capace di restare una sua immagine e somiglianza e regredisce ad un livello bestiale. A questo porta ignorare e combattere la voce della Chiesa e dei cristiani gli unici che ancora si battono per il rispetto della dignità della vita umana. La povera Gianna per dichiarare la sua fede in Cristo ha dovuto quasi scusarsi: “so che non tutti accettano facilmente quanto sto per dire…”
Mi si obietterà che la legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza permette l’aborto solo fino al terzo mese, mentre nella vicenda di Gianna si era al settimo mese. E allora? Cosa cambia? Chi può decidere quando si è persone? Chi può decidere quando si è esseri umani? Quali sono i criteri scientifici che ci fanno con esattezza individuare la formazione di un essere umano? Che differenza c’è tra un feto di 90 giorni ed uno di 91 giorni? Che differenza c’è tra un feto alla nascita e dopo che è nato?
L’unica differenza è il numero delle cellule che compongono il suo organismo. E’ assurdo pensare che si è esseri umani in base al numero di cellule che formano il proprio corpo! In Svezia si è “umani” solo alla 18esima settimana, ma in Olanda occorre aspettare la 22esima settimana. Per gli Inglesi, invece, Svedesi e Olandesi rispettano solo delle insignificanti cellule perché per loro occorre aspettare la 24esima settimana.
Ecco a cosa porta la scienza quando è dominata dal relativismo. Appartenere alla razza umana non dipende da una quantità, ma è una qualità di quelle cellule. Ogni embrione ed ogni feto hanno cellule caratterizzate da un patrimonio genetico umano, unico ed irripetibile! Il rispetto della vita umana è un valore inviolabile e fondamentale (così come garantito dalla nostra Costituzione) e non può essere dipendente da una mera scelta personale, perché altrimenti non sarebbe più un valore fondamentale.
considerazioni condivisibili.
RispondiEliminaTutte le persone,più o meno giovani, a cui ho segnalato il video si YouTube (Gianna che parla della sua vicenda in Australia, nel 2008) sono rimaste profondamente scosse. Ma non è semplice avere il coraggio di abbandonare i sofismi del "mainstream" politicamente corretto e dell'arbitrio come idolo a cui tributare anche, purtroppo, sacrifici umani.
Penso che non si tratta tanto di avere coraggio, ma di saper riconoscere la sacralità della vita umana.
EliminaTi saluto e grazie della visita.
Non conoscevo questa storia...a quell'ora guardo altro ma normalmente ascolto Radio Maria.
RispondiEliminaho inviato il link del tuo blog alla comunità VittoriadiDio...loro non vanno ne su you tube nè su face book...io si!xchè a parte " una certa sporcizia" c'è anche del buono!
e poi ho... ehm..ho l'età giusta per poterlo fare!
scherzi a parte...l'argomento è serio,....xò io mi domando" come può una madre, abortire al 7mo mese di gravidanza quando tanta gente nasce proprio nel 7mo mese?
noi siamo tre sorelle e tutt'e tre nate settimine e senza incubatrice....
ho conosciuto una ragazza giovane, rimasta incinta, che si gloriava del fatto che non aveva abortito.....le ho detto che aveva poco da gloriarsi xchè aveva fatto ne più e ne meno che il suo dovere!
un saluto. RR
correggo: vittoriadidio, è una piccola comunità carismatica molto legata alla Madonna. ciao RR
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