Faceva ridere la Guzzanti, Sabina Guzzanti, davvero. A me divertiva molto, la seguivo ai tempi di La TV delle ragazze, memorabili certi suoi personaggi, come Moana Pozzi, Massimo D'Alema, Silvio Berlusconi. Poi il virus laicista anticlericale la colpì profondamente e arrivò il suo penoso tramonto. Si rinchiuse in una piccola nicchia di volgarità e violenza da dove lancia le sue invettive facendo del vilipendio e della becera offesa personale le sue armi preferite.
Se sodomizzazioni e fellatio caratterizzano il livello culturale della Guzzanti, non c'è certo da stupirsi che, contrariamente allo sdegno nazionale, a lei sia piaciuta la vergognosa vignetta del Charlie Hebdo sul terremoto in centro Italia. Del resto è proprio la pornografia il mezzo d'espressione usuale del giornaletto francese. Questo comune retroterra culturale tra la Guzzanti e CH non poteva non portare all'offesa gratuita ed allo sfruttamento del dolore. Così come non ci fu il rispetto del sacro, adesso non c'è stato quello per il dolore.
La Guzzanti e CH dicono che la satira non deve necessariamente far ridere, bensì far riflettere denunciando le cose che non vanno senza fermarsi davanti a nulla. Ma quella vignetta cosa ha generato? Denuncia, riflessione o unanime sdegno? Ironizzare sui morti, vituperare il dolore dei sopravvissuti, quando ancora ci sono i corpi sotto le macerie, significa fare denuncia o aggiungere dolore a dolore? Se la satira non deve fermarsi davanti a nulla perché si è levato un coro generale di sdegno? Persino la stessa Francia si è dissociata dall'iniziativa del giornaletto pseudosatirico.
Secondo il mio parere questo schifo deriva dalla perdita del senso del sacro. La vita è sacra, quindi anche il suo ricordo, i defunti, i cari scomparsi. La satira deve fermarsi quando vuole entrare nella sfera del sacro, sia laico che religioso. Perché significa violentare l'intimità della persona, violare il nostro profondo umano e nessuna satira può giustificare tale violenza inaudita. Per fare denunce e suscitare scandali ci sono altri mezzi, ma questo no.
Non so come la pensi ma trovo che sia una vilolazione dei dirriti di questo sito se dici che qualcuno a il "virus laicista ", e comunque la satira e sempre stata piccante anche se irroniza sui morti di una tragedia non puoi considerare che sia un perdita del sacro sia religioso che laico se poche frasi prima hai considerato essere laici come affeti di un virus. PS Spero che non farai il moralista pure su questo commento però riffletici. Distinti saluti da Anonimo.
RispondiEliminaCaro Anonimo, io non faccio alcun moralismo. Io parlo di rispetto, quello per la vita altrui, per il dolore. Non si può scherzare ed ironizzare su tutto, ci vuole anche una misura.
EliminaI laicisti, in genere, concepiscono la satira, o pseudo tale, come uno strumento producente solo ai loro interessi, per questo è rivolta sempre verso la stessa direzione e mirata a distruggere l'"avversario". Io ho un concetto differente della satira, per me deve essere un esercizio di intelligenza, volta a condannare, sbeffeggiare e denunciare le ingiustizie, qualunque esse siano, ma, soprattutto, pronta a costruire la pace e la giustizia.
Un saluto.
PS perché non metti un nick?