Nel 2011 è uscito nelle sale americane il film storico “Cristiada” diretto da Dean Wright, con attori del calibro di Andy Garcia, Peter O’Toole e Eva Longoria, basato sulla Guerra dei Cristeros (o Cristiada, da cui il titolo) combattuta negli anni ’30 dai cattolici Messicani contro il governo massonico ed anticlericale del presidente Plutarco Elías Calles che perseguitava la Chiesa Cattolica. Sono passati ormai tre anni e non vi è ancora traccia, e penso mai ce ne sarà, di questo film nelle sale italiane.
Un fatto veramente strano vista la larga diffusione che nel nostro paese hanno avuto le pellicole a carattere storico come, ad esempio, “Le Crociate” di Ridley Scott (2005), “Agorà” di Alejandro Amenábar (2009), Il “Codice da Vinci” di Ron Howard (2006), “Il nome della Rosa” di Jean-Jacques Annaud (1986) e così via. Come mai il film “Cristiada”, invece, non ha avuto lo stesso trattamento?
Se analizziamo queste pellicole ci si accorge immediatamente che sono tutte legate da un comune denominatore che è quello di essere pesantemente anticristiane, ed anticattoliche in particolare. I cristiani vi compaiono sempre come delle persone violente, assetate di sangue e di potere e la Chiesa Cattolica, invariabilmente, una losca associazione a delinquere che ha falsificato, ucciso, oppresso ogni anelito di libertà e progresso.
Ovviamente è perfettamente inutile sottolineare il fatto che la storia propugnata da questi film è per lo più falsa, piena di errori madornali, volta unicamente a calunniare per alimentare un ormai diffuso pregiudizio anticattolico. Convinzioni come la falsità storica dei vangeli canonici, la brutale persecuzione dei pagani, l’efferatezza dell’inquisizione, delle crociate, le trame segrete del vaticano, ecc., sono ormai entrate, dopo anni ed anni di falsità laiciste, nell’immaginario collettivo.
Un film come “Cristiada” che denuncia l’orrendo massacro di preti, vescovi e semplici fedeli, colpevoli solo di essere cristiani, da parte di un governo anticlericale e laicista, è troppo scomodo da far vedere. Si correrebbe il pericolo di rovinare l’enorme lavoro di condizionamento delle menti e delle coscienze che ha pazientemente esercitato la lobby laicista. Troppo scomodo mostrare un’aspetto della storia così distante dalla vulgata laicista ancora imperante nella cultura italica. In nessun libro di storia nelle nostre scuole si troverà mai traccia del vergognoso operato del laicista e massonico presidente messicano Plutarco Elías Calles, fanatico robespierriano emulatore della Rivoluzione francese. Nessuno parlerà mai ai ragazzi delle stragi laiciste in Vandea nel 1796, delle leggi laiciste anticristiane nella Spagna del 1931, di quelle laiciste cinesi degli anni ’50 o Sovietiche degli anni ’30.
Il fatto che in Italia non si sa potuto vedere questo film rappresenta un fatto gravissimo che dimostra come nel nostro paese la cultura, ad ogni livello, è controllata da una lobby laicista che condiziona pesantemente la libertà personale.
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