Torno a scrivere sul mio blog dopo diverso tempo, purtroppo la vita pone ognuno di noi di fronte ad impellenze non declinabili che rivoluzionano la scala delle proprie priorità. Ora, mia madre, malata da tempo, ha lasciato questo mondo per rispondere alla chiamata del Signore che l'ha voluta vicino a sé in modo perfetto e completo. E' per questo che sono sereno, ha raggiunto la pace che tanto desiderava e a me non resta che lodare il Signore per la sua tenerezza ed attenzione. Mamma e papà sono ora tra le Sue braccia e spero tanto, quando sarà ora, di poterli raggiungere.
Manco da circa un paio d'anni dal mio posto di osservazione, ma la tracotanza e l'incoerenza laicista non sono affatto cambiate, anzi. Proprio in questi giorni il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, su impulso dei legali del leader anarchico Alfredo Cospito, ha redarguito l'Italia richiamandola al rispetto degli standard internazionali sulla dignità umana di ogni persona privata della libertà personale. Che dire? Un'ammonizione giustissima, la dignità umana deve essere sempre rispettata, nessuna persona può essere sottoposta a trattamenti degradanti lesivi del valore della vita umana.
Sempre in questi giorni un'altra triste vicenda ha attirato la mia attenzione, il "suicidio" assistito, di una donna belga, Genevieve Lhermitte, affetta da problemi psichiatrici e responsabile dell'omicidio dei suoi quattro figli. In Belgio, infatti, la legge permette l'eutanasia se si soffre di dolori fisici e psicologici irreversibili. All'epoca dei fatti, 16 anni fa, i legali della Lhermitte avevano dimostrato che la loro assistita era affetta da una grave forma di depressione, ma ciò non gli evitò l'ergastolo. Da allora la povera donna ha sempre convissuto con i suoi gravi problemi psichiatrici, finché la "pietosa" eutanasia ha posto fine ai suoi giorni.
Una persona con gravi problemi psichiatrici, che è arrivata perfino ad uccidere i propri figli, che serenità di giudizio poteva avere? Come poteva rendersi conto della gravità e della irreparabilità della scelta di morire? Si può essere veramente certi che quella persona voleva veramente morire? E se, invece, la sua visione della realtà fosse distorta dalla malattia? Uccidere una persona in queste condizioni non è forse lesivo della dignità della persona e della vita umana? Il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, più volte sollecitato dalle associazioni contro l'eutanasia, non ha niente da rimproverare al Belgio, così come ha fatto con l'Italia?
Mi si dirà: ma ha ucciso i propri figli, che senso può ancora avere la sua vita? Ma Cospito ha attentato alla vita di persone innocenti, è un terrorista, non è buttata anche la sua vita? Ma per le Nazioni Unite evidentemente no, ci sono vite che hanno maggiore valore di altre. O, forse, piuttosto, non si vuole attaccare l'istituto dell'eutanasia. Guai a criticare la follia della "dolce morte", non sarebbe politicamente corretto.
Ecco la doppia morale laicista che considera i diritti umani dipendenti da una qualità della vita umana, ma non dalla sua essenza. Esattamente come ragionavano i nazisti che sopprimevano i disabili, tra i quali c'erano persone che non avevano la capacità di percepire che andavano a morire.