In questi giorni è in corso a Verona il XIII Congresso mondiale delle famiglie. Un appuntamento importante per manifestare e difendere i valori legati alla famiglia naturale, tra i quali, importantissimo, quello fondamentale del diritto di ogni nascituro di avere un padre ed una madre. Sarà anche ribadito il diritto a considerare l'omosessualità come una distorsione della sessualità e, specialmente, ad affermare con forza il no all'aborto, l'orribile legalizzazione dell'omicidio dell'innocente.
Ma, come al solito, la libera manifestazione di un pensiero non allineato al politically correct laicista non poteva che scatenare la solita reazione isterica e reazionaria. I laicisti non sopportano che si possa manifestare liberamente il proprio pensiero. Nel nostro paese questa deriva reazionaria laicista sta divenendo sempre più preoccupante. Già a febbraio scorso la senatrice di "Più Europa", Emma Bonino, ha presentato addirittura un’interrogazione parlamentare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per chiedere spiegazioni sul patrocinio istituzionale. Tutto ciò la dice lunga su come i laicisti intendono la libertà di pensiero.
Le femministe di "Non una di meno", non ancora paghe dell'indecente gazzarra che hanno inscenato l'8 marzo scorso, culminata con il vergognoso cartello della senatrice Monica Cirinnà,
hanno organizzato sempre a Verona una "contromanifestazione" negli stessi giorni del Congresso delle famiglie. Una manifestazione "contro", quanto di più intollerante ed antidemocratico si possa pensare. Essere "contro" la libera espressione, zittire chi la pensa in modo differente dal loro.
Patetica motivazione per scusare questa onda indegna di proteste sarebbe il carattere offensivo della dialettica contro l'omosessualità che offenderebbe le persone omosessuali ed inciterebbe all'"omofobia". Inconsistente argomentazione: la critica è rivolta alla legittimazione dell'omosessualità come variante naturale del comportamento sessuale umano e alla parificazione della coppia omosessuale con la famiglia naturale. Nessuno si sogna di offendere le persone, che restano degne di rispetto ed intoccabili. Cosa che invece non viene percepita dai laicisti che si lasciano andare ad ogni tipo di insulto e falsità.
Manifestazione di intolleranza anche da parte di parte del mondo accademico. I docenti del dipartimento di Scienze umane dell'Università di Verona hanno promosso un documento che critica la pretesa scientificità delle teorie espresse dal Congresso, come se le loro fossero tesi scientificamente provate. Come se gli studi sul "gender" o l'omosessualità come "variante naturale della sessualità umana" fossero fatti acquisiti scientificamente...
Ma la dittatura laicista è a tutto tondo, non basta solo zittire, ma serve anche discriminare. Così come ha fatto il municipio 3 di Milano che in una delibera per un bando di ristrutturazione di un immobile di proprietà comunale ha escluso chi è contro l'aborto, le DAT e le unioni civili. Altro che progressisti, i laicisti sono più retrivi della peggior regime staliniano.
Parlano di democrazia, di scienza e sviluppo, danno del medioevale a chiunque li contraddice, ma in realtà sono la prevaricazione e la violenza i tipici metodi d'imporsi dei laicisti.