Nel 2012, l’allora presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, riferendosi a coloro che ancora intendono affidarsi al petrolio come la principale fonte energetica e volendoli qualificare come persone di mentalità vecchia e sorpassata, affermò in un discorso pubblico: “Lasciate che vi dica una cosa. Se alcune di queste persone fossero state nei dintorni quando Colombo salpò, sarebbero state soci fondatori della Società della Terra Piatta. Esse non avrebbero creduto che il mondo è rotondo. Abbiamo sentito queste persone in passato” (B.Obama, Discorso sull’energia al Prince George’s County Community College, Largo, MD, 15 Marzo 2012).
Incredibilmente, solo sei anni fa, il presidente degli Stati Uniti ha trovato perfettamente normale associare l’idea di arretratezza e di ostacolo al progresso allo scetticismo di coloro che contestarono il famoso viaggio di Cristoforo Colombo nel XV secolo, in quanto assurdamente convinti che la Terra fosse piatta e non rotonda. Ancora oggi, infatti, è molto diffusa l’idea che Colombo con il suo viaggio verso occidente abbia dimostrato che la Terra è rotonda e non piatta, come invece credeva la Chiesa cattolica retrograda ed antiscientifica.
Si tratta dell’ennesimo, clamoroso, falso storico costruito ad arte contro la Chiesa. La sfericità della Terra era già stata dimostrata da Pitagora e da altri matematici greci nel VI secolo a.C. Due secoli più tardi anche Aristotele, osservando la forma dell’ombra della Terra sulla Luna e la curvatura della costa, era giunto alla stessa considerazione. Addirittura nel II secolo a.C. Eratostene stimò con un eccezionale grado di approssimazione la forma e la circonferenza del nostro pianeta. Ai tempi di Colombo queste teorie erano ben note, specialmente ai dotti di Salamanca che lo contestarono. Eppure è molto diffusa la convinzione che di questa sapienza degli antichi si fosse persa la cognizione in età medioevale per colpa di una Chiesa retrograda ed oscurantista.
Ovviamente non c’è alcunché di vero, gli ecclesiastici del medioevo erano perfettamente a conoscenza del fatto che la Terra fosse una sfera. A provarlo sono le innumerevoli testimonianze documentali a partire dal VII secolo. Tra questi uno dei più noti sostenitori della terra a forma di globo, il monaco inglese, teologo e storico, Beda il Venerabile (673-735). Egli nel suo libro “Sul Calcolo del Tempo” (De temporum ratione), affermava esplicitamente che la forma della terra fosse tonda “come una palla”, non “come uno scudo”: “Chiamiamo la terra un globo, non come se la forma di una sfera possa esprimere diversità da pianure e montagne, ma perché se tutte le cose sono racchiuse in un contorno, allora la circonferenza della terra raffigurerà un globo perfetto… In verità si tratta di una sfera posta al centro dell’universo; nella sua ampiezza è come un cerchio, e non circolare come uno scudo, ma piuttosto come una palla, e si estende dal suo centro con perfetta rotondità su tutti i lati”. (Russell, Jeffrey B. “Inventing the Flat Earth” New York: Praeger Publishers. 1991 p. 87).
Il più grande teologo della Chiesa Cattolica del Medioevo, Tommaso d’Aquino (1225-1274), aveva ben chiara la nozione della Terra come di un globo. Nella sua opera maggiore, la Summa Theologica, scrisse: “Il fisico dimostra che la terra sia rotonda in un modo, l’astronomo in un altro: in quanto il secondo prova questo mediante la matematica, per esempio dalle forme delle eclissi, o qualcosa del genere, mentre il primo lo dimostra mediante la fisica, come ad esempio dal movimento di corpi pesanti verso il centro, e così via” (Tommaso d’Aquino “Summa Theologiae" Domanda 54: La distinzione delle abitudini, Articolo 2, Risposta alle obiezioni 2”).
Abbiamo tantissimi altri esempi di studiosi ecclesiastici medioevali che affermano la loro convinzione che la Terra fosse una sfera: il frate Ruggero Bacone (1220-1292), inventore degli occhiali, gli scienziati Giovanni Buridano (1301-1358) e Nicola Oresme (1320-1382), il monaco Giovanni di Sacrobosco (c. 1195-c. 1256) che scrisse il “Trattato della Sfera” in cui afferma esplicitamente che la comparsa di navi all’orizzonte dimostrava che la Terra era curva.
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Statua equestre di
Carlo Magno del IX sec. con
il "globus cruciger"
conservata al Louvre. Parigi. |
Altra prova schiacciante è costituita dal fatto che già nel V secolo i re europei medievali portavano un simbolo chiamato il "globus cruciger" cioè “il globo che porta la croce”, come simbolo cristiano del potere reale. Il globo rappresentava la terra ed era sormontata da una croce a simboleggiare la signoria di Cristo su di essa. Veniva tenuta dal sovrano a rappresentare il fatto che l’imperatore governava il mondo per volere divino. L’uso di questo simbolo risale addirittura ai primi del III secolo, infatti compare sul lato posteriore delle monete dell’imperatore Arcadio (395-408), e sulle monete dell’imperatore Teodosio II (423).
Nell 1991 il noto storico statunitense Jeffrey Burton Russell demolì completamente il mito della “Terra piatta” nel suo studio definitivo “Inventando la Terra Piatta“, ma anche l’altrettanto noto evoluzionista Stephen Jay Gould (1941-2002) affermò: “Non c’è mai stato un periodo di ‘oscurità della terra piatta’ tra gli studiosi. La conoscenza greca della sfericità mai svanì, e tutti i maggiori studiosi medievali accettarono la rotondità della terra, come un dato di fatto della cosmologia” (S.J. Gould “The Late Birth of a Flat Earth”, in: “Dinosauro nel pagliaio: riflessioni sulla storia naturale”, 1° edizione Brossura, pp. 38–50, New York: Three Rivers Press, NY,1997).
Ma allora perché si è diffusa questa credenza di un medioevo in cui si sarebbe persa la conoscenza degli antichi greci? Come al solito l’ennesima calunnia contro il cristianesimo e la Chiesa nasce in ambiente positivista nel XIX secolo. Dapprima è lo scrittore ed esploratore americano Washington Irving che nel 1828 nel suo romanzo “La vita e i viaggi di Cristoforo Colombo” s’inventò di sana pianta la falsa immagine di un Colombo unico sostenitore della teoria di una Terra rotonda contro l'ignoranza medioevale dei cristiani e della Chiesa. Irving immaginò che gli uomini di Chiesa credenti nella terra piatta, i dotti di Salamanca, si opposero con fermezza al piano di Colombo di viaggiare per le Indie, in quanto la sua nave sarebbe potuta cadere dal bordo della terra durante il tentativo di navigare attraverso l’Atlantico. Successivamente questa storia di fantasia è stata fatta diventare un fatto storico dai positivisti darwinisti del tardo XIX° secolo che la utilizzarono come un mezzo per mettere in ridicolo i cristiani. Per il positivismo dell’800 bisognava far passare a tutti i costi la religione come una superstizione e la Chiesa Cattolica come un centro di pensiero retrogrado ed oscurantista. Scrive lo storico Noble nella prefazione allo studio del Russell: “Divenne sapere convenzionale dal 1870 al 1920 a seguito della “guerra tra scienza e religione”, quando per molti intellettuali in Europa e negli Stati Uniti tutta la religione divenne sinonimo di superstizione e la scienza divenne l’unica fonte legittima di verità. Fu durante gli ultimi anni del XIX secolo e i primi anni del XX° secolo, poi, che il viaggio di Colombo divenne un simbolo così diffuso della futilità dell’immaginazione religiosa e della forza liberatrice dell’empirismo scientifico” (D. Noble, Prefazione in Jeffrey Burton Russell “Inventing the Flat Earth” New York: Praeger Publishers. 1991).
Ma, allora, perché i dotti di Salamanca avversarono il progetto di Colombo di navigare verso Ovest per raggiungere le Indie? A Colombo si contestava il fatto che le sue navi non avrebbero potuto trasportare abbastanza provviste, acqua fresca e cibo, per la durata del viaggio. I dotti di Salamanca, infatti, avevano fatto i conti molto meglio di Colombo e avevano previsto, a ragione, una distanza molto più lunga che non quella che aveva calcolato il navigatore genovese. Egli ebbe solo la fortuna di imbattersi in un nuovo continente tra l’Europa e l’Asia di cui nessuno, nel 1492, sospettava l’esistenza. Era quindi la dimensione della Terra, non la forma, ad essere oggetto del contendere.
La leggenda della “Terra piatta” fu, quindi, l’invenzione di intellettuali positivisti nel loro tentativo di screditare gli scettici del Darwinismo. Tutto ciò mette in risalto due aspetti, il primo è che non esistevano prove convincenti a favore della teoria di Darwin, visto il bisogno d’inventarsi una leggenda contro i suoi oppositori e l’altro è che la Chiesa, contrariamente al mainstream laicista e positivista, non è affatto quel mostro di oscurantismo ed arretratezza scientifica che molti credono. Questa vicenda conferma un dato molto importante: nella storia dell’umanità non c’è mai stata una guerra della Chiesa contro la scienza, ma piuttosto una guerra dei laicisti contro Dio.
Bibliografia
Jeffrey Burton Russell “Inventing the Flat Earth” New York: Praeger Publishers. 1991;
S.J. Gould “The Late Birth of a Flat Earth”, in: “Dinosauro nel pagliaio: riflessioni sulla storia naturale”, 1° edizione Brossura, pp. 38–50, New York: Three Rivers Press, NY,1997.