Come è stato per la Spagna, anche in Francia assistiamo agli effetti deleteri che accompagnano l’avanzata del laicismo. Il governo ultralaicista di Hollande sta superando ogni immaginazione demolendo i cardini di una democrazia pluralista e smantellando sistematicamente secoli di cultura cristiana. In poco tempo, nonostante il paese avesse bisogno di affrontare problemi ben più urgenti, è stato introdotto il matrimonio per le coppie omosessuali che ha distrutto il valore della famiglia naturale come cellula fondamentale della società umana, i cui diritti sono esclusivi e da tutelare in modo particolare.
Nel 2013 il ministro dell’istruzione, Vincent Peillon, una persona piena di preconcetti noti a tutti avendo, infatti, dichiarato che: "non si potrà mai costruire un paese libero con la religione cattolica", ha imposto in tutte le scuole pubbliche la “Carta della laicità”, un documento che limita fortemente la libertà personale vietando di indossare qualsiasi simbolo religioso e di professare qualsiasi convinzione religiosa. Ciò in modo da imprimere nei giovani l’idea che esista una netta separazione tra religione e libertà e che ci sia la necessità di sopprimere la religione escludendola da ogni percorso formativo.
Il ministro degli affari sociali e della Salute, Najat-Belkacem, ha addirittura attivato un sito internet governativo per promozionare l’interruzione di gravidanza di fatto derubricandola ad un mero sistema contraccettivo.
L’Alto consiglio francese per l’uguaglianza tra uomini e donne (Hcefh) ha promesso l’imminente abolizione della legge che permette l’obiezione di coscienza per i medici nel caso dell’effettuazione di un’interruzione di gravidanza. In tema di limitazione della libertà personale non bisogna dimenticare che la Francia vieta l’esposizione di simboli religiosi in tutti gli uffici pubblici. Alle donne musulmane, ad esempio, è vietato di portare il velo in pubblico così come i cristiani non possono indossare catenine con il crocifisso.
Il governo francese ed il suo laicismo hanno avuto anche un “riconoscimento” nel rapporto annuale sulla libertà religiosa stilato dagli Stati Uniti che per la prima volta hanno inserito un paese dell’Europa occidentale nella lista nera dei paesi che negano la libertà religiosa. La Francia, in compagnia di paesi come la Corea del Nord, la Cina, l’India, il Pakistan, ecc., ha una laicità troppo “aggressiva” che non permette alle persone religiose di esprimere a pieno la propria fede.
In Francia si sta assistendo allo sfacelo determinato dall’imposizione del laicismo, lo Stato che diviene l’unica autorità educativa, l’unico soggetto autorizzato a trasmettere valori “neutrali” ai cittadini, non sono ammessi pluralismi, tutto deve essere omologato, le differenze non vanno valorizzate, ma combattute ed eliminate. Il famigerato Peillon, in pieno delirio mistico-laicista, ha chiaramente tracciato la strada intrapresa dal governo transalpino dichiarando che: “La rivoluzione implica l’oblio per tutto ciò che precede la rivoluzione. E quindi la scuola gioca un ruolo fondamentale, perché la scuola deve strappare il bambino da tutti i suoi legami pre-repubblicani per insegnargli a diventare un cittadino. È come una nuova nascita, una transustanziazione (sic) che opera nella scuola e per la scuola, la nuova chiesa con i suoi nuovi ministri, la sua nuova liturgia e le sue nuove tavole della legge”. Una logica aberrante che sembra aver riportato la Francia ai tempi degli orrori della rivoluzione, quando nella follia illuminista veniva considerato un delitto credere in Dio. In questo programma il cristianesimo, e tutte le religioni, divengono dei nemici perché portatrici di una visione della realtà contraria a quella disperatamente relativista ed immanentista del laicismo. Inevitabilmente, come nel caso della Spagna e della Francia, è questo il destino di ogni società che rinnega le sue origini cristiane, una guerra contro Cristo condotta in nome di un falso e distorto valore della laicità che produce solo arretratezza morale, sopraffazione dei più deboli, limitazioni della libertà personale.
Sono di queste ore le notizie della clamorosa sconfitta elettorale di Hollande alla seconda tornata delle consultazioni municipali che hanno avuto il valore di un vero e proprio referendum sull’operato del primo ministro. I francesi hanno fatto chiaramente intendere che sono insoddisfatti delle false battaglie di Hollande per diritti inesistenti e la repressione di quelli esistenti, mentre la disoccupazione aumenta e l’economia non decolla. Speriamo che la Francia, faro indiscusso di democrazia e libertà, ritorni presto sui suoi passi.