Tra le più bizzarre falsità che si possono leggere nei vari siti anticristiani che riempiono il web, e che la propaganda laicista spaccia per verità storiche, c’è sicuramente l’assurda teoria del parallelismo tra la figura di Gesù di Nazareth e il mito di Horus, l’arcaica divinità egizia.
Questa teoria, nata nel XIX secolo in ambienti anticristiani britannici, è stata rispolverata, col il libro “The Christ Conspiracy” del 1999, dalla famigerata pseudo-archeologa D. M. Murdock, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Acharya S, e replicata in rete nel 2007 dal film Zeitgeist: the movie. Questa storiella, raccontata per abbindolare i creduloni, tratta di un supposto parallelismo tra i due personaggi fin nei più piccoli dettagli.
Sinteticamente, tra le tante sciocchezze affermate, in particolare si afferma che Horus sarebbe nato il 25 dicembre dalla vergine Isis-Meri in una grotta e che il suo concepimento sarebbe stato annunciato dall’angelo Thoth. Horus, al pari di Gesù, avrebbe avuto un padre putativo, Seb (Joseb), sarebbe stato battezzato nel fiume Eridano (Giordano) da un certo Anup “il battista”, avrebbe avuto 12 discepoli, sarebbe stato chiamato con vari nomi simbolici tipo “la verità”, la “luce”, “il figlio eletto di Dio”, e così via… finché, alla fine, sarebbe stato crocifisso e poi risorto.
A prima vista tutte queste incredibili coincidenze tra la storia di Gesù dei vangeli ed il mito di Horus lascerebbero pensare che davvero i primi cristiani avessero scopiazzato un mito preesistente e che il cristianesimo sia solo tutta una farsa, ma le cose non stanno così. Se sottoponiamo questa teoria al vaglio della ricerca storica, confrontandola con le conoscenze dell’egittologia, ci si accorge immediatamente che si tratta i una colossale bufala.
Innanzitutto non esiste un solo mito di Horus, infatti come divinità solare è Haroeris, Harakhthe, Harmakhis, Horo di Behedet. Come figlio di Iside è Arpocrate (Horus bambino), Harsiesi (figlio di Iside), Harendotef (Horus vendicatore del padre). Horus è soprattutto il dio dinastico, è colui che siede sul trono di suo padre Osiride e nel quale ogni sovrano vivente si identifica. Ognuno di tali miti ha una sua storia che differisce l’uno dall’altra. Con quali di tali miti vennero a contatto i cristiani? La Murdock non lo dice. Ma ciò che fa più sorridere è il fatto che al tempo della redazione dei vangeli (I secolo) la religione egiziana non è più quella del mito di Horus del 3000 a. C.. E’ assolutamente improbabile che un mito oscuro, lontanissimo dalla cultura ebraica, non più professato nell’Egitto del I secolo d.C., possa venir rispolverato dai redattori, seppur ritenuti fraudolenti, dei vangeli. Con la lunga dominazione tolemaica, l’Egitto si era totalmente ellenizzato e la religione aveva completamente perso i suoi connotati antichi originari. Nel I secolo d.C. in Egitto non veniva più da tempo adorato Horus, ma Serapide una nuova divinità composita greco-egiziana, che sommava le caratteristiche di Osiride (il dio del Nilo), Asclepio (il dio della guarigione), Giove (il dio supremo dell'Olimpo, Zeus, adattato per l'uso romano) e Plutone (il dio degli inferi). Lo stesso culto di Iside, che si diffuse in tutto l’impero romano, costituisce un tipico esempio di come un nuovo adattamento del mito abbia potuto quasi del tutto perdere le sue caratteristiche originali. Ciò testimonia la tipica tendenza della cultura greca di trasmutare ogni tratto preso in prestito in una espressione del pensiero ellenico (G. Miller, Enciclopedia delle Religioni).
Ma anche volendo confrontare la storica vicenda gesuana con l’antico mito di Horus ci si accorge immediatamente delle profonde differenze esistenti e delle spudorate invenzioni della Murdock. Infatti, ad esempio, non risulta in nessun punto del mito di Horus una nascita il 25 dicembre. Del resto ciò sarebbe del tutto impossibile essendo il giorno di nascita di Horus contemplato tra i 5 giorni epagomeni, ovvero gli ultimi 5 giorni dell’anno Egizio, che cadono a cavallo tra giugno e luglio (il Capodanno egizio si festeggiava al momento della levata eliaca della stella Sirio, ovvero con l’avvento della piena del Nilo). In realtà Horus, secondo il mito nacque l’ultimo giorno del mese di Kohiak, ovvero il 15 novembre (e non il 25 dicembre). Inoltre la data del 25 dicembre non ha alcuna rilevanza, in quanto non è mai indicata nei vangeli come la data di nascita di Gesù. Secondo il mito, Horus non è nato affatto in una grotta ma nella palude del delta del Nilo. Horus, inoltre, non è nato da una vergine. Infatti un antico rilievo egiziano raffigura questo concepimento mostrando Iside sotto forma di un falco che, negli inferi, “utilizza” il fallo eretto di Osiride morto. In nessun mito di Horus c’è la notizia di un’annunciazione e tantomeno di un angelo di nome Thoth che, infatti, non era affatto un angelo ma il dio della conoscenza dalla testa di ibis. Il nome del dio padre di Osiride e di Horus non è affatto Seb, nome inesistente, ma Geb e non si tratta affatto di un padre putativo, ma secondo la cosmologia eliopolitana, di un padre naturale. E così via tutte le altre affermazioni si rivelano delle vere e proprie falsità: il fiume Eridano non esiste affatto, ma è una costellazione che nella cultura greco-romana, e non quella egiziana, rappresenterebbe il fiume Po; i soli ed unici titoli di Horus erano: Grande Dio, Signore delle Potenze, Signore dei Cieli e Vendicatore di Suo Padre; Horus non fu mai battezzato, tantomeno da Anup, che sarebbe il nome egizio del dio Anubi, il quale, peraltro, non ebbe mai l’appositivo di “battista”; dodici apostoli, crocefissione e resurrezione non fanno parte del mito di Horus, tutte fantasie della Murdock.
L’aspetto più sconcertante di questa penosa vicenda è che la Murdock, che non è neppure un’egittologa, non cita né fonti e né documenti, ma trae questa teoria quasi interamente dalle opere di uno pseudo egittologo autodidatta della seconda metà del 1800, un certo Gerald Massey, esponente della massoneria, poeta e scrittore. Appassionato di civiltà egizia, lo scrittore apprende da autodidatta l'arte di decifrare i geroglifici. La sua teoria, che vuole instaurare un parallelismo tra la vita di Horus e quella di Gesù, si basa solo su un rilievo, che si troverebbe nel tempio di Luxor, da lui solo interpretato come raffigurante l’annunciazione, la nascita e l’adorazione di Horus, con Thoth che annuncia alla vergine Iside il concepimento di Horus. Ma Massey riguardo a tale raffigurazione non fornisce alcun identificazione di tale rilievo e neppure l’esatta ubicazione nel tempio. A tal riguardo la comunità scientifica è completamente scettica e ha rigettato senza riserve le teorie di Massey criticando aspramente l’“interpretazione” fornita, come ben riassunto dall’intervento dello storico dell’antichità e filosofo ateo, Richard Carrier: "Le opere di Massey, che tentano di stabilire un più generale parallelismo tra la religione giudaico-cristiana e la religione egizia, sono assolutamente disconosciute dalla moderna egittologia e non sono menzionate nell'Oxford Encyclopedia of Ancient Egypt o in qualche altra opera di riferimento di questa branca accademica. Massey non è infatti nominato né in "Who Was Who in Egyptology" di M. L. Bierbrier (III ed., 1995), attuale lista degli egittologi internazionali di riferimento, né tanto meno nella più estesa bibliografia sull'antico Egitto, stilata da Ida B. Pratt (1925/1942), universalmente riconosciuta dalla comunità internazionale degli egittologi".
Un professore di Harvard e della Manchester University, W. Ward Gasque ha condotto un sondaggio internazionale tra il Canada, Stati uniti, Regno Unito, Australia, Germania e Austria raccogliendo il parere di venti egittologi tra i più eminenti, tra cui il professor Kenneth Kitchen dell’Università di Liverpool e Ron Leprohan, professore di Egittologia presso l’Università di Toronto, per analizzare scientificamente l’attendibilità delle affermazioni della MurdocK e di Massey. Gli studiosi sono stati unanimi nel respingerle (W. W. Gasque “The Leading Religion Writer in Canada…Does He Know What He’s Talking About?” George Mason University’s History News Network).
In conclusione si rimane veramente sconsolati dalla pochezza scientifica alla base delle roboanti asserzioni della Murdock. Un’egittologia sgangherata, piena di imprecisioni che ignora gli studi più moderni per riferirsi a documenti datati di un’epoca post-vittoriana dove persino la lettura geroglifica era del tutto approssimativa. La sconcertante diffusione sul web di questa sciocchezza del parallelismo tra Gesù e Horus non è altro che l’ennesima conferma del modo di agire della propaganda laicista. Una semplice teoria fantasiosa, costruita da una persona totalmente incompetente e senza alcuna preparazione accademica, diviene immediatamente una rivelazione storica indiscutibile soltanto perché vuole gettare un’ombra sulla solidità storica delle origini cristiane.
Bibliografia
Bud.ERR “Budge” E. Wallis. 1961.
Meek.DL Meeks, Dimitri. “Daily Life of the Egyptian Gods”. 1996.
Short.EG -- Shorter, Alan. “Egyptian Gods: A Handbook”. 1937.