Tra le accuse più ricorrenti che i laicisti rivolgono verso il cristianesimo cattolico c’è quella di negare i diritti della donna. Tra questi diritti negati, secondo il loro modo fazioso e ottuso di pensare, ci sarebbe quello alla carriera. Infatti la Chiesa cattolica non concede alle donne l’accesso al sacerdozio e all’episcopato. Un farneticante articolo dell’Uaar (vedi qui) accusa la Chiesa cattolica di non essere al passo con quella più progredita protestante che, invece, ordina sacerdoti e vescovi anche tra la donne. Secondo questa “unione” di atei ed agnostici, che rappresenta una delle espressioni del più miope ed ignorante laicismo in Italia, “Solo in un quadro di laicità delle istituzioni i diritti delle donne trovano riconoscimento”.
A parte il fatto che tale affermazione è completamente fuori dalla realtà e dalla storia, basta pensare all’emancipazione della figura della donna portata dal cristianesimo (vedi qui), è penoso constatare l’inconsistenza di tale accusa e la desolante ignoranza laicista sulle questioni riguardanti la fede cristiana cattolica e l’organizzazione della Chiesa. Per i laicisti divenire sacerdoti, in un’ottica tipicamente terrena, significa fare carriera, raggiungere posti di comando e potere a cui tutti devono poter aspirare. Ma la Chiesa è ben altro, è la presenza di Cristo sulla terra, laddove incontriamo realmente il Regno di Dio che è profondamente diverso dalla concezione umana del potere e del diritto.
Prima di lanciarsi in accuse senza senso i laicisti dovrebbero sapere che il sacerdozio non è un diritto, ma una vocazione, cioè una chiamata ad un servizio. Esattamente come Cristo ha chiamato a sé i dodici apostoli, così Dio chiama gli “operai alla sua messe”. Nessuno può pretendere di divenire sacerdote, perché non può dipende né lui e né dalla Chiesa, ma dalla chiamata di Dio. Essere sacerdoti, poi, non significa affatto assumere un ruolo di importanza e potere. Nel vangelo Gesù ammaestra i suoi apostoli:
“Allora Gesù, chiamatili a sé disse loro: " Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10, 42 – 45).
Appare evidente lo stridente contrasto tra la mentalità puramente utilitaristica ed arrivista del laicismo e la vita nella Chiesa, alla sequela di Cristo, dove la mentalità è quella di porsi al servizio della Parola e degli ultimi, laddove troviamo il Cristo sofferente.