mercoledì 9 dicembre 2015

Medioevo, buio o luce?

Molte volte, quando c’è da commentare un episodio di violenza o una situazione di arretratezza culturale, sentiamo l’espressione: “Siamo rimasti nel Medioevo!”. Nell’immaginario collettivo il Medioevo è spesso considerato un’epoca oscura, violenta, malvagia, arretrata culturalmente e, ovviamente, essendo stato, in Europa, un periodo storico caratterizzato dalla presenza di una società essenzialmente cristiana, la colpa di tale arretratezza è generalmente imputata alla Chiesa.



Come è noto, viene tradizionalmente indicato con il termine “Medioevo” il periodo compreso tra la caduta dell'impero romano d'Occidente (476 d.C.) e la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo (1492). Un periodo lunghissimo, ben dieci secoli, che vengono generalmente liquidati come un’epoca di ignoranza, il periodo dei “secoli bui”, tutto dovuto all’imperversare della Chiesa oscurantista. Ma è possibile pensare che su quasi mille anni di storia si possa avere solo un generico giudizio negativo e che responsabilità sia tutta della Chiesa e del cristianesimo? Ovviamente non è così, ormai è chiaro che gran parte di ciò che pensiamo del passato ci è stato trasmesso da una storiografia falsa, ideologica, che ha mistificato i fatti e modellato le fonti in modo da inculcare agli ignari una visione anticristiana ed anticlericale della storia. Il giudizio negativo che abbiamo del Medioevo è sostanzialmente un’invenzione storiografica dell’illuminismo. 

Appena ci si rivolge agli studiosi seri, specialisti del settore, che fanno dello studio della storia la loro professione, la musica cambia considerevolmente. Tra gli studiosi del Medioevo più noti ed affidabili abbiamo quelli della cosiddetta “scuola” francese, ritenuta molto attendibile ed apprezzata a livello internazionale, come, ad esempio, la storica Régine Pernoud, venuta purtroppo a mancare nel 1998. Conservatrice del Museo di Reims e degli archivi nazionali di Parigi al Museo della Storia di Francia e fondatrice e direttrice del Centro Giovanna d'Arco a Orléans, la Pernoud attraverso i suoi saggi ha operato una vera e propria rivalutazione del Medioevo basata su una ricerca di dati obiettivi, da opporre a quei luoghi comuni che la tradizione illuminista ci ha lasciato. Anche lei ha dovuto fare i conti con questa storiografia falsa, con la difficoltà di reperire testi veritieri e approfonditi sui quali studiare il Medioevo, in genere nelle enciclopedie sono spesso contenute informazioni contraddittorie ed insignificanti e le opere di erudizione non sono facilmente raggiungibili. Ha affermato la storica francese: “Dalle scuole elementari all’università — quasi senza eccezioni — si testimonia sempre lo stesso disprezzo per l’insieme del millennio che va dal V al XV secolo. È lo stesso disprezzo che manifestano i media in tutta tranquillità. Giornali, televisione e, appunto, il cinema, presentano invariabilmente gli stessi schemi: ignoranza, tirannia, oscurantismo, come è possibile che si sia ancora legati, nella nostra epoca scientifica, a nozioni così semplicistiche e infantili su tutto ciò che riguarda il Medio Evo? Non se ne discute nemmeno più, si accettano allegramente enormi assurdità considerate come fatti acquisiti. È così, e non c’è bisogno di dimostrazione. Tutto questo i medievalisti lo sanno, ma si guardano bene dal ripeterlo: non sarebbe serio!” (R. Pernoud “Medioevo, un secolare pregiudizio” Editore Bompiani 2001).

Tra i più grandi specialisti della storia del Medioevo c’è sicuramente il francese Jacques Le Goff, uno dei massimi esperti della storia e della sociologia del Medioevo, sfortunatamente morto l’anno scorso. Forte della sua autorevolezza universalmente riconosciuta, questo storico ha sempre avuto il coraggio di andare contro il pensiero dominante. In occasione della pubblicazione del suo ultimo libro ha spiegato, in un’intervista al Messaggero, che “come dice il nome, il Medio Evo è stato sempre considerato come un periodo di passaggio, di transito tra l’Antichità e la Modernità, ma passaggio significa soprattutto sviluppo e progresso. Nel Medio Evo progressi straordinari ci sono stati in tutti i campi, con i mulini a vento e ad acqua, l’aratro di ferro, la rotazione delle culture da biennale a triennale. Ma non c’è nessuna rottura fondamentale tra Medioevo e Rinascimento, tra il 14esimo e il 17esimo secolo. Ci sono cambiamenti che non modificano in modo sostanziale la natura della vita dell’umanità. L’economia resta rurale, ciclicamente caratterizzata da carestie. Nonostante la rottura – importante – tra cristianesimo tradizionale e riformato, è sempre il cristianesimo a determinare una visione omogenea e religiosa di un’eternità definita da Dio”.

Per Le Goff, quindi, il Medioevo è lungi dall’essere quel periodo oscuro che avrebbe determinato una sorta di “notte” dell’umanità, ma anzi è da considerarsi come un interrotto cammino dell’uomo verso il progresso. I cosiddetti “secoli bui” e il “Rinascimento” sono in pratica una invenzione storiografica dell’illuminismo, lungo il Medioevo il progresso, umanista e scientifico, non ha avuto alcun rallentamento ed è stato per merito della visione cristiana della realtà che tutto ciò è stato possibile. D’accordo con Le Goff è la stragrande maggioranza degli storici che conosce bene i guasti della falsa storiografia illuminista e laicista. Lo storico italiano Alessandro Barbero, ordinario di Storia Medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, che nel confutare l’ennesima invenzione riguardante il Medioevo ha recentemente dichiarato che “nel nostro immaginario è troppo forte il piacere di credere che in passato c’è stata un’epoca tenebrosa, ma che noi ne siamo usciti, e siamo migliori di quelli che vivevano allora”. Della stessa opinione lo storico Paolo Nanni, ricercatore di Storia medioevale presso l’Università di Firenze, che per valorizzare il lascito di Le Goff lo ha definito come “un Medioevo sottratto alla riduttiva definizione di età frapposta fra altre epoche: l’età di mezzo, quella dei “secoli bui”». 

Il Medioevo fu, in realtà, un periodo di fecondo progresso ispirato e determinato dall’appartenenza alla Chiesa cristiana di tutti i popoli europei, al punto che la storica R. Pernoud propose di chiamare questo periodo come quello della “Cristianità romano germanica”. Fu l’epoca propria della Cristianità, che ispirò tutte le manifestazioni culturali, sociali e politiche. Basta pensare agli "archetipi della cultura europea" che sono il santo, il re, il cavaliere, temi che ci hanno lasciato una preziosa eredità. Nel Medioevo l’arte espresse la bellezza del sacro e della fede con le sue incredibili cattedrali, l’amore per la cultura classica nel lavoro dei monasteri Benedettini e degli altri ordini che recuperarono preziosi manoscritti dalla devastazione barbarica. Nel Medioevo la parità sociale portata dal cristianesimo fece nascere le prime scuole, nate a ridosso dei monasteri, frequentate da tutti, anche dai più poveri. La nascita dell'Università dove in nome della ricerca della verità ogni indagine era permessa perché studio del creato e lotta contro le superstizioni. In questo periodo nacquero le grandi opere filosofiche, nate anche per contrastare l'insorgere delle eresie, l’arte del romanzo, dei poemi epici il cui contenuto, grazie ai grandi pellegrinaggi della cristianità, circolavano liberamente in tutta Europa. Le grandi innovazioni tecniche nel campo dell’agricoltura, dell’ingegneria, della cartografia, ecc. troppo spesso sottaciute dall'ignoranza del nostro tempo.

Ma non solo progressi materiali ed intellettuali, ma anche sociali. Basta pensare alla condizione della donna nel Medioevo che acquisì per la prima volta l’uguaglianza sociale. Scrisse Le Goff nel 2006: “Io ritengo, che l’idea che la donna sia uguale all’uomo abbia determinato la concezione cristiana della donna e abbia influenzato la visione e l’atteggiamento della Chiesa medievale nei suoi confronti" (J. Le Goff, “Un lungo Medioevo”, Dedalo 2006, p. 92). In un’intervista al quotidiano l’”Avvenire” Le Goff dichiarò: “Credo che tale rispetto della donna sia una delle grandi innovazioni del cristianesimo; pensiamo alla riflessione che la chiesa ha condotto sulla coppia e sul matrimonio, fino a giungere alla creazione di tale istituzione, ora tipicamente cristiana, formalizzata dal quarto concilio Lateranense nel 1215, che ne fa un atto pubblico (da cui la pubblicazione dei bandi) e, cosa fondamentale, un atto che non può realizzarsi se non con il pieno accordo dei due adulti coinvolti”. Giova ricordare che Jacques Le Goff non era cristiano, bensì totalmente agnostico. Nel Medioevo la donna poteva tranquillamente dirigere monasteri, frequentare università, assumere cariche pubbliche, praticare la medicina ed essere incoronata regina alla stessa stregua del re, tutte prerogative che progressivamente perderà con la secolarizzazione della società. 

Ma, allora, come è stato possibile un tale misconoscimento, una manipolazione così perversa della storia? Tutto ebbe inizio con la nuova epoca del Rinascimento che operò, progressivamente, una rottura con i secoli precedenti, con la sua visione cristiana della società, per abbracciare sempre più l’idea di un mondo lontano da Dio. A questo si aggiunse la Riforma protestante, con il suo odio anticattolico, che demonizzò il passato bollando tutto come oscurantismo cattolico, finché l’opera non si completò con l’illuminismo che in nome della “ragione”, intesa come capacità astratta e superba di misurare la realtà, condannò in modo definitivo il Medioevo definendolo un’epoca buia a dispetto di ogni tradizione, specie se religiosa, raggiungendo, così, il risultato di impedire la vera conoscenza di quel periodo in cui fu proprio la Chiesa l'unica a difendere la ragione. Purtroppo attualmente la nostra cultura, quasi totalmente scristianizzata, è soggiogata da questa visione falsa e mistificatrice. 

Bibliografia

M. Tangheroni "La leggenda nera sul Medioevo", articolo apparso sul n. 34,35 (1978) di Cristianità.
R. Pernoud “Medioevo, un secolare pregiudizio” Editore Bompiani 2001
R. Pernoud “Luce del Medioevo” Editore Gribaudi 2002
J. Le Goff, “Un lungo Medioevo”, Dedalo 2006

5 commenti:

  1. OK, bla78, se è per far del bene accetto anche questo tipo di commenti.

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  2. Carissimo, spero tutto bene! Su Croce-via, vincenzo ha chiesto se era possibile fare un post dedicato a Lutero e alla situazione dei principi del tempo che sfruttarono la sua "idea" teologicamente - come si sa - piena di contraddizioni.
    Trovi il commento qui: http://pellegrininellaverita.com/2015/12/06/chiesa-colonna-della-verita-03/comment-page-1/#comment-17972

    Hai già scritto una cosa simile qui? Se no, lo scriveresti per entrambi i blog per una pubblicazione in contemporanea? :)

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    1. Ciao Minstrel, tutto bene, grazie!
      Quanto all'idea di Vincenzo ed alla tua richiesta penso che sia un'ottima iniziativa. Penso anch'io che la versione storica della vicenda di Lutero più comunemente diffusa è troppo sbilanciata verso le ragioni del Protestantesimo e servirebbe un'inquadramento storico più obiettivo. Non ho mai affrontato questo argomento, però mi intriga e mi piacerebbe scrivere qualcosa. Se per te va bene posso proporre un post in merito.

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  3. Risposte
    1. Non c'è di che. Sono felice che questo articolo le sia stato utile.

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