martedì 23 giugno 2015

Le assurde proteste contro il Family Day

Sabato scorso, a Roma, c’è stata la grande e pacifica manifestazione denominata “family day” contro il ddl Cirinnà, a favore del matrimonio omosessuale. Nonostante la pioggia, che ha violentemente imperversato durante l’evento, circa un milione di persone hanno affollato piazza San Giovanni affermando che il matrimonio è un’unione tra una donna ed un uomo e che ogni bambino ha il diritto di avere un padre ed una madre. Certamente è ben strano che per affermare delle ovvietà del genere occorre riunirsi in gran numero in una manifestazione, ma la follia che pervade oggi la nostra società non conosce più limiti. Una piccola minoranza della popolazione, infatti, cerca d’imporre, senza che abbia mai avuto alcuna dimostrazione scientifica, la cosiddetta teoria “gender”, cioè l’eliminazione totale del valore della complementarietà tra uomo e donna e il disconoscimento delle differenze sessuali come naturale espressione genetica. Tutto ciò, quindi, avrebbe come logica conseguenza l’equiparazione del matrimonio alle unioni tra persone dello stesso sesso e, così, la distruzione stessa del valore e del concetto di matrimonio a danno, specialmente, dei figli a cui viene negato il fondamentale diritto di crescere in una famiglia dove siano ben chiari e presenti, per la loro crescita e sviluppo, le figure naturali della mamma e del papà.


Com’era prevedibile questa libera e democratica manifestazione del proprio pensiero è stata subito contestata dal mondo delle associazioni omosessuali: Franco Grillini di Gaynet ha definito la manifestazione un “festival dell’omofobia”, oppure Aurelio Mancuso, presidente Equality Italia, ha definito le ragioni dei manifestanti come delle “bugie”, il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo, ha affermato che “La manifestazione di oggi è un salto nella preistoria dei diritti civili“. Ma la reazione più scomposta, a mio modo di vedere, è stata quella del sottosegretario alle Riforme del governo, Ivan Scalfarotto, che ha dichiarato come sia: “inaccettabile una manifestazione come quella contro le unioni civili che si tiene oggi a Roma, che è contro i diritti dei propri concittadini…”.

Che senso hanno tali proteste? Per Grillini il quasi milione di persone scese in piazza, donne, uomini, tantissimi bambini sono tutti omofobi. Termine che non ha un senso ben definito, ma che tutti intendono come “razzisti”. Si è razzisti nel ritenere che il matrimonio sia un'istituzione essenzialmente basata sull'eterosessualità? Quindi il mondo prima di Grillini è stato solamente un luogo di razzismo, popolato da miliardi di persone razziste? Affermare che il matrimonio abbia come funzione principale la procreazione come può offendere una persona omosessuale? Il razzismo è ben altro, è derisione, violenza, non affermare la propria opinione su una istituzione. Cosa pretende Grillini? Che chiunque non la pensi come lui deve starsene zitto altrimenti viene tacciato per omofobo?

Aurelio Mancuso parla di “bugie”, ma affermare che non c’è differenza tra padre e madre cos’è se non una sciocchezza indimostrata scientificamente? Il matrimonio ha sempre avuto un senso ben preciso, basato sulla presenza di due sessi, e al centro del quale vi è la procreazione. Dov’è la bugia? I figli, all’interno della famiglia, sono sempre stati il frutto dell’amore del padre e della madre. Dov’è la bugia? Qualsiasi altra unione è, giocoforza, un qualcosa di diverso, che, per questo, non può essere equiparato al matrimonio. L’ovvietà di tale ragionamento è disarmante.

Scalfarotto sbraita che è inaccettabile una manifestazione del genere, contro i diritti dei cittadini. Conosciamo già la propensione del nostro sottosegretario ad imbavagliare il libero pensiero, ma qui si esagera pure a considerare delle pretese come dei diritti. Il matrimonio ha come fine principale la procreazione in quanto è l’ambiente idoneo, fino a prova contraria, ad accogliere la vita, formarla ed educala nel migliore dei modi. Poco importa se in molti matrimoni non ci siano figli, la questione riguarda il significato di tale istituzione e il possedere i requisiti per potervi accedere. E le persone omosessuali tali requisiti non ce li hanno. 

A me sembra molto violento questo modo di fare delle associazioni omosessuali per cui una opinione contraria debba essere per forza considerata automaticamente omofoba e, direi, anche molto strumentale, in considerazione del fatto che si tratta delle pretese di una piccola minoranza di cui solo una frazione minoritaria penserebbe mai di avvalersi dell'istituto matrimoniale.

2 commenti:

  1. Chapeau!

    Nozze gay, la Corte suprema Usa: sì al matrimonio in tutti gli Stati

    Prima della sentenza della Corte Suprema negli Stati Uniti il sì ai matrimoni gay era a macchia di leopardo. Ora il diritto è garantito a tutti.

    http://iltirreno.gelocal.it/italia-mondo/2015/06/26/news/nozze-gay-la-corte-suprema-usa-si-al-matrimonio-in-tutti-gli-stati-1.11680499

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    1. Caro Anonimo,
      queste notizia dei fatti statunitensi mi suscita un'enorme tristezza. Altro che diritto a tutti, un vero sopruso! Si è garantito un falso diritto, mentre si è negato, e si negherà, a tanti bambini quello vero ad avere sempre un padre ed una madre.

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