mercoledì 27 novembre 2013

I pneumatomachi, i nemici dello Spirito


Il Concilio di Nicea del 325 d.C. ha avuto come risultato più importante la formulazione definitiva della consustanzialità, nell'ambito della relazione trinitaria, del Figlio con il Padre (homoousios). Questo Concilio, però, proprio perché principalmente incentrato a dirimere la controversia con l'arianesimo, lascia un po' defilata la figura dello Spirito Santo. Il Credo niceno, infatti, si limita a dire: "Crediamo nello Spirito Santo" senza specificare altro. Tutto ciò perché ancora nessuno si era levato per mettere in dubbio le professioni di fede più antiche del popolo cristiano che si rifacevano alla formula trinitaria battesimale che troviamo nel vangelo di Matteo (Mt 28, 19).

Nel 362 il vescovo di Alessandria, Atanasio, per chiarire definitivamente il dettato niceno, cioè l'ortodossia, convocò un Concilio nella sua città che giunse alla formulazione classica del mistero trinitario: "Mia ousia en treis ypostaseis", cioè: una sola sostanza in tre persone. In occidente fu Ilario di Poitiers, con la sua predicazione e le sue opere, a diffondere tale chiarificazione. Ma, nonostante l'opera di tali divulgatori, nell'ambito della cristianità cominciano a sorgere opinioni contrastanti circa la divinità dello Spirito. Il famoso storico della Chiesa, Eusebio di Cesarea, poneva lo Spirito in posizione subordinata al Figlio ed al Padre e lo stesso Origene affermava che lo Spirito venne all'esistenza per mezzo del Figlio. Altri teologi, come Ezio ed Eumonio, consideravano lo Spirito solo come una creatura. Si venne, così, a formare una corrente di pensiero alternativa al dettato niceno che verrà detta dei Pneumatomachi, cioè, "nemici dello Spirito", coloro che combattono lo Spirito. Altro nome di tale corrente è quello dei "macedoniani" che deriva da Macedonio, Patriarca di Costantinopoli, che era semiariano e godeva del favore di Costanzo II, imperatore ariano, che lo aveva imposto come Patriarca. Macedonio è ricordato come una persona intrigante e vendicativa al punto che un sinodo, tenutosi ad Antiochia, lo depose nel 360. 

In mezzo a questo marasma di opinioni c'è un faro di ortodossia in Cirillo di Gerusalemme che affermava che lo Spirito è un Essere divino ed ineffabile. Altra importante testimonianza, come abbiamo visto, è quella di Atanasio di Alessandria che, con la sua famosa lettera a Serapione, vescovo di Thmuis, dimostra attraverso le Scritture come lo Spirito Santo non abbia nulla in comune con le creature, ma appartiene alla divinità ed è uno con essa nella Triade. Atanasio deduce tale divinità dalla prima lettera di Paolo ai Corinti (3, 16) dove si dice che lo Spirito ci rende partecipi di Dio, quindi se lo Spirito rende l'uomo divino, non può che essere divino anche lui. Ma i più convincenti sostenitori della divinità dello Spirito saranno i grandissimi teologi della Cappadocia come Basilio di Cesarea, che compose un'opera fondamentale sullo Spirito Santo affermando che ad esso compete la stessa gloria, onore e culto che è tributato al Padre e al Figlio, e Gregorio di Nazanzio il quale afferma apertamente che lo Spirito Santo è Dio citando il vangelo di Giovanni (4, 24) dove Gesù dice alla Samaritana che "Dio è Spirito". Queste speculazioni teologiche dei padri cappadoci preparano alle definizioni del Concilio di Costantinopoli del 381 che pone una chiarificazione definitiva fissando quello che poi sarà la formula del Credo "Nicenocostantinopolitano": alla formula nicena verrà aggiunta la specificazione che lo Spirito Santo "è Signore e dà la vita, che procede dal Padre, e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti". L'arianesimo e i suoi "derivati" sono definitivamente sconfitti. 

Il Concilio di Costantinopoli ci dice che lo Spirito Santo è il "vivificante", è colui che dà la vita (Ez 37, 1-10), ci introduce alla Verità tutta intera (Gv 16, 5-15), ci dona la vita divina (Rm 8, 22-27) ed è stato l'ispiratore della Scrittura (2Pt 1, 19-21), per cui questa ha due autori, Dio e l'uomo. 

Lo Spirito Santo è il "collante" della Trinità e della Chiesa, riunisce in un'unica fede tutta l'umanità e fa di noi, così portati alla divisione, un unico corpo mistico che è la Chiesa. A questo Corpo è lo Spirito che infonde la vita, è Lui che ci rende idonei a vivere a livello soprannaturale.

Bibliografia

Catholic Encyclopedia, Volume I. New York 1907, Robert Appleton Company 
Giovanni Filoramo, D. Menozzi (a cura di), "Storia del Cristianesimo", I, Roma-Bari 1997. 
Angelo Clemente, "Il libro nero delle eresie", Milano, Mondolibri, 2008


  

Nessun commento:

Posta un commento