giovedì 17 ottobre 2013

Reato di negazionismo o negazione della libertà di opinione?

In questi giorni, sull’onda emotiva della triste vicenda di violenza che ha accompagnato i funerali del boia delle fosse Ardeatine e dell’anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma, si è scatenata un’animata discussione in Senato circa la proposta di legge che prevede l’introduzione del reato di negazionismo. In pratica chi affermerà che l’olocausto degli ebrei operato dai nazifascisti non è mai avvenuto commetterà reato e potrà essere perseguito. 

Premetto subito che l’apologia e l’istigazione sono atteggiamenti da condannare senza riserve, ma ciò che voglio porre in discussione è l’opportunità di regolare con legge la libertà di espressione. Può essere reato affermare che non sono esistiti dei fatti storici? E’ possibile che la libertà di opinione debba per forza essere regolata dalla norma penale per non finire in un relativismo negazionista? La ricerca storica ha le sue regole che si basano sui documenti, le testimonianze, i riferimenti, non ha bisogno di essere imposta per legge. Tempo fa lo storico inglese David Irwing è stato condannato a tre anni per aver negato l’esistenza delle camere a gas. Questo ha per caso evitato il negazionismo o ha aggiunto qualcosa alla verità storica dell’olocausto? 

Una legge del genere reprime in modo preoccupante la libertà di opinione, anche se questa può essere disgustosa. Tante opinioni possono essere scomode e repellenti, come ad esempio, quelle degli avvocati che difendono gli stupratori. Bisogna impedire anche quelle? In questo caso il concetto di diritto alla difesa trae origine proprio dalla libertà di opinione. 

E poi, chi può stabilire quale sia la verità? Non è possibile stabilire per legge la verità, questa va ricercata e dimostrata con rilevanze scientifiche e solo in questo modo potrà essere lo strumento per misurare la validità delle opinioni. Ma in democrazia ogni opinione deve essere lecita perché è solo attraverso il contributo di ognuna di esse che sarà possibile selezionare la verità. 

Pericolosi rischi per la libertà di opinione sono associati anche al progetto di una futura legge contro l’omofobia. E’ giusto condannare gli atti di violenza e discriminazione, ma che limite sarà imposto alla libertà di opinione? Sarà imposta una verità di Stato per impedire di definire anormale ciò che non è normale? Il rischio è questo.

9 commenti:

  1. Sai cosa ti dico, Luis? Questa volta hai ragione da vendere.
    Oddio, non su gay e avvocati (tue proverbiali debolezze), ma sul resto, che qui poi è quello che conta, hai proprio ragione.

    Ho letto la norma che rischiava di essere approvata...me l'aveva postata, alquanto desolato, un amico e dottissimo collega. Siamo alla follia. È come hai scritto: la legge penale verrebbe a punire chi, in buona sostanza, si limita ad affermare che un dato fatto - un crimine contro l'umanità o un genocidio - non sia avvenuto. E si noti che l'apologia di questi crimini è gia punita da tempo. Peggio di un reato di opinione (il concetto di "opinione" richiama sempre ad un criterio soggettivo e personale), questo è un reato che sanzionerebbe ogni manifestazione del pensiero su un fatto storico-giuridico (il concetto di "crimine", tra l'altro, non è naturale, ma normativo). Sembra addirittura uno strambo reato di "falso", che ha smarrito la sua strada ed è finito in mezzo alle norme che tutelano l'ordine pubblico.
    Questa novità francamente anomala ed inammissibile, che non riguarda solo la negazione della Shoah, manca dei connotati minimi che sono propri delle norme penali.
    È dannosa ed infestante. E va contro tutti gli sforzi interpretativi di questi anni, tesi ad individuare la concreta offensività dei reati di istigazione e apologia, sulla base del dettato costituzionale. Qui, invece manca l'offesa (se si nega un fatto, si nega l'orrore e il contenuto offensivo che quel fatto rappresenta) e manca la colpevolezza (non possiamo e non dobbiamo sanzionare la stupidità e l'abbrutimento culturale: alla fine non andremmo nemmeno a punire i ciarlatani della storiografia, andremmo a punire quei ragazzini che si bevono le loro minchiate).

    Fatto l'elogio, mi si consenta qualche piccola critica.
    1) Nei tribunali troverai avvocati adusi a difendere persone accusate di omicidio o stupro, ma non a magnificare lo stupro e l'omicidio, in quanto attività ricreative. Niente di disgustoso e repellente, dunque. Anche se mi dispiace deludere il pubblico.
    Quanto al diritto alla difesa, questo non trae per nulla origine dalla libertà d'opinione (è ben più ampio: il difensore, che rimane in tema, non commette reato se supera il limite dell'ingiuria, che invece vincola le opinioni di voi poveri mortali). Trae origine, invece, dall'estremo esercizio dei diritti fondamentali di quello sventurato che, magari meritatamente, chissà, si trova sottoposto al giudizio altrui e rischia di perderne una buona porzione.
    2) cultura e onestà intellettuale impongono anche a te di tener separata la doverosa sanzione di una condotta discriminatoria (che può colpire omosessuali, donne, nomadi, malati, stranieri e chi più ne ha, più ne metta) dalle delicate questioni dei delitti di apologia, istigazione, vilipendio da risolvere col rigoroso e intransigente rispetto dei principi della nostra carta costituzionale.

    Saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Felsineus, ti chiedo una cortesia: potrei postare l'inizio di questo tuo commento - appena posso - sul blog croce-via? Mi sembra un approfondimento splendido di quanto scritto da Luis e soprattutto una posizione chiara e profonda perché sentita da uno che vive sul campo di battaglia queste cose!
      http://pellegrininellaverita.wordpress.com/
      In realtà, te la dico tutta, mi piacerebbe moltissimo avere da te un approfondimento su questo argomento con un tuo scritto ad hoc, magari per una pubblicazione web sul blog comune che ti ho indicato, ma magari non è tuo interesse ed inoltre so che il tempo è tiranno per tutti; immagino lo sia alla grande anche per te. Va beh, io - anche indirettamente - la richiesta te l'ho lanciata. :)

      Grazie ancora a te e a luis!
      A presto!

      yours

      minstrel

      Elimina
    2. PS: ho messo il link sbagliato... ecco qui la pagina per i contatti :)
      http://pellegrininellaverita.wordpress.com/contattaci/

      Elimina
    3. Ok Minstrel, sei molto corretto a chiederlo, hai via libera, con una sola raccomandazione.
      Luis ha subito condannato senza riserve ogni forma di istigazione ed apologia di questi crimini odiosi: il genocidio, i crimini contro l'umanità. Questo è il presupposto di ogni ulteriore nostro discorso. Se questa condanna non fosse stata chiara e inequivocabile, non avrei postato alcun mio commento.
      Anche in un altro sito/blog, le mie parole hanno senso solo in un ambito di discussione tra persone che non rivendicano in alcun modo, per sé o altri, la facoltà di giustificare genocidi, far propaganda antisemita o altre simili schifezze (ovvio, molto ovvio, non sto pensando a te, ma in rete arriva di tutto...)
      Salutoni

      Elimina
  2. Ohhh caro Felsy, finalmente esiste qualcosa su cui siamo d'accordo. Sottoscrivo in pieno la prima parte del tuo commento, tra l'altro espressa con una ammirevole ed indiscutibile proprietà dell'argomento.

    Quanto alle critiche che mi muovi francamente non ho capito bene quella al punto 2. Penso anch'io che occorra distinguere gli atti discriminatori dalle delicate questioni riguardanti i delitti di apologia, istigazione e vilipendio, ma la questione che pongo è un'altra. Questa famigerata legge contro l'omofobia che limite imporrà tra discriminazione e libertà di opinione? Si potrà ancora affermare che l'omosessualità è un comportamento sbagliato, malato e contro natura oppure no? Per dirla con le tue illuminate parole, con una tale affermazione non si offende e non c'è colpevolezza.

    Infine, quanto agli avvocati, devo darti ragione, non sono esperto come te in tali questioni, ma io mi riferivo al fatto che sia repellente non il reato in se, ma il patrocinio dell'imputato, che dipende dalla libera decisione dell'avvocato.

    Un saluto.

    RispondiElimina
  3. @Luigi Ruggini

    "Premetto subito che l’apologia e l’istigazione sono atteggiamenti da condannare senza riserve, ma ciò che voglio porre in discussione è l’opportunità di regolare con legge la libertà di espressione. Può essere reato affermare che non sono esistiti dei fatti storici?"

    Certo che no. Concordo che l'introduzione di una legge contro il negazionismo sarebbe in realtà una grossa violazione della libertà di espressione. Purtroppo in Italia si pensa sempre che la soluzione ad ogni problema sia lo Stato: in questo caso c'è qualcuno che nega l'olocausto e allora gli italiani pensano subito - invece di controbattere intelligentemente - a fare una legge per punirlo. Poi ovviamente si tratterebbe di una legge abbastanza vaga da permettere ai giudici di farla valere per i loro nemici e non per i loro amici. Così ad esempio se io affermassi che gli ebrei non sono mai stati ridotti in sapone dai nazisti (e pare proprio che questa sia solo una leggenda) allora probabilmente verrei accusato di "negazionismo" da qualche giudice a cui sto antipatico.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @myself
      Questa volta sono proprio d'accordo con te.

      Elimina
    2. Io invece non concordo per nulla. Sia dunque chiaro che con i ragionamenti di Myself non ho niente a che fare.

      Caro Luis le norme, anche quando sono solo in fieri, in un progetto- legge, si criticano in concreto. Se indichi con precisione quale futura possibile disposizione di legge turberebbe i tuoi sogni, se ne può parlare seriamente e serenamente, perché no. Se è per la questione delle torte, mi dispiace, no way.

      Sì, Luis, si potrà ancora dire che l'omosessualità è un comportamento sbagliato, ecc. Non esiste un "vilipendio dell'omosessualità" e non è previsto da nuovi disegni di legge. Questo non vuol dire che tutto sia lecito. Il diritto penale è estremo, hard. I classici epiteti "malato" e "contro-natura" (tra l'altro reciprocamente autoescludenti: le malattie sono fenomeni naturali) e le simpatiche variazioni "deviato", "invertito", ecc. sono senza dubbio hard. Lo dimostra il fatto che se fai l'errore di riferirli anche indirettamente ad uno dei tuoi simili - ad esempio, pubblicandone la foto su un blog - possono provocare degli effetti fastidiosi chiamati "querela", "richiesta di risarcimento danni" e "espressione incredula davanti al proprio legale, che sconsiglia di tirare in ballo San Paolo, come strategia difensiva". Se invece rimangono in un ambito più fumoso e quindi attingono solo l'omosessualità o gli omosessuali come categoria indistinta, non costituiscono reato grazie al fatto che le norme dell'ingiuria e della diffamazione tutelano le singole persone e non perchè inoffensivi. Segnalo però che c'è anche un mondo più soft, quello dell'illecito civile, che è bene non frequentare.
      Grosso modo, un fervente cattolico può lecitamente dire degli omosessuali ciò che un fervente omosessuale può dire dei cattolici.

      Caro Luis, come potrai immaginare non posso concordare per nulla sulla tua idea di "patrocinio".
      Chi sceglie di essere difensore delle persone e dei loro diritti dovrebbe operare per rendere effettiva quella tutela che la Costituzione riconosce come "inviolabile" ad ogni cittadino all'art. 24.
      Così facendo, garantendo un'adeguata difesa tecnica a chi deve riceverla, non può fare nulla di "repellente", così come non è repellente il ruolo dell'inquirente o quello del giudice, che senza quello del difensore non potrebbero esplicarsi. E questo al di là di quei veri e propri obblighi giuridici di difesa che si verificano nei casi di gratuito patrocinio o quando, come capita sovente, si viene richiesti dall'autorità giudiziaria.

      Saluti

      Elimina
    3. Caro Felsy, non posso citarti quale sia la futura possibile disposizione di legge, in quanto questa non è ancora stata formulata in modo definitivo, ma tantissimi indizi, come la disavventura di Guido Barilla o la situazione negli altri paesi, mi lasciano alquanto preoccupato circa l'affermazione di un testo liberticida.

      L'omosessualità è un atto contro natura perché si oppone al naturale istinto della conservazione della specie. In natura l'uomo e la donna sono fisicamente, psichicamente (e spiritualmente) complementari, mentre non è possibile affermare lo stesso per le coppie omosessuali. L'omosessualità, quindi, rappresenta una, malattia, cioè deviazione dalla normale e naturale sessualità umana. E' in questo senso che possono convivere i termini "contro natura" e "malattia". Queste argomentazioni sono tutte ampiamente dimostrabili scientificamente o, almeno, hanno tutta la loro dignità per appartenere al dibattito scientifico.

      Tu mi rassicuri sulla liceità di tali argomentazioni, ma questo in base al vigente codice penale, saranno sempre queste le carte in tavola? Io penso che occorra sempre tener ben vigile l'attenzione contro ogni deriva antidemocratica.

      Quanto al patrocinio è logico che stiamo parlando di un diritto e un diritto non può essere "repellente". Ma questo è quello che pensiamo lucidamente e pacatamente io e te. Bisognerebbe spiegarlo ai genitori e parenti di bambini stuprati. Per questo ho fatto quell'esempio.

      Un saluto.

      Elimina