lunedì 5 marzo 2012

Lucia Annunziata e il Diritto Canonico

"I funerali di Lucio Dalla sono uno degli esempi più forti di quello che significa essere gay in Italia: vai in chiesa, ti concedono i funerali e ti seppelliscono con il rito cattolico, basta che non dici di essere gay. C’è il permissivismo purché ci si volti dall’altra parte".

E’ questa l’accusa che Lucia Annunziata ha lanciato contro la Chiesa durante la sua trasmissione “in mezz’ora” su Rai3, riguardo al ruolo di Marco Alemanno nella vita di Lucio Dalla. Il fatto che sia stato celebrato un funerale cattolico è per la nota giornalista una vera e propria ipocrisia. Quindi la Chiesa Cattolica non è criticata solo quando non celebra i funerali, ma anche quando li concede.

Il problema, a mio avviso, è che troppo spesso ci si avventura in accuse gratuite senza avere la minima cognizione di causa. Da quel che dice appare chiaro che l’Annunziata non conosce il Diritto Canonico. Riguardo alla celebrazione delle esequie cattoliche tale Diritto dice:

Can. 1184 - 1. Se prima della morte non diedero alcun segno di pentimento, devono essere privati delle esequie ecclesiastiche: 1) quelli che sono notoriamente apostati, eretici, scismatici; 2) coloro che scelsero la cremazione del proprio corpo per ragioni contrarie alla fede cristiana; 3) gli altri peccatori manifesti, ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli.
2. Presentandosi qualche dubbio, si consulti l'Ordinario del luogo, al cui giudizio bisogna stare”.

Ora sappiamo che Lucio Dalla non era notoriamente apostata, né eretico, né scismatico, anzi, a detta di tutti desiderava essere un credente in Gesù Cristo e un membro della Chiesa Cattolica, non ha scelto la cremazione per ragioni contrarie alla fede e non esistono evidenze che fosse stato “manifestamente peccatore”, nel senso che la sua vita privata era estremamente riservata e la celebrazione dei funerali non avrebbe dato alcun “pubblico scandalo” tra i fedeli.

L’Annunziata ovviamente non sa che la Chiesa reputa “disordinato” solo l’atto omosessuale, ma non le tendenze. Queste sue accuse alla Chiesa, in un momento in cui è forte l’attenzione pubblica, ha tutta l’aria di essere un’ennesima meschina operazione di “captatio benevolentiae”.

4 commenti:

  1. ...per fortuna nessuno ha ancora fatto il paragone con il caso dei funerali negati a Piergiorgio Welby... ma spero di non aver parlato troppo presto...

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  2. Non vorrei sbagliarmi, ma il magistero in materia non è dogmatico bensì ordinario e non è una distinzione di poco conto. Tant'è che conosco persone che nonostante rispettino il magistero (l'interiore ossequio dell’intelletto e della volontà), la pensano in coscienza diversamente e nessuno può permettersi di chiamarle apostati o eretici poiché tali non sono. Certo questo nella coscienza personale e unica del soggetto in questione, il discorso "pubblico" è effettivamente diverso poiché è lo stesso Paolo che dice che la "fede forte" non deve essere "pietra di scandalo" per quella "debole". Ma queste sono giustificazioni comprensibili per chi è all'interno della fede stessa, per gli altri - al solito - saranno sofismi inutili.

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    1. Ciao Minstrel,
      penso anch'io che si tratti di Magistero Ordinario, quindi non infallibile. Il fatto è che si tratta di una materia molto delicata. Cosa c'è nel cuore delle persone lo sa solo Dio, quello che può fare la Chiesa è dare la "regola generale" (il Magistero ordinario, appunto) e l'aiuto necessario per rispettarla, ma poi ognuno è "solo" di fronte a Dio.

      Un caro saluto.

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